L’Associazione italiana biblioteche ha inviato alla VII Commissione della Camera dei deputati – Cultura, istruzione, ricerca, editoria, sport, su richiesta della stessa, osservazioni in merito alla proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Recovery Plan) predisposta dal Governo. Il documento, elaborato dal Comitato esecutivo nazionale, ha visto l’importante apporto delle Commissioni AIB Biblioteche e servizi nazionali, Biblioteche pubbliche, Biblioteche delle università e della ricerca, Biblioteche scolastiche e centri risorse educative, del Gruppo di lavoro biblioteche digitali e della sezione AIB Emilia-Romagna.
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Le biblioteche sono organizzazioni che rappresentano e concorrono a costruire l’identità culturale delle comunità di riferimento e, come ricordano vari documenti dell’UNESCO, i loro servizi sono componenti necessarie delle politiche pubbliche per l’inclusione sociale, l’interculturalità, la rigenerazione urbana, il superamento delle diseguaglianze, dei divari digitale e territoriali. Rispetto ai tre assi strategici indicati dal PNRR (parità di genere, giovani, Sud), possono svolgere un ruolo determinante per distribuzione capillare sul territorio, capacità di divulgazione e coinvolgimento di pubblici eterogenei. Anche in ambiente digitale le biblioteche, organismi strutturalmente relazionali, si configurano come servizio dinamico orientato a connettere fonti d’informazione eterogenee ai bisogni altrettanto eterogenei delle persone e delle formazioni sociali che compongono una comunità, coerentemente con la loro missione universale, con le specifiche destinazioni d’uso e consapevoli della responsabilità sociale e culturale della loro funzione.
Tuttavia, il Piano non menziona le biblioteche nelle parti dedicate a infrastrutture digitali, interoperabilità, cittadinanza digitale, istruzione, ricerca, formazione, inclusione, infrastrutture sociali. Le cita solo nella Linea progettuale 1.3 TURISMO E CULTURA 4.0, quali scrigni di patrimonio culturale da digitalizzare e raccogliere in apposita piattaforma per la conservazione, l’accesso e il riuso da parte di start-up e imprese innovative, o da esporre per la sua attrattività turistica. Mentre riteniamo opportuna una campagna di digitalizzazione del patrimonio culturale fondata sulla collaborazione tra istituti di diversa appartenenza e raccomandiamo la messa a disposizione con licenze open content del materiale digitalizzato rendendolo liberamente riusabile per qualsiasi finalità, ci sembra estremamente riduttiva l’identificazione delle biblioteche con una parte (quella turistico-espositiva) delle loro collezioni e osserviamo quanto segue.
MISSIONE 1. Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura.
Le biblioteche hanno modelli e standard di gestione dell’informazione da sempre orientati alla piena interoperabilità su scala internazionale e hanno vasta esperienza nella creazione di reti e di servizi culturali, affrontando – prime fra le istituzioni della memoria e rispetto a tutti gli altri servizi della PA – le sfide poste dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) è un’infrastruttura di riferimento, nazionale e internazionale, imprescindibile, anche se necessita di adeguamento organizzativo e tecnologico allo scenario previsto dal Piano triennale per l’informatica nella PA nell’ambito dell’Agenda digitale italiana. Il modello di governance condivisa di SBN, che vede compartecipi lo Stato, le Regioni e le Università, con l’apporto decisivo delle istituzioni culturali private e di quelle ecclesiastiche, è un modello tuttora insuperato di best practice.
La componente strategicamente più importante di un’infrastruttura nazionale della conoscenza è quella per la conservazione e l’accesso permanenti al patrimonio culturale, ivi compreso quello nativo digitale e a quello digitalizzato. Occorre evidenziare che la legge 106/2004 sul Deposito legale affida tale compito alle due Biblioteche nazionali centrali di Firenze e Roma e alle biblioteche depositarie regionali. È quindi compito precipuo delle biblioteche la conservazione, in qualsiasi formato e supporto, della “memoria della cultura e della vita sociale italiana”, quale si estrinseca nei “documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico”, sia di natura analogica che digitale, oggetto di deposito obbligatorio. Queste però lo svolgono senza poter sfruttare appieno le potenzialità che le ICT e i loro modelli di business oggi consentono, a causa dei limiti imposti dalla loro natura istituzionale. Per superare tali vincoli e operare con efficacia ed efficienza si propone la creazione di una società pubblica per la gestione dei servizi di conservazione e accesso permanente al patrimonio culturale. Una società con autonomia di bilancio, compartecipata dalle biblioteche depositarie, ma aperta alla partecipazione di altri soggetti della filiera, sia pubblici che privati, detentori a loro volta sia di competenze e di know-how di dominio che di infrastrutture. Tale società sarebbe in grado di reperire risorse umane e strumentali in maniera più efficace e consona al mercato dei servizi di ambito tecnologico, erogherebbe in primo luogo servizi ai propri stakeholder istituzionali ma sarebbe anche in grado di fornire una quota parte di servizi di tipo commerciale di conservazione a lungo termine a terzi, al di là delle previsioni delle norme sul deposito legale.
Il documento parla poi di “case dell’innovazione e della cultura digitale” (1.3) per promuovere i processi di alfabetizzazione digitale di base e avanzata della cittadinanza. Ma ovunque nel mondo e anche in Italia, come è apparso in tutta evidenza durante la pandemia, questo è uno dei compiti fondamentali delle biblioteche, in particolare le biblioteche civiche, le biblioteche scolastiche e, per gli studenti universitari, le biblioteche universitarie. Non serve e ci sembra poco sostenibile inventare nuove entità separate, mentre è possibile e necessario destinare i fondi all’accrescimento e al potenziamento delle biblioteche civiche e di quelle scolastiche e dei sistemi bibliotecari territoriali, dotandoli di connettività a banda larga (analogamente a quanto previsto dal PNRR per le scuole), attrezzature adeguate, personale bibliotecario qualificato.
Anche per le biblioteche pubbliche statali è inoltre necessario prevedere una connessione a banda larga per i lettori e gli studiosi e per le attività di valorizzazione ed educazione al patrimonio che svolgono.
Riguardo alle sedi, quella parte del Piano relativa all’accessibilità fisica e cognitiva di istituti e luoghi della cultura, con particolare riferimento all’eliminazione delle barriere architettoniche, senso-percettive, culturali e cognitive e alla realizzazione di un sistema informativo adeguato agli standard per l’accessibilità dovrebbe applicarsi non solo ai siti storico-artistici per finalità turistiche, ma a tutte le biblioteche che necessitano di significativi interventi per accogliere adeguatamente i loro pubblici, anche quando accedono da remoto. Idem dicasi delle misure a favore della sostenibilità energetica e della sicurezza dei luoghi della cultura. Come hanno dimostrato i molteplici appelli per la riapertura delle biblioteche durante la pandemia, è assolutamente necessario provvedere all’adeguamento e ammodernamento delle sedi delle biblioteche, anche per consentire la riapertura di quelle che hanno sedi del tutto inadeguate agli standard minimi.
MISSIONE 2, INNOVAZIONE NELLA PA. Appare evidente come il settore delle biblioteche sia caratterizzato dalle maggiori carenze di personale e dall’età media più avanzata, nonché da un preoccupante tasso di esternalizzazione e precarizzazione del lavoro, con i connessi fenomeni di sfruttamento e sotto-inquadramento, che ha raggiunto punte drammatiche con la pandemia (interruzione e mancati rinnovi di contratti). Al fine di accelerare i processi di ammodernamento e potenziamento dei servizi bibliotecari, infrastrutturali e di prossimità, e per assicurare continuità ai servizi stessi, è necessario reclutare giovani qualificati professionisti bibliotecari, in tutte le tipologie di biblioteche a cominciare dalle biblioteche civiche e dalle biblioteche pubbliche statali, e assicurare per questi servizi una dirigenza competente e qualificata in materia di organizzazione, management e sviluppo di sistemi bibliotecari. Al contempo, è necessario investire sulla qualificazione e l’aggiornamento professionale dei bibliotecari, chiamati ad acquisire nuove abilità e specializzazioni in risposta ai bisogni emergenti. Concordiamo inoltre sulla necessità di definire sistemi nazionali di accreditamento delle agenzie formative, raccomandando di tenere conto dei criteri di attestazione delle competenze elaborati dalle associazioni professionali rappresentative dei professionisti del patrimonio culturale.
MISSIONE 4 ISTRUZIONE E RICERCA
Per il godimento del diritto allo studio, il contrasto all’abbandono scolastico, la promozione della lettura e del pensiero critico, il miglioramento del rendimento scolastico, il potenziamento della didattica in tutte le discipline, l’educazione civica, la competenza informativa, le attività di orientamento al lavoro e all’università, le biblioteche scolastiche devono essere il principale laboratorio da utilizzare nella Scuola 4.0. Come previsto dalla legge 15/2019, vanno organizzate in modo permanente con spazi, attrezzature, collezioni in continuo aggiornamento e, almeno a livello di poli scolastici, di bibliotecari specializzati e dedicati. Andrebbe, inoltre programmato uno sviluppo coerente della collezione e la condivisione di attività ed eventi con biblioteche o sistemi bibliotecari locali.
Riguardo alle biblioteche di università e di ricerca, alcuni aspetti cruciali non ci sembrano evidenziati dal PNRR. Ci riferiamo in particolare al necessario potenziamento dei servizi bibliotecari per: a) promuovere e supportare la messa a disposizione di dati di ricerca e pubblicazioni scientifiche in accesso pieno e aperto curando l’intero ciclo di vita degli oggetti digitali; b) supportare gli autori e i dipartimenti nella gestione dei diritti di utilizzazione; c) gestire i contratti di abbonamento a risorse e servizi digitali facendo in modo che le relative licenze siano adeguate e sostenibili rispetto ai fabbisogni di ricerca e didattica; d) assistere gli studenti nello sviluppo di competenza informativa avanzata; e) contribuire alla Terza missione degli atenei, soprattutto in termini di piena apertura dei servizi al pubblico esterno. Questo significa, tra l’altro, prevedere il reclutamento di giovani bibliotecari e investire sulla qualificazione e la formazione del personale bibliotecario, oltre che sull’innovazione e il miglioramento delle piattaforme di servizi online messe a disposizione e sul potenziamento delle sedi.
MISSIONE 5 INCLUSIONE E COESIONE
Insistiamo per la crescita dei livelli occupazionali nel settore delle biblioteche e chiediamo di introdurre maggiori tutele e opportunità di lavoro a favore dei professionisti non occupati stabilmente e delle cooperative e delle piccole aziende di servizi bibliotecari. Inoltre raccomandiamo che il potenziamento del Servizio civile universale non sia in alcun modo considerato dagli organismi pubblici reclutanti una forma suppletiva alla carenza di personale professionale contrattualizzato.
Il documento parla di un sistema permanente di formazione indicando diverse strutture che vi sarebbero preposte, ma dovrebbe menzionare e inserire in questi programmi le biblioteche e i sistemi bibliotecari territoriali che hanno al loro attivo numerose esperienze di collaborazione con le università e di partenariato pubblico-privato per l’attuazione di programmi di formazione per adulti, e il cui apporto come strutture permanenti disseminate sul territorio è decisivo per promuovere l’autoformazione e la capacitazione delle persone.
Analogamente, le biblioteche (tutte le biblioteche, e in particolare le civiche) devono essere parte integrante delle strategie per il rafforzamento delle infrastrutture sociali a favore di minori, anziani, persone con disabilità e, più in generale, delle strategie e dei programmi per la rigenerazione e riqualificazione urbana e lo sviluppo sostenibile.
Il Presidente Nazionale AIB
Rosa Maiello
Roma, 30 gennaio 2021
Prot. n. 22/2021