Al Ministro
On.le Dario Franceschini
E p.c. Al Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Dott. Osvaldo Avallone
E p.c. Al Direttore generale delle Biblioteche
Dott. Rossana Rummo
Loro sedi
Illustre Signor Ministro,
ci permettiamo di sollecitare l’incontro che avevamo richiesto in data 10 marzo u.s., in merito ai problemi delle biblioteche italiane. L’incontro è reso più urgente dal preannunciato trasferimento della Direzione generale degli Archivi presso i locali della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Questa decisione ci preoccupa in modo particolare e ne vorremmo discutere con Lei nel quadro più generale di prospettive di questo settore. Ci pare infatti che una operazione come quella che si prospetta contrasti con l’esigenza di avere una politica bibliotecaria nazionale che collochi il nostro Paese in una posizione adeguata, anche sotto il profilo culturale. Nello specifico riteniamo che questa azione, che nasce da ragioni condivisibili di carattere logistico e di risparmio economico, possa comportare un danno “collaterale” di portata insostenibile. La Biblioteca nazionale ha tra i suoi compiti istituzionali quello di documentare e salvaguardare – e trattare scientificamente – la produzione editoriale relativa alla cultura italiana e di coordinare iniziative e servizi bibliografici di interesse nazionale e internazionale. Per assolvere a questa funzione la BNCR necessita di spazi per i materiali (che pervengono alla biblioteca in modo massiccio e continuativo) e per i professionisti che devono operare sugli stessi. La nota questione del mancato o scarso utilizzo di alcuni uffici della BNCR, lungi dal giustificare la scelta in parola, evidenzia un altro elemento di criticità, ovvero il progressivo depauperamento del suo organico. Il mancato turn-over ha reso i professionisti bibliotecari del ministero ormai una specie in via di estinzione a causa del blocco pressoché completo di concorsi e assunzioni. Occorre infine considerare con la dovuta attenzione come la soluzione dell’anomalia tutta italiana dell’esistenza di due biblioteche nazionali centrali non debba passare attraverso la riduzione della funzionalità di una di queste.
Questa situazione, incredibile in un Paese che si vanta in ogni occasione del proprio patrimonio culturale e delle potenzialità economiche – anche occupazionali – dello stesso, è stata segnalata dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal MAB (il soggetto che raccoglie i professionisti delle biblioteche, degli archivi e dei musei) in diverse occasioni.
Riteniamo che il problema delle Biblioteche italiane possa essere risolto in termini di Servizio bibliotecario nazionale, inteso come lo strumento principale per cambiare l’organizzazione bibliotecaria del nostro Paese allineandola a quella dei Paesi più avanzati, garantendo a tutti i cittadini l’accesso all’informazione e alla conoscenza e contemporaneamente dia ampia visibilità al patrimonio bibliografico e documentario italiano nel mondo. La presenza già collaudata in SBN della CRUI, delle Regioni e delle autonomie in generale è garanzia che questa impresa si possa realizzare con il concorso di tutto il Paese. Per un primo approfondimento rimandiamo al documento “Le proposte dell’AIB per i servizi bibliotecari nazionali, la promozione della lettura e il diritto d’autore” che abbiamo trasmesso al Suo ministero nel giugno 2013, contenente le nostre proposte di riforma ed adeguamento dell’intera organizzazione.
La preghiamo pertanto di sospendere l’attuazione dell’operazione di trasferimento, in attesa di un confronto sulla riorganizzazione e sulle prospettive delle biblioteche italiane, delle Nazionali in particolare. A nostro parere dalle scelte generali di carattere politico e strategico possono poi discendere le azioni più produttive di risparmio ed ottimizzazione delle risorse.
In attesa di un cortese riscontro, voglia gradire i miei migliori saluti
Enrica Manenti
Presidente AIB
Roma, 3 giugno 2014
Prot. n. 108/2014