Sono stati posti in discussione temi di fondo provocati dalla stessa legge 248, quali ad esempio, la definizione di biblioteca pubblica, i criteri per individuare i servizi di biblioteca (per i quali si possono fare fotocopie senza i limiti del 15%) e quelli per stabilire quali sono le "opere rare fuori dei cataloghi editoriali".
È necessario che tutti gli aspetti vengano chiariti prima di poter affrontare la determinazione del compenso forfettario che le biblioteche dovranno versare a compenso dei diritti d'autore.
Le posizioni delle parti che rappresentano le biblioteche e quelle che rappresentano gli editori, come è facile immaginare, sono ancora distanti e c'è quindi bisogno di una più attenta e lunga riflessione.
Sia all'AIB che alle istituzioni titolari delle biblioteche appare evidente che più si approfondisce la lettura della legge, più si mettono in rilievo le sue ambiguità e crescono i dubbi sull'applicabilità di norme confuse e ingiustamente restrittive per le biblioteche.
È stato esaminato, ad esempio, il caso singolare delle biblioteche musicali che si trovano nello stato di non poter fornire più né servizio di riproduzioni, né di prestito, grazie a misure introdotte dalla legge contro l'uso della musica a stampa (l'art. 2, comma 2 ha abrogato gli articoli 1 e 2 della legge 159/93).
Per queste e molte altre considerazioni, l'AIB è arrivata alla decisione di chiedere immediatamente una modifica degli articoli più penalizzanti il servizio pubblico, inviando una
lettera al Ministro Melandri per chiedere un intervento politico nell'ambito della finanziaria 2001.
Anna Maria Mandillo
Responsabile AIB per i problemi di diritto d'autore
30.10.2000