Il bilinguismo come ponte tra le culture
Fare delle lingue di ciascuno un’opportunità per tutti, Caterina Ramonda, Formatrice Dulala-D’une langue à l’autre per Italia e Francia-PACA
Il plurilinguismo è una caratteristica della nostra società e la sua valorizzazione una sfida che coinvolge soggetti diversi. Sempre più studi scientifici sottolineano i vantaggi del crescere bilingui e plurilingui (dallo sviluppo cognitivo ai risultati scolastici e professionali tra gli altri).
Dulala – D’une langue à l’autre si occupa dal 2009 di plurilinguismo, nell’idea che possa essere lievito nella società per favorire stesse possibilità per tutti e per lottare contro le discriminazioni. Ha negli anni sviluppato diversi campi di azione (formazione, laboratori, produzione di risorse e strumenti) per accompagnare chi lavora in campo educativo, culturale, sociale e sanitario nel progettare intorno alle lingue, proponendosi di sensibilizzare alla pluralità linguistica anche attraverso la narrazione con strumenti come il kamishibai plurilingue e il relativo concorso internazionale, gli albi realizzati con le edizioni Syros, le produzioni originali delle Storie in Scatola e del kit Fabulala.
Da fine 2019 Dulala opera non solo a livello internazionale nei paesi francofoni, ma anche in Italia, dove ha cominciato a portare le proprie risorse in una serie di formazioni e laboratori con bibliotecari e insegnanti.
Tante storie, tante lingue. Le azioni del Centro COME, Ilaria Colarieti, insegnante di italiano lingua seconda del Centro Come
Nella nostra società l’uso di più lingue è un’abilità diffusa, ma diversi fattori sociali e culturali portano ad elaborare rappresentazioni diverse dei sistemi linguistici che compongono lo spazio linguistico europeo uno sguardo alla normativa – in particolare alle Linee pedagogiche per il sistema integrato “zerosei” e agli Orientamenti interculturali – può aiutare ciascuno a fare proprie attenzioni e consapevolezze volte al riconoscimento dei saperi e delle competenze di bambine e bambini provenienti da contesti migratori. Il Centro Come si occupa dal 1994 di insegnamento/apprendimento dell’italiano come lingua seconda, di plurilinguismo e narrazione promuovendo l’adozione di buone pratiche per l’inclusione, attuando progetti, formando docenti ed educatori, elaborando materiali e strumenti, alcuni dei quali saranno mostrati nel corso dell’intervento.
Apprendimento delle lingue ed esperienze condivise precoci, Giorgio Tamburlini, presidente Centro per la Salute del Bambino
Diversamente da quanto si riteneva fino a un paio di decenni fa, l’esposizione precoce a più lingue, purché parlate sufficientemente bene, non crea problemi nello sviluppo del linguaggio, anzi potenzia le reti neurali che sovrintendono all’apprendimento linguistico, con vantaggi evidenti sulla capacità di apprendere più lingue con la fonetica appropriata. Inoltre, l’apprendimento precoce di più lingue (e linguaggi, come quello artistico o musicale) contribuisce a creare menti flessibili, aperte alle diversità, anche concettuali.
Nell’apprendimento delle lingue, così come nello sviluppo di altre competenze, cognitive e non, giocano un ruolo fondamentale le esperienze condivise, cioè quelle attività in cui il bambino condivide l’attenzione e attiva uno scambio – di parole, gesti, sguardi – con l’adulto di riferimento. Una di queste (la più studiata nei suoi effetti benefici sia sullo sviluppo del bambino che sulla relazione con il genitore/caregiver) è la lettura. Altre sono l’esperienza sonora, la danza, il gioco, l’esplorazione della natura. Le attività condivise potenziano di fatto l’attenzione del bambino con un effetto dimostrabile di maggiore attivazione delle reti neurali coinvolte. Una ragione di più per promuovere la magìa della lettura condivisa e dialogica.
Mamma Lingua in giro per l’Italia
Mamma lingua a Latiano: un’esperienza ponte tra biblioteca e comunità straniere, Monja De Nitto, mediatrice culturale Biblioteca innovativa di comunità G. De Nitto di Latiano
Il Comune di Latiano accoglie Mamma Lingua in un contesto particolarmente incline a far convergere comunità straniere residenti e progetti di lettura in lingua madre. Questa congiuntura favorevole è determinata dalla presenza, a partire dalla fine degli anni ’70, della comunità marocchina prima e di quella albanese poi, a partire dagli anni ’90, quando inizia il grande esodo che ha interessato il territorio brindisino. La comunità straniera residente più numerosa è quella proveniente dal Marocco, seguita dall’Albania e dalla Romania. Dal 1990 è presente la Moschea e una macelleria Halal, uniche in provincia di Brindisi. Attualmente esistono due associazioni, El Amal, La Speranza, a partecipazione esclusivamente maschile e comunitaria, e un’altra, di recente costituzione, Annasr, La Vittoria, fondata da una donna marocchina, al cui interno, oltre a mediatrici culturali di lingua araba e mamme marocchine, si possono trovare cittadini e cittadine latianesi. La scuola di Latiano è un altro luogo, con il suo mosaico di lingue e culture, privilegiato di scambio e attività interculturali ormai strutturate: alunni e alunne di lingua araba marocchina, di lingua albanese, bimbe e bimbi nate da coppie miste (Italia-Senegal, Italia-Egitto), di lingua portoghese, maliana, nigeriana, cinese, romena e donne straniere che al suo interno hanno imparato i primi rudimenti scritti della propria lingua e dell’italiano. Nel costituire il gruppo di lavoro necessario alla realizzazione delle azioni del Progetto è stato prioritario coinvolgere tutte le mamme straniere con competenze in L1 e in L2, che, insieme a tutte le altre figure richieste dal progetto, hanno partecipato attivamente, seppur tra mille difficoltà, alla formazione sui libri. Mamma Lingua ha stimolato, nel territorio, una riflessione più ampia sul tema dell’incontro e ha stimolato il dibattito territoriale sul potenziamento dei servizi interculturali e di accoglienza nella fascia 0-6 anni e non solo. In particolare ha fatto emergere l’esigenza di:
- strutturare una rete significativa tra biblioteca, scuola, servizi socio-sanitari del territorio.
- individuare figure che facilitino la comprensione in L2 e che recuperino quell’identità linguistica patrimonio della propria unicità di fronte al mondo;
- ripartire dal Protocollo di Accoglienza, contenitore di dati quantitativi e qualitativi rispetto alla “carta d’identità” dell’alunno straniero, strumento fondamentale e bussola degli interventi didattici relativi al bilinguismo;
- riconoscere importanza alla traduzione degli avvisi (in biblioteca e a scuola) in lingua rivolti alle famiglie;
- attribuire maggiore valore alla lettura condivisa in lingua madre e necessità di avvicinare le famiglie alla scuola utilizzando le figure di riferimento delle comunità con funzioni di mediazione culturale;
- coinvolgere le donne con i loro saperi e le pratiche di accoglienza derivanti dai loro copioni culturali;
- attivare la partecipazione al fine di arricchire il patrimonio culturale e “fare memoria sul fare comunità”.
Il Presidio nella regione plurilingue: il Friuli Venezia Giulia, Roberta Garlatti, già responsabile Biblioteca ragazzi Comune San Vito al Tagliamento
Il progetto “Mamma lingua. Storie per tutti nessuno escluso” è stato accolto con entusiasmo nella regione Friuli Venezia Giulia fin dal suo avvio nel 2021 e ha trovato terreno fertile per un suo proseguimento anche dopo l’anno di sperimentazione. Nella regione infatti molte sono le situazioni di co-presenza di diverse lingue d’origine e di bilinguismo e il progetto ha avuto una buona risposta in quanto, oltre a promuovere l’inclusione, ha visto un’ulteriore possibilità di valorizzare la propria lingua madre, il friulano, e le altre lingue riconosciute ufficialmente in regione e precisamente lo sloveno e il tedesco. “Mamma lingua” ben si inserisce inoltre nel grande contenitore progettuale di Leggiamo 0-18, progetto regionale di promozione alla lettura, nella sezione “Nessuno escluso” dedicata all’inclusione e all’accessibilità. La scelta si è rivelata un’opportunità per estendere e valorizzare la mission del progetto” Mamma Lingua” ben oltre l’area di intervento inziale, e cioè il territorio dove ha sede il presidio regionale, la Biblioteca Ragazzi di San Vito al Tagliamento (PN) e ha consentito di coinvolgere in modo attivo famiglie straniere e creare sinergie con associazioni ed istituti che operano nell’ambito del mutilinguismo.
Mille modi di leggere. Plurilinguismo in biblioteca, Gabriele Mercadante, bibliotecario di booq bibliofficina di quartiere
Dall’arrivo della valigia Mammalingua presso booq, la bibliofficina si è arricchita di un patrimonio librario in linea con le intenzioni e le attività svolte dalla nostra associazione. Un esempio è la presenza delle Ideas Box di BSF, una mediateca modulare e itinerante studiata appositamente per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri e il mantenimento della lingua madre per chi arriva in Italia da richiedente asilo. Grazie ai nostri rapporti col CPIA Nelson Mandela di Palermo e al lavoro svolto con le donne del quartiere Ballarò, la fruizione dei libri della valigia, soprattutto quelli in lingua araba, ha avuto un ottimo riscontro sia per studiare l’italiano che per leggere i libri ai propri figli.
Via via i libri della valigia esposti nella sala lettura per bambine e bambini di booq hanno attratto tutti i bambini di origine non italiana che frequentano la bibliofficina, principalmente di lingua bengalese, cinese e rumena. Uno dei risultati più affascinanti è vedere i compagni di classe stranieri leggere questi libri agli italiani che ascoltano rapiti una lingua a loro sconosciuta.
Per quanto riguarda gli incontri di formazione dopo il primo con Giovanna Malgaroli, abbiamo avuto altri tre incontri:
Enrica Battista di Arabook è venuta a parlarci da booq della loro realtà editoriale in occasione della presentazione del libro di Lena Merhej Marmellata con laban edito da Mesogea.
A novembre 2021 in seguito a un invito dell’Università degli Studi di Palermo per il convegno Biblioteche, media e inclusione sociale presso il Centro linguistico di Ateneo nei locali del complesso di Sant’Antonino a Palermo.
A dicembre 2021 presso l’asilo Il piccolo mondo di Caltanissetta, insieme a NpL di Enna e Caltanissetta e alle cooperative sociali Etnos e I Girasoli che si occupano di accoglienza. Queste realtà hanno potuto usufruire della valigia per due mesi.
Mamma lingua nell’esperienza del Comune di Firenze, Fiorenza Poli, bibliotecaria referente Servizi 0-6 anni Biblioteche comunali fiorentine
Il progetto ML a Firenze è stato sviluppato creando una rete operativa tra biblioteche e Servizi educativi di Nidi e Scuole Materne: questa collaborazione ha dimostrato che lavorando insieme si può sostenere la genitorialità, soprattutto quella più fragile e più bisognosa di integrazione.
Parliamoci chiaro, Emanuela Bussolati, autrice di libri per ragazze e ragazzi
Come lavorano le immagini sulla lingua? Quandosuccede che sulla mamma lingua dell’intorno famigliare si inserisce la cultura a dare la sua impronta all’esperienza e alla lingua?
Le parole sono convenzioni che all’inizio i bambini non rispettano affatto: le inventano seguendo una logica personale, cucendo ragionamenti, suoni, affinità.
C’è un mondo interiore e c’è un mondo “fuori” col quale bisogna bene comunicare e bisogna comunicare bene. E tutto è piuttosto complicato se si scontra con le “regole”, che spesso non hanno senso logico per il bambino.
Capita poi che in alcune occasioni il bambino possa o non possa identificarsi in una narrazione, in una immagine, in un testo scritto e letto… Capita che diventi, pur piccolo, un traduttore. Capita che sia diviso tra la lingua delle radici e la lingua delle foglie e dei rami…
Capita che, crescendo, la sua esperienza attraversi sleng, mode linguistiche, lingue secretate, talking buissiness, parole discriminatorie…
Come possono la scuola, la società, le situazioni fuori dalla famiglia accogliere e arricchire la mammalingua del bambino?
Tantissimi temi da approfondire e sperimentare. I libri con figure possono essere i paletti catarifrangenti del percorso di accoglienza del nuovo bambino da 0 anni in su.
Dunque, parliamoci chiaro: forse gli adulti devono parlare come adulti ma utilizzando le immagini del bambino a cui si rivolgono. E aprirgli via via altre immagini, senza spegnere le sue.