La Commissione Nazionale Biblioteche scolastiche e centri risorse educative dell’Associazione italiana biblioteche rileva con favore e segue con molto interesse la considerazione che, negli ultimi anni, gli organi di governo hanno manifestato per il rinnovamento del sistema scolastico e il riconoscimento del ruolo fondamentale che all’interno di questo sistema rivestono le biblioteche scolastiche.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) riserva una intera sezione, l’Azione 24, alle «Biblioteche scolastiche come ambienti di alfabetizzazione all’uso delle risorse informative digitali», nel quale viene riconosciuta la funzione didattica e di spazio educativo delle biblioteche scolastiche all’interno dei curricula formativi delle scuole di ogni ordine e grado, arrivando a prefigurare un progetto nazionale sulle biblioteche scolastiche per promuovere la nascita di reti di scuole al fine di riavviare le biblioteche esistenti o per crearne di nuove.
Le proposte di legge, ora unificate, C.1504 (Giordano et al.) e C.2267 (Zampa et al.) «Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura», il cui iter legislativo è tuttora in corso,prevedono la costituzione di reti di biblioteche scolastiche, la redazione e adozione con decreto ministeriale di un regolamento per l’istituzione e l’organizzazione delle biblioteche nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, la loro collaborazione con i sistemi bibliotecari territoriali o nazionali, anche al fine di utilizzare i sistemi di catalogazione del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) – si segnala a questo proposito la piena collaborazione dell’ICCU con la CNBS-AIB per l’adesione libera e gratuita delle Biblioteche scolastiche a SBN – oltre all’individuazione di standard minimi di funzionamento tra cui i requisiti di qualificazione professionale richiesti al personale che dovrà gestire e organizzare ogni rete di biblioteche.
Importante attuazione dell’Azione 24 del PNSD, in esecuzione del DM n. 299 del 16/5/2016, il recente «Avviso pubblico per la realizzazione da parte delle istituzioni scolastiche ed educative statali di Biblioteche scolastiche innovative» (BSi), si inserisce in questo panorama di iniziative per dare concretezza ai programmi sulle biblioteche scolastiche di cui parla lo stesso PNSD. Il bando prevede il finanziamento,con 5 milioni di euro, di 500 progetti per la realizzazione o l’adeguamento di biblioteche scolastiche, favorendo la progettazione di reti di biblioteche e la collaborazione con le reti bibliotecarie territoriali, considerando le biblioteche scolastiche come centri di informazione e documentazione anche in ambito digitale.
Lo scenario è entusiasmante, mai si è assistito ad una convergenza cosi determinata di azioni normative e finanziarie mirate alla realizzazione di biblioteche scolastiche restituendo loro il ruolo didattico che hanno in ogni parte del mondo civilizzato. Nonostante questo succedersi di iniziative, di certo positive, permangono comunque alcune perplessità, o meglio, delle preoccupazioni che in parte hanno origine dallo stato in cui si trovano oggi le scuole e le biblioteche scolastiche, e in parte derivano da esperienze passate, sulla traccia delle quali sembra, o si teme, possano muoversi questi nuovi progetti. La maggior parte delle scuole di ogni ordine e grado ha ancora problemi di base, di carattere strutturale, economico ed organizzativo.
Ancor peggio per le biblioteche scolastiche: formalmente non esistono, non c’è, ancora, una legge dello Stato, se non l’art. 10 del D. L. 16 aprile 1994, n. 297, che le istituisca formalmente e affermi che le biblioteche devono esistere in ogni scuola, indichi chi deve finanziarle nel tempo e con quali fondi,definisca le caratteristiche della figura professionale che le deve gestire e da chi e con quali fondi tale figura debba essere retribuita.Anche nella realtà le biblioteche scolastiche non esistono: nella maggior parte dei casi non sono presenti, oppure sono costituite da testi antiquati, inutilizzabili, frutto di donazioni non pertinenti, oppure da micro raccolte non organizzate o inaccessibili; i fondi destinati al funzionamento della biblioteca, quando presente, e per lo sviluppo delle raccolte, sono esigui, mentre spazi e orari di apertura sono ridotti e soggetti alla presenza di insegnanti o genitori su base volontaria. Ci sono anche casi isolati di biblioteche scolastiche ben organizzate come spazi, raccolte, orari e dotazione di attrezzature tecnologiche, basati sulla buona volontà e sulla presenza occasionale di dirigenti scolastici attivi e lungimiranti e di insegnanti appassionati, fino a che, per un cambio nella dirigenza il processo si blocca, la biblioteca viene chiusa o langue per anni in attesa che si presenti una nuova occasione: è necessario innanzitutto che la biblioteca scolastica sia prevista a livello di legge e che tutte le scuole siano messe in condizione di poterla avviare. Imprescindibili sono anche il collegamento e la collaborazione con le biblioteche pubbliche del territorio. Sulla base dei dati ottenuti dalle aziende che forniscono i software di gestione per le biblioteche, dati in fase di verifica da parte della CNBS-AIB, attualmente risultano essere meno di 1.000 le biblioteche scolastiche che utilizzano un catalogo elettronico per gestire le proprie collezioni e che quindi, probabilmente, possono essere considerate attive.
Il bando per 500 biblioteche innovative dà per scontato che le biblioteche scolastiche esistano, siano volute e percepite come didatticamente utili dagli insegnanti, ma non è così. La preoccupazione è che i finanziamenti vadano solamente a rafforzare le attività delle biblioteche già funzionanti, che potranno certo migliorare i servizi erogati aggiungendovi anche le risorse digitali, mentre le altre scuole continueranno a non avere una biblioteca.
Il bando pone l’accento sull’adozione di testi digitali e sull’utilizzo del digital lending, il digitale non può essere inteso come sostitutivo alla mancanza di una struttura organizzata e alla mancanza di raccolte cartacee, non tutti i testi necessari alla biblioteca, sono digitali, non tutti gli studenti hanno la possibilità di possedere ed utilizzare dispositivi per poter leggere i testi digitali, la preoccupazione che ne deriva è quella di alimentare le condizioni di digital divide, invece di creare le condizioni per superarlo.
Inoltre destinare solo il 15%, circa euro 1500, del contributo all’acquisto di contenuti, cartacei o digitali, sembra possa consentire un limitato pacchetto di avvio per una nuova biblioteca, oltre che un limitato aggiornamento delle raccolte per le biblioteche esistenti, sulle quali sarebbe necessario effettuare anche una revisione delle collezioni sulla base dell’indirizzo degli studi che caratterizza la scuola e degli obiettivi che questa vuole raggiungere con la struttura bibliotecaria. Infine, andrebbero chiarite e meglio dettagliate le condizioni che potrebbero portare all’assegnazione del contributo di euro 44.000 per la creazione di un sistema informativo di gestione della rete delle biblioteche scolastiche, definizione che si presta a differenti interpretazioni. Ma forse, la preoccupazione maggiore, oltre al fatto che i finanziamenti rientrino in una cornice normativa che istituzionalizza l’esistenza della biblioteca scolastica, è che questo bando rappresenti un fatto isolato. In passato il «Programma per la Promozione e lo Sviluppo delle Biblioteche Scolastiche» (c.m. 228/1999 e 229/2000), il progetto «Biblioteche nelle scuole» e il progetto «Bibliorete21», pur essendo iniziative lodevoli, sono rimasti casi isolati, non hanno avuto l’impatto immaginato o si sono del tutto arenati, soprattutto per la mancanza di un contesto istituzionale, strutturale e organizzativa delle biblioteche scolastiche nel quale inserirsi e per il fatto che non sono stati seguiti da analoghi interventi di promozione e finanziamento.
Oggi mentre il contesto normativo è in fase di elaborazione, il bando per le Biblioteche Scolastiche innovative si inserisce in un piano nazionale più ampio per la Scuola Digitale e ci sono tutti i presupposti perché possa avere successo e portare un serio e costruttivo contributo alla diffusione del ruolo della biblioteca scolastica, purché gli venga data continuità nel tempo, purché ci sia un nuovo bando per le biblioteche scolastiche innovative anche nel 2017 e negli anni a seguire, purchè si consideri l’opportunità di assegnare una quota dei finanziamenti alle scuole che progettano la costituzione di una nuova biblioteca. Non ultimo, senza la presenza continuativa di personale professionalizzato o che è possibile formare risulta difficile pensare che queste biblioteche possano svolgere l’importante ruolo che viene loro assegnato, finalmente anche in Italia. Il volontariato è importante e produttivo se la struttura è gestita professionalmente.