DISABILITA’ INTELLETTIVA-RELAZIONALE
La disabilità intellettiva-relazionale (e affettiva)
è una forma di carenza, lieve o grave, che si asserisce essere insorta
per cause naturali o meno (ad es. disabilità acquisita, a causa di
un incidente automobilistico, per demenza, ecc.).
Non è corretto il concetto che fa rientrare la disabilità
intellettiva all’interno del ritardo mentale; diversamente va sottolineato
che lo sviluppo di alcune persone è caratterizzato da uno sviluppo
più lento di quello tipico e che da questo ritardo ne consegue un profilo
cognitivo diverso.
Recentemente, soprattutto negli ultimi sviluppi,
la letteratura scientifica ha definito tre gradi di disabilità intellettiva-relazionale,
meglio categorizzati in:
Disabilità intellettiva lieve ha come range di QI (quoziente
intellettivo) pari al di sopra di 75-80;
Disabilità media si ha quando le scale di rilevamento
sanitario verificano un intervello tra 50 e 70;
Disabilità grave/severa è quando il suo QI (quoziente
intellettivo) è inferiore a 70-75 e se ha anche complementari difficoltà
adattive.
All’interno della disabilità intellettivo-relazionale,
troviamo l’autismo (detto anche disturbo dello spettro autistico o
Disturbo Generalizzato dello Sviluppo DGS).
Le persone affette da sindrome autistica, di qualunque
tipo, vengono diagnosticati in base a quanto previsto dal Manuale diagnostico
e statistico internazionale, la cui ultima revisione è del maggio 2013
(DSM V).
In questo Manuale, l’Autismo viene considerato non
solo per l’aspetto diagnostico ma anche secondo i contributi di conoscenza
che provengono dalla genetica e dalla neuroscienza (con attenzione verso
gli stimoli sensoriali) e un’attenzione particolare per le variabilità
individuali.
Le aree deficitarie del bambino/ragazzo affetto da
spettro autistico sono:
- a. relazionale
- a. affettiva/emotiva
- a. comunicativa
Con questi criteri, oltre al persistere d’interessi
ristretti e stereotipati (con ritardo mentale associato), la disabilità
intellettiva o disturbo dello sviluppo intellettivo non è più dunque
un fatto meramente mentale ma rientra nella sindrome comportamentale
globale. Gli autism spectrum disorders
non hanno una sotto categorizzazione specifica ma il loro “disordine”
contempla più aree neuronali.
La diagnosi ingloba quindi anche gli aspetti adattivi
nei diversi ambienti di vita, in particolare oltre a quello della famiglia
anche quelli sociali (parco, scuola, biblioteca, supermercato, ecc.);
diversamente lo “speciale” adotta comportamenti inadeguati, inappropriati,
non consoni alla situazione specifica negli ambienti naturali.
Conoscere i comportamenti “strani” della persona
autistica, in tali contesti, prepara l’adulto a meglio interagire
con lui, anche attraverso l’ideazione e la realizzazione di alcuni
strumenti che rientrano nella Comunicazione Aumentativa Alternativa
(CAA) seguendo i dettami del Centro Sovrazonale della Comunicazione
Aumentativa (CSCA) di Milano, come ad esempio l’IN-Book nell’ambito
del settore socio-educativo.
La definizione di IN-Book, per il CSCA, indica un albo illustrato tradotto fedelmente in simboli,
con sistema simbolico WLS della Widgit, utilizzato ormai da diversi
anni dal CSCA stesso.
Per coloro che sono affetti da disabilità intellettiva-relazionale, border line DGS (come ad es. la persona
autistica “ad alto funzionamento” e cioè in grado sia di capire
quello che gli viene detto, sia di esprimere correttamente il proprio
pensiero attraverso l’uso delle parole) come anche per i migranti, gli
stranieri, e per le famiglie che vivono in particolari condizioni socio-economiche,
l’IN-Book, libro “accessibile”, “alternativo”, è un facilitatore
sia per le autonomie personali che per quelle sociali.
Lo scopo dell’IN-.Book è quello di essere un libro
inclusivo, per stare insieme, che mette in relazione i diversi coetanei;
l’IN-Book permette quindi ai ragazzi di essere in grado di sostenere
la relazione, la comprensione e il pensiero.
L’In-Book, in quanto libro per tutti, è un importante
strumento per il passaggio alla letto-scrittura tramite l’ascolto
e alla lettura autonoma; la sua iconicità influenza l’apprendimento
dei simboli.
Differenze tra i due sistemi di comunicazione simbolica
maggiormente utilizzati nell’area educativa-sociale
PCS = Picture Comunication Symbols, sistema simbolico
con ricca dotazione di simboli; efficace per la traduzione di concetti
concreti; diversamente lo è nel “tradurre” aspetti più fini e
astratti del linguaggio. Sistema nato nell’area della logopedia, dal
punto di vista morfosintattico viene omesso il genere e il numero e
il verbo espresso all’infinito; finalità comunque è quella di far
comprendere il significato comunicativo del simbolo.
Un esempio di testi realizzati con simboli PCS è
dato dai libri della casa editrice Uovonero .
WLS = Widgit Symbols è un sistema simbolico che
dal punto di vista morfosintattico esplicita ogni componente della frase.
Utilizzato sia per supportare la comunicazione che la literacy.
Ogni elemento viene traslitterato e tradotto all’interno
della frase (anche per i “collettori” sintattici minimali quali:
preposizioni semplici, articolate, articoli determinativi e indeterminativi,
coniugazione del verbo, ecc.).
Francesca Pongetti
(Bibliotecaria del Consiglio regionale delle Marche
di Ancona – francesca.pongetti@libero.it)