[AIB] AIB. Vita dell'Associazione.


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Posizione dell'Associazione Italiana Biblioteche in merito alla riforma delle professioni contenuta nel decreto "competitività" e ai relativi emendamenti in via di discussione.

Roma, 16 aprile 2005

Al Coordinatore Nazionale del CoLAP

Egregio coordinatore,

l'AIB -- associazione che da oltre 70 anni rappresenta gli interessi delle biblioteche italiane e dei professionisti che in esse lavorano sia come dipendenti sia sempre più spesso con altre forme contrattuali ed organizzative -- intende dimostrare la sua preoccupazione per l'andamento assunto, nel recente dibattito politico e nei provvedimenti governativi, dalla riforma delle professioni intellettuali.
Intende altresì manifestare il suo interesse a che una vera riforma delle libere professioni, su basi democratiche e paritarie, e nel rispetto dei principi di libero mercato sanciti anche a livello europeo, sia finalmente possibile in Italia: si augura pertanto che in sede di conversione del decreto possano essere approvati alcuni emendamenti in grado almeno di migliorare la situazione prodottasi.
La professione di bibliotecario -- così come altre professioni della cultura e della documentazione a noi vicine (archivisti, documentalisti, ecc.) non è certo nuova e non ha bisogno di riconoscimento da parte dell'opinione pubblica e del mercato del lavoro: eppure, non trova ancora nel nostro ordinamento un'adeguata regolamentazione, come del resto molte altre professioni pur necessarie allo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro paese.

Nel merito dei punti previsti dall'art. 2 del DL 35/2005, desta in noi particolare preoccupazione il comma 8, riguardante il riconoscimento delle associazioni. Precisiamo anzitutto che per quanto riguarda la nostra professione, non si ravvisa né mai si è ravvisata (in casi che abbiano avuto rilevanza pubblica o intervento degli organi di controllo interni) una "sovrapposizione" delle attività dei nostri associati con attività tipiche (e tantomeno riservate) svolte da iscritti a ordini o collegi professionali. Anzi, riteniamo che l'ambito di competenza di professionisti associati ad ordini sia totalmente diverso dalle nostre attività, e che in nessuno dei profili di accesso agli attuali ordini e albi riconosciuti si ravvisino le competenze necessarie allo svolgimento della nostra professione, frutto invece di specifici curricula di studi sempre più offerti anche da molte delle università italiane.
Ricordiamo che i bibliotecari italiani sono oltre 15 000 diffusi in istituti della più varia dimensione e titolarità: statali, universitari, regionali, provinciali, comunali, privati. La nostra associazione riunisce circa 4 000 di questi professionisti, e da alcuni anni ha anche cominciato a verificare le competenze dei propri iscritti (per ora su base volontaria), dando vita all'Albo dei bibliotecari italiani, inteso come primo registro di professionisti accreditati dall'AIB, anche in vista delle future auspicate normative.
Sempre in merito all'art. 8 crediamo fondamentale che la legge regoli, in tempi brevi e modalità certe, i criteri di riconoscimento delle associazioni: senza i quali ogni possibilità di reale riconoscimento delle associazioni non può che restare lettera morta.

Ribadiamo il nostro impegno nel CoLAP, a fianco delle tante associazioni che vi fanno parte, per una riforma realmente innovatrice e liberale; e nel nostro comparto più specifico siamo impegnati a comunicare l'andamento di questa vera e propria "battaglia di civiltà" sia nostri soci, sia alle associazioni più vicine al nostro ambito professionale.

Cordialità

Il Presidente
(prof. Mauro Guerrini)

Il delegato attività CoLAP
(dott. Claudio Gamba)

 


Copyright AIB 2005-05-07 (rev. 2005-05-13) a cura di Andrea Marchitelli
URL: http://www.aib.it/aib/cen/colap0504a.htm


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