Sabato 23 marzo alle ore 11.00, presso la Sezione Moderna della Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine, si è svolto un incontro pubblico in cui i referenti dei Sistemi bibliotecari della regione hanno illustrato agli amministratori e ai candidati alle prossime elezioni regionali, le proposte per lo sviluppo della rete bibliotecaria regionale. Organizzato dall’AIB FVG e dal Sistema Bibliotecario dell’Hinterland udinese, con la partecipazione dei Sistemi bibliotecari della regione, l’appuntamento ha richiamato un nutrito numero di bibliotecari accompagnati dai loro amministratori (presenti 12 dei 14 sistemi costituiti in regione) e di numerosi candidati alle prossime elezioni in rappresentanza di quasi tutte le forze politiche.
L’obiettivo dell’incontro, pensato all’indomani della comunicazione dei tagli apportati dalla Regione alle risorse finanziarie destinate alla Biblioteche (una riduzione che portava i contributi da 695.000 a 320.000 euro, ora assestatasi a 480.000 con le ultime variazioni di bilancio), è stato di illustrare ed approfondire alcuni dei temi individuati come salienti per una politica regionale in grado di sostenere le attività delle nostre biblioteche, da molto tempo non più soltanto depositi della memoria storica, ma anche e soprattutto luoghi della socializzazione, dell’alfabetizzazione e dell’educazione permanente dei cittadini.
I contributi sono stati anticipati da alcuni dati statistici che costituivano la parte conclusiva della lettera che l’AIB FVG e i Sistemi avevano rivolto a tutti i candidati invitandoli all’incontro pubblico.
Dalle relazioni e dal successivo dibattito è emerso come fondamentale il ruolo di coordinamento della Regione in materia di biblioteche e al fine di espletare al meglio i propri compiti e le proprie funzioni è ormai improcrastinabile la creazione di un ufficio regionale delle biblioteche. Da esso, la cui funzione sarebbe di affiancamento delle Biblioteche di capoluogo o dei Sistemi bibliotecari più significativi, dovrebbero prendere vita quei servizi di eccellenza su scala regionale, che vanno dal prestito interbibliotecario a progetti di tutela e catalogazione nel campo del libro antico, dall’applicazione della legge sul deposito legale ai piani di digitalizzazione. Non da ultima è stata ribadita l’importanza della formazione dei bibliotecari che, in un’epoca di continua evoluzione tecnologica come quella attuale, si basa su quell’aggiornamento costante di cui si dovrebbe far garante proprio un ufficio regionale delle biblioteche.
Ciò che le biblioteche hanno reclamato è dunque una maggiore considerazione da parte di chi ci governa, nella consapevolezza del pieno significato educativo, informativo e di conoscenza che la biblioteca pubblica incarna in sé. Proprio in un momento di crisi economica la biblioteca diventa un presidio innegabile di democrazia e di pari opportunità di crescita sociale. La Regione o, meglio, chi ci amministrerà nei prossimi cinque anni, chiunque sia, non deve dimenticarlo.