Raccomandazioni AIB ai parlamentari europei su Direttiva 2001/29/CE

Ai componenti italiani della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo

Raccomandazioni dell’Associazione italiana biblioteche su alcuni emendamenti al draft report relativo alla Direttiva 2001/29/CE che saranno sottoposti alla discussione e al voto della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo

 

Onorevoli Parlamentari,

l’Associazione Italiana Biblioteche ha accolto con soddisfazione l’iniziativa parlamentare volta a sollecitare l’adeguamento della direttiva 2001/29/CE alle esigenze di riequilibrio tra diritti esclusivi e diritti del pubblico e condivide le finalità del Draft Report attualmente all’esame della Commissione Giuridica. Auspichiamo che, insieme ad alcuni emendamenti utili a chiarirne il senso e la portata con particolare riferimento alle esigenze dei servizi bibliotecari e della ricerca[1], esso sia approvato a larga maggioranza.

Gli elementi essenziali della riforma che auspichiamo sono i seguenti: i contenuti digitali accessibili online dovrebbero essere trattati come prodotti e non come servizi, pertanto ad essi dovrebbero applicarsi le eccezioni e limitazioni di legge; le eccezioni e limitazioni dovrebbero essere adeguatamente protette, prevedendo la nullità di clausole contrattuali contrastanti e sanzioni in caso di rifiuto a contrarre o a rimuovere, quando necessario, misure tecnologiche di protezione che possano ostacolare utilizzazioni legittime; analogamente alle norme che tutelano i diritti esclusivi, il recepimento delle eccezioni e limitazioni a favore delle biblioteche e della ricerca dovrebbe essere obbligatorio in tutti gli stati membri dell’Unione Europea, per superare gli ostacoli agli scambi transfrontalieri; l’elenco delle eccezioni e limitazioni esistenti andrebbe ampliato, per consentire alle biblioteche di offrire servizi adeguati ai fabbisogni degli utenti e in modo tale da superare per via normativa gli ostacoli, altrimenti insuperabili, alla digitalizzazione di massa, al prestito digitale, allo scambio interbibliotecario e a quelle utilizzazioni – come il data-mining o la disponibilità su piattaforme eLearning – richieste dagli utenti per esigenze di ricerca e riutilizzazione ragionevole senza finalità di lucro; per prevenire l’obsolescenza futura della normativa, dovuta all’evoluzione tecnologica, dovrebbe infine essere prevista una norma generale che autorizzi ulteriori utilizzazioni, seppure non previste dalle direttive, purché compatibili con il “three step test” sancito dai trattati internazionali in materia di copyright.

Oltre alla riforma delle eccezioni e limitazioni, per l’armonizzazione del mercato unico sarebbe opportuno garantire a tutti gli autori europei la possibilità di riutilizzare le loro opere, mantenendo alcuni diritti nell’ambito dei contratti di edizione e prevedendo un limite massimo di durata dei contratti stessi. Questa esigenza è particolarmente avvertita nel settore della ricerca scientifica, ove la maggior parte dei costi di produzione delle opere sono a carico dei soggetti pubblici che finanziano la ricerca e la stessa Commissione Europea raccomanda l’accesso aperto alle pubblicazioni di ricerca, preferibilmente subito e comunque non oltre sei mesi dalla prima pubblicazione.

Confidando nella Vostra cortese attenzione, alleghiamo un elenco di raccomandazioni che raccomandiamo di votare e di quelli che invece speriamo vivamente vengano ritirati e/o che non siano approvati.

Con i migliori saluti,

Enrica Manenti
Presidente AIB

Roma, 30 aprile 2015
Prot. n. 119/2015

Allegato: Elenco raccomandazioni AIB sul Draft report

 

[1] Si vedano in proposito le risposte AIB alla Consultazione della Commissione Europea sulla revisione delle norme in materia di Copyright https://www.aib.it/wp-content/uploads/2014/03/AIB-EU-COPYRIGHT-CONSULTATION_AIB-ANSWER_SOLO_RISPOSTE.pdf