Premiazione ed intervista alla vincitrice, Laura Beretta
Il 7 novembre 2007, in occasione del 54º Congresso nazionale AIB, si è svolta a Firenze la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio “Giorgio De Gregori”.
Si è trattato di una piccola cerimonia, che ha interrotto per pochi minuti lo svolgimento dell’Assemblea straordinaria. A ritirare il premio dalle mani di Francesco De Gregori, forse più emozionato della vincitrice, è stata Laura Beretta con l’opera L’accesso alla scrittura per i non vedenti nell’era digitale.
Francesco De Gregori ha raccontato che l’idea del Premio è nata in lui e in suo fratello Luigi per tener viva la memoria del padre, scomparso nel 2003, nel modo che Giorgio forse avrebbe preferito, stimolando cioè la crescita professionale dei giovani bibliotecari attraverso un piccolo riconoscimento dei loro studi.
La Giuria del Premio Giorgio De Gregori, composta da Alberto Petrucciani, Igino Poggiali e Andrea Paoli, si era riunita l’8 ottobre per scegliere l’opera vincitrice decidendo all’unanimità, dopo aver esaminato gli otto lavori partecipanti e averne apprezzato la qualità e l’interesse rispetto a un ampio ventaglio di tematiche e di attività bibliotecarie, di premiare L’accesso alla scrittura per i non vedenti nell’era digitale con questa motivazione:
“Il lavoro di Laura Beretta affronta con chiarezza e con notevole completezza il tema della lettura e dell’accesso all’informazione e alla conoscenza per le persone non vedenti e ipovedenti, soffermandosi in particolare sugli strumenti messi a disposizione da biblioteche specializzate o generali e dalle associazioni attive in questo campo, compresi i servizi a distanza o in rete. Analizza inoltre criticamente i vantaggi e gli svantaggi delle tecniche e degli strumenti disponibili (dal braille e dagli audiolibri fino alle apparecchiature e ai programmi più recenti alla data di conclusione del lavoro) e l’impatto delle nuove tecnologie su questa particolare tipologia di utenti, fornendo utili spunti di riflessione.
La Giuria rileva tuttavia che, per una futura pubblicazione, il lavoro richiederà un sistematico aggiornamento delle informazioni fornite, data la rapida evoluzione delle tecnologie e dei servizi descritti nel testo, oltre a una revisione della distribuzione delle parti e della relativa estensione, per la diversa funzione che possono svolgere in una tesi di laurea rispetto a un volume concepito come strumento professionale per l’avvio, la gestione o l’aggiornamento di servizi dedicati alle persone non vedenti nelle biblioteche, in istituti d’altro genere o in rete.
La Giuria desidera segnalare con particolare apprezzamento anche l’opera di Pierpaolo Recchia, La valutazione della disponibilità in biblioteca, nella quale emerge una notevole attitudine alla ricerca e all’approfondimento di tematiche complesse.”
L’appuntamento è ora al Congresso del 2008, nel quale verrà premiato il vincitore della seconda edizione del Premio e presentata la pubblicazione dell’opera vincitrice nel 2007.
Quattro domande alla vincitrice.
Chi è Laura Beretta?
Sona nata a Monza il 4 luglio 1975, mi sono laureata in Lettere Moderne – indirizzo Bibliografia e Biblioteconomia – alla Statale di Milano, dal 2002 lavoro in biblioteca e attualmente sono la responsabile della Biblioteca comunale di Lentate sul Seveso che fa parte del Sistema bibliotecario BrianzaBiblioteche. Le mie tre grandi passioni (lettura, cinema e musica) mi hanno portato a frequentare le biblioteche come utente-studente prima ancora che come “addetta ai lavori”.
Come è nata l’idea di un lavoro sull’accesso alla scrittura per i non vedenti?
Quando iniziai a scrivere la mia tesi fui spinta dal desiderio di portare a conoscenza le difficoltà incontrate da una persona a me cara, mia nonna materna ormai scomparsa, che amava leggere quotidiani e riviste per tenersi informata e romanzi prima di addormentarsi, ma che nei suoi ultimi anni, in seguito al peggiorare della vista, ha dovuto rinunciare a tale piacere. Questo disagio è comune a tutte quelle persone che si trovano ad affrontare problemi legati alla vista in età avanzata, per le quali è molto difficile poter continuare a leggere, sia per la poca dimestichezza con le nuove tecnologie, sia per la mancanza di abitudine a ricorrere all’aiuto degli altri: farsi leggere i libri o i giornali può risultare spesso alienante e comporta comunque un venir meno della dimensione intima che caratterizza la lettura.
Che difficoltà hai incontrato nel preparare la tesi?
Nel corso della stesura del mio lavoro ho incontrato non poche difficoltà: innanzitutto la tradizionale ricerca bibliografica che, vuoi per la specificità dell’argomento, vuoi per la continua e rapida evoluzione tecnologica, non è risultata pienamente soddisfacente ed esaustiva. In secondo luogo, sette anni fa il tema dell’accessibilità alla scrittura per i lettori svantaggiati in generale, e in particolare per le persone con problemi visivi, non vedenti e ipovedenti, non era particolarmente dibattuto e l’interesse a garantire l’accesso alle proprie informazioni da parte delle strutture pubbliche e private, non dedicate esclusivamente a tale fascia di utenza, era ancora scarso o comunque limitato a pochi casi sporadici. Tale disinteresse è indice della mancanza, nel nostro Paese, di una radicata cultura della disabilità: i servizi per persone svantaggiate sono nella maggior parte dei casi visti ancora come qualcosa in più, qualcosa di aggiuntivo, e non come qualcosa di dovuto o necessario; fortunatamente in questi ultimi anni sembra che le cose siano migliorate …
Di enorme aiuto, invece, sono state le numerose interviste che ho condotto ai direttori e ai collaboratori dei diversi enti e istituzioni: ho potuto così capire quali e quante difficoltà un cieco incontra nella lettura anche di un semplice testo, oltre a verificare concretamente come funzionano gli ausili a loro disposizione.
Dalla discussione della tesi a oggi sono passati sette anni. Come pensi di organizzare il lavoro di revisione in vista della pubblicazione?
Per prima cosa, riprenderò i contatti con i vari enti e le numerose associazioni che erano state oggetto della mia trattazione per conoscere eventuali lavori e progetti di rilievo emersi in questi ultimi anni e per verificare tutti gli eventuali aggiornamenti relativi alla dotazione informatica e alla tematica dell’accessibilità dei siti web. L’aspetto più interessante, però, sarà effettuare una ricerca per mettere in luce i recenti interventi attuati da parte delle biblioteche italiane, sia a livello di predisposizione di servizi speciali che di offerta di collezioni in formati alternativi.
Ringrazio ancora di cuore i figli di Giorgio De Gregori, Francesco e Luigi, e l’AIB per questa preziosa occasione che mi è stata concessa.