Torneranno gli amanuensi nelle biblioteche italiane? Probabilmente sì.
Secondo la modifica proposta alla legge del diritto d' autore, infatti, le biblioteche italiane dovranno pagare alla SIAE una percentuale per ogni fotocopia fatta, anche se per uso strettamente personale. Così, mentre gli studenti e i ricercatori più abbienti potranno avvalersi dell' aiuto di un copista, gli altri trascorreranno ore e ore in biblioteca .
Finora, l' utente doveva pagare solo il prezzo della fotocopia, cioè della carta e dell' energia elettrica, senza ulteriori aggiunte per la SIAE.
Se la modifica dovesse passare, i bibliotecari provvederebbero subito a far sparire qualsiasi macchina fotocopiatrice per non accollarsi ulteriori costi e straordinari per il personale con rischi di contravvenzioni, oneri e cavilli burocratici. Esattamente come è già avvenuto negli altri Paesi che hanno applicato normative simili.
"La libera circolazione di un' opera garantisce all' opera stessa una certa pubblicità", afferma Igino Poggiali, Presidente dell' AIB. "I primi ad essere solidali con gli autori e gli editori sono proprio i bibliotecari, (visto che molte biblioteche sono esse stesse autore-editore), ma è innegabile che non trarrebbero alcun vantaggio da questa modifica, tanto meno economico, visto che a loro arriverebbe un compenso irrisorio".
Per le biblioteche sarebbe difficile continuare ad offrire un adeguato servizio pubblico di circolazione di informazioni e cultura, che poi è il loro scopo principale. Inoltre, sono proprio gli autori i principali fruitori del servizio di fotocopiatura offerto, per raccogliere i materiali necessari a produrre nuove opere. Sarebbe auspicabile, invece di una "tassa sulle fotocopie" un incremento dei finanziamenti alle biblioteche pubbliche, che potrebbero acquistare più libri, aiutando così l' editoria culturale.
UFFICIO STAMPA
Barbara CARFAGNA
Roma, 30 ottobre 1997