In copertina si vede, in una foto del 1906, Guido Biagi (Firenze, 1855-1925) seduto a un pluteo mentre sfoglia un codice riccamente miniato, allorché in veste di direttore della Biblioteca Medicea Laurenziana – come ricorda lui stesso – «presi il partito di togliere dai plutei dov’erano catenati i codici medicei del Salone [di Michelangelo], i quali trovandosi all’ingresso della biblioteca erano poco al sicuro». Un fatto simbolico di grande impatto, nel quale si possono riassumere le trasformazioni in senso moderno della Biblioteconomia in Italia tra Ottocento e Novecento, nel passaggio epocale da una società di pochi eruditi ai primi segnali di una cultura alla portata di strati più ampi del tessuto sociale di inizio secolo, e al contempo l’affermarsi di uno spirito di tutela e valorizzazione del bene librario. La biografia professionale che si offre in questo volume vuole pertanto ripercorrere le vicende nazionali e internazionali delle “discipline” della biblioteca, ma avendo come fil rouge la storia intellettuale di questo servitore dello Stato, innamorato della propria città e delle diverse biblioteche tra Roma e Firenze nelle quali si trovò a prestare servizio. Ne risulta una divisione in capitoli tematici, ognuno caratterizzato dal personale contributo del Biagi come tecnico, ma anche come uomo provvisto di sensibilità e preveggenza: doti che ancora oggi – con una scienza della biblioteca assai mutata rispetto ai tempi qui illustrati – fanno il buon «bibliotecario professionista, esperto di gestione e di tecniche, devoto in primo luogo all’abilità e all’organizzazione», per dirla con le parole di Luigi Crocetti, opportunamente ricordate nella Presentazione da Mauro Guerrini.