Approvata al Senato la proposta di legge Madia sul riconoscimento dei professionisti dei beni culturali (S. 1249 “Disposizioni recanti modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio”), un provvedimento di grande importanza per migliaia di operatori del patrimonio culturale che sta per completare il suo iter con l’approvazione definitiva della Camera.
Contro lo spirito di questa legge tanto attesa rischia di entrare decisamente in contrasto il così detto decreto Art Bonus (DL 31 maggio 2014, n. 83, G.U. 31/5/2014) che propone all’art. 8 alcune Misure urgenti per favorire l’occupazione giovanile presso gli istituti e luoghi della cultura di appartenenza pubblica. Tale Decreto porta alcune positive innovazioni, in particolare in materia di defiscalizzazione delle erogazioni liberali, di autonomia degli istituti e di semplificazioni amministrative, ma presenta anche aspetti discutibili.
Le intenzioni del legislatore paiono quelle da una parte di garantire professionalità alla cura dei Beni Culturali e dall’altra di favorire l’occupazione giovanile nel settore, anche facendo fronte ad esigenze temporanee degli istituti e dei luoghi di cultura.
In realtà, dopo decenni di sistematico depauperamento, la scarsità di risorse e di personale di biblioteche e archivi non è più temporanea, ma cronica. A questa debolezza si deve far fronte organicamente, non con incarichi a scadenza e comunque senza il discriminante limite di età dei 29 anni ma riprendendo a finanziare il settore dei beni culturali e a bandire concorsi per titoli ed esami.
Il primo e importante passaggio può essere proprio il varo della legge Madia sui professionisti dei beni culturali che prevede l’istituzione di elenchi di professionisti presso il Ministero dei beni e attività culturali e turismo ai quali lo stesso Ministero e altre amministrazioni centrali e locali, pubbliche e private, statali, Regioni e Comuni, nonché privati, possano attingere in modo affidabile per assegnare incarichi e commesse.
Le risorse destinate all’occupazione giovanile previste nel decreto Art-bonus, nella loro esiguità (150 tirocinanti per sei mesi con 1000 euro lordi al mese ciascuno), rischiano di non avere nessuna efficacia, creando solo altri precari in un settore in cui si contano a centinaia i quarantenni con alta esperienza e specializzazione, disoccupati o vergognosamente sottopagati.
Se fosse invece acquisita negli istituti culturali la stabile disponibilità di professionisti addetti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, essi potrebbero essere utilmente affiancati – in attività di supporto non sostitutive – da volontariato e servizio civile, purché tali interventi si svolgano sotto adeguato coordinamento e controllo di professionisti esperti.
Questo sì, sarebbe un buon modo per favorire una positiva contaminazione di esperienze, capace di diffondere nei giovani una maggiore sensibilità per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e una più matura conoscenza della cultura del nostro paese.
Roma, 17 giugno 2014
Marco Carassi, presidente ANAI
Enrica Manenti, Presidente AIB