Biblioteche 2030. L’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile e l’Emilia-Romagna[1]
La Presidente del Comitato Esecutivo Regionale Emilia-Romagna dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), Roberta Turricchia, in occasione del webinar Biblioteche 2030 organizzato dalla Sezione regionale, ha presentato la nuova squadra da lei guidata insediatasi a maggio 2020. Nel triennio 2020-2023 Turricchia coordinerà il gruppo di lavoro costituito da chi scrive, in qualità di Vicepresidente, da Elisa Zanetti, quale Segretario regionale, e da Anna Bernabè ed Adriano Bertolini nel ruolo di consiglieri, proseguendo il mandato già ricevuto dagli associati nel triennio precedente.[2]
Aperto non solo agli associati AIB ma a tutti gli interessati, il webinar aveva come focus un tema oggi sempre più oggetto di studio a livello internazionale: gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile proposti dall’Agenda 2030, fissati dalle Nazioni Unite nella conferenza di New York (25-27 settembre 2015). L’incontro intendeva concentrarsi sulla declinazione dell’impegno per il perseguimento degli Obiettivi nel contesto regionale emiliano-romagnolo, identificato come spazio d’azione nel quale AIB Emilia-Romagna intendeva offrire il proprio contributo, con l’auspicio di innestare l’attività della Sezione nell’ormai maturo programma di iniziative del Gruppo di lavoro nazionale AIB per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU (SDGs).[3]
È stato proprio il coordinatore del gruppo nazionale, Giovanni Bergamin, ad aprire il confronto. Dopo aver dato in anteprima la notizia che il Gruppo a breve sarà convertito nell’Osservatorio Biblioteche e Sviluppo Sostenibile (OBISS), con rappresentanti nominati dalle stesse Sezioni regionali, Bergamin ha ricordato i fondamenti culturali e storici del termine «sostenibilità», per la prima volta messo a punto in forma organica nel 1972 e riferito ai limiti riscontrabili nel «declino improvviso e incontrollabile» del modello di sviluppo sociale, ambientale ed economico allora dominante.[4]
Nella sua breve ma incisiva introduzione, Bergamin ha sottolineato che anche nell’Agenda 2030 (2015) la sostenibilità è declinata intorno a tre perni: l’economia, la società, l’ambiente naturale. Il relatore ha poi proseguito riconoscendo che il modello oggi esistente risulta di fatto insostenibile, in tutti i paesi, sia sviluppati sia in via di sviluppo, e che pertanto è necessario assumere una visione globale e integrata: in particolare, sotto l’egida della solidarietà intergenerazionale, è senz’altro opportuno che essa coinvolga le biblioteche, quali fattive collaboratrici allo «sviluppo […] in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri», secondo la celebre definizione di «sostenibilità» trasmessa nel cosiddetto Rapporto Brundtland (1987).[5]
Nel nostro Paese l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)[6] conta su oltre 220 istituzioni e reti, fra cui anche l’AIB, e dal 2016 lavora per contribuire al perseguimento dei 17 Obiettivi, a loro volta articolati in 169 target e 240 indicatori. ASviS opera anche nell’ambito di una linea di ricerca trasversale dedicata alla cultura sostenibile, ossia ai comportamenti culturali tenuti dalla società per raggiungere gli Obiettivi, e su questa linea strategica si fonda la sua collaborazione con il mondo bibliotecario. Chi rappresenta quest’ultimo in Italia è proprio AIB, che riguardo l’Agenda 2030 raccoglie la proposta della prestigiosa International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA) così come esplicitata nella sua Strategy 2019-2024 e nel suo progetto Library Map of the World, che accoglie storie, testimonianze, racconti per potenziare la narrazione delle esperienze di sviluppo sostenibile realizzate nelle biblioteche di tutto il mondo.[7]
Restando nel contesto internazionale, l’ampia panoramica di Bergamin si è conclusa con un accenno al contributo che le biblioteche digitali offrono allo sviluppo sostenibile, contributo che la tesi 12 del recente Manifesto delle biblioteche digitali (2020) definisce «fondamentale» per la sostenibilità «economica, sociale, sanitaria e ambientale della loro comunità».[8]
Ma quanto la biblioteca digitale è interna al sistema economico globale dominante e, per così dire, da esso generata? Essa può dunque riuscire a contrastarlo o tentare di modificarlo dal suo interno? A questa domanda posta da chi scrive, Bergamin ha giustamente ricordato che il sistema non è un monolite: se guardiamo a colossi come Google, infatti, dobbiamo riconoscere che ad essi fanno da contrappeso realtà altrettanto potenti, prive di finalità commerciali, come è il caso di Internet Archive. A rassicurarci ulteriormente – ha continuato Bergamin – interviene poi la consapevolezza dell’esistenza di diverse culture, e non di una cultura unica e dominante il sistema economico-finanziario, e ciò, fortunatamente, conduce ad una pluralità di conversazioni (termine chiave nella definizione della biblioteca digitale, come si sa), capaci di equilibrare il sistema.
Dopo le linee introduttive espresse da Bergamin, l’attenzione si è spostata sul contesto della nostra Regione, benché nel primo intervento, Claudio Leombroni – Responsabile del Servizio biblioteche, archivi, musei e beni culturali dell’IBACN e da anni attivo in AIB a livello nazionale -, abbia fornito spunti di riflessione di natura teorica in relazione a ciò che deve stare alla base dell’azione per lo sviluppo sostenibile, con lo sguardo sollevato ben oltre i confini locali: la «politica pubblica», ossia la ricerca di soluzioni collettive a problemi generali. Se Aurelio Peccei[9] prevedeva che nel futuro si sarebbero create situazioni di allarme sociale tali da richiedere interventi energici, Leombroni, in questa prospettiva, a buon diritto riconduce al piano politico i documenti professionali, le dichiarazioni di principio e le posizioni condivise, poiché la politica pubblica è, per sua natura, portata avanti da tutti. Tradurre la politica pubblica in concrete soluzioni spetta infatti anche al sistema locale, regionale, nazionale e internazionale e non deve diventare uno slogan mediatico, bensì l’implementazione di applicazioni concrete.
La politica pubblica richiede una società civile vigile, capace di aggredire il tema fondamentale, ossia – e Leombroni si rimette ai francofortesi – una sorta di assorbimento o di perdita della capacità utopica, immaginando modelli diversi, lontani dal modo di vita attuale. La vera radice della sostenibilità è pertanto costituita dalla capacità di innovazione e dal pensiero critico, in sintesi, il solo capace di partorire una visione di insieme ed una lucidità visionaria. Leombroni ha ricordato che nella Regione Emilia-Romagna esistono istituzioni bibliotecarie modello, capaci di tradurre in pratica gli Obiettivi ONU con grande lungimiranza: ad esempio la Biblioteca Comunale di Albinea (Reggio Emilia), che vanta un sistema di raffrescamento all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Anche la dimensione delle biblioteche locali è dunque una risorsa rilevantissima per la società, proprio in quanto catalizzatrice ed incubatrice per la nascita e lo sviluppo dei nuovi modelli, visionari quanto indispensabili per le azioni fissate dagli Obiettivi ONU.
Sul piano pragmatico si è successivamente spostato il Responsabile della Biblioteca Salaborsa di Bologna, Antonio Ciccarone. Ricordato che l’analisi dei 17 Obiettivi fa rilevare un già consolidato interesse delle biblioteche riguardo a questi temi, Ciccarone afferma che nella biblioteca pubblica da tempo la sostenibilità coinvolge e stimola i bibliotecari nell’immaginario e nella metafora e diventa terreno fertile per l’organizzazione di attività. A riprova di ciò, il collega ha opportunamente evocato il parallelismo fra l’Agenda 2030 e fonti primarie della biblioteconomia, dalle Cinque Leggi di Ranganathan al Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche pubbliche (1994), utile ad incrementarne la fecondità strategica. Mi sia permesso tuttavia di rammentare che, al di là di principi accettati a parole, orali e scritte, da molti bibliotecari e da molte istituzioni bibliotecarie, non sono poche, anche nella nostra Regione, le realtà che non rispettano esattamente tutte e cinque le leggi di Ranganathan né brillano per le loro politiche energetiche. Se però le potenzialità programmatiche del contesto inevitabilmente si scontrano con il lungo percorso di avvio di qualunque progettualità, al momento addirittura sospesa a causa della pandemia, si segnala la presenza di qualche biblioteca comunale bolognese che tuttora si sta interrogando sulle scelte operative. Ed è proprio l’esperienza della chiusura per pandemia – ha proseguito Ciccarone – ad avere evidenziato non solo l’importanza ancora riconosciuta alle collezioni cartacee, nel disagio provocato dall’impossibilità di accedervi, ma anche il valore degli spazi fisici bibliotecari quali centro di socialità – obtorto collo per mesi non fruito -, così da confermare l’opportunità di valutare l’impatto delle biblioteche nelle comunità di riferimento e individuarne il ruolo nella formazione della sensibilità allo sviluppo sostenibile. A maggior ragione, quindi, in quest’epoca di ‘ricostruzione’, Ciccarone invita a riflettere sul fatto che le biblioteche devono tornare ad essere quello che sono (o sarebbero), poiché già nelle loro caratteristiche costitutive albergano i presupposti per creare una coscienza per lo sviluppo sostenibile.
Dopo l’approfondimento di Ciccarone sulla ricezione degli Obiettivi nel mondo delle biblioteche pubbliche, ha chiuso il confronto l’intervento sulle biblioteche dell’Università di Raffaella Inglese, Responsabile della sezione «G. Michelucci» della Biblioteca di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna. L’intitolazione della sezione all’architetto Giovanni Michelucci, che con la sua modernità ed il suo spirito innovatore è stato uno dei protagonisti dell’architettura del Novecento, figura riconducibile quasi a novello uomo del Rinascimento, pare essa stessa richiamare la visione che caratterizza le priorità strategiche di questa struttura sul tema della sostenibilità.
In realtà l’attenzione alla sostenibilità da parte dell’Università di Bologna affonda le sue radici nel 1992 quando, dopo la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992), furono attivati sia corsi di studio sia un master di II livello in Architettura ecosostenibile. Negli anni novanta del secolo scorso le biblioteche Unibo incrementarono quindi i propri patrimoni specialistici di bioarchitettura, con testi italiani e stranieri talvolta unici in Italia, finché, dopo il 2015, la formazione sull’architettura sostenibile divenne parte del sapere dell’arte edificatoria.
E a partire dal 2015, anno nel quale l’Agenda 2030 fu approvata, l’Università di Bologna si è pionieristicamente dotata di uffici specifici per la realizzazione degli Obiettivi,[10] la cui azione coinvolge anche le biblioteche. Numerose sono le iniziative all’attivo nell’ambito dell’impegno per la sostenibilità: dalle bottiglie metalliche riciclabili da riempire grazie ad erogatori di acqua potabile dislocati anche nelle biblioteche, all’incentivo alla mobilità sostenibile della comunità studentesca, docente e tecnico-amministrativa, fino ad attività promosse dal Sistema Museale d’Ateneo (SMA), come una pubblicazione che illustra gli Obiettivi ai bambini; la Scuola di Architettur a e Ingegneria di Bologna ha promosso anche un living lab della sostenibilità, applicata al concetto della transizione, ossia alla delicata fase di avvio di ogni trasformazione (progetto Terracini in transizione).
Proprio le biblioteche di architettura italiane, che sin dagli anni settanta si sono raccordate in un Coordinamento nazionale (CNBA), si mostrano particolarmente ricettive nei confronti dei temi della sostenibilità, tanto da avere recentemente sollecitato non solo specifiche pubblicazioni scientifiche ma anche il Decalogo dell’Eco-librarian e l’Ecodecalogo dell’utente, realizzati da bibliotecari italiani in occasione di un convegno dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e volti a fornire precisi modelli di comportamento.
Molti sono quindi i casi virtuosi, tuttavia, nonostante l’evidente impegno di numerose amministrazioni, al momento non esistono ancora premialità specifiche per biblioteche sul tema della sostenibilità. Per questo motivo AIB Emilia-Romagna, forte del contagioso entusiasmo dei partecipanti al webinar, vedrà con favore l’introduzione di incentivi specifici, nati dalla buona politica pubblica e quindi sostenuti da tutti gli attori, siano enti pubblici o soggetti privati, che abbiano a cuore le sorti dell’ambiente in cui viviamo e soprattutto in cui vivrà chi verrà dopo di noi.
Paolo Tinti
Vicepresidente AIB-Sezione Emilia-Romagna
Note
[1] Webinar organizzato da AIB Emilia-Romagna, piattaforma Google Meet, 6 luglio 2020, ore 18.00, https://www.aib.it/attivita/2020/83327-biblioteche-2030-lagenda-onu-per-lo-sviluppo-sostenibile-e-lemilia-romagna/. Dalla pagina web dell’evento è possibile scaricare le presentazioni dei relatori e raggiungere la registrazione dell’incontro, archiviata sul profilo AIB di Vimeo.
[2] https://www.aib.it/struttura/sezioni/emilia-romagna/la-sezione-aib-emiliaromagna/.
[3] https://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/gruppo-asvis/.
[4] I limiti dello sviluppo. Rapporto del System dynamics group Massachusetts Institute of Technology (MIT) per il progetto del Club di Roma sui dilemmi dell’umanità, prefazione di Aurelio Peccei, Milano, Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori, 1972.
[5] United Nations, Our common future. Report of the World Commission on Environment and Development, [chairman: Gro Harlem Brundtland], [New York], United Nations, 1987.
[6] Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), https://asvis.it/.
[7] IFLA Strategy 2014-2019, https://www.ifla.org/files/assets/hq/gb/strategic-plan/ifla-strategy-2019-2024-en.pdf, Strategic direction 1 – Strengthen the global voice of libraries, Key initiative 1.1 – Show the power of libraries in achieving the Sustainable Development Goals. IFLA Library Map of the World, SDG stories, https://librarymap.ifla.org/stories.
[8] https://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/gruppo-di-lavoro-biblioteche-digitali/2020/82764-nuovo-manifesto-per-le-biblioteche-digitali/.
[9] I limiti dello sviluppo, cit.
[10] Università di Bologna, Multicampus sostenibile, https://site.unibo.it/multicampus-sostenibile/it.