L’AIB accoglie con favore l’annuncio del concorso straordinario per il reclutamento di 500 unità di personale a tempo indeterminato da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. È un’operazione che chiediamo da anni e riteniamo positivo che la sua attuazione avvenga in deroga alla normativa vigente sul blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, a conferma del fatto che i servizi erogati dagli istituti culturali sono servizi essenziali. Finalmente un provvedimento coerente con i principi enunciati.
In merito alla recente proposta di emendamento alla Legge di stabilità, riguardante la possibilità di accesso alle nuove posizioni tramite la sola laurea triennale, l’AIB dichiara la propria contrarietà, ritenendo che la laurea triennale non garantisca sufficiente preparazione di base per lo svolgimento dei ruoli previsti. L’AIB ritiene inoltre inopportuno porre limiti di età per l’accesso ai suddetti concorsi, anche nel rispetto delle norme comunitarie. Su questi fondamentali aspetti, AIB concorda con ANAI e ICOM, alleati nel coordinamento MAB.
Risulta anche poco soddisfacente, oltre che preoccupante, l’ipotesi che l’operazione possa concretizzarsi sulla base delle vecchie regole, già applicate nei concorsi precedenti, ed inserirsi – senza modificarlo – nel quadro dalla revisione degli organici, prevista nel DM 6 agosto 2015, che presenta diverse lacune e prospetta scelte incoerenti.
Vorremmo che i 500 nuovi professionisti – antropologi, archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, esperti di promozione e comunicazione, restauratori e storici dell’arte – fossero selezionati con modalità che tengano conto del cammino percorso dalle associazioni delle professioni culturali negli ultimi dieci anni, che ha visto i suoi punti di forza nell’approvazione della Legge 4/2013, nel Decreto legislativo 13/2014 e nella modifica apportata al Codice dei beni culturali con la Legge 110/2014.
Intendiamo dire che per il “reclutamento” di nuovo personale non riteniamo possibile che si faccia riferimento al solo titolo di studio, poiché già da tempo nel mondo delle professioni, all’estero ma anche in Italia, sono stati introdotti i concetti di conoscenza, abilità e competenza. Il processo di trasformazione delle professioni intellettuali, avviato ormai 15 anni fa, ha portato consistenti cambiamenti nelle modalità di accesso alla professione e nell’aggiornamento continuo, condizione indispensabile per essere all’altezza delle sfide contemporanee. L’AIB, che rappresenta più di 2.200 professionisti del settore bibliotecario italiano, ha messo a punto un sistema di attestazione, ai sensi della Legge 4/2013, che prevede una valutazione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza necessari per esercitare la professione bibliotecaria e si basa sulla Norma UNI n. 11535-2014 “Figura professionale del bibliotecario”.
Chiediamo quindi che il reclutamento di personale tenga conto sia dell’esperienza già collaudata dalla nostra associazione, sia dei lavori avviati presso la Direzione generale Educazione e Ricerca del MiBACT, incaricata di curare l’istruttoria per individuare i criteri e le modalità per l’istituzione degli elenchi nazionali dei professionisti dei beni culturali.
Auspicando che i lavori del tavolo presso la Direzione generale Educazione e Ricerca giungano a maturazione in tempi rapidi, proponiamo che gli esiti di tale lavoro vengano utilizzati per la stesura dei bandi di concorso, introducendo così un forte elemento innovativo, in grado di rafforzare le caratteristiche professionali del personale. Riteniamo che questa sia un’occasione da non perdere e, parallelamente, proponiamo di rivedere gli organici ministeriali, forse affrettatamente stabiliti nell’agosto scorso, che pensiamo siano da revisionare a seguito del già previsto inserimento di personale in esubero proveniente dalle ex province.
Non risultano infatti chiari i criteri che hanno guidato alcuni mesi fa l’aggiornamento degli organici del MiBACT: non si evince la relazione tra i dati di patrimonio, dei servizi e degli obiettivi, prestabiliti per i singoli istituti. Il quadro che ne emerge è quello di rassegnata accettazione dello status quo mista a decisioni incomprensibili: su 817 bibliotecari complessivamente previsti nei nuovi organici, solo 530 sono assegnati alle biblioteche ministeriali; ovviamente sarebbe opportuno che anche gli Archivi di Stato e le Soprintendenze che hanno importanti biblioteche potessero contare su bibliotecari professionisti (magari per aprire al pubblico e non solo per servire l’utenza interna), ma la priorità dovrebbe essere data agli istituti bibliotecari.
Infine, in merito alla redistribuzione del personale, alla Biblioteca nazionale di Potenza, per fare solo un esempio, sono stati assegnati 15 bibliotecari, mentre la Biblioteca Alessandrina di Roma risulta avere una dotazione di soli 5 bibliotecari.
In definitiva, apprezziamo l’aumento dell’impegno finanziario destinato alle biblioteche e agli istituti afferenti al ministero, in particolare quelli centrali. Per rendere efficace questo sforzo ci pare irrinunciabile avviare contestualmente una riorganizzazione non solo delle biblioteche del MiBACT, ma dell’intero Servizio Bibliotecario Nazionale, che da catalogo collettivo deve definitivamente evolvere in un vero servizio per i cittadini, i ricercatori, gli studenti, i professionisti e, in definitiva, per la cultura.
Contestualmente accogliamo con piacere il contenuto della mozione del Consiglio Superiore dei beni culturali, del 12 ottobre u.s., e sottoscriviamo l’analisi prodotta e la conseguente necessità di interventi urgenti, da inquadrare in una nuova politica bibliotecaria nazionale di ampio respiro, prevedendo – come già auspicato da AIB in tutte le proposte inviate al Ministero negli ultimi anni – il coordinamento ed il potenziamento del Servizio Bibliotecario Nazionale, che presenta ancora oggi indubbie criticità, ma anche formidabili potenzialità.
L’AIB si rende come sempre disponibile a fornire tutto l’apporto possibile per vincere questa nuova importante sfida nazionale.