Osservazioni e richiesta di chiarimento sul documento intitolato Linee guida per la gestione delle operazioni di sanificazione e disinfezione degli ambienti di Archivi e Biblioteche – Misure di contenimento per il rischio di contagio da Coronavirus (COVID-19)

 

Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo
Istituto centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario
Al Direttore, Dott.ssa Maria Letizia Sebastiani
PEC: mbac-ic-rcpal@mailcert.beniculturali.it

 
e, per conoscenza,
Istituto Superiore di Sanità
Al Presidente, Prof. Silvio Brusaferro
PEC: protocollo.centrale@pec.iss.it

Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo
Direzione Generale Biblioteche e Diritto d’Autore
Al Direttore generale, Dott. Paola Passarelli
PEC: mbac-dg-bic@mailcert.beniculturali.it

Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano
Al Presidente, Dott. Stefano Bonacini
PEC: conferenza@pec.regioni.it

Associazione dei Comuni italiani
Al Presidente, Ing. Antonio Decaro
PEC: anci@pec.anci.it

Conferenza dei Rettori delle Università italiane
Commissione Biblioteche
Al Coordinatore, Prof. Stefano Ruffo
PEC: segreteria.crui@pec.it

Al Convegno dei Direttori generali delle Amministrazioni Universitarie
Al Presidente, Dott. Cristiano Nicoletti
PEC: codau@pec.it

Oggetto: Osservazioni e richiesta di chiarimento sul documento intitolato Linee guida per la gestione delle operazioni di sanificazione e disinfezione degli ambienti di Archivi e Biblioteche – Misure di contenimento per il rischio di contagio da Coronavirus (COVID-19)

 

Gentile Direttore,

com’è noto, l’art. 1, lettera n) del DPCM del 26 aprile 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale (GU Serie Generale n.108 del 27-04-2020), prevede tra l’altro che

“[…] nelle università, nelle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e negli enti pubblici di ricerca è altresì consentito l’utilizzo di biblioteche, a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione e che vengano adottate misure organizzative di prevenzione e protezione, contestualizzate al settore della formazione superiore e della ricerca, anche avuto riguardo alle specifiche esigenze delle persone con disabilità, di cui al “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” pubblicato dall’INAIL. Per le finalità di cui al precedente periodo, le università, le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e gli enti pubblici di ricerca assicurano, ai sensi dell’articolo 87, comma 1, lettera a), del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, la presenza del personale necessario allo svolgimento delle suddette attività […]”

Per tutti gli altri istituti e luoghi della cultura (e quindi anche per tutte le altre biblioteche di cui all’art. 101 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio), lo stesso dpcm ha invece previsto (art. 1, lettera j) che restano “sospesi i servizi di apertura al pubblico”.

Tuttavia, poiché l’art. 10 del citato dpcm precisa che le disposizioni in esso contenute saranno efficaci dal 4 al 17 maggio 2020, si prevede che – come preannunciato dal Presidente del Consiglio dei Ministri in conferenza stampa – un successivo dpcm disporrà la riapertura dal 18 maggio prossimo di tutti gli istituti e luoghi della cultura e quindi anche delle biblioteche pubbliche o accessibili al pubblico di cui all’art. 101 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.

Tutte le biblioteche italiane e, in particolare, quelle di università e ricerca e quelle di pubblica lettura – la cui missione principale non è acquisire e conservare per le generazioni future quanto viene pubblicato, ma è anzitutto assicurare la fruizione dei prodotti dell’ingegno utili, qui ed ora, per i rispettivi pubblici di riferimento – sono mobilitate nella predisposizione e implementazione di onerosi piani organizzativi che includono la riconfigurazione di spazi, arredi, attrezzature, tempi e modalità di lavoro del personale, collezioni e servizi, al fine di rispondere adeguatamente, da un lato, alle esigenze di massima tutela della salute delle persone (staff e utenti) e, dall’altro, a quelle dell’accesso più ampio e rapido possibile alle fonti della conoscenza, che non sono solo documenti e servizi digitali, ma che in grandissima parte sono tuttora libri e riviste a stampa, cui si aggiungono ulteriori tipologie di risorse fissate su supporti ottici o magnetici. 

In questo contesto, il documento ICRPAL intitolato Linee guida per la gestione delle operazioni di sanificazione e disinfezione degli ambienti di Archivi e Biblioteche – Misure di contenimento per il rischio di contagio da Coronavirus (COVID-19), http://www.saf-icpal.beniculturali.it/covid-19-linee-guida-per-archivi-e-biblioteche/ ha fornito preziose indicazioni riguardo alla tutela del patrimonio bibliografico e archivistico e alle cautele per evitare di danneggiarlo in occasione delle attività di sanificazione.

Al contempo, una delle raccomandazioni formulate nel documento ha suscitato forte preoccupazione, nostra e di numerosi bibliotecari di Università e di pubblica lettura nostri iscritti.

Mi riferisco alla raccomandazione presente nel paragrafo sulla Gestione delle collezioni, ove – per il materiale cartaceo – si raccomanda un tempo di isolamento di ben dieci (10) giorni, possibilmente dopo avere racchiuso il materiale in buste di contenimento.

Questo documento è stato inviato dalle Soprintendenze archivistico-bibliografiche a tutti gli enti titolari di biblioteche e archivi con invito a conformarsi alle indicazioni in esso contenute, senza distinguere tra:

  • quelle a carattere prescrittivo, riguardanti la tutela del patrimonio bibliografico e documentario, che rientra nelle attribuzioni e competenze dell’ICRPAL, volte a proteggere e non danneggiare il patrimonio con disinfettanti e prodotti corrosivi;
  • quelle – come la parte sul tempo di isolamento – che non sono finalizzate alla tutela del patrimonio e pertanto non possono che avere valenza di semplici suggerimenti, non rientrando la tutela della salute del personale e degli utenti tra i compiti dell’Istituto.

Sappiamo infatti che i coronavirus non sono parassiti della carta o di altri materiali inanimati e che la loro eventuale presenza su oggetti inanimati, compresi quelli facenti parte del patrimonio archivistico o bibliografico, è di durata limitata nel tempo e non costituisce in alcun modo una minaccia di deterioramento per il patrimonio stesso.

Sarebbe quindi molto opportuna la pubblicazione di un chiarimento da parte dello stesso ICRPAL, indirizzato alle Soprintendenze, circa il fatto che l’oggetto della loro vigilanza su biblioteche e archivi è la tutela del patrimonio, non la tutela delle persone, che invece compete alle autorità sanitarie.

Volendo poi esaminare nel merito la questione della persistenza del virus sui materiali, allo stato attuale della ricerca scientifica la principale e più autorevole fonte di riferimento è Neeltje van Doremalen et al., Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1, “New England Journal of Medicine”, 17 mar. 2020:  fino a 4 ore sul rame, fino a 24 ore sul cartone e fino a 72 ore su plastica e acciaio.

Senza essersi consultate tra loro, tutte le associazioni e istituzioni bibliotecarie che hanno affrontato il problema[1], proprio a partire dalla ricerca sulle fonti biomediche più autorevoli sono giunte alla conclusione di raccomandare un tempo di isolamento di 72 ore dei materiali potenzialmente contaminati, in ambiente dedicato e ben aerato (un’altra raccomandazione ricorrente per facilitare l’eliminazione del virus riguarda appunto le buone condizioni di aerazione anziché l’imbustamento). 

Un’altra ricerca che è stata molto citata ultimamente (e che anche l’AIB riporta nel suo documento di raccomandazioni) è G. Kampf et al., Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and their inactivation with biocidal agents, “Journal of Hospital Infection”, 104 (2020), n. 3.

Si tratta però di una ricerca retrospettiva sulla letteratura relativa a tutti i coronavirus, e la durata più lunga ivi riportata (fino a 9 giorni sulla plastica a determinate condizioni simulate in laboratorio) risale a una ricerca fatta sulla prima SARS nel 2005.

Gli stessi autori precisano, nella parte conclusiva di quel saggio, che «coronavirus umani possono rimanere infettivi su superfici inanimate a temperatura ambiente per un massimo di 9 giorni. A una temperatura di 30° C o più la durata della persistenza è più breve».

E l’Istituto Superiore di Sanità, nelle sue Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2, versione del 23 marzo 2020 (Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020),  chiarisce:

sebbene non sia al momento dimostrato che la trasmissione di COVID-19 derivi direttamente dal contatto con oggetti di uso comune sui quali il virus si è depositato a seguito di rilascio in aria da persone infette, esistono evidenze che virus appartenenti allo stesso gruppo (coronavirus, il virus della SARS e il virus della MERS) possono persistere su superfici inanimate fino a 9 giorni in funzione del materiale su cui si vengono a trovare, della quantità di fluido biologico, della concentrazione virale iniziale, della temperatura dell’aria e dell’umidità relativa, anche se non è stata dimostrata la loro capacità infettiva. Dati più recenti relativi al virus SARS-CoV-2, responsabile della COVID-19, confermano che su plastica e acciaio inossidabile, in condizioni sperimentali, il virus ha analoghe capacità di permanere rispetto al virus della SARS (SARS-CoV-1), mostrando comunque un decadimento esponenziale del titolo virale nel tempo (la metà delle particelle virali non erano più infettive dopo poco più di un’ora).

Riepilogando: i coronavirus possono persistere fino a un massimo di 9 giorni sulla plastica e su alcuni metalli (e minor tempo su altri materiali), e, oltre che dalla tipologia di materiale, la durata massima di persistenza dipende dai seguenti fattori:

  • la quantità di fluido biologico depositato e della concentrazione virale iniziale;
  • la temperatura (diminuisce notevolmente a partire da 30°);
  • il tasso di umidità (maggiore è l’umidità, maggiore è la persistenza).

Inoltre: la capacità infettiva da oggetti inanimati a persone non è stata dimostrata, ma la si suppone; i coronavirus mostrano un decadimento esponenziale del titolo virale nel tempo, tanto che in laboratorio la metà delle particelle virali non erano più infettive dopo circa un’ora.

La stessa circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22/02/2020 citata dal documento ICRPAL riprende le indicazioni dell’ISS e non entra nel dettaglio relativo a tipologie di materiali, condizioni di umidità, temperatura, presenza di particolato (perché studi recenti realizzati dalla Società italiana di Medicina Ambientale insieme alle Università di Trieste, Bari, Bologna e Napoli “Federico II” evidenziano che il particolato nell’atmosfera favorisce la sopravvivenza del virus, anche se non è accertato che questo possa essere fonte di contagio).

Del resto, se si considera:

  • che a tutti i cittadini si raccomanda di curare l’igiene personale e domestica e di lavarsi le mani per almeno 60 secondi dopo essere tornati a casa propria o dopo avere toccato superfici e materiali non provenienti da casa propria;
  • che agli addetti al trasporto e alla consegna dei plichi postali (composti da materiali eterogenei e prevalentemente carta, cartone, plastica) si raccomanda l’uso di guanti e mascherine e non di isolare la posta per ore o giorni,

ci sembra di poter concludere che, per prevenire il rischio di contaminazione da contatto con libri e materiali bibliografici contaminati (o che si ipotizza che possano essere tali), sia opportuno e sufficiente raccomandare alle biblioteche di:

  • predisporre soluzioni disinfettanti all’ingresso e invitare tutti al loro utilizzo prima di proseguire;
  • raccomandare a tutti di non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani, a tutela della salute propria e altrui, informando che questo comportamento è necessario anche per mantenere l’igiene delle superfici (dei libri, dei plichi, dei moduli, dei tavoli, dei pc, delle tastiere, delle stampanti e di qualsiasi oggetto presente in biblioteca) ed evitare che diventino veicolo di contagio;
  • raccomandare a tutti di lavarsi spesso le mani, o di igienizzarle con la soluzione disinfettante;
  • raccomandare a tutti di coprirsi bocca e naso col gomito se si starnutisce o tossisce;
  • pulire spesso scrivanie, tavoli e altre superfici d’uso comune con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  • aerare frequentemente i locali;
  • provvedere frequentemente alla loro igienizzazione e disinfezione, ferme le raccomandazioni ICRPAL riguardo alle cautele da adottare per non danneggiare le collezioni;
  • accertarsi che gli impianti di ventilazione, se presenti, siano monitorati e mantenuti sistematicamente in perfetto esercizio;
  • nel periodo dell’emergenza evitare possibilmente l’utilizzo di impianti di raffrescamento e riscaldamento, o assicurare la pulizia settimanale dei filtri;
  • prevedere l’uso da parte dello staff di guanti in lattice monouso (o in nitrile, sempre monouso) per maneggiare i libri o altri materiali consultati o restituiti dal prestito da parte di utenti dei quali non è possibile conoscere con certezza le condizioni di salute, mettendoli poi da parte per un periodo di 72 ore (tre giorni), meglio se in un luogo ben aerato, e rendendoli non disponibili alla consultazione e al prestito per lo stesso periodo di tempo;
  • adottare analoga misura per maneggiare i libri e gli altri materiali acquistati di recente, così come quelli ricevuti in dono e quelli rientrati dal prestito interbibliotecario e i relativi imballaggi;

Raccomandare inoltre agli utenti di:

  • maneggiare i libri della biblioteca solo dopo avere pulito e disinfettato le mani;
  • non bagnarsi le dita con la saliva per voltare le pagine;
  • non tossire né starnutire sui libri;
  • dichiarare, all’atto della restituzione di un libro o altro documento, se questo sia stato nella disponibilità di persona risultata positiva al virus Covid-19 (avendo però cura di garantire che questa dichiarazione non comporterà alcuna conseguenza per l’utente, solo una maggiore cautela nella gestione del libro);
  • predisporre e distribuire istruzioni scritte allo staff e agli utenti ed affiggerle nei locali d’ingresso, negli uffici e nelle sale accessibili al pubblico.

Dieci giorni di quarantena sarebbero difficilmente gestibili dalle biblioteche di università e ricerca e da quelle di pubblica lettura, dove i libri si acquistano per essere usati e in determinati periodi uno stesso libro può essere soggetto a continue richieste di prestito o di consultazione; si pensi ad esempio alla difficoltà di bloccare un testo d’esame per dieci giorni dopo ogni singola consultazione, o a quella di reperire locali idonei a stoccare centinaia o in certi casi migliaia di volumi “in quarantena”.

Qualora una tale durata fosse necessaria per la salute pubblica, ovviamente faremmo il possibile per adeguarci.

Se invece, come tutto lascia supporre, questi dieci giorni di isolamento sono una cautela eccessiva e sproporzionata rispetto al tempo effettivo di persistenza oppure ad altre possibilità di prevenzione del contagio, sarà doveroso da parte delle biblioteche in questione optare per soluzioni organizzative diverse da quella raccomandata dall’Istituto.

Confido perciò nella sua disponibilità a voler chiarire la valenza non prescrittiva della raccomandazione in questione.

 

Molti cordiali saluti,

Il Presidente AIB
Rosa Maiello

Roma, 02 maggio 2020
Prot. n. 86/2020

(comunicato in PDF)

 

NB. Il 22 maggio 2020 l’ICPAL ha risposto all’AIB con ulteriori delucidazioni sulle Linee Guida emanate.

[1] Per l’Italia, si vedano le raccomandazioni dell’AIB, <https://www.aib.it/attivita/2020/80418-covid-19-e-tutela-dellasalute-in-biblioteca>; per l’Europa, si veda la rassegna pubblicata nella newsletter di EBLIDA, <https://mailchi.mp/75d312f57c24/eblida-newsletter-4155369?e=e072aa3f18#president>, cui si aggiungono le raccomandazioni della Deutsche Bibliotheksverband, Associazione delle biblioteche tedesche e quelle dell’ABF, Associazione dei bibliotecari francesi; per gli USA si veda North East Document Conservation Center, <https://www.nedcc.org/free-resources/preservation-leaflets/3.-emergency-management/3.5-disinfecting-books>; una indagine condotta dall’International Federation of Library Associations and Institutions.

Creata da Artemisia Gentileschi il 02/05/2020. Ultima modifica 04/09/2024 di Vanni Bertini
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