Al Presidente del Consiglio dei Ministri
dott. Matteo Renzi
Al Ministro per i Beni, le Attività culturali e il Turismo
on. Dario Franceschini
Al Ministro per gli Affari esteri
on. Federica Mogherini
Al Sottosegretario di Stato con Delega alle Politiche Europee e al coordinamento,
con il Ministro degli Affari Esteri, delle attività inerenti il Semestre di presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea on. Sandro Gozi
p.c.,
al Presidente del Comitato consultivo permanente per il Diritto d’autore avv. Paolo Marzano
al Direttore generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto d’Autore Dott. Rossana Rummo
OGGETTO: Eccezioni e limitazioni al diritto d’autore a favore degli istituti culturali e della ricerca: questioni di merito e di metodo
Signor Presidente, Signori Ministri,
desidero esprimere profondo rammarico per la posizione di assoluta chiusura espressa dal delegato del Governo italiano, durante l’ultimo meeting dello Standing Committee on Copyright and Related Rights (SCCR) dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI), rispetto al programma, già concordato nel corso di precedenti sessioni, di predisporre la stesura di uno strumento legale che definisca gli elementi essenziali delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore a favore delle biblioteche e degli archivi e per la ricerca. Com’è noto, tale strumento è concepito allo scopo di armonizzare il quadro legislativo internazionale e permetterebbe di superare le molteplici barriere che oggi ostacolano la più ampia diffusione dell’informazione ed espongono il patrimonio culturale digitale, spesso fornito come servizio ad accesso temporaneo, al serio rischio di scomparsa nel volgere di pochi anni.
L’Associazione italiana biblioteche chiede da anni, almeno dal 2011[1], di essere ascoltata dai rappresentanti del Governo italiano su questo tema, proprio per illustrare in dettaglio le proposte in discussione e per evidenziare, da un lato, le opportunità offerte dalle tecnologie digitali e telematiche per lo sviluppo dei servizi bibliotecari nel rispetto di tutti gli interessi coinvolti, e, dall’altro, i problemi causati alle biblioteche e, di riflesso, ai loro utenti (ricercatori, studenti, cittadini, autori, imprese) da un sistema del diritto d’autore che le pone nella posizione di contraente debole, privo di garanzie e tutele efficaci nei confronti dei titolari dei diritti esclusivi.
Sebbene l’azione delle lobby dell’industria culturale sia finora riuscita a frenare qualsiasi serio tentativo di riforma, questi problemi non sono affatto ignoti alle autorità europee, tant’è che l’Agenda digitale per il 2020 prevede di affrontarli anche con iniziative finalizzate alla modifica delle direttive vigenti, dopo che sono inesorabilmente falliti gli innumerevoli tentativi attuati da anni dalla Commissione Europea di risolverli con forme di soft law o promuovendo soluzioni negoziate market-driven.
Per questo, riteniamo incomprensibile l’opposizione manifestata dall’Unione Europea alla stesura di uno strumento legale internazionale in materia di eccezioni e limitazioni nonostante gli accordi in tal senso già definiti in precedenti sessioni dello SCCR.
Ma l’Unione Europea è un’organizzazione di stati nazionali: quali sono gli stati membri che hanno ispirato questa inopinata opposizione? Gli interventi del delegato italiano sono apparsi tra i più ostili a qualsiasi riforma, evidenziando inoltre scarsa conoscenza delle caratteristiche dei servizi bibliotecari in ambiente digitale e scarsa cognizione della dimensione transfrontaliera delle esigenze della ricerca bibliografica e documentale, al punto da negare la rilevanza internazionale (non solo “domestica”) dei problemi della conservazione e della fruizione dei contenuti culturali.
In conclusione, poniamo alla vostra attenzione una questione di merito e una questione di metodo.
Nel merito: le biblioteche svolgono un servizio fondamentale e non sostituibile per il supporto alla ricerca, alla creatività, all’apprendimento, all’insegnamento, alla cittadinanza attiva; molteplici studi commissionati in ambito internazionale ed europeo hanno evidenziato come la carenza e la mancata armonizzazione delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore influisca negativamente sullo sviluppo e la conservazione delle collezioni delle biblioteche e sui servizi agli utenti. Legislazioni rigide, restrittive e disomogenee come quelle attualmente vigenti in materia di copyright, orientate a iperregolare le utilizzazioni possibili secondo i formati e le modalità di comunicazione, piuttosto che secondo le finalità, gli obiettivi e i contesti, generano inefficienze e fallimenti di mercato: accorciano il ciclo di vita delle opere dell’ingegno e, riducendo le opportunità di accesso, scoraggiano la diffusione e produzione di nuova conoscenza.
Confidiamo pertanto che, diversamente dalle posizioni assunte finora, il Governo italiano si faccia finalmente promotore, in Europa e nell’OMPI, dell’ampliamento, del rafforzamento e dell’armonizzazione delle eccezioni e limitazioni a favore di biblioteche, archivi e altri istituti culturali.
Quanto al metodo, il dibattito sulle proposte di riforma dovrebbe indurre il legislatore a raccogliere tutti gli elementi di conoscenza necessari per poi fare sintesi oppure operare delle scelte. Avevamo molto apprezzato l’approccio adottato nel 2007 dal Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore, orientato all’ascolto più ampio e trasparente di tutti i portatori d’interesse, pubblico e privato; l’istruttoria e i tavoli di confronto a suo tempo promossi da tale organismo sembravano preludere finalmente all’avvio di una stagione di riforme “intelligenti, sostenibili e inclusive” in un settore, quello della regolamentazione dei diritti nella filiera della conoscenza, che da sempre rappresenta un potente strumento di politica culturale e che vede coinvolti e talvolta contrapposti diritti di pari rilevanza costituzionale. Purtroppo, quella stagione fu presto archiviata e il confronto negli anni successivi è stato perlopiù circoscritto ai soli rappresentanti dei titolari dei diritti esclusivi. Ciò ha determinato quella visione a nostro parere parziale e limitata espressa negli ultimi anni dal Governo italiano sia nel dibattito in ambito OMPI/SCCR, sia in occasione dell’emanazione della direttiva 2012/28/UE sulle opere orfane.
Per colmare questa lacuna, confidiamo che l’AIB, che rappresenta tutte le tipologie di biblioteche italiane e dal 1930 ne promuove la qualità, la professionalità, lo sviluppo e la cooperazione in funzione dei bisogni del pubblico, sarà al più presto invitata a offrire il suo contributo di idee ed esperienza nelle sedi ove si formano le decisioni su aspetti del diritto d’autore rilevanti per i servizi bibliotecari e per l’accesso all’informazione: dall’implementazione della suddetta direttiva alla revisione del sistema europeo e internazionale delle eccezioni e limitazioni.
Per approfondire:
- Lettera delle associazioni bibliotecarie di tutti gli stati membri OMPI alla Commissione Europea Fulfill the promise of the Innovation Union: European research institutions, libraries and archives need balanced copyright laws.
- Risposte dell’Associazione italiana biblioteche alla Consultazione pubblica della Commissione Europea sulla revisione delle norme in materia di copyright, 5 marzo 2014;
- Proposte AIB per i servizi bibliotecari nazionali, la promozione della lettura e il diritto d’autore, 19 giugno 2013;
- Rosa Maiello, Politiche e legislazione dell’Unione Europea per la digitalizzazione del patrimonio culturale. “Digitalia”, 2013, n. 2;
- Principi fondamentali EBLIDA sull’acquisizione di e l’accesso a e-books da parte delle biblioteche, ottobre 2012.
In attesa di un gradito riscontro, colgo l’occasione per inviare i miei migliori saluti
Enrica Manenti
Presidente AIB
Roma, 20 maggio 2014
Prot. n. 94/2014
[1] Nota AIB prot. 223 del 21/12/2011 sulla proposta di trattato WIPO sulle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore a favore di biblioteche e archivi, https://www.aib.it/attivita/in-primo-piano/2012/16997-proposta-trattato-wipo/