Riunione via Skype martedi 5 marzo 2019 ore 15,00
Presenti: Valentina Atturo, Luciana Battagin, Giuliano Genetasio, M. Chiara Giunti, M. Chiara Iorio. Assente giustificata: Erica Vecchio.
– Si stabilisce come popolare la pagina web AIB della commissione, prendendo spunto dalle pagine di altre commissioni:
– sulla spalla sinistra:
▪ link alla “storia della commissione”
▪ documento finale del g.d.l. sulle biblioteche pubbliche statali della DGBIC (13 nov. 2017), da cui siamo partiti
– al centro, sotto l’elenco dei componenti:
▪ Programma = link al programma che ci siamo dati (sintetico, con link a pagine utili connesse ai vari punti)
▪ Riunioni = link a un breve resoconto di ciascuna delle riunioni fatte
Primo obiettivo: Indicizzazione semantica in SBN. Per migliorare la qualità della condivisione semantica in Indice, è necessario che gli operatori abbiano inizialmente almeno uno standard minimo di preparazione, e quindi di formazione.
Recentemente l’ICCU ha istituito un nuovo gruppo sulla catalogazione semantica in SBN
che metterà a punto linee guida che poi l’ICCU stesso veicolerà tramite corsi.
L’AIB, mediante il CEN nazionale, potrebbe avere una funzione propulsiva invece per i corsi sugli strumenti per la soggettazione e la classificazione (Thesaurus, Nuovo soggettario, WebDewey), su cui Chiara Giunti e Anna Lucarelli hanno una grande esperienza. L’AIB organizza corsi a livello regionale; sono in programma a breve corsi sugli strumenti della semantica in Toscana e Liguria, ma purtroppo vi sono regioni dove questa formazione non arriva. Questo gap potrebbe in parte essere colmato partendo da un modulo base da somministrare a distanza, evidentemente da integrare con corsi in presenza più approfonditi (Chiara Giunti ha avuto già esperienza nella doppia modalità di corsi). Dopo ampia discussione sulle piattaforme per l’e-learning (Moodle usato da Università, MIBAC e AIB; Mooc; Cisco webEx) Chiara Giunti si offre di contattare il gruppo formazione dell’AIB. [N.B: dopo la riunione è emerso che l’AIB dovrebbe essere in procinto di avvalersi di un efficiente strumento gratuito, più agile di Moodle].
Secondo obiettivo: valorizzazione del patrimonio manoscritto. Il punto di partenza è un file excel in condivisione dove Erica e Valentina hanno stilato l’elenco delle biblioteche aderenti a Manus, una suddivisione regionale, un grafico e riportato dati aggiornati, da cui emergono le ragioni in cui la partecipazione è più critica.
Valentina ha invitato su questo punto la collega Lucia Negrini (ICCU) con la quale vorrebbero studiare modalità di penetrazione nei territori non ancora coinvolti. In particolare stanno valutando di non proporre solamente i corsi ICCU gratuiti di due giorni Roma per Manus, ma anche, magari con la collaborazione dell’AIB, incontri sui territori per sensibilizzare alla tematica del patrimonio manoscritto, sia antico sia moderno. In particolare pensavano a incontri locali, in forma di seminari di codicologia di base, di trattamento dei manoscritti, anche partendo da specifiche richieste, con il coinvolgimento di esperti delle discipline. ICCU e AIB potrebbero collaborare in questa azione di sensibilizzazione a livello locale, studiando insieme modi e luoghi per realizzarla. Valentina si impegna a elaborare con la collega Negrini qualche proposta che inserirà nello spazio condiviso su cui lavorerà in prima battuta con Erica.
Terzo obiettivo: Deposito legale. Giuliano ha fatto un gran lavoro iniziale di individuazione di diverse problematiche del DL che ha già condiviso con la collega. Sono state individuate due tipologie di azioni:
– la prima è più fattibile e riguarda l’informazione e la sensibilizzazione nei confronti di:
biblioteche che gestiscono il DL
editori e autori tramite strumenti vari da definire (volantini, mail) sul significato del DL e le opportunità di visibilità che può offrire
A tal proposito si potrebbe: contattare/partecipare/intervenire/sensibilizzare l’AIE, i piccoli editori, gli editori indipendenti nel corso di convegni, festival, fiere del libro, eventi, iniziative, incontri (es. Roma e Pisa). Per ora ci si concentra su questo.
– la seconda tipologia di interventi è più ambiziosa perché prevede la presentazione alla DGBIC di modifiche legislative su alcune specifiche questioni come:
(a parte il DL digitale, per il quale si aspetta il Regolamento attuativo)
il self-publishing e il print on demand, non considerati nella legge del 2004 né nel DPR del 2006, ma in un documento della DGBIC successivo che prescrive per le biblioteche del DL controlli sui siti degli editori di self publishing. Le biblioteche li fanno? Il Self pub. potrebbe essere fatto in modalità volontaria? (così anche le risorse elettroniche?) A campione? (troppo discrezionale)
incertezze circa le categorie di materiali minori escluse dal deposito legale, che potrebbero essere definite meglio
definire e sviluppare meglio la conservazione a più livelli, che potrebbe essere fatta, a livello nazionale per es. anche per la letteratura per ragazzi
Quarto obiettivo: il prestito interbibliotecario nelle biblioteche afferenti al MIBAC.
Luciana riferisce che l’Agid prevede che dal 1 gennaio 2019 i pagamenti fra PA sono obbligatori in giroconto in tesoreria unica con il sistema pago PA. A quanto risulta nessuna biblioteca si è ancora adeguata al sistema pago PA; si ritiene comunque di accantonare le problematiche relative a pagamenti, tariffe, rimborsi in attesa del recepimento della novità.
L’AIB potrebbe piuttosto impegnarsi per l’omogeneizzazione del servizio nelle biblioteche statali. In un articolo su Digitalia di Cossu e Sgambati su ILL-SBN, emergeva la richiesta, da parte di diverse biblioteche, di avere nell’ICCU un interlocutore unico nazionale per la fornitura di servizi dall’estero, per superare le problematiche di fornitura di documenti da altri enti come la British Library lending division o il sistema tedesco Subito [e OCLC]. Si potrebbero contattare in proposito i colleghi del servizio ILLSBN dell’ICCU. [successivo suggerimento: rivolgersi a DGBIC per investire su questo]
Si accenna a Nilde, altra piattaforma molto felicemente utilizzata dalle biblioteche italiane (ma forse da poche statali), purtroppo però limitata al document delivery e non colloquia con ILLSBN.
Sesto obiettivo: proposte di modifiche del regolamento sulle biblioteche pubbliche statali.
Erica e Giuliano stanno facendo un’indagine iniziale che potrà terminare in un paio di settimane; Erica è partita dai regolamenti che si sono date le singole biblioteche (circa la metà del totale hanno un regolamento interno); Giuliano dal DPR del 1995 per evidenziare, accanto a ciascun articolo, dove sono intervenuti i regolamenti delle singole biblioteche, così da individuare gli articoli più modificati, obsoleti o ancora validi.
Gli articoli 26 e 27 prescrivono cosa devono contenere i regolamenti interni. Da un primo esame del DPR del 1995, emerge chiaramente che le 47 biblioteche non sono differenziate per ruolo e tipologia, non si parla di deposito legale, neanche per le Centrali. I regolamenti interni tendono a sopperire a queste mancanze, normano i servizi al pubblico…
Considerando il quadro che sarà delineato, la commissione potrà fare un brainstorming sulle proposte di cambiamento; in una seconda fase potremmo coinvolgere colleghi esterni di vari settori chiedendo loro cosa riterrebbero utile trovare nel regolamento.
Si ritiene opportuno prendere contatti presto con la DGBIC con una serie di proposte.
Quinto obiettivo: il lavoro. Luciana ha raccolto un po’ di materiale sul profilo del bibliotecario nelle norme UNI, che metterà in condivisione: le linee guida per la formazione continua dell’AIB, contributi, presentazioni interventi a convegni recenti, e articoli, fra cui uno su AIB studi del 2015. Pare non vi sia molto però su come queste indicazioni sul profilo del bibliotecario si incontrino con la formazione che viene fatta nelle università.
Che ruolo potremmo avere noi? L’AIB è intervenuta più volte in caso di bandi non consoni, o per esempio per posti per 3 ore a settimana… Rispetto ai sindacati, la nostra attenzione è rivolta al profilo professionale, a che vi siano le competenze; non ci sovrapponiamo neanche all’osservatorio lavoro (anche se sono auspicabili sinergie): il nostro intento iniziale era più rivolto al MIBAC e ai suoi bandi, affinché intercettino di più la formazione universitaria giovanile. Eravamo partiti dall’ultimo documento della commissione DGBIC che aveva rilevato che in seguito al nostro concorso non c’erano giovani sotto i 30 anni. Un interlocutore potrebbe essere il comitato tecnico-scientifico che si vota in questi giorni, che si interessa, fra l’altro, alla redazione dei bandi.
Andrebbero fatti bandi per intercettare tanti giovani con laurea specialistica in biblioteconomia, che hanno sostenuto esami di biblioteconomia, con tesi in b. che al termine degli studi non trovano sbocco. Mentre ora i bandi in genere prevedono una laurea generica con specializzazione di master o dottorato sui beni librari. Chiaramente poi chi ha dottorati e master avrà punteggi superiori, ma occorre dare possibilità anche ai primi, magari con un’alternativa: o laurea specialistica in b., o laurea generica e master. Il nostro ruolo potrebbe essere quello di dare queste indicazioni: provare a scrivere qualcosa dall’AIB alla DGBIC per sensibilizzare su questo. Chiara G. e Luciana provano a scrivere una bozza al riguardo.
Prossima riunione (per non insistere sempre sul martedì):
è fissata per giovedì 13 giungo, ore 16,00 via Skype. Eventualmente riunione a Roma in autunno.