Sala Capranica (Piazza Montecitorio), ore 10-17
Si annunciano importanti novità sul fronte del riconoscimento
professionale.
I telegiornali di giovedì 9 novembre e i quotidiani del
giorno successivo hanno riportato con una certa ampiezza la notizia che
il ministro Mastella ha presentato ufficialmente una bozza di progetto
di legge-delega per la riforma delle professioni.
Il testo -- sottoposto poi alle osservazioni di ordini e
associazioni professionali -- sarà entro il mese sottoposto
all'esame al Consiglio dei ministri, per iniziare poi l'iter
parlamentare.
Trattandosi di legge-delega, saranno poi necessari successivi decreti
per definire nel dettaglio la normativa.
È una buona notizia: per tutti i cittadini, perchè si
mette mano dopo anni di vana attesa a una riforma che dovrebbe offrire
più servizi, meno costi, maggiore competitività,
allineamento alle direttive europee vigenti.
Può essere una buona notizia anche per noi bibliotecari,
professionisti "non riconosciuti" (come tanti altri): da questa legge
potrebbe derivare infatti una forma di riconoscimento della nostra
professione.
La bozza di legge infatti prevede che il governo sia delegato a riformare gli ordini professionali (riducendone il numero e modernizzando le modalità di accesso e gestione degli albi), a liberalizzare il mercato dei servizi professionali (prevedendo per es. l'abolizione di tariffe minime, la gestione societaria dei servizi, la pubblicità, ecc.), e anche a fissare principi di riconoscimento delle associazioni professionali. Queste ultime potranno raggruppare sia professionisti non inquadrati in ordini, sia coloro che possiedono -- pur iscritti agli ordini -- particolari specializzazioni. Dovranno possedere alcune caratteristiche fissate dalla legge (principi di gestione democratica, codice deontologico, modalità di valutazione delle competenze) e potranno rilasciare attestati di competenze professionale, che -- pur non essendo obbligatori per esercitare la professione -- avranno validità e riconoscimento nel mercato del lavoro e dei servizi.
È una riforma che va sostenuta.
L'AIB -- aderente al CoLAP (Coordinamento libere associazioni
professionali) -- intende contribuire a tale processo di riforma, e a
tal fine invita i soci e tutti i bibliotecari a partecipare alla:
Seconda edizione degli "Stati generali delle associazioni professionali", che si svolgerà il 30 novembre a Roma, alla Sala Capranica (piazza Montecitorio) dalle 10 alle 17.
Parteciperanno esponenti del governo, delle forze politiche di maggioranza ed opposizione, delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, degli ordini e delle associazioni professionali. Sarà presentata una ricerca sul valore e l'impatto delle associazioni di professionisti.
Dal sito del CoLAP è scaricabile la pubblicazione "Perchè all'Italia servono le associazioni professionali" [PDF 203 k], che riassume sinteticamente ed efficacemente la questione della riforma delle professioni e del riconoscimento delle associazioni
Il riconoscimento dell'AIB come associazione di professioni darebbe la possibilità di rivitalizzare l'Albo professionale, inteso come "registro" dei soci aventi competenze professionali verificabili e certificabili, e darebbe quindi forza a una sua spendibilità nei processi di assunzione di personale, sia nel pubblico impiego che nel settore privato, che nella libera professione.
È una tappa importante: certo non è l'unica azione che l'AIB può e deve fare per sostenere la sua "campagna per i bibliotecari" prevista dalle Linee programmatiche 2005-2008: occorrono anche continue azioni di tutela (svolte dall'Osservatorio Lavoro) per segnalare le situazioni più critiche; occorre -- ed è urgente e strategica -- un'azione attenta (e in collaborazione con altre forze sociali) per porre rimedio al problema della precarietà.
Ma ottenere un riconoscimento anche normativo e formale della nostra associazione (e indirettamente della nostra professione) potrebbe servire da robusto supporto alle azioni dell'AIB in favore dei bibliotecari italiani.
Le cose da fare sono ancora tante e impegnative: dovrà essere rivisto lo statuto (e una apposita commissione nazionale è al lavoro su questo), il regolamento dell'albo professionale, il codice deontologico; dovranno essere conosciute e sfruttate anche le iniziative legislative regionali. L'impegno quindi sarà notevole, per tutti i livelli associativi: credo però che questa annunciata, attesa, e ora speriamo anche vicina riforma delle professioni sia per noi un "treno da non perdere".
La partecipazione agli Stati generali del 30 novembre è un segnale importantissimo, da dare alle forze politiche e sociali, per far marciare velocemente la riforma: invitiamo i bibliotecari a una significativa presenza, che possa aggiungere anche la nostra voce al coro di richieste per un riconoscimento giuridico delle libere professioni.
AIB. Comitato Esecutivo Nazionale
Osservatorio Lavoro |