La cerimonia di Intitolazione si è svolta sabato alle 12.30 presso la sede centrale dell’Istituto, alla presenza della famiglia e di studenti, docenti, genitori e staff e dei tanti che lo avevano conosciuto e hanno voluto intervenire.
La nostra sezione, che ricorda Fabrizio con stima e affetto, ha apprezzato l’iniziativa e ha fatto giungere un saluto.
Fabrizio era amato da chi lavorava con lui e dai suoi studenti e l’intitolare a lui la Biblioteca Digitale Innovativa di questo Liceo ne è una dimostrazione importante.
La cantante Laurie Anderson ha scritto che quando scompare una persona cara è come se un’intera biblioteca bruciasse. È una frase che esprime bene il senso di sgomento che una perdita può lasciare. Ma i bibliotecari, e chi ama le biblioteche, sanno che la biblioteca è fatta soprattutto fatta soprattutto dalle idee, dai percorsi e dalle relazioni di chi la anima; e in questo senso, una biblioteca è sempre innovativa. Perciò ci piace pensare che quando a una biblioteca, anche a una biblioteca digitale, viene dato il nome di chi ha lavorato per realizzarla, qualcosa di lui rimane tra le pagine e i byte e se ne trasmette per generazioni non solo il ricordo, ma la presenza.
Per questa ragione vogliamo rendere omaggio a Fabrizio con un’altra immagine, quella che ci trasmette una delle frasi più note di Marguerite Yourcenar, che fa dire all’imperatore Adriano nelle sue Memorie: “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito”. Fabrizio sapeva che quelle riserve vanno fatte circolare, e seminarle nella scuola dove ha lavorato è il miglior modo per celebrarne il ricordo.
Il nostro augurio dunque è che la comunità che farà vivere la Biblioteca Digitale Innovativa Fabrizio Melchiori mantenga vivi la sua passione e il suo operato.
Il saluto dell’AIB Lazio è stato introdotto dalla collega e socia Maria Patrizia Calabresi, che ha aggiunto anche un proprio ricordo personale di Fabrizio Melchiori:
“Vorrei anch’io aggiungere qualche parola per ricordare Fabrizio, collega e amico carissimo di tanti anni, una persona semplice, molto affabile, cordiale, molto impegnato e appassionato del suo lavoro in biblioteca e con gli studenti, che spesso accompagnava alla Biblioteca nazionale e che io guidavo nelle visite, scambiando con lui informazioni e consigli per i ragazzi.
Era un professionista dell’informazione, molto attivo anche nell’AIB, a cui era iscritto da molti anni e per cui lavorava assiduamente. E costante era la sua attenzione alla crescita professionale anche riguardo all’innovazione tecnologica.
Fabrizio era un grande e appassionato bibliotecario, che anche dopo essere andato in pensione, avrebbe potuto fare tantissimo per l’Associazione e per le varie attività che aveva intrapreso nel corso degli anni, e offrire un validissimo contributo alla cultura non solo biblioteconomica. Per questo lo ricordiamo tutti con grande e sincero affetto, e il suo nome che rimane alla Biblioteca Digitale Innovativa deve essere – e sarà – un ricordo vivo della sua opera, dell’impegno dedicato al suo lavoro e alle persone che hanno lavorato con lui, e per tutti quei giovani che usufruiranno della Biblioteca.”