Addio a Eugenio Gatto

Alessandro Corsi e Eugenio Gatto, 19 Ottobre 2006 presso il Policlinico Gemelli a Roma

Il 19 novembre, sconfitto dal solito male incurabile, ci ha lasciati Eugenio Gatto.

Nato nel 1948, socio AIB dal 1991, Eugenio ha ricoperto numerosi incarichi all’interno dell’Associazione: vicepresidente della sezione Piemonte dal 1994 al 2000, componente della Commissione nazionale università e ricerca dal 1991 al 1996, è stato uno degli storici promotori della lista AIB-CUR, di cui è stato membro e coordinatore della segreteria tecnica dal 1992 ad oggi, e uno dei fondatori, nel 1995, del sito dell’Associazione AIB-WEB, di cui è stato vice-coordinatore fino al 2008, e coordinatore nel periodo 2008-2009.

Nel 2017 è stato nominato socio d’onore AIB in quanto riconosciuto come “Infrastruttura vivente della comunicazione professionale tra bibliotecari e ‘da’ bibliotecari.”
Nato come informatico e diventato bibliotecario solo in seguito, Eugenio ha promosso con rigore, come solo chi è nato nel secolo scorso sa fare, i principi del trattamento e della conservazione dei dati che sono fondanti per la nostra professione, unitamente a quelli dell’approccio etico e dell’imparzialità, e li ha applicati a campi, quelli del web e della posta elettronica, che troppo presto hanno cessato di essere strumenti di condivisione e di partecipazione, per diventare, ai nostri giorni, funzionali solo al business as usual. Nelle discussioni delle redazioni, a volte interminabili, solo per questi principi si scaldava e dimenticava la riservatezza delle origini piemontesi.

Parte della redazione AIB - 8 Marzo 1997 - presso la sede del Palinsesto a Firenze

Chi ha lavorato con Eugenio sa che è stato un compagno difficile, a volte quasi eccessivo, ma anche un maestro, che ha lasciato insegnamenti e riflessioni che pochi hanno imparato ad apprezzare ma che meritano di essere riscoperti e che fanno parte, a buon diritto, del bagaglio professionale di ogni bibliotecario che voglia cimentarsi con le teconologie.
Sul pensiero di Eugenio Gatto le cattedre di biblioteconomia potranno assegnare molte tesi di laurea.

A cura del Coordinamento AIB-WEB

Il Comitato Esecutivo Nazionale esprime cordoglio per la scomparsa di Eugenio Gatto, e profonda gratitudine per il suo operato e il suo esempio.

 

Ricordi di Eugenio

Antonella De Robbio

Con Eugenio che se ne va, se ne va una parte della biblioteconomia italiana, una parte di noi.
Si chiude un’epoca, si chiude una parentesi di vita della nostra professione. Definizioni, protocolli, linee guida, nulla sfuggiva al suo
occhio indagatore.
Le sue enigmatiche mail inviate da sistemi a schermo nero old stile sono un pezzo di storia LIS che ci rappresenta tutti come vecchia comunità di AIB-WEB.
Dapprima incomprensibili, le sue criptiche missive rilette con attenzione (anche più volte) risultavano un esempio di logica esemplare, coerenti e alla fine chiarissime nel loro contenuto.
Eugenio per noi tutti era un faro fisso, un solido pezzo di “codice” fatto persona. Alle volte, nel nostro immaginario collettivo di avanguardia LIS
(erano gli anni ’90), lo abbiamo immaginato nella sua “stanza” al Politecnico, magrissimo e curvo accanto al “suo/nostro” server a gestire liste di mail dei bibliotecari italiani, fiumi di mail sulle quali lui ha vegliato per decenni.
Ti ricorderemo con affetto e gratitudine caro Eugenio e ci mancherà la tua silenziosa presenza.

Riccardo Ridi

Ho conosciuto Eugenio Gatto nel 1991, quando entrambi entrammo nella Commissione Università-Ricerca dell’AIB coordinata da Sandro Bertoni. Ricordo, fra le sue primissime proposte, quella di creare una mailing-list per tenerci in contatto fra una riunione e l’altra, assumendosi personalmente l’incarico di girare via fax i messaggi a quelli di noi che ancora non disponevano di una casella di posta elettronica, tecnologia all’epoca non ancora universalmente diffusa neppure in ambito universitario. Due delle più importanti iniziative di quella commissione, per le quali collaborammo poi a lungo anche successivamente, furono la mailing list AIB-CUR (rapidamente attiva già dal 1992) e il sito AIB-WEB (iniziato a progettare a fine 1995, anche se il debutto avvenne solo all’inizio del 1997). Di entrambe Eugenio ha costituito per tanti anni l’anima non solo tecnica ma anche, oserei dire, “etica” e “stilistica”, preservandone i valori e i metodi con dedizione e abilità non comuni.

Eugenio, sia sul lavoro che nella vita privata (almeno a giudicare dalle purtroppo non numerosissime volte in cui ci siamo incontrati in tale veste, sempre insieme alla moglie Fernanda) era una persona che concedeva pochissimo alle mode del momento, alle urgenze immotivate, al parlare senza contenuti e alle vanità personali. Fedele alla logica, al rigore e alla sobrietà, è sempre stato difficilissimo indurlo a parlare o scrivere per un pubblico generico, ma, di fronte a un argomento su cui si ritenesse competente e a degli interlocutori davvero interessati, era prodigo di spiegazioni (preferibilmente sotto forma di e-mail) meditate, articolate e quasi sempre convincenti, almeno per chi fosse disposto a dedicare loro tempo e attenzione sufficienti.

Eugenio (insieme ad Alberto Petrucciani, anche lui recentemente scomparso, che ho conosciuto più o meno nello stesso periodo) è stato il mio vero maestro in una professione per la quale, pur essendo in un certo senso predestinato (con due genitori bibliotecari), non ho mai ricevuto un’istruzione formale. Ennesima conferma che, più delle scuole, contano gli insegnanti.

21  novembre 2024

Vittorio Ponzani

Il primo ricordo che mi viene in mente pensando a Eugenio è l’inizio delle nostre telefonate: al mio convenzionale “Come stai?” rispondeva sempre “Normalmente”. Era una risposta molto piemontese che a me (piemontese per metà) ha sempre colpito per la concretezza senza formalità e la sincerità.

Sono entrato nella redazione di AIB-WEB nel 2000, all’inizio del mio percorso di bibliotecario, e ho sempre considerato questa esperienza tra le più formative ed entusiasmanti, grazie al confronto – sempre diretto e leale – con tante colleghe e colleghi competenti e appassionati. Tra di loro, oltre a Riccardo Ridi e Vanni Bertini, certamente un ruolo davvero importante lo ha avuto Eugenio, tanto discreto quanto presente (una presenza “di peso”) quando era necessario.

Il suo rigoroso lavoro nell’organizzare coerentemente i materiali di AIB-WEB e nel documentare quanto veniva pubblicato, come pure la sua acribia nel normalizzare gli ‘oggetti’ dei messaggi di AIB-CUR, si accompagnava sempre con la ferrea volontà di condividere con gli altri il suo ‘metodo’ di lavoro, sintetizzabile nell’espressione “WWW da bibliotecari”. Un ‘metodo’ che ha segnato, virtuosamente, una generazione di bibliotecari, e che ora deve necessariamente essere valorizzato e consegnato a chi viene dopo di noi.

Giulia Visintin

Pensando a Eugenio, difficilmente il primo nome che gli si associa è quello di Benvenuto Cellini. Ma è stato Eugenio a farmene conoscere la famosa pagina sulla salamandra (nel capitolo quarto del libro primo della Vita). E da allora, molti anni fa, di rado ho ripensato ad Eugenio senza ricordare anche quando me ne aveva parlato. Dunque la “ceffata” presa dal piccolo Benvenuto funziona ancora, lungo i secoli.
Altre cose delle quali Eugenio mi è stato di esempio e insegnamento: che scrivendo le date in cifre e al contrario dell’uso solito – prima l’anno, poi il mese poi il giorno – si può facilmente tenere in ordine una grande quantità di cose. Che usando un set di caratteri assai contenuto si può scrivere in italiano con eleganza e precisione, incluse tutte le lettere accentate che occorressero. Che Ranganathan (anche di lui il primo a farmene il nome è stato Eugenio) è un maestro di stile, non solo di tecnica. E che la chiarezza e la precisione sono parte di quello stile. Che si può parlare senza cipiglio o sussiego anche, se non soprattutto, di ciò che si prende sul serio.
Forse davvero Cellini non era lontano da lui. Grazie Prinz Eugen, severo sorridente maestro.

Stefania Manzi & Alessandro Corsi

I miei saluti a Eugenio Gatto / Stefania Manzi, a cura di
Alessandro Corsi.
- Pisa, 2024-11-25
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"I miei saluti EG" era la forma di saluto che Eugenio usava nei
suoi messaggi su AIB-CUR, chi era iscritto alla lista se ne
ricordera' certamente.
Eugenio e' stato un maestro prima e un grande amico poi.
Da Eugenio ho imparato tante cose, le piu' varie: a scrivere in
html da terminale e senza CMS; a tracciare il percorso di un
documento attraverso i commenti che registrano la sequenza degli
aggiornamenti e la loro paternita'; a conoscere e seguire gli
standard; a conoscere il valore delle liste di discussione e in
particolare AIB-CUR; piu' in generale Eugenio ha guidato la mia
transizione verso il digitale, la rete, il web; devo a Eugenio
anche una speciale tecnica per tenere in ordine i sacchetti di
plastica, piegandoli fino ad ottenere un minuscolo triangolo; la
casa di Eugenio e Fernanda mi ha rivelato che si puo' abitare in
una Wunderkammer.
Conservo tanti altri ricordi di belle giornate passate insieme a
lui e Fernanda.
Grazie di tutto Eugenio. SM
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[reimpaginato da AC, secondo la "polizza di caratteri ISO 646"]

Rossana Morriello

La mia strada professionale ha incrociato diverse volte Eugenio Gatto, a Torino innanzitutto. Nei primi anni del mio percorso da bibliotecaria, sono stata eletta nel CER di AIB Piemonte ed Eugenio ne era il segretario, dopo aver svolto per due mandati il ruolo di vicepresidente della sezione. In quegli anni aveva tenuto per la sezione AIB piemontese un corso pratico di linguaggio HTML, uno dei primi in Italia, forse il primo, perlomeno tra i bibliotecari. Ho imparato da lui a scrivere il codice HTML “a mano” per creare le pagine web. Oggi uso un content management system ma posso ancora intervenire direttamente sul codice e posso spiegare ai miei studenti cosa c’è dietro una pagina web.
Con questa competenza acquisita sono entrata poco dopo nella redazione di AIB-WEB, di cui Eugenio era tra i coordinatori. Le discussioni infinite, a volte accese, durante le riunioni della redazione sono memorabili e chiunque ci fosse le ricorda. Si partiva da questioni tecniche per arrivare ad affrontare principi di etica e ontologia biblioteconomica. Per me sono stati momenti molto formativi. L’impostazione rigorosa e ferma di Eugenio si traduceva in posizioni molto rigide in AIB-WEB rispetto a temi importanti come l’accessibilità e la possibilità per tutti di fruire dei contenuti del sito. Per molto tempo, dopo la nascita di AIB-WEB nel 1997, questo è stato un tema centrale, non solo relativamente al sito dell’AIB, perché non tutti i computer avevano sufficiente potenza e larghezza di banda nella connessione Internet per poter visualizzare contenuti eccessivamente grafici e carichi di immagini, oppure formati proprietari come era allora il PDF, per esempio. Eugenio provava la visualizzazione con diversi browser, anche non grafici, per garantire la massima accessibilità, e si schierava contro l’uso di qualsiasi software e formato proprietario.
Nel 1997 ho cominciato a lavorare come bibliotecaria al Politecnico di Torino, dove era stato Eugenio ad occuparsi del sistema di catalogazione automatizzata in uso. Si trattava di MINISIS, un sistema allora con interfaccia a caratteri, non ancora grafica, a cui ci collegavamo da terminali video e poi da computer che lavoravano in emulazione di terminale. Il software era stato configurato da Eugenio nel totale rispetto degli standard ISBD e ogni sua indicazione era una regola da seguire.
Eugenio ha anticipato tante questioni che ancora oggi fanno discutere chi si occupa di tecnologie digitali; non accettava compromessi ma aveva le idee molto chiare e ferme sul ruolo della tecnologia in biblioteca.

Maurizio Di Girolamo

Ciao Eugenio, non trovo parole adatte a descrivere quanto tu abbia dato, umanamente prima che professionalmente, a una comunità che in un modo o nell’altro, a partire dagli anni ’80, ha cambiato radicalmente la maniera di intendere la gestione delle informazioni e le biblioteche. Troppo forte è il rischio, da parte mia, di confondere il ricordo nostalgico della gioventù con un’auspicabile valutazione oggettiva di quel passato che abbiamo condiviso.
Ti ho sempre immaginato come un Gandalf il Grigio in cui razionalità e coraggio delle proprie idee si mischiavano a beneficio di tutti noi. Hai saputo più di tutti conciliare elementi apparentemente distanti, ricordo con nostalgia le tue procedure “semi-automatiche”, mirabile esempio di un rigore matematico applicato a un buon senso e a un’umanità di altri tempi.
Ti ricordo così, “a righe e a quadretti”, come tu stesso amavi definire i modi solo apparentemente diversi di interpretare la realtà.
Grazie per tutto quello che ci hai insegnato e che spero, almeno in minima parte, di essere stato capace di applicare nel corso della mia vita.