La profonda fase di trasformazione e ridefinizione della propria identità impone sempre di più alla biblioteca di pubblica lettura un processo di cambiamento radicale dei propri modelli organizzativi e di servizio.
Il dibattito in ambito biblioteconomico è avviato da tempo e vede impegnati studiosi e professionisti del settore che dialogano costantemente con il mondo della cultura e della politica.
In questo contesto di trasformazione assumono un ruolo di particolare rilievo due aspetti fondamentali delle biblioteche: la ridefinizione dei servizi della biblioteca di pubblica lettura in un contesto di profondo cambiamento sociale, culturale, tecnologico della società e il ruolo della cooperazione come elemento capace di innestare i cambiamenti in maniera diffusa nel Paese. La cooperazione, in particolare, si sostanzia nella presenza attiva e vivace dei sistemi bibliotecari e si esprime a diversi livelli con un sempre più marcato rafforzamento della collaborazione anche intersistemica che fornisce al settore delle
biblioteche razionalità di spesa, qualificazione professionale, identità e visibilità ad ampio livello.
Il segmento delle biblioteche pubbliche, composte principalmente da quelle di ente locale, si caratterizza per un grande frazionamento di strutture ed istituti che, se non fossero in buona parte collegati ai sistemi bibliotecari, presenterebbero una polverizzazione tale da non consentire di essere dei soggetti capaci di dialogare con gli altri attori (fornitori, istituzioni
politiche, mondo della cultura, ecc.) e da condannarli al rischio di una lenta agonia in una società dove sopravvive solo chi è capace di operare su grandi numeri e di mettere in moto significativi processi di cambiamento.
Proprio per questa consapevolezza l’identità della biblioteca pubblica (soprattutto se organizzata in sistemi bibliotecari) trova una sua naturale collocazione nella capacità di valorizzare sul piano culturale il proprio territorio di riferimento sviluppando quella rete di relazioni con gli altri soggetti (pubblici o privati) con cui rimettere in moto uno sviluppo che vede nella cultura il principale motore. In questo contesto la biblioteca può anche essere, pur con tutte le proprie debolezze e fragilità strutturali, ma con la forte consapevolezza della propria mission, il motore trainante dello sviluppo del territorio. La ricchezza del panorama socio culturale italiano, dei beni storico-culturali e delle tradizioni locali, caratterizzato da una grande varietà regionale, rende molto impegnativo declinare il senso della missione del servizio bibliotecario pubblico contemporaneo, come definita a livello internazionale nel Manifesto IFLA-UNESCO, in una versione adeguata alle nostre specifiche comunità che le nostre biblioteche devono servire e che vorremmo componessero in rete un servizio bibliotecario pubblico nazionale.
Conseguentemente a questo modello e con una visione a 360 gradi delle trasformazioni in atto, la biblioteca deve consolidare la consapevolezza della necessità di sviluppare forti e positive relazioni di scambio con tutte le altre professionalità indispensabili al
raggiungimento degli obiettivi. Gestire il cambiamento e la complessità significa non chiudersi nel proprio universo professionale, bensì aprirsi, in un fecondo rapporto di scambio, con molte altre professionalità che possono portare, al futuro delle biblioteche, contributi indispensabili, oltreché, naturalmente, riceverne dalla professionalità bibliotecaria.
La presenza di oltre 200 sistemi per le biblioteche pubbliche è il segno inconfondibile di una vitalità che ancora scorre forte nelle vene del servizio di pubblica lettura nel nostro Paese che chiede di essere rafforzato e rilanciato.
La Commissione Nazionale Biblioteche Pubbliche si propone, nel triennio 2014 – 2017, i seguenti obiettivi:
– approfondire gli elementi di analisi del cambiamento dell’identità della biblioteca di pubblica lettura al fine di trovare i fattori che consentano di rilanciare il ruolo della biblioteca in una società moderna e tecnologicamente avanzata;
– creare un osservatorio su nuove funzioni e servizi realizzati da biblioteche pubbliche non solo italiane, ma con qualche sguardo anche sull’estero, per valorizzare esperienze di successo, mettendo in evidenza anche il contesto e quindi gli aspetti di analisi di comunità che sostanziano l’esito efficace dei processi intrapresi, e dedicando particolare attenzione anche all’ambito dei servizi digitali e alle sinergie con altre professioni e istituti della cultura;
– favorire dialogo e scambio professionale, sollecitare il benchmarking, sostenere la progettualità, valorizzare le eccellenze, a scopo di advocacy e pressione sugli amministratori affinché la politica dei tagli alle risorse si trasformi il più possibile in una politica di strategie per ottimizzare e reperire finanziamenti, senza riduzione di servizi;
– studiare i processi di cooperazione in ambito della biblioteca pubblica per ritrovare i punti di forza che possano sostenere un nuovo rilancio delle biblioteche;
– studiare e progettare nuovi sistemi di cooperazione capaci di fornire al sistema nel suo insieme forza, professionalità e visibilità.
La Commissione intende lavorare in una logica che rovesci l’approccio di “autocompatimento” che troppo spesso ha caratterizzato il settore delle biblioteche, soprattutto in ambito pubblico, facendo propria una logica in cui le minacce possano essere trasformate in opportunità e le debolezze in punti di forza.
In concreto la Commissione intende svolgere le seguenti attività:
– completamento del database nazionale che contiene il censimento di tutti i sistemi pubblici di cooperazione in Italia realizzato nel 2013 – 2014 dal lavoro della precedente Commissione;
– realizzazione di una pubblicazione che contenga lo stato di fatto della cooperazione in Italia ed una sua analisi storico-strutturale con le ipotesi evolutive;
– rilevazione dello stato di crisi e difficoltà delle biblioteche pubbliche italiane attraverso una capillare raccolta di dati;
– creazione di un osservatorio in AIB-WEB dove valorizzare esperienze significative e
favorire i contatti e lo scambio professionale, cercando i modi, insieme con le altre strutture di governo dell’Associazione, di dare la massima risonanza, se possibile anche sugli organi di stampa nazionale, ai risultati e ai successi ottenuti da biblioteche pubbliche italiane;
– organizzazione di seminari pubblici destinati prevalentemente alle reti bibliotecarie per condividere i dati progressivamente raccolti e per costruire una cultura comune della gestione dei dati e più in generale della cooperazione. Orientativamente si ipotizzano tre seminari, uno per ogni anno di attività.
La Commissione svilupperà adeguate riflessioni sulla necessità di identificare un marchio comune che possa fornire identità alle biblioteche pubbliche italiane e che possa caratterizzare, verso l’esterno, tali strutture (come, ad esempio, le farmacie che dispongono di un marchio base, chiaro e facilmente identificabile, che viene poi reinterpretato da ogni negozio): si tratta di un progetto sul quale andranno coinvolte le strutture di governo dell’Aib
Per il raggiungimento degli obiettivi qui indicati è essenziale stabilire connessioni con referenti in ogni comitato regionale dell’Associazione al fine di costruire un punto di contatto locale in grado di raccogliere ed organizzare i dati necessari al lavoro della Commissione, ma anche come soggetto partecipe all’elaborazione dei progetti, delle analisi e delle proposte della Commissione stessa.