FaRe ReTe
Lunedì 8 febbraio, presso la Fondazione Benetton Studi Ricerche in Treviso, si è tenuto il convegno FaRe ReTe: reti di conoscenza/reti di cooperazione.La parola rete è diventata da alcuni anni centrale nella vita di tutti i giorni. La rete (quella di internet) pervade ormai il nostro quotidiano; fare rete (nelle organizzazioni) è diventato un imperativo categorico.L’incontro, promosso dall’Associazione Italiana Biblioteche (AIB Veneto), in collaborazione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche, il Coordinamento Lettori Professionisti Leggere per Leggere, il Consorzio Biblioteche Padovane Associate, il Sistema Bibliotecario Provinciale di Rovigo, le Biblioteche Bellunesi e il Polo Bibliomarca, aveva appunto l’obiettivo di approfondire il concetto di rete, declinandolo sia dal punto di vista politico che culturale al sistema biblioteca, una delle eccellenze della nostra regione.Al convegno ha visto oltre 150 partecipanti, segno tangibile di un forte interesse degli operatori per la tematica proposta.
La mattinata, suddivisa tra interventi politici e tecnici, è stata introdotta da Angela Munari, Presidente di AIB Veneto, che ha illustrato in una sintesi efficace i numeri delle biblioteche del Veneto (uno tra tutti: sei milioni di prestiti librari nell’ultimo anno), segnalando come la politica non possa ignorare una realtà così importante.
Il moderatore Giovanni Ponchio, Presidente del Consorzio Biblioteche Padovane Associate, ha poi dato al parola a Gianluca Forcolin, Vicepresidente della Regione del Veneto, chiedendo che si esprimesse sulla attuale, difficile situazione dei sistemi bibliotecari veneti, anche alla luce dei recenti atti normativi quali la riforma delle Province e la riassegnazione alle stesse delle funzioni non fondamentali (tra le quali quelle relative alle biblioteche) da parte della Regione.
Forcolin ha riassunto la situazione del bilancio regionale al momento dell’abolizione delle Province, segnalando che la Regione ha inteso in primo luogo salvaguardare i servizi esistenti e i relativi posti di lavoro; per questo ha scelto di riassegnare i servizi non fondamentali alle Province e ne ha assorbito parte del personale. Quanto poi alle prospettive attuali, il Vicepresidente non ha nascosto che il bilancio di previsione per il 2016 non offre molti spazi di manovra, se non il previsto allentamento del Patto di Stabilità, che consentirà alla Regione di servirsi di risorse economiche in questo momento non utilizzabili. Forcolin ha comunque elogiato la realtà bibliotecaria veneta e in particolare il Polo SBN regionale, secondo tra i Poli SBN nazionali e ha dato la disponibilità per l’apertura di tavoli di confronto con la Regione sulle maggiori questioni che riguardano il mondo bibliotecario veneto.
E’ quindi intervenuto Cristiano Corazzari, Assessore al Territorio, Cultura e Sicurezza della Regione del Veneto. L’Assessore ha ripercorso la storia delle reti bibliotecarie venete e dei relativi atti normativi. Rispetto alla situazione presente, non ha nascosto le difficoltà, soprattutto economiche, che hanno spinto la Regione a stanziare per il 2016 risorse molto limitate per questo settore. Una boccata d’ossigeno potrebbe venire dai Fondi Europei ma è una strada da verificare. Anche l’Assessore ha comunque elogiato l’attività delle reti bibliotecarie venete, stigmatizzando l’importanza dei servizi da esse erogate, soprattutto nei confronti dell’utenza in età scolare. Corazzari ha confermato comunque la propria disponibilità a un confronto con i bibliotecari veneti per trovare soluzioni all’attuale stato di difficoltà.
E’ stata poi la volta di Marco Tamaro, Direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche che, ricordando come sia necessaria lungimiranza per investire in cultura nei momenti di crisi e rifacendosi al principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione, ritiene ineludibile lavorare per una corretta sinergia pubblico privato in un’ottica di rete non solo per motivi economici ma soprattutto per una efficace politica culturale di lungo periodo e porta come esempio di buone pratiche alcuni progetti in attività di rilevazione di patrimoni archivistici e cartografici sviluppati in partenariato con la Regione.
Ha concluso la prima parte della mattinata l’intervento di Enrica Manenti, Presidente nazionale di AIB, che ha evidenziato il suo ruolo come rete di professionisti, i quali possono trovare in AIB da una parte l’informazione, la formazione e il sostegno di cui abbisognano e dall’altra un’associazione che agisca da interlocutore collettivo nei confronti del mondo della politica e dell’economia.
Dopo la pausa, Angela Munari, in qualità di moderatrice, ha introdotto l’intervento di Enzo Rullani, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Rullani ha evidenziato il ruolo importantissimo delle reti (anche bibliotecarie) nella creazione della conoscenza, che successivamente, trasmessa ad altre reti (quella industriale, per esempio) e replicata più volte, genera un valore aggiunto che a sua volta può innescare ulteriore generazione di conoscenza, in un circolo virtuoso nel quale i bibliotecari, gestori delle proprie reti, possono giocare un ruolo di rilievo.
E’ poi intervenuta Laura Ballestra, rappresentante AIB nella Coalizione nazionale sulle competenze digitali dell’Agenzia Italiana per l’Italia Digitale-Biblioteca LIUC Università Cattaneo.
L’intervento di Laura Ballestra ha ripercorso le Linee Guida AGID per le competenze digitali, sottolineando il ruolo educativo riconosciuto alle biblioteche, soprattutto quelle di pubblica lettura, non solo nell’accrescere la competenza digitale ma soprattutto nell’essere luoghi ideali di apprendimento e creazione di nuova conoscenza, a partire dalla complessità organizzata di documenti e informazioni che caratterizza la realtà bibliotecaria. La competenza informativa (information literacy) che si sviluppa grazie all’azione delle biblioteche è necessaria per un pieno apprendimento permanente ed è considerata un diritto di base indispensabile per partecipare attivamente e con spirito critico della Società dell’informazione.
Gianni Stefanini, Direttore del Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest, è intervenuto ricordando come la nascita dei sistemi bibliotecari ha rappresentato la risposta all’inadeguatezza della singola biblioteca a soddisfare i bisogni informativi degli utenti; le reti si sono quindi strutturate per fornire servizi di secondo livello, che hanno valorizzato la biblioteca come portale di accesso ai servizi per gli utenti.
Lo sviluppo della rete pone però la necessità di ripensare il suo ruolo rispetto a quello della singola biblioteca, specialmente in questo momento, quando essa soffre la crisi del proprio ruolo e della propria funzione, associato ad una severa riduzione delle risorse economiche. La rete e la sua capacità di relazionarsi alle altre reti, ma anche ai diversi soggetti del territorio, diviene quindi laboratorio per la progettazione della nuova biblioteca, secondo una logica per cui la singola unità di servizio mantiene e fortifica il suo legame con il territorio ma lo connette e lo fa sentire parte di una comunità più ampia, articolata nella rete territoriale e nelle aggregazioni che si vanno creando tra diverse reti e soggetti. La rete, nel mettere insieme le risorse comuni, economiche, materiali e professionali, esprime livelli e capacità di elaborazione impossibili per la singola biblioteca isolata, che oggi non è più in grado di svolgere il proprio servizio fuori dalla rete. Fin dalla sua nascita la rete si è misurata con strumenti e tecnologie tipiche dell’impresa. Il lavoro lungo la linea della razionalizzazione delle risorse e dell’organizzazione ha portato le reti ad avere familiarità con tali strumenti, familiarità che ha consentito di cogliere in anticipo le opportunità che la biblioteca può esprimere nel ridefinire la propria funzione in rapporto al mercato o almeno alle possibilità di rapporto con esso.
Ha concluso la mattinata l’intervento di Pino De Sario, dell’Università di Pisa, che ha parlato della facilitazione della complessità. Il mondo attuale è complesso ogni livello e spesso gli individui, siano essi persone o strutture, costruiscono per i propri problemi soluzioni semplicistiche, che non li risolvono o, al contrario, ne adottano di troppo complesse, che rallentano i processi e, in definitiva, creano nuovi problemi. E’ possibile affrontare la complessità nei contesti organizzativi e anche nelle reti bibliotecarie, attraverso il modello di facilitazione esperta (face-model), con la coordinazione di persone e attività, coinvolgendo gli attori dei processi, mediando le differenze, facendo emergere negatività e irrazionalità e mutandole in costruttività. La facilitazione esperta serve a concretizzare buone teorie, a snellire e velocizzare i processi, le azioni, le produzioni, a gestire resistenze, opposizioni e irrazionalità. E’ un insieme di competenze e abilità operative di cui gli attori lavorativi si possono servire negli scambi interpersonali e operativi, in forma sistematica e con atteggiamento vigile e consapevole, con l’obiettivo di curare le criticità e aumentare le risorse in gioco, orientamento che appartiene tipicamente a una rete che voglia sostenere e migliorare il lavoro quotidiano delle biblioteche.
Seminari
Nel pomeriggio si sono svolti tre workshop paralleli, condotti da Gianni Stefanini (rete e mercato: una strada per ricollocare le biblioteche nello sviluppo del Paese) e Pino De Sario (il bibliotecario facilitatore: mappe e metodi per gestire il “ponte” con utenti e colleghi), sui temi affrontati nei loro interventi del mattino e da Marco Goldin (reti, nodi, connessioni: quali metodi per conoscere il valore e la forma delle reti e delle comunità attraverso i dati?), sul valore della gestione informatica dei dati nell’orientamento dell’azione delle reti bibliotecarie.
Il bilancio del convegno è senz’altro più che positivo. Oltre al tema della rete, quanto mai attuale e apprezzato dagli intervenuti, va sottolineato l’elevato e appropriato livello degli interventi tecnici e dei workshop. Inoltre, per la prima volta in assoluto, hanno partecipato esponenti di spicco della politica regionale, segno inequivocabile di interesse verso il mondo delle biblioteche venete.
La sfida ora è quella di trasformare in prassi quotidiana gli stimoli ricevuti e di concretizzare l’offerta del Vicepresidente e dell’Assessore alla Cultura della Regione del Veneto, rispetto all’apertura di tavoli di confronto sui problemi del mondo bibliotecario veneto, primo passo per la loro possibile soluzione.
Video degli interventi: