Convegno AIB CILW 2016. La rinascita delle risorse dell’informazione: granularità, interoperabilità e integrazione dei dati

Il Gruppo di studio AIB Catalogazione, indicizzazione, linked open data e web semantico (CILW), la Sezione Lazio dell’AIB e la Biblioteca nazionale centrale di Roma promuovono il Convegno AIB CILW 2016: La rinascita delle risorse dell’informazione: granularità, interoperabilità e integrazione dei dati in programma a Roma il 21 ottobre 2016.

Abstract, tema del convegno e obiettivi

Abstract

Nello spazio del Web dei dati, che tipo di convergenza è realmente possibile attuare tra i diversi istituti culturali che si occupano della gestione delle risorse della conoscenza? Ci sono realmente i presupposti storici, teorici e pratici per ripensare in tal senso le strategie dell’informazione? Qual è lo stato dell’arte dei progetti MAB (Musei, Archivi e Biblioteche) e LAMMS (Libraries, Archives, Museums, Monuments and Sites)?
Sulla base di queste domande, e delle possibili risposte, il Gruppo di studio AIB-CILW lancia una giornata di studi e di incontro tra studiosi e professionisti dell’ambito della Library and information science (LIS) e delle discipline collegate.

Tema del convegno

I mutamenti tecnologici che stiamo vivendo, la crescente massa di informazione prodotta e la sempre minore presenza di sostegni finanziari agli istituti culturali, stanno gravemente condizionando la gestione e la cura delle risorse informative. È sempre più alto, infatti, il rischio che siano ‘trascurate’ quelle risorse dell’informazione e della conoscenza che invece dovrebbero essere al centro dell’interesse delle persone e della società civile.
Eppure proprio i mezzi dell’economia e della tecnologia possono essere concretamente indirizzati allo sviluppo di nuove occasioni per la rinascita delle risorse della conoscenza, adeguate ai crescenti livelli di sviluppo della società dell’informazione. Uno dei fattori trainanti di questa possibile rinascita sono la condivisione e la convergenza di strumenti e intenti degli istituti culturali.
Nonostante le differenze di appartenenza istituzionale, infatti, i diversi istituti che gestiscono e mediano le risorse della conoscenza sono naturalmente portati dalla ‘convergenza al digitale’ ad affrontare problemi affini riguardo il trattamento delle risorse stesse (descrizione, catalogazione, metadatazione, indicizzazione, diffusione, conservazione). Il fine perseguito, inoltre, è sempre stato equivalente e parallelo: offrire un servizio alle persone per l’accrescimento della cultura e della conoscenza, individuali e dell’intera società.
Riguardo a questi temi, il Web semantico e i linked open data (LOD) hanno creato un grande entusiasmo generando molte aspettative per lo sviluppo dei progetti di gestione condivisa delle risorse e prospettando una reale integrazione tra i dati di qualunque tipologia e provenienza.

Obiettivi

Il Convegno AIB CILW 2016 mira, anzitutto, a realizzare la riunione delle esperienze, delle ricerche e degli studi sul tema dell’innovazione teorica, metodologica, tecnologica e professionale in area MAB e LAMMS, con particolare riguardo alle tecnologie dei LOD e al progetto del Web semantico.
La prima parte del convegno è volta a proporre una riflessione teorica, organica e innovativa, in grado di chiarire i principali aspetti del tema della convergenza delle risorse informative tramite i dati collegati.
La seconda parte, organizzata tramite call for proposals in una serie di ‘lightning talks’, punta a dare l’opportunità ad altri studiosi, oltre gli invitati, di esporre le proprie idee ed esperienze sui temi trattati.
La terza parte è orientata alla discussione di progetti ed esperienze in grado di esemplificare le potenzialità applicative dei LOD e del Web dei dati.
L’intera giornata mira, inoltre, al consolidamento della comunità interdisciplinare degli studiosi e dei professionisti per lo scambio dei risultati delle proprie attività, con respiro internazionale (i contributi, infatti, sono ammessi sia in italiano sia in inglese).
Lo scopo è creare una nuova occasione di discussione e di organizzazione, in cui aspetti teorici e pratici, storici e professionali, culturali, sociali e interdisciplinari, possano avvicinarsi nel delineare un progetto di sviluppo condiviso e praticabile, a vantaggio delle reali necessità culturali delle persone.

Comitato scientifico

  • Enzo Borsellino (Università degli studi Roma Tre)
  • Simonetta Buttò (Istituto centrale per il catalogo unico)
  • Silvana de Capua (Biblioteca nazionale centrale di Roma)
  • Andrea De Pasquale (Biblioteca nazionale centrale di Roma)
  • Maria Guercio (Sapienza Università di Roma)
  • Andrea Marchitelli (CINECA)
  • Alberto Petrucciani (Sapienza Università di Roma)
  • Vittorio Ponzani (Istituto superiore di sanità)
  • Giovanni Solimine (Sapienza Università di Roma)
  • Marinella Cisternino (Istituto Regina Elena)
  • Elena Corradini (Biblioteca comunale di Ala)
  • Antonella Iacono (Biblioteca civica di Biella)
  • Roberto Morelato (Cooperativa Libriliberi Bolzano)
  • Roberto Raieli  (Università degli studi Roma Tre)
  • Antonella Trombone (Università della Basilicata)

Call of proposal

Call for proposals sessione lightning talks

Nello spazio del del Web dei dati, che tipo di convergenza è realmente possibile attuare tra i diversi istituti culturali che si occupano della gestione delle risorse della conoscenza?

Ci sono realmente i presupposti storici, teorici e pratici per ripensare in tal senso le strategie dell’informazione?

Qual è lo stato dell’arte dei progetti MAB (Musei, Archivi e Biblioteche) e LAMMS (Libraries, Archives, Museums, Monuments and Sites)?

Sulla base di queste domande, e delle possibili risposte, il Gruppo di studio AIB-CILW organizza una giornata di studi e di incontro tra studiosi e professionisti dell’ambito della Library and information science (LIS) e delle discipline collegate.

Nell’ambito del convegno è prevista una sessione aperta al contributo di qualunque studioso delle tematiche proposte nell’incontro.

La partecipazione alla sessione è aperta a tutti, tramite la proposta e la selezione della relazione da presentare.

Le relazioni seguiranno lo stile del ‘lightning talk’, e saranno brevi e incisivi commenti di tipo teorico o dimostrazioni di carattere pratico.

Potranno essere proposte, sia in italiano sia in inglese, relazioni che relativamente alla tematica del convegno presentino nuove idee, intuizioni, modelli, spunti, prospettive, note critiche o qualunque altra annotazione teorica, oppure presentino esperienze, realizzazioni, prototipi, progetti, resoconti o qualunque altra esposizione pratica.

Il titolo provvisorio della sessione è L’universo delle risorse culturali: lampi di genio e azioni concrete.

I principali argomenti da trattare nel convegno sono inclusi nella presentazione del tema e negli obiettivi, ma non sono limitati a questi.

Guida e consigli per il lightning talk

Le presentazioni potranno essere tenute in italiano o in inglese.

Il tempo a disposizione per ogni presentazione è di 5 minuti. Tale tempo è rigidamente calcolato dal moderatore, che interverrà per interrompere la presentazione nel caso ecceda nella durata.

Lo spirito e lo scopo di questo genere di presentazione sono quelli di attrarre il più possibile l’attenzione e l’interesse del pubblico, presentando idee o esperienze in modo vivace e accattivante. A tale scopo è consigliato l’uso di slide ‘creative’, con testi brevi, stringhe essenziali, icone o motti.

È consigliato anche l’uso di immagini, fotografie, esempi visivi, grafici, animazioni o effetti sonori.

È consigliato, infine, concentrarsi su un solo tema, da esporre in poche slide, in modo attraente, provando e controllando in anticipo il tempo necessario per l’esposizione.

Saranno ammesse alla presentazione durante il convegno AIB CILW fino a 6 proposte.

Proposta degli abstract

Inviare gli abstract relativi al talk proposto all’indirizzo email: cnc@aib.it

Inserire come oggetto: CFP AIB CILW 2016 [cognome autore/i]

Inviare la proposta entro il: 20 giugno 2016  scadenza estesa al 10 luglio 2016 

Contenere la descrizione dell’abstract entro i 2.000 caratteri circa (spazi compresi).

È consigliata l’aggiunta alla descrizione di immagini, grafica, animazioni e altro materiale che contribuisca alla rappresentazione dell’idea.

Allegare all’abstract una brevissima descrizione del proprio profilo di studioso/professionista, nonché i recapiti necessari all’identificazione e ai contatti.

La valutazione sarà a cura del gruppo di studio AIB-CILW e di altri partecipanti al Comitato scientifico del convegno.

Entro il 31 luglio 2016 gli autori saranno informati dell’accettazione o meno della proposta, o di eventuali modifiche da apportare.

L’abstract definitivo dovrà essere consegnato entro la data che sarà comunicata. Le slide definitive dovranno essere consegnate entro il giorno precedente la presentazione.

I partecipanti ai lightning talk saranno invitati a proporre una rielaborazione scritta della propria presentazione, che sarà valutata per la pubblicazione sulla rivista AIB studi (n. 1 del 2017).

Date e deadline

Invio proposte entro: 20/06/2016  scadenza estesa al 10 luglio 2016

Esito proposte entro: 31/07/2016

Invio abstract definitivi entro: (data da comunicare)

Invio slide definitive entro: 20 ottobre 2016

Data presentazione talk: 21 ottobre 2016

English version

Call for proposals: Lightning Talks Session

Inside the Web of Data, what kind of convergence is to be implemented among the different cultural institutions that are in charge of the organization and curation of knowledge resources?

Are there sufficiently convergent historical, theoretical, and practical bases to build on and rethink about information strategies?

Which is the current state-of-the-art of the LAM projects (Libraries, Archives, and Museums) and LAMMS (Libraries, Archives, Museums, Monuments and Sites)?

Based on these questions, and possible answers, the AIB-CILW Study Group invites to a Conference where scholars and professionals of the Library and Information Science (LIS) field and related disciplines shall meet and discuss.

Within the Conference there will be a Session open to the contribution of any scholar studying related topics.

Participation in the Session is open to all, through the proposal and selection of the presentation to be submitted.

The presentations will follow ‘lightning talks’ style, and will be brief and incisive theoretical comments or practical demonstrations.

 

It will be possible to propose presentations, both in Italian and English, that, in relation to the theme of the Conference, present new ideas, insights, patterns, cues, perspectives, critical notes or any other theoretical annotation, or present experiences, realizations, prototypes, projects, reports or any other practical exposure.

The draft title of the Session is The universe of cultural resources: between eurekas and concrete actions.

The main topics to be covered in the Conference are included in the presentation of the topics and objectives, but are not limited to these.

Instructions for submitting lightning talks

The presentations will be held in Italian or English.

The time available for each presentation is of 5 minutes. The moderator, who will stop the presentation in the case it exceeds the duration, will strictly determine this time.

The spirit and purpose of this kind of presentation are those to attract the greatest possible attention and interest of the public, presenting ideas or experiences in a lively and appealing way. For this purpose it is recommended the use of ‘creative’ slides, with short texts, essential strings, icons or slogans.

It is also recommended the use of images, photography, visual examples, graphics, animations and sound effects.

It is recommended, finally, to focus on a single theme, to be exhibited in a few slides, attractively, trying and checking in advance the time required for exposure.

Accepted contributions for the lightning talks session will be limited to 6 proposals.

Instructions for submitting abstracts

Please send abstracts of the proposal for the lightning talk to the email address: cnc@aib.it

Enter as object: CFP AIB CILW 2016 [surname author/s]

Deadline for submission of abstracts is: June 20, 2016  deadline extended to July 10, 2016

Abstract length should not exceed 2,000 characters (including spaces).

It is also recommended to add to the description images, graphics, animations, and other material that contributes to representing the idea.

Please attach to the abstract a very brief description of the scholar/professional profile of the author/s as well as the contact details necessary for identification.

The selection will be curated by the AIB-CILW Study Group and other participants in the Scientific Committee of the Conference.

Authors will be informed of the acceptance of their proposal, or any changes to be made, within July 31, 2016.

The deadline for receipt of the final abstract will be announced later. The slides must be delivered within the day before the presentation.

Selected authors of lightning talks will be invited to submit a written elaboration of their presentation, which will be considered for publication in the journal AIB studi (n. 1 of 2017).

Dates and deadlines

Proposals submitted within: June 20, 2016 deadline extended to July 10, 2016

Proposals outcome within: July 31, 2016

Submission deadline for final abstract: (date to be announced)

Submission deadline for final slides: October 20, 2016

Lightning talk presentation: October 21, 2016

Locandina

Crediti

Il logo del Convegno AIB CILW 2016 è stato elaborato da Marinella Cisternino, le pagine web sono a cura di Antonella Iacono, la grafica delle locandine è a cura di Elena Corradini.
Responsabile della segreteria organizzativa: Agnese Cargini

Programma

Patrocini

Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche
MAB
AIB studi: rivista di biblioteconomia e scienza dell’informazione
Goethe Institut Rom
ICCU
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali – Regione Emilia-Romagna
Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche
Università di Firenze – Dipartimento di storia, archeologia, geografia, arte, spettacolo
Università di Torino – Dipartimento di Studi storici
Sponsor - CINECA
Sponsor - Proquest

Organizzazione

Abstract

Nel corso dell’intervento verranno prese in esame le caratteristiche essenziali di alcuni ambienti di rappresentazione e recupero dell’informazione digitale realizzati da biblioteche, archivi, musei, con particolare riferimento a quelli che fanno riferimento alla tecnologia dei linked open data. Il tema dell’integrazione dei modelli utilizzati dai soggetti istituzionali che si occupano della gestione e comunicazione dei contenuti del patrimonio culturale continua a essere di grande attualità, per quanto numerosi siano ancora i problemi di natura teorica, metodologica, applicativa che investono questo campo di indagine.

È necessario rilevare, in primo luogo, che mentre sono documentabili esempi significativi di progetti condivisi da istituzioni di area MAB (Musei Archivi Biblioteche), la riflessione su temi costitutivi delle diverse tradizioni disciplinari non pare aver prodotto, fino ad oggi, esiti particolarmente significativi. Per questi motivi, ricollegandosi alla prospettiva inaugurata da alcuni classici studi di Marcia Bates, nell’intervento verranno proposte alcune considerazioni relative a due temi. Il primo è costituito dalla compresenza attuale di dati di diversa natura, quantitativamente molto rilevanti, che tutti concorrono alla realizzazione dell’ancora incerto modello del cosiddetto Web dei dati. Il secondo punto di vista preso in esame si riferisce alle questioni connesse alla configurazione estetica e cognitiva delle interfacce, e dunque alla data visualization ed allo storytelling dei dati, nella convinzione che, sulla linea di questa prospettiva, sia possibile cercare di individuare un’infrastruttura percettiva e concettuale comune, in grado di favorire l’adozione da parte degli utenti di comportamenti informativi adeguati ed efficaci.

During the speech will be taken into consideration some essential characteristics of representation and retrieval in digital information environments created by libraries, archives, museums, with particular reference to those that refer to the technology of linked open data. The theme of integration of the models used by institutional entities that deal with the management and communication of cultural heritage content continues to be very timely, while there are still many theoretical, methodological, applicative problems investing this field of investigation.

It must be noted, first, that are documented examples of projects shared by the LAM institutions (Libraries Archives Museums), but depth studies on issues of the different disciplinary traditions does not seem to have produced, until today, significant outcomes. For these reasons, reconnecting to the perspective inaugurated by some classic Marcia Bates studies, will be proposed some considerations relating to two themes. The first is the actual presence of data of different nature, quantitatively very important, that all combine to realize the ‘model’ of the so-called Web of data. The second point of view taken into consideration shall include arguments related to the aesthetic and cognitive configuration of interfaces, and thus to data visualization and to data storytelling, in the belief that, on the line of this perspective, it is possible to try to identify a perceptive and cognitive infrastructure, able to promote the adoption by users of information behaviors adequate and effective.

Gli authority file vengono utilizzati per identificare univocamente le entità (risorse, individui ed enti), nonché le loro proprietà (le relazioni che le collegano le une alle altre e le caratteristiche che le distinguono). Già importanti nell’analogico, sono diventati essenziali nell’universo digitale per reperire l’informazione e analizzarne la natura. Infatti, la gestione delle ambiguità, una procedura spesso difficile per il cervello umano, ma allo stato dei fatti assai più problematica per il computer, richiede che ogni entità, così come ogni sequenza di passi, venga esattamente identificata ed esplicitamente dichiarata. Attraverso l’attribuzione di uno stesso identificativo, viene indicato quali termini, nomi o numeri si riferiscono alla medesima entità o hanno il medesimo significato. Quando viene lanciata una ricerca, il computer è in grado di navigare da un identificativo all’altro seguendo i collegamenti e di raccogliere, raggruppare e organizzare tutte le informazioni recuperate in questo percorso reticolare.

Nei prossimi tempi grandi masse di dati, come quelle costituite dai cataloghi delle biblioteche e delle altre istituzioni culturali, nonché dai dataset della ricerca, si renderanno direttamente disponibili in Internet, senza essere più ingabbiate all’interno degli archivi di provenienza. Questo è l’importante contributo che ci aspettiamo dai linked open data. Ed è proprio a causa di questa evoluzione che ci si riferisce a Internet come al Web dei dati e non più soltanto come al Web dei documenti.

Partendo da questi presupposti, la relazione cercherà di mettere in evidenza perché alcuni studiosi affermano che il dato da gestire attraverso l’authority file non è più la stringa, ma l’identificativo stesso, che talvolta può essere l’identificativo che identifica un cluster di identificativi.

Proprio questo meccanismo di aggregazione può favorire l’allestimento di sistemi costituti da insiemi di dati eterogenei per struttura, codice linguistico, formato, come quelli che popolano i portali ad aggregazione. L’uso strategico degli identificativi può consentire la conservazione del contesto di provenienza del singolo record o dato, favorendo quel fenomeno noto con il termine cross-fertilisation, e al tempo stesso agevolare la realizzazione di strumenti nuovi, come i sistemi dinamici di e-reference.

Authority files are used to uniquely identify entities such as resources, persons, families and corporate bodies, as well as their properties, such as relations and features. Originally created in the analog world, their existance is crucial for providing adequate information retrieval and analysis in the digital age. Computers, even more than humans, are poor at handling ambiguity. Therefore each entity and each step have to be thoroughly and precisely defined. By assigning the same identifier, computers are told which terms, names or numbers refer to the same entity or have the same meaning and when carrying out a query they are able to navigate from identifier to identifier and to collect, aggregate and organise the retrieved information. We are heading towards the release of massive data collections like library catalogues or research datasets to be directly accessible over the Internet. This is the crucial improvement that we are expecting from the adoption of the so called open linked data, a strong push towards the transformation of the Web of documents into the Web of data.

Given these circumstances, experts are claiming that controlling permanent and unique identifiers is within the authority work more crucial than organising and validating strings. In many cases the identifier is used to identify a cluster of identifiers. This clustering mechanism can facilitate the creation of systems made of data differing in structure, language and format, as those brought together in portals. Identifiers can be part of a strategy aiming at preserving the original context of the record, as well as enhancing what is known as cross-fertilisation and the creation of new dynamic e-reference tools.

L’intervento è volto a fornire una panoramica delle possibilità che sono offerte dalle tecnologie del semantic Web per la realizzazione di strutture per lo scambio e l’integrazione delle informazioni appartenenti a fonti eterogenee del patrimonio culturale. Viene presa in considerazione in particolare l’ontologia CIDOC-CRM di ICOM, la più importante e vasta ontologia per il patrimonio culturale, utilizzata nei settori artistico, storico e archeologico, che si è imposta come modello concettuale a livello internazionale per definire la semantica che sottostà agli schemi e alle strutture documentali usate nel patrimonio culturale. Oltre a presentare la struttura delle classi e delle proprietà dell’ontologia, la relazione si soffermerà sui fondamenti su cui si basano le ontologie formali, la description logics. Infine, si cercherà di mettere in luce il ruolo che le ontologie realizzate e sostenute da istituzioni culturali di rilievo internazionale possono ricoprire per fornire relazioni semanticamente qualificate tra i dati nella creazione di linked open data.

The aim of the paper is to provide an overview of the opportunities offered by the technologies of the Semantic Web to realize tools devoted to the exchange and the integration of information among heterogeneous sources of Cultural Heritage. In particular, it is taken into consideration CIDOC-CRM, the most important and the broadest ontology for Cultural Heritage, used in the fields of History of the art, History and Archeology, which offers a conceptual model to define the semantics underlying the schemes and the documental structures used in the cultural heritage. The paper will present the classes and the properties structure, and will dwell shortly on the formal ontologies’ basis: Description Logics. Besides, it will underline the role that the ontologies elaborated by international cultural organizations can hold in the realization of semantically qualified relationships in the linked open data creation.

La tecnologia definita Ant Colonies Optimization – ACO (un sottoinsieme del più ampio settore dell’intelligenza artificiale, e in particolare della teoria degli sciami) fa tesoro del comportamento di grandi masse di utenti quando accedono a risorse di rete per ricerche sia di natura scientifica che ordinaria, quotidiana. Tramite complessi algoritmi, viene mantenuta traccia dei ‘ferormoni digitali’ rilasciati dagli utenti nel loro percorso, per poter indirizzare in modo più efficace/efficiente gli utenti successivi a ‘caccia’ dei medesimi obiettivi.

Se il risultato è certo soddisfacente in termini di rilevanza e pertinenza, tuttavia alcuni interrogativi nascono circa gli effetti ulteriori. I  sistemi algoritmici di indirizzamento alla ricerca e alla lettura sono infatti ‘efficienti’, altamente ‘performativi’, ma non necessariamente ‘giusti’. I sistemi ACO si basano sulla figura metaforica del formicaio. Le formiche hanno comportamenti uniformi, prevedibili, razionali, e sono dunque replicabili con algoritmi che ‘funzionano’ bene. D’altra parte, non possiamo dimenticare che già nel 1950 Norbert Wiener aveva utilizzato in senso distopico proprio l’immagine del formicaio. Occorre pertanto analizzare e valutare anche l’aspetto politico dell’indirizzamento alla ricerca e alla lettura, laddove non viene evidenziato come parametro principale la libertà, l’autonomia, e perfino l’eccentricità della singola ‘formica’.

ACO – Ant Colonies Optimization is a collaborative information retrieval technique, belonging to the wider area of AI (more specifically, swarm Intelligence). ACO aims at improving search engines’ performances by exploiting users’ behavior. Bookmarks, comments and tagging (i.e. ‘like’) are processed in an algorithm which makes the search engine work in order to  recommend the ‘best way’ to users with similar information needs. Postings and comments are the ‘pherormones’ left by previous users throughout information hunting. However, the metaphor of ant colonies foraging for food stimulates further questions. In fact, the optimization of information seeking could reveal a controlling attitude, urging everybody to seek for the same target, minimizing individual choice, freedom and awareness. Could ‘ants’ be easily exploited by a single-minded ideological thinking or by a market-oriented society? Indeed that was what Norbert Weaner predicted in far-off 1950.

Le grandi biblioteche europee dedicano energie per concretizzare il modello dei linked data. I progetti analizzati riguardano quattro paesi.

Francia: il progetto data.bnf.fr della Bibliothèque nationale de France (BnF) utilizza i linked open data per pubblicare e rendere meglio utilizzabili i propri dati sul Web: i cataloghi della Biblioteca e i dati della biblioteca digitale Gallica.

Gran Bretagna: il progetto bnb.data.bl.uk della British Library pubblica una parte della Bibliografia nazionale inglese in linked open data.

Germania: la Deutsche Nationalbibliothek (DNB) ha avviato nel 2010 il progetto di conversione e pubblicazione dei propri record d’autorità in linked open data; nel 2012 ha esteso il progetto ai record bibliografici.

Spagna: il progetto datos.bne.es della Biblioteca Nacional de España rispecchia l’analogo progetto francese, a partire dalle tre tipologie di risorse trattate: autori, opere, soggetti.

Dalla breve analisi dei più importanti progetti europei di pubblicazione di dati in linked open data è possibile trarre qualche riflessione:

  • il modello FRBR è fortemente riconosciuto in tutti i progetti;
  • si sfruttano al massimo i dati esistenti, trasformandoli in linked data;
  • medesima filosofia dei progetti: il paradigma dei linked data e del Web semantico;
  • grossi investimenti economici.

Il linguaggio dei linked data si realizza spesso con la contemporanea adesione a RDA e a BIBFRAME.

The great European libraries devote energies to realize the model of linked data. The analyzed projects cover four countries.

France: data.bnf.fr project of the Bibliothèque nationale de France (BNF) uses the linked open data to publish and make better use of their data on the Web: the catalogs of the Library and the data of the Gallica digital library.

Great Britain: the bnb.data.bl.uk project of the British Library publishes a part of the English national bibliography in linked open data.

Germany: Deutsche Nationalbibliothek (DNB) has initiated in 2010 the project of conversion and publication of its authority records in linked open data; in 2012 the Library extended the project to bibliographic records.

Spain: the datos.bne.es project of the National Library of Spain reflects the French project, from the three types of treated resources: Composers, Works, Persons.From this brief analysis of the most important European projects of publication of data in linked open data it is possible to draw some reflections:

  • the FRBR model is strongly recognized in all projects;
  • they push the limits of existing data, transforming them into linked data;
  • the same philosophy in all projects: the paradigm of linked data and the Semantic Web;
  • huge financial investments.

The language of the linked data is often accomplished with the simultaneous membership of RDA and BIBFRAME.

Linked open data e rete semantica richiedono un essenziale ‘preinvestimento’, cioè una produzione standardizzata di metadati il più completa e conseguente possibile ovvero l’uso di relativi authority files da parte dei singoli produttori d’informazione, vale a dire delle varie ‘istituzioni della memoria’. In Germania – come nella maggior parte dei paesi occidentali – la produzione standardizzata di metadati, cioè l’uso e lo sviluppo degli authority file, è molto più avanzato nel settore biblioteconomico che in quello archivistico o museale. Questo fenomeno ha come conseguenza, in particolare, un crescente authority file biblioteconomico nazionale, la cosiddetta Gemeinsame Normdatendatei (GND). Quest’ultima è frutto di un lavoro cooperativo della Deutsche Nationalbibliothek (DNB) e delle sei reti biblioteconomiche regionali in Germania cosí come della rete bibliotecaria nazionale austriaca (o delle rispettive istanze redazionali centrali). L’uso degli authority file trova sempre maggior impiego anche in progetti interdisciplinari al di fuori del mondo biblioteconomico, quali archivi, musei ed altri produttori d’informazione. Esempi di questo tipo di cooperazione sono:

  • la Deutsche Biographie, il dizionario biografico nazionale (parola chiave: beacon)
  • la Biblioteca Digitale Nazionale Tedesca, DDB (parola chiave: Entity Facts-Service della DNB)
  • Wikipedia (con l’uso dei risultati del progetto VIAF)
  • Bavarikon, il portale culturale della Bavaria

Uno sguardo al futuro o ai prossimi passi in questo campo mostra che la visualizzazione dei risultati di ricerca, sotto vari aspetti, costituisce un obiettivo prioritario.

Linked open data and the semantic Web request an essential ‘preinvestment’, namely in form of an as much as complete and consequent production of standardized metadata and/or the usage of the regarding authority files if possible by all the institutions of memory. In Germany – like in the major part of the other countries of the western hemisphare – the standardized output of metadata or better the usage and the development of the authority files is much more advanced in the library world than in the areas of archives and museums. Consequently the German librarian authority file, the so called ‘Common authority file’ (GND – Gemeinsame Normdatendatei), is growing not only steadly, but dynamicly. The GND is the result of a long lasting cooperation between the DNB – German National Library  and the six regional/interregional library networks of today in Germany as well as of the Austrian Library Network (ÖVB) or more precisely of their respective authority file redactions. More and more the relevant authority file is applicated also outside the library world in interdisciplinary projects where also archives and museums are participating. Examples of this type of cooperation are:

  • the German National Biography in its online-version (key word: beacon)
  • the German Digital National Library, DDB (key word: Entity Facts-Service of the DNB)
  • Wikipedia (with the usage of the results of the international project VIAF)
  • Bavarikon, the cultural portal of Bavaria

In the near future or next steps in this field are regarding the visualisation of the search results under various aspects. That will be one of the prior objectives.

In the last years, institutions and organizations have started paying attention to the semantic data technologies as a key component of their information management infrastructure. A key component in traditional information systems that is expected to have a great relevance in the Semantic Web and linked open data projects are knowledge organization systems: classifications, thesauri, list of subject headings, etc. W3C technical standards for the Semantic Web include the SKOS (Simple Knowledge Organization System) specification for encoding and tagging these knowledge representation tools. The adaptation of an existing knowledge representation system to SKOS requires the conversion and tagging of the data. This is a task that can be easily done by the staff working at libraries, archives and documentation centers, but the conversion of existing materials to SKOS is not enough. Centers need to offer the capability of exploring and using these systems in different ways: e.g. direct search for end-users. To do that, entities need to select and deploy software tools for storing, managing and querying SKOS tools using the SPARQL standard. The complexity of the SPARQL language makes necessary to think on ways to make querying easier for end-users.

This presentation describes the results of assessing two semantic repository tools – GraphDB and Virtuoso – to manage SKOS-based vocabularies and define query interfaces adapted to the relationships between concepts used in SKOS. The result of this research activity includes the design of two alternative query interfaces to help users interact with the SKOS tools when doing complex queries

Negli ultimi anni, istituzioni e organizzazioni hanno iniziato a porre attenzione alle tecnologie per i dati semantici quali componenti chiave dell’infrastruttura per la gestione delle informazioni. Una componente chiave nei sistemi informativi tradizionali che ci si attende abbia un’ampia rilevanza nei progetti legati al Web semantico e ai linked open data sono i sistemi di organizzazione della conoscenza: classificazioni, tesauri, liste di intestazioni di soggetto ecc. Gli standard tecnici del W3C per il Web semantico includono la specifica SKOS (Simple Knowledge Organization System) per codificare e taggare tali strumenti. L’adattamento di un sistema di rappresentazione della conoscenza esistente a SKOS richiede la conversione e il tagging dei dati. Tale compito può essere compiuto facilmente dagli staff di biblioteche, archivi e centri di documentazione, ma la conversione di materiali esistenti in SKOS non è tutto. Le strutture devono poter offrire la capacità di esplorare e utilizzare questi sistemi in vari modi, ad esempio per la ricerca diretta da parte degli utenti finali. A tal fine, gli enti devono poter selezionare e utilizzare strumenti software per archiviare, gestire e fare ricerche tramite strumenti SKOS utilizzando lo standard SPARQL. La complessità del linguaggio SPARQL rende necessario pensare a soluzioni per facilitare le ricerche da parte degli utenti finali.

La nostra presentazione descrive i risultati della valutazione di due strumenti per l’archiviazione semantica utili a gestire vocabolari basati su SKOS e a definire interfacce di ricerca adattate alle relazioni tra concetti utilizzati in SKOS: GraphDB e Virtuoso. Il risultato di questa ricerca comprende la proposta di due interfacce alternative di query, per aiutare gli utenti finali a interagire con gli strumenti SKOS per ricerche di tipo complesso.

Questo intervento presenta i metodi e gli strumenti creati nell’ambito del Getty vocabularies as linked open data. Il progetto esplora modelli innovativi per migliorare la scoperta e l’interpretazione del patrimonio culturale attraverso l’applicazione della tecnologia linked open data (LOD) per archivi digitali. Il progetto è parte del continuo impegno del Getty a rendere le risorse del Getty Research Institute liberamente disponibili a tutti. Con l’obiettivo generale di contribuire a rendere visibile la ricca e diversificata rete di connessioni, il progetto Getty vocabularies as linked open data è un caso di studio di pratiche di creazione LOD e contribuisce alla crescente ricerca di LOD in biblioteche, archivi e musei. Si discuterà su come i Getty vocabularies possano contribuire a creare nuovi modelli e pratiche per la pubblicazione di dati in campo archeologico al fine di alimentare lo studio collaborativo, l’analisi e la condivisione delle informazioni.

This paper presents the methods and tools developed within the Getty vocabularies as linked open data. The project aims to explore innovative patterns in order to improve the discovery and interpretation of cultural heritage through the application of linked open data (LOD) technology for digital archives. The project is part of Getty’s ongoing efforts concerning the free open access to the Getty Research Institute’s digital resources. The overall objective of the project is to bring greater visibility to the rich and diverse network of connections. For this reason, the project Getty vocabularies as linked open data is a case study in LOD creation practices: it will contribute to the growing body of research on LOD in libraries, archives and museums. We will discuss how the Getty vocabularies can help in the creation of new patterns and practices for the publication of data in the archaeological field in order to increase the sharing of studies, analysis, and information.

Il CoBiS (Coordinamento delle biblioteche speciali e specialistiche dell’area metropolitana torinese) è una rete di 62 biblioteche specialistiche, orientata all’aggiornamento professionale e al miglioramento del servizio all’utenza. Il progetto linked open data (LOD) del CoBiS è il pilota per dotare il Coordinamento di un’infrastruttura per pubblicare LOD, creando una pipeline di triplificazione (trasformazione di dati in linked data) facilmente automatizzabile e replicabile. Tutto ciò utilizzando tecnologie open source, quali il linguaggio di mappatura RML (http://rml.io/), che usa i linked data per descrivere la trasformazione di XML, JSON o dati tabulari in RDF.

La prima sfida del progetto consiste nel riconciliare tra loro fonti di dati eterogenee, provenienti da almeno tre diversi software applicativi: Erasmo, SBNWeb e BIBLIOWin. Eterogenee saranno anche le tipologie di dati collegati: dati catalografici, contenuti multimediali, dati di tipo archivistico gestiti col software xDams. Grazie all’interlinking, si collegheranno le informazioni contenute nei cataloghi a fonti esterne, in particolare Wikidata, VIAF ed il Nuovo soggettario della Biblioteca nazionale di Firenze. Ciò non solo nell’ottica della connessione delle informazioni relative alle collezioni del CoBiS al resto del mondo, ma anche viceversa, rendendo veramente accessibili e visibili online le biblioteche del Coordinamento.

The CoBiS (Coordinamento delle biblioteche speciali e specialistiche dell’area metropolitana torinese) is a network formed by 62 specialized libraries, in order to support continuing professional development and to offer a better service to the users. The linked open data (LOD) project of the CoBiS is a pilot to endow the Coordinamento with an infrastructure to publish LOD, creating a triplification pipeline (i.e., a pipeline to create linked data) designed to be easy to automate and replicate. All that using open source technologies, such as the RML mapping language (http://rml.io/) that uses linked data to describe the transformation of XML, JSON o tabular data into RDF.

The first challenge for the project consist in the reconciliation of several heterogeneous data sources, produced by three different pieces of software:  Erasmo, SBNWeb e BIBLIOWin. Also the kind of linked data will be diverse: cataloging data, multimedia content, archive data managed using xDams. The interlinking with external data sources will concern, in particular, Wikidata, VIAF and the Nuovo soggettario (subject indexing) of the National Library of Florence. This will be done not only in order to connect informations available within the CoBiS network to the rest of the World, but also, conversely, to make the CoBiS libraries actually visible and accessible online.

BeWeb rende possibile l’esplorazione del patrimonio culturale delle diocesi italiane fatto di beni storico artistici, librari, archivistici, edifici di culto e istituti culturali, attraverso la ricerca cross domain, gli approfondimenti tematici e il costante authority work sulle entità (persone, enti, famiglie, luoghi…), a vario titolo relazionate con i beni e con gli altri contenuti informativi del portale.

La sfida principale? Individuare i punti di accesso – authority files – per navigare trasversalmente banche dati che descrivono beni culturali di diversa natura, e potenziare le relazioni tra gli oggetti rendendoli capaci non solo di interoperare ma anche di ‘illustrarsi e introdursi’ vicendevolmente, in modo sinottico e integrato.

BeWeb makes it possible to explore the cultural heritage of the Italian Dioceses – the historical and artistic, library and archival heritage, worship-allocated buildings and cultural institutions – through the cross domain research, the thematic in-depth examinations and the constant authority work on entities (people, organizations, families, places…) in various ways related to the goods and the other information contents of the portal.

What is the main challenge? It is to identify the access points – authority files – to browse across the board databases that describe the different cultural heritage, and strengthen connections between objects making them not only capable of interworking but also of illustrate and introduce themselves mutually, in a synoptic and integrated way.

La Fototeca Zeri di Bologna è uno dei primi archivi fotografici di opere d’arte ad avere avviato un progetto per la conversione del proprio patrimonio informativo in linked open data. La prima fase del progetto Zeri & LODE, condotta su un set di oltre 30.000 fotografie di opere d’arte moderna, ha previsto quale buona pratica l’utilizzo di modelli di riferimento per il settore museale e bibliografico, come CIDOC-CRM e alcune delle SPAR Ontologies. Al riuso di modelli esistenti si è affiancata la creazione di due ontologie ad hoc, OA Entry Ontology ed F Entry Ontology, quale attività necessaria a rappresentare l’eterogeneo scenario descrittivo fornito dagli standard di catalogazione ministeriali Scheda F e Scheda OA, prevedendo al contempo l’importazione di classi e predicati utili a garantire la massima espressività del dominio (i.e. FaBIO, PRO, CiTO, FRBR, PROV-O e in particolare la nuova ontologia HiCO). Lo step successivo è stata la pubblicazione del primo dataset completo in RDF, secondo le specifiche di una suite di ontologie integrate.

The Zeri Photo Archive is one of the first main actors in the domain of photographs of artworks who transformed its heritage in linked open data. In the first phase of the Zeri & LODE project, a subset of 30.000 catalog entries of photographs depicting artworks of modern art has been transformed in RDF, according to relevant ontologies for the museal and bibliographic domains, like CIDOC-CRM and SPAR Ontologies. A couple of ad hoc ontologies, OA Entry Ontology and F Entry Ontology, have been realized to represent the heterogeneous scenario provided by the two italian metadata content standards OA Entry and F Entry, guaranteeing at the same time the import of classes and predicates necessaries to ensure the maximum expressiveness of the domain (i.e. FaBIO, PRO, CiTO, FRBR, PROV-O and, in particular, the new ontology HiCO). The next step has been the publication of the first comprehensive RDF dataset, according to a suite of integrated ontologies.

The University of Porto aims to promote its scientific and cultural heritage providing the aggregation of existing digital collections (archives, libraries and museums’ digital assets and remaining information systems/repositories), by developing and maintaining an information system with a single online discovery point: the U. Porto Digital Museum. To enrich the already existing collections, the project also contemplates the development of a dynamic and scalable technological platform – the OpenLab – which will enable the academic community and external players to participate in the process of co-creation and (re)using of this university’s heritage digital contents. Both application and technologic platform will be referred to the integrated management of museum collections metadata and any other related information. It will also ensure interoperability between different technological platforms and a long term digital preservation repository.

This paper will describe and discuss the model and the development of this process which has an embedded value of normalization embodied in the use of standards, such as CIDOC-CRM for metadata and SPECTRUM 4.0 for museum procedures, and an interdisciplinary theoretical approach which joins museology, information science and information systems. From the team’s point of view, the goals we wanted to achieve and the issues we needed to address before setting up this project will be examined. Finally, factors contributing to the success of the experience and the obstacles that challenged the process will be discussed.

L’Università di Porto intende promuovere il proprio patrimonio culturale e scientifico attraverso l’aggregazione di collezioni digitali esistenti (gli asset digitali di archivi, biblioteche e musei e di altri archivi e sistemi informativi istituzionali), mediante lo sviluppo e la gestione di un sistema informativo che sia accessibile da un unico portale web: il Museo Digitale U. Porto. Per arricchire le collezioni già esistenti, il progetto contempla anche lo sviluppo di una piattaforma tecnologica dinamica e scalabile chiamata OpenLab, che assicurerà alla comunità accademica e a utenti esterni di partecipare al processo di co-creazione e (ri)utilizzo dei contenuti digitali dell’Università. Sia l’applicazione sia la piattaforma tecnologica interagiranno con la gestione integrata dei metadati delle collezioni museali e di ogni altra informazione collegata. Verrà inoltre assicurata l’interoperabilità fra piattaforme tecnologiche diverse e un archivio istituzionale per la preservazione digitale a lungo termine.

Il contributo descriverà e discuterà il modello e lo sviluppo di tale progetto, significativo in quanto include la normalizzazione attraverso l’utilizzo di standard come il CIDOC-CRM per i metadati e SPECTRUM 4.0 per le procedure museali, e un approccio teorico interdisciplinare che accorpa la museologia, le scienze dell’informazione e i sistemi informativi. Verranno esaminati, dal punto di vista del gruppo di lavoro, gli obiettivi e le questioni aperte da risolvere nel momento in cui è stato ideato il progetto. Infine, verranno discussi i fattori che hanno contribuito al successo e gli ostacoli che hanno rallentato i risultati ottenuti con questa esperienza.

Il progetto Coming AUTH è un progetto volto all’implementazione dell’authority file di SBN, con una modalità professionale e una modalità aperta al mondo non bibliotecario. La modalità professionale, grazie alla collaborazione fra ICCU e AIB Lazio, prevede il coinvolgimento di giovani professionisti; la scelta delle entità da bonificare verrà decisa in base alle esigenze dei diversi poli coinvolti, in una ottica di cooperazione a livello regionale.

La modalità  social, avverrebbe tramite un servizio Mix’n’match come quello sviluppato da Wikimedia, invitando gli utenti, previa registrazione, a confermare la corrispondenza o meno di entità di diversa natura tratte da fonti diverse. La modalità social vorrebbe anche aprire SBN agli utenti, favorendo la partecipazione di non addetti ai lavori, aumentando la visibilità di SBN e dei progetti a esso collegati, con la possibilità di un coinvolgimento attivo anche del mondo Wikimedia.

The Coming AUTH project is about the enrichment and deduplication of authority data in SBN catalogue; the project will have both a professional procedure and a social one. Thanks to the cooperation between ICCU and AIB Lazio, the first one involves young professionals, and the choice of the data to be enriched will be decided later on.

The second one will take advantage of services like Wikimedia Mix’n’match, and will be open to everyone; anyone could register and then try to match the names of different entities.In doing so, we will be able not only to clean and enrich the authority data, but also to improve the visibility of the SBN catalogue and the participation of users to its improvement.

La Biblioteca nazionale centrale di Firenze cura e sviluppa strumenti d’indicizzazione semantica usabili da biblioteche, archivi, musei e altre istituzioni culturali. Negli ultimi anni è stato incrementato il colloquio semantico e tecnico fra il Nuovo soggettario e altri strumenti di organizzazione della conoscenza disponibili sul Web, con l’obiettivo di potenziare la ricerca documentaria da parte degli utenti. In questo contesto, una delle esperienze più interessanti ha riguardato la mappatura stabilita dalla BNCF fra concetti/termini del Thesaurus del Nuovo soggettario e concetti/notazioni della DDC, nella versione della WebDewey italiana. I criteri adottati per la creazione di concordanze fra concetti equivalenti sono conformi ai più recenti standard internazionali e ai suggerimenti del gruppo EDUG (European DDC Users Group).
Grazie al lavoro svolto sinora in collaborazione con AIB, l’interazione fra i due strumenti non è più visibile solo nel record dei termini del Thesaurus, ma anche nelle notazioni della WebDewey, dove gli equivalenti verbali previsti dal Nuovo soggettario affiancano quelli in inglese di Library of Congress Subject Headings (LCSH).

The National Central Library of Florence takes care of and develops semantic indexing tools which are usable in libraries, archives, museums, and other cultural institutions.
In the last few years, the interoperability between Nuovo Soggettario and other knowledge organization systems, accessible for free on the Web, has increased significantly in order to give users the opportunity to search and identify relevant information from among vast collections and other resources. In this context, one of the most interesting experiences has been the mapping between Nuovo Soggettario Thesaurus’s concepts/terms and DDC’s concepts/notations (in WebDewey Italian version) established and maintained by the BNCF. The criteria adopted for the creation of concordances between equivalent concepts are being clarified continually and are in compliance with the latest international standards and suggestions of the EDUG group (European DDC Users Group).
Thanks to the collaboration with AIB, the interaction between the two tools is visible not only in the record of Nuovo Soggettario terms but also in the WebDewey (IT) notations in which the Nuovo Soggettario verbal equivalents are next to those of the LCSH.

SHARE Catalogue è parte di un articolato ed esteso progetto denominato SHARE (Scholarly Heritage and Access to Research) orientato alla cooperazione territoriale e alla condivisione dei servizi bibliotecari e documentari tra i seguenti Atenei: Università degli studi di Napoli “Federico II”, Università degli studi di Napoli L’Orientale, Università degli studi di Napoli Parthenope, Università degli studi di Salerno, Università degli studi del Sannio, Università degli studi della Basilicata, Università degli studi del Salento. Si tratta dunque di una iniziativa che, tenendo presente le esigenze di informazione e ricerca degli utenti, mira a facilitare l’utilizzo di risorse bibliografiche distribuite su un vasto territorio.

In SHARE Catalogue vengono convertiti in linked open data (LOD), secondo il modello Resource Description and Access (RDF, il data model per la codifica, lo scambio e il riutilizzo dei metadati in ambiente Web), i dati dei cataloghi bibliografici dei sistemi bibliotecari in convenzione.

Attraverso un’unica interfaccia di navigazione, organizzata secondo il modello Functional Requirement for Bibliographic Records (FRBR), l’utente finale fruisce in modo agevole di uno strumento arricchito dal collegamento a progetti esterni, relativi soprattutto ad authority file ed enciclopedie online, quali ad esempio: VIAF, Library of Congress Name Authority File, ISNI, Wikipedia, Wikidata.

Da sottolineare infine, il ruolo di Share Catalogue quale utile riferimento per i bibliotecari nelle attività di condivisione e gestione delle informazioni.

SHARE Catalogue is part of well defined and wide project named SHARE (Scholarly Heritage and Access to Research) aimed at promoting local cooperation and sharing library and documental services between the following Universities: University of Naples “Federico II”, University of Naples L’Orientale, University of Naples Parthenope, University of Salerno, University of Sannio, University of Basilicata, and University of Salento. Hence, SHARE strives to facilitate the access to librarian resources, distributed over a large territory, and to meet the needs of information and research of the users.

In SHARE Catalogue, all the data from the bibliographic catalogues of the accredited librarian systems, are converted in Linked open data (LOD), according to the Resource Description and Access (RDF, the data model codifying, exchange and re-use of metadata in website).

Through a single navigation interface, organized according to the Functional Requirement for Bibliographic Records (FRBR), the final user can easily utilize a new tool, enriched by the connection with external projects, mainly related to Authority file and Encyclopedia online, such as: VIAF, Library of Congress Name Authority File, ISNI, Wikipedia, Wikidata.

Furthermore, it is important to underline the role of SHARE Catalogue as a useful reference system for all the librarians involved in sharing and managing information.

In this presentation Titia van der Werf will give a brief update of what OCLC Research is doing in the linked data space. She will discuss some of the experiments which data scientists at OCLC Research are carrying out: mining WorldCat and liberating entities from MARC data; trying out the challenges of publishing, consuming and visualizing linked data resources; extending the scope of authority control and leveraging the wealth of multi-lingual bibliographic structures. She will share the results of an international survey which her colleague Karen Smith-Yoshimura carried out among linked data implementers in the library community. Her presentation will take you through a journey that has only begun and that will require concerted and cumulative effort – because the Web of data doesn’t organize itself.

In questa presentazione Titia van der Werf ci fornirà un breve aggiornamento del lavoro che OCLC sta svolgendo nell’ambito del Web dei dati. La studiosa discuterà di alcuni esperimenti compiuti dagli esperti di dati di OCLC Research: l’estrazione delle entità in WorldCat a partire dai dati in MARC; le sfide poste dalla pubblicazione, dall’uso e dalla visualizzazione delle risorse in linked data; l’estensione del controllo di autorità e il potenziamento delle strutture bibliografiche multilingue. Condividerà i risultati di un sondaggio internazionale che la collega Karen Smith-Yoshimura ha realizzato coinvolgendo i soggetti che hanno implementato i linked data nella comunità bibliotecaria. La sua presentazione ci porterà lungo un viaggio che è stato appena intrapreso e che richiede sforzi congiunti e coordinati – poiché il Web dei dati non si organizza da sé.

I linked data in ambito archivistico offrono nuove opportunità, ma presentano al contempo degli aspetti critici. I benefici non sono difficili da riconoscere: l’usabilità, l’adattabilità e la possibilità di ricerca dei dati sono solo alcune delle dimensioni che traggono vantaggio dall’adozione dei linked data. Tuttavia, quando l’informazione è frammentata in minuscoli pezzettini, si corre il rischio di perdere di vista il quadro generale: il contesto può svanire sullo sfondo, confuso nella molteplicità delle relazioni che compongono la rete dei linked data. Pertanto, è fondamentale bilanciare la granularità con il contesto, in particolare quando si utilizzano i linked data nel dominio archivistico. La comunità LIS dovrebbe indagare la natura e il significato di questa sorta di paradosso: da una parte, il modello linked data costituisce la base per l’interoperabilità, che a sua volta facilita la convergenza delle comunità che compongono il variegato mondo GLAM; dall’altra parte, ogni comunità ha un ruolo fondamentale nel fornire informazioni dotate di un adeguato contesto, il che costituisce in qualche modo una spinta verso la specializzazione. Come è possibile fondere all’interno di un unico quadro condiviso gli approcci specialistici – pur affini, ma sostanzialmente diversi – delle varie comunità che compongono la realtà GLAM? Fino a che punto le iniziative in atto nel dominio archivistico si confrontano con questi problemi? Cosa abbiamo imparato finora? La relazione discute questi temi.

 

Linked data in the archival domain has two facets, one representing danger and the other, opportunity, as the motto goes. The latter is easy to recognize: enhanced usability, better searchability, increased adaptability, are among the positive effects of adopting the linked data model. However, when information is fragmented in tiny pieces, the risk is that we cannot see the forest for the trees: context may vanish in the background, rather, in the multiplicity of relationships that make up the linked data network. Therefore, it is key to balance granularity against context when implementing linked data in the archival domain. As a consequence, the LIS community should investigate further the sort of paradox raised by the linked data model: on the one hand, it provides the ground for interoperability, which in turn paves the way to the convergence of the different GLAM communities; on the other hand, each community has a fundamental role in providing information with an adequate context, which somehow pushes for specialization. How is it possible to merge the specialized approaches of the different GLAM communities into a shared common picture? To what extent do the initiatives in place in the archival domain face these problems? What are the lessons learnt so far? The presentation will discuss these issues.

L’intervento vuole essere una riflessione sui recenti decreti legislativi sulla riorganizzazione del MIBACT e dei suoi uffici centrali e periferici di tutela del patrimonio storico artistico, archeologico, archivistico e librario, con particolare riferimento all’autonomia dei musei, da tanti anni invocata, e in corso di realizzazione solo per 20+10 complessi monumentali e museali.

Dalla distinzione tra museo ‘statale’ e ‘nazionale’, all’assenza di un disegno organico tra musei, archivi e biblioteche, la ‘riforma’ in atto sembra preoccuparsi più dell’aumento dei visitatori nei super musei e della diminuzione degli organici e dei ruoli dirigenziali in una visione miope di spending review, piuttosto che ribadire la specificità del concetto di ‘museo diffuso’ delle collezioni museali italiane e investire realmente nel potenziamento dell’azione di tutela sul territorio e nei musei con personale adeguato alle necessità reali di un patrimonio così vasto e capillarmente distribuito, stabilendo un rapporto organico con le istituzioni preposte alla formazione del futuro personale specializzato (scuola e università).

The speech wants to be a consideration on the recent legislative decrees on the reorganization of the MIBACT and its central and peripheral offices of the guardianship of the cultural Italian heritage. In particular on decision of the autonomy of museums, from so many years invoked, and in progress of realization only for 20+10 monumental complexes and museus.

From the distinction among ‘statale’ and ‘nazionale’ museum, to the absence of an organic sketch among museums, archives and libraries, the ‘reform’ in action seems to worry to identify the aim to increase the visitors in the super museums and to cut the staff and the managerial roles in a short-sighted vision of spending review, rather than to confirm the specificity of the concept of ‘diffused museum’ of the archaeological and art collections. On the contrary it would be better to really invest in the expansion of the action of guardianship on the whole Italian territory and in the museums with staff suitable to the real necessities of such a vast heritage and capillarily distributed establishing an organic relationship with the responsible institutions (school and university) for the education and vocational training of the future staff.

Wikidata è una base di conoscenza liberamente utilizzabile e modificabile da umani e computer, pubblicata con una licenza libera, che permette il riutilizzo dei dati per qualunque scopo, anche commerciale.

Lo scopo principale di Wikidata è centralizzare l’accesso e la gestione dei dati strutturati delle voci di Wikipedia e dei suoi progetti fratelli (come gli abitanti di un Paese, la magnitudo apparente di un corpo celeste, il luogo di nascita di un imperatore cinese, e così via). I dati sono strutturati in ‘dichiarazioni’, ossia delle coppie ‘proprietà-valore’ come per esempio ‘Luogo:Germania’, che possono contenere dei qualificatori opzionali e la fonte da cui il dato è stato tratto (libri, riviste, database di autorità…). Lanciata ufficialmente il 30 ottobre 2012, Wikidata comprende oltre 18,8 milioni di elementi e ha superato la soglia dei 100 milioni di dichiarazioni a metà giugno 2016.

Wikidata è gestita da una comunità di volontari, che decide le linee guida per la creazione e la manutenzione dei dati ed è interessata a collaborare con gallerie, biblioteche, archivi e musei. Alcune interessanti collaborazioni sono già in corso da alcuni anni, come quelle con la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, l’Istituto centrale per il catalogo unico, il MoMA di New York, la Tate Gallery, il Rijksmuseum o lo Human Genome Project.

Ma come funziona Wikidata? I suoi dati possono davvero essere riusati? E come? Questa presentazione risponderà a queste e molte altre domande.

Wikidata is a free knowledge base that can be read and edited by humans and machines alike, published under a free license, allowing to everyone the reuse of the stored data for every purpose, included commercial ones.

The main goal of Wikidata is to centralise access to and management of structured data about every subject covered by Wikipedia and its sister projects (i.e. the exact number of inhabitants of a country, the apparent magnitude of a celestial body, the birthplace of a Chinese Emperor, and so on). Data are organised into ‘statements’, i.e. a property-value pair such as ‘Location:Germany’, with optional qualifiers and with their original sources (such as books, reviews, authority databases…). Officially released on October 30, 2012, Wikidata now stores 18,8+ million items, and in June 2016 has surpassed the 100 million statements threshold.

Wikidata is run by a community of voluntary editors, which decide on the rules of content creation and management, and look eagerly at collaboration with Galleries, Libraries, Archives, and Museums (GLAM). Some interesting collaboration are already ongoing since years with many institutions – such as National Central Library of Florence, Central Institute for the Union Catalogue, MoMA of New York, Tate Gallery, Rijksmuseum, or the Human Genome Project.

But how does Wikidata works? Can its data be actually reused? And how? This presentation will answer to these and many more questions about it.

Biblioteca nazionale centrale, Sala ConferenzeViale Castro Pretorio 105, Roma
21/10/2016 09:00