Al Ministro dei beni e delle attività culturali
p.c. Al Direttore generale agli archivi
p.c. Al Direttore generale alle biblioteche e agli istituti culturali
Richiesta di colloquio su: Piante organiche di biblioteche e archivi e piano assunzioni nel Ministero; Istituzione degli elenchi nazionali di professionisti ai sensi della Legge 110/2014; Livelli uniformi di qualità per la valorizzazione di archivi e biblioteche; Politiche del digitale.
Signor Ministro,
abbiamo accolto con grande soddisfazione il Suo annuncio di voler procedere a un nuovo piano assunzionale nel Ministero e confidiamo nella Sua sensibilità a considerare le esigenze delle biblioteche e degli archivi nella pianificazione del fabbisogno. Più in generale, desideriamo illustrarLe alcune questioni di particolare urgenza, brevemente sintetizzate di seguito.
Piante organiche e piano di reclutamento. L’allarme diffuso negli ultimi giorni dalla stampa sulla carenza di funzionari nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze dopo gli ultimi pensionamenti non coglie di sorpresa quanti avevano da tempo evidenziato l’alta età media nei settori delle biblioteche e degli archivi e il rischio che, in mancanza di appropriate misure, si giungesse rapidamente a situazioni di insostenibilità: per anni nei nostri settori si è assistito alla riduzione degli organici, compensata solo in parte e in modo non soddisfacente dal ricorso a forme di esternalizzazione e di lavoro precario e, da ultimo, dai concorsi nel Ministero. I numeri dei funzionari bibliotecari e archivisti reclutati o in corso di reclutamento non sono di fatto sufficienti a supplire al fabbisogno strutturale delle biblioteche e degli archivi del MiBAC, né l’attuale configurazione delle piante organiche rispecchia l’effettivo fabbisogno. Occorre partire appunto dai fabbisogni effettivi per ridefinire le piante organiche e procedere a un piano di assunzioni adeguato.
Istituzione degli elenchi nazionali di professionisti ai sensi della Legge 110/2014. Anche in vista dei prossimi reclutamenti, appare urgente l’emanazione del Regolamento concernente la procedura per la formazione degli elenchi nazionali di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, esperti di diagnostica e di scienza e tecnologia applicate ai beni culturali e storici dell’arte, in possesso dei requisiti individuati ai sensi della Legge 22 luglio 2014, n. 110 Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi nazionali dei suddetti professionisti.
Livelli uniformi di qualità per la valorizzazione di archivi e biblioteche. Com’è noto, il Codice dei beni culturali assegna al MiBAC un ruolo di coordinamento delle politiche di valorizzazione del patrimonio culturale. In attuazione di questo ruolo, a febbraio 2018 è stato emanato il DM recante l’adozione dei livelli uniformi di qualità dei musei, mentre si attende ancora l’adozione del DM sui livelli uniformi per la valorizzazione di archivi e biblioteche. Tale ritardo appare poco comprensibile, considerato che esiste dal 2014 un accurato documento redatto a cura di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della Commissione Cultura della Conferenza permanente delle Regioni e Province Autonome, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, delle associazioni professionali AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) ed ampiamente condiviso da tutti i decisori istituzionali coinvolti, recante appunto i livelli minimi uniformi di qualità delle attività di valorizzazione per gli istituti di pertinenza pubblica, ai sensi dell’art. 114 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tale documento formula inoltre “obiettivi di miglioramento”, da intendersi come indicazioni per l’innalzamento della qualità dei servizi negli istituti già in possesso dei requisiti minimi. Ci permettiamo di allegarlo sollecitandone l’emanazione onde offrire una cornice di riferimento comune a tutte le amministrazioni pubbliche che detengano archivi e biblioteche.
Politiche del digitale. La digitalizzazione è sempre più una componente essenziale delle attività di valorizzazione. Richiede l’analisi e l’adozione di modelli concettuali, metodologie e tecniche di codifica e rappresentazione specifiche per assicurare contestualizzazione, fruizione e conservazione a lungo termine degli oggetti digitalizzati. In occasione dell’emanazione del DM 37/2017 che istituiva un “Servizio di digital library” per la digitalizzazione del patrimonio di proprietà del MiBAC, le nostre Associazioni, insieme ad altre, avevano espresso forti perplessità riguardo al modello organizzativo, alle caratteristiche e agli obiettivi dell’operazione: riguardo al modello organizzativo e sulla base di una rapida rassegna dei grandi progetti di biblioteca digitale nazionale attivi in altri stati, osservavamo che dovunque questi progetti sono frutto di accordi interistituzionali ad ampio raggio che realizzano network collaborativi di biblioteche, archivi, musei e altri istituti scientifici e culturali nel rispetto delle specificità documentarie e di servizio di ogni partner, affidandone la guida a strutture di comprovata competenza ed esperienza nel campo. Segnalavamo inoltre la maggiore complessità della digitalizzazione e trattamento bibliografico dei libri e del materiale d’archivio rispetto a quella presentata da un reperto (si pensi solo al numero di fotografie digitali da acquisire nell’uno e nell’altro caso).
Ricordavamo poi le strutture centrali bibliotecarie e archivistiche da tempo impegnate nella realizzazione di importanti progetti di valorizzazione digitale. Ci chiedevamo infine se la finalità del DM fosse esporre al più ampio uso e riuso da parte di tutti il patrimonio di dominio pubblico digitalizzato, o se si volesse realizzare una piattaforma di e-commerce, secondo una concezione riduttiva dell’idea di valorizzazione. Il tema si ricollega tra l’altro al recepimento nazionale, con d.lgs. 102/2015, della direttiva europea del 2013 sul riutilizzo dell’informazione del settore, che l’UE ha proposto di riformare per ampliarne ulteriormente l’ambito applicativo ai dati di ricerca. Il decreto legislativo citato reca un articolo sui criteri di tariffazione del riutilizzo dei materiali archivistici, bibliografici e museali rinviandone la definizione a un apposito decreto interministeriale. Saremmo lieti di illustrarLe la nostra posizione circa le ipotesi di tariffazione, da considerare solo eventuali e non obbligatorie, sia nel rispetto delle finalità indicate dalla direttiva europea 2013/37/UE, sia alla luce di altre raccomandazioni e policy europee sull’accesso aperto al patrimonio culturale e scientifico. Le politiche del digitale attuate dal Ministero a nostro parere possono e devono assicurare coerenza con le strategie nazionali ed europee per la cittadinanza digitale e con i piani per la scuola e per l’università digitale, che tutte spingono in modo sempre più deciso nella direzione dell’accesso più ampio e aperto possibile alla conoscenza registrata prodotta o detenuta dal settore pubblico.
Certe della Sua attenzione alle questioni elencate, auspichiamo che vorrà offrirci l’opportunità di un colloquio per illustrarLe le proposte delle nostre Associazioni.
Presidente nazionale ANAI
Mariella Guercio
Presidente nazionale AIB
Rosa Maiello
Roma, 20 luglio 2018
Prot. N. 146/2018