Al Sindaco Antonio Calligaris
Comune di Fogliano Redipuglia (GO)
Via PEC
Egregio Signor Sindaco,
l’AIB, in quanto Associazione professionale rappresentativa a livello nazionale dei bibliotecari italiani (ai sensi dell’art. 26 del decreto legislativo 206/2007, e del decreto del Ministro della Giustizia del 7 gennaio 2013), svolge un ruolo di rappresentanza per tutto quanto può concernere l’esercizio della professione bibliotecaria ed opera per affermare, tutelare e accrescere la dignità e la specificità professionale del bibliotecario.
In questo quadro siamo costretti a rilevare come le scelte assunte dalla Sua Giunta in merito alla gestione della biblioteca comunale risultino in contrasto con alcune norme, principi e buone pratiche nel settore dei servizi pubblici bibliotecari.
Leggiamo infatti che con delibera n. 25 del 20.03.2013 si prevede l’affidamento della gestione della biblioteca comunale, di una sala conferenze e di un centro di aggregazione giovanile all’associazione di promozione sociale “L’Albero del Melogramma”, a fronte di un rimborso spese omnicomprensivo annuo di € 18.000,00.
A quanto ci consta la biblioteca comunale di Fogliano è stata condotta sin dal 1996 da un bibliotecario professionista, assunto da una delle maggiori cooperative operanti nel settore dei beni e delle attività culturali in Italia. Un professionista nei cui confronti le diverse Amministrazioni che si sono avvicendate alla guida del Comune nel corso degli ultimi diciassette anni non hanno mai sollevato alcuna critica o censura. Apprendiamo con disappunto che la Sua amministrazione ha rinunciato al contributo di un professionista, dotato di preparazione ed esperienza specifiche, per avvalersi dell’opera di volontari, privi di titoli professionali, a fronte di un “rimborso spese” il cui ammontare, anche al netto della prospettata gestione della sala e del centro di aggregazione, sembra risultare, come si ricava dall’entità dell’incarico precedente, ben superiore al compenso richiesto da una cooperativa specializzata nel settore, in grado di garantire ai propri lavoratori – a differenza di qualsiasi associazione – retribuzione adeguata e diritti fondamentali.
Al danno si unisce la beffa, visto che il collega, negli anni 2010 e 2012, ha coordinato e contribuito a formare due volontarie del servizio civile nazionale, ora aderenti all’Associazione in parola e che, stando alla delibera, dovrebbero sostituirlo nella conduzione della biblioteca.
Una azione come quella prospettata risulta non congrua rispetto al riconoscimento della professione bibliotecaria, avvenuto di recente in base alla legge n. 4 del 14 gennaio 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”, e in contrasto con le disposizioni della legge regionale del Friuli Venezia-Giulia attualmente in vigore (art. 9, art.10 e art.17) e con le Linee di indirizzo per il personale di supporto ai bibliotecari, recentemente deliberate dalla nostra Associazione (si veda https://www.aib.it/struttura/osservatorio-lavoro-e-professione/2013/34839-linee-indirizzo-personale-supporto-ai-bibliotecari/). In particolare, in quest’ultimo documento si sottolinea la necessità che le biblioteche siano gestite da bibliotecari e che il personale di supporto contribuisca, a titolo completamente gratuito, ad operazioni sussidiarie, in particolare per la promozione dei servizi.
Informiamo anche che è in via di completamento la Norma Uni (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) “Figura professionale del bibliotecario: requisiti di conoscenza, abilità e competenza“, che specifica appunto il bagaglio formativo e professionale indispensabile per esercitare questa professione.
Abbiamo riscontrato, in altri casi, come le piccole biblioteche, in tempo di crisi, abbiano scelto una modalità più economica ed efficace, affidandosi a professionisti, anche in cooperazione con altri comuni limitrofi.
La soluzione prospettata dalla Sua amministrazione non appare corretta, poiché promuove la sostituzione di personale preparato con semplici volontari, chiamati a gestire un servizio dotato di un elevato grado di complessità.
Si tratta di una deformazione, a fini impropri, di un’opportunità altrimenti positiva, come il contributo dei volontari del servizio civile, e di ogni tipo di volontariato previsto dalle norme, al lavoro dei bibliotecari e all’attività delle biblioteche.
Vi invitiamo pertanto a ripensare radicalmente il progetto alla luce di quanto esposto, riservandoci di agire nelle sedi competenti, al fine di richiamarvi al rispetto del principio generale di una gestione improntata a criteri professionali, eventualmente integrata solo in via sussidiaria dalla presenza di volontari.
Siamo ovviamente a disposizione per chiarimenti, informazioni e quanto altro potesse essere utile.
Distinti saluti,
Stefano Parise
Presidente AIB
Roma, 6 giugno 2013
Prot. n. 108/2013