Una Carta delle collezioni può essere definita come un “documento che guida le biblioteche nella formazione, nella gestione e nello sviluppo delle proprie raccolte librarie e non librarie”. La presente Carta delle collezioni del Sistema bibliotecario dell’Ovest Como non vuol essere una mera enunciazione di principi e di obiettivi slegati dalla realtà delle biblioteche del Sistema, ma si vuole configurare sia come uno strumento operativo per la gestione delle collezioni destinato ai bibliotecari, sia come un mezzo per comunicare all’esterno (amministratori e cittadini più ingenerale) la politica di sviluppo delle collezioni.
Infatti non solo è necessaria una gestione consapevole delle collezioni da parte dei bibliotecari, ma anche una chiara definizione della politica di sviluppo delle stesse, in modo da mantenere le collezioni delle biblioteche allineate alle esigenze della comunità di riferimento.
Solo in questo modo le biblioteche avranno collezioni che rispecchiano le esigenze delle comunità e potranno continuare a essere un riferimento per soddisfare le esigenze informative di tutti i cittadini.
Come scrive nella sua prefazione Giovanni Solimine, “questo volume finisce con l’assumere implicitamente un taglio manualistico, per la precisione e il rigore con cui vengono affrontate alcune questioni di rilevanza fondamentale, alle quali qui posso fare solo un rapido accenno: mi riferisco al metodo di lavoro, impiantato su un team di coordinamento, che ha consentito e favorito la crescita professionale anche dei colleghi meno esperti o che operavano nelle situazioni di maggiore debolezza; al grado di approfondimento raggiunto nella descrizione del profilo delle comunità da seguire, nella individuazione delle “famiglie” tipologiche tra le biblioteche del Sistema e nella enunciazione delle rispettive finalità, nella identificazione e articolazione dei livelli di cooperazione; alla personalizzazione della griglia da applicare nell’analisi quali-quantitativa delle collezioni possedute e della politica corrente delle acquisizioni; alla puntuale progettazione di un piano triennale col quale scandire lo sviluppo delle collezioni e alla stima del fabbisogno di risorse che esso comporta.
Questo volume, senza volersi cimentare con la formalizzazione di linee guida e senza pretendere di insegnare niente a nessuno, ha individuato un punto di equilibrio, a mio avviso molto elevato, tra l’enunciazione di princìpi e l’elaborazione di strumenti operativi.”