Si terrà a Roma il 22 e 23 novembre 2018 il 60° Congresso nazionale dell’Associazione italiana biblioteche e s’intitolerà “Che cos’è una biblioteca?”.
Come Associazione rappresentativa, insieme, della pluralità e della unicità del mondo bibliotecario italiano, avvertiamo la responsabilità di promuovere un confronto pubblico, internazionale e nazionale, sull’identità delle biblioteche e sulle politiche pubbliche necessarie per il loro sviluppo.
Metteremo a fuoco destinazione, specificità, servizi e requisiti comuni delle biblioteche e del sistema bibliotecario nazionale e verificheremo come e perché la presenza o l’assenza di servizi bibliotecari qualificati possa segnare la vita dei singoli e delle comunità.
Sarà un Congresso programmatico, in preparazione del quale intendiamo suscitare una discussione a 360 gradi, all’interno e all’esterno del mondo delle biblioteche, e sarà preceduto e seguito da momenti di approfondimento su aspetti specifici.
Le biblioteche sono tra le istituzioni più diffuse, longeve e flessibili della storia dell’umanità, godono di uno statuto internazionale, riconosciuto dall’UNESCO e strettamente connesso alla tutela dei diritti umani fondamentali di libertà e uguaglianza. Lo hanno conquistato grazie alla loro straordinaria, connaturata attitudine a costruire relazioni tra i documenti e le informazioni, tra le persone, tra le epoche, tra le culture e le civiltà, ed è questa la core mission che le accomuna tutte. Attorno ad essa si costruiscono le loro collezioni, i loro linguaggi, dai cataloghi all’organizzazione degli spazi, i servizi di base e quelli evoluti, sviluppo di programmi per l’apprendimento lungo l’arco di tutta la vita, per la digital literacy, per la promozione della lettura fin dall’infanzia, per la diffusione dell’accesso aperto al patrimonio culturale e ai prodotti della ricerca scientifica, per il superamento delle condizioni di svantaggio fisico, cognitivo, sociale, per la valorizzazione delle diversità culturali, per la diffusione di informazione affidabile, per il contrasto a ogni forma di censura, per la partecipazione attiva alla creazione di nuova conoscenza.
Sono servizi di cui vi è un bisogno crescente, come dimostra il successo delle biblioteche che funzionano, dove ci sono.
Eppure, in paesi come l’Italia la loro stessa istituzione, le loro prerogative, il grado di autonomia e le dotazioni di cui possono disporre in questo o quel territorio sono variabili dipendenti dalle scelte degli amministratori di turno, così come variabili dipendenti dalle politiche di apertura e dall’etica professionale degli stessi operatori sono le reali opportunità di accesso, utilizzo e rielaborazione critica che offrono ai loro pubblici. Non è raro che qui qualcuno le consideri una sottospecie dei musei, o si chieda perché tutto quel patrimonio librario antico e di pregio che alcune posseggono debba essere messo a disposizione gratis comportando solo spese vive di gestione e conservazione, quando potrebbe essere valorizzato economicamente.
Proprio quest’anno ricorre un significativo ventennale: nel 1998 l’AIB pubblicava una ipotesi di legge-quadro sulle biblioteche e sui servizi di accesso al pensiero, alla cultura e all’informazione, al fine di “colmare il vuoto di prospettiva politica e civile” sul tema. La proposta aveva l’ambizione di: definire il ruolo della biblioteca e il suo posizionamento “nell’alveo dei princìpi e degli orientamenti delle principali organizzazioni e istituzioni internazionali in questo settore” e “semplificare radicalmente la leggibilità del sistema da parte del pubblico con opportuni interventi sia sull’organizzazione che sulla sua carta dei servizi”.
L’articolo 1 della proposta affermava alcuni principi elementari: “ogni cittadino ha diritto di avere i servizi di biblioteca pubblica dal suo comune; gli studenti ed i docenti hanno diritto di avere i servizi di biblioteca dalla scuola o dall’università presso la quale svolgono la loro attività; ogni cittadino ha diritto di avere accesso, nella sua regione, a una biblioteca centrale che documenti in maniera esauriente la cultura e la produzione editoriale della regione stessa; la Repubblica garantisce il diritto di tutti gli abitanti del territorio nazionale a fruire, attraverso la rete delle biblioteche e dei servizi, […] dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali di cui al successivo art. 6 (deposito legale, bibliografia nazionale, prestito interbibliotecario ecc., n.d.r.)”.
Siamo nel 2018 e quei principi elementari appaiono ancora talmente rivoluzionari che anche l’ultima legislatura si è conclusa con l’archiviazione di una proposta di legge sul libro e la promozione della lettura e delle poche norme-cornice sulle biblioteche in essa presenti.
Il 60° Congresso AIB partirà da quel vuoto di prospettiva e di progettualità politica che sembra contrassegnare la fase attuale e proporrà una nuova campagna per le biblioteche italiane.
Tutte le articolazioni dell’AIB (Sezioni regionali, Osservatori, Commissioni nazionali, Gruppi di lavoro) saranno chiamate a dare il loro contributo per elaborare una visione di sistema che possa entrare nell’agenda politica delle istituzioni della repubblica, delineando un profilo più nitido del servizio bibliotecario nei diversi contesti e per le diverse fasce di pubblico.
Il Comitato scientifico incaricato della stesura del programma sarà ampiamente rappresentativo delle diverse componenti della nostra professione e della nostra Associazione. Presieduto dall’Associato d’onore Tommaso Giordano, vedrà la partecipazione di: Cristian Bacchi (coordinatore del Gruppo di lavoro sulle Biblioteche digitali); Laura Ballestra (coordinatore della Redazione della DFP, Documentazione di fonte pubblica); Cecilia Cognigni (coordinatore della Commissione Biblioteche pubbliche); Anna Lucarelli (referente sui temi delle Biblioteche e servizi nazionali); Sandra Migliore (coordinatore del Gruppo di lavoro sull’Information literacy); Serafina Spinelli (coordinatore della Commissione nazionale Biblioteche di università e ricerca); Rosa Maiello (presidente nazionale e coordinatore dell’Osservatorio legislativo) e Vittorio Ponzani (vice presidente nazionale, coordinatore dell’Osservatorio sulle Biblioteche italiane e co-coordinatore dell’Osservatorio sulla Formazione).
Roma, 5 marzo 2018