Angelo Fortunato Formiggini (1878-1938), editore ebreo modenese, pose fine alla trentennale attività della sua casa editrice togliendosi la vita dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste. Questo libro rivela un aspetto peculiare e meno indagato del suo lavoro editoriale e intellettuale: il progetto di promozione del libro e della cultura italiana all’estero, che egli considerò una missione al servizio della patria e in cui investì tempo, denaro ed energie.
Partendo dalle esperienze e dagli ideali coltivati fin dagli anni universitari si ricostruisce l’iter della fondazione dell’Istituto per la propaganda della cultura italiana, espressione concreta della sua idea di promozione culturale come chiave per una fratellanza universale tra gli uomini. Gli sforzi compiuti da Formiggini per raggiungere il mercato internazionale del libro e per costruire una rete di contatti con altri intellettuali che si adoperavano per la promozione della cultura italiana all’estero passano anche attraverso le relazioni con gli Stati Uniti e l’esperienza delle Italian Book Exhibitions, organizzate dal Governo italiano in Nord America tra gli anni Venti e Trenta. Questo studio dimostra come il contributo del «privato editore dilettante» Formiggini fu cruciale nell’avviare il dialogo transnazionale che preparò il terreno al più noto decennio delle traduzioni e favorì l’apertura dei confini italiani alla circolazione intellettuale e libraria.