L’AIB Lazio promuove per gli associati regionali un ciclo di visite guidate gratuite presso biblioteche dall’interessante valore storico e culturale sul territorio di Roma. Gli incontri, della durata di poco meno di due ore, hanno lo scopo di illustrare i servizi e le risorse documentario-informative di preziose biblioteche che arricchiscono il panorama bibliotecario romano. Le visite alle biblioteche offrono agli associati AIB del Lazio l’opportunità di conoscere il patrimonio, le iniziative e i progetti culturali di biblioteche che, in contesti prestigiosi e senza dubbio affascinanti, coniugano cultura e servizi, storia e innovazione.
Possono partecipare all’incontro gli associati, amici persona, amici studenti e amici enti (1 solo dipendente per ogni ente) in regola con la quota 2015.
Per motivi organizzativi si prega di comunicare la propria adesione all’incontro entro il 20 novembre 2015 via posta elettronica a laz-corsi(at)laz.aib.it indicando nell’oggetto “Due passi in biblioteca: Biblioteca Angelica” specificando che, ai sensi del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si autorizza il trattamento dei propri dati personali, limitatamente alle finalità del seminario. Indicare anche un recapito telefonico per eventuali comunicazioni urgenti. La sezione Lazio si riserva il diritto di annullare l’incontro per motivi indipendenti dalla propria volontà.
7. incontro
La Biblioteca Angelica
Data: 26 novembre 2015
Orario visita: 16:30-18:00
Indirizzo: piazza sant’Agostino 8
Max 20 persone
Prenotazione obbligatoria entro il 20 novembre 2015
La Biblioteca Angelica
Storia e patrimonio
La Biblioteca Angelica, fondata nel 1604 dal vescovo agostiniano Angelo Rocca (1546-1620), fu la prima biblioteca europea aperta al pubblico. L’innovativo regolamento, voluto proprio da Angelo Rocca, di una biblioteca aperta a tutti senza limiti di stato e di censo destò l’interesse di un pubblico sempre crescente e la fama della Biblioteca si diffuse ben presto tra gli studiosi di tutta Europa.
La Biblioteca ha sede nell’ex Convento dei padri agostiniani, presso la chiesa di Sant’Agostino nel centro storico di Roma. La sistemazione attuale risale alla metà del XVIII secolo quando il priore generale Vasquez affidò all’architetto Luigi Vanvitelli la ristrutturazione dell’intero convento. I lavori interessarono anche i locali della biblioteca divenuta ormai insufficiente a conservare i volumi che negli anni avevano accresciuto le sue raccolte. La ristrutturazione della Biblioteca comportò la chiusura della stessa dal 1748 fino al 1786. L’attuale salone di lettura, il cosiddetto “vaso” Vanvitelliano, terminato nel 1765, è circondato da un’alta scaffalatura lignea opera di Nicola Fagioli e conserva i circa 120.000 volumi del Fondo Antico; vi si accede tramite un vestibolo adornato da quadri di Arcadi illustri, nel quale trovano posto i cataloghi.
L’Angelica possiede e tutela circa 200.000 volumi di cui più di 100.000, editi dal XV al XIX secolo, costituiscono il fondo antico della Biblioteca. I settori più ricchi, che vengono ancora oggi incrementati in base ad acquisti e donazioni, comprendono opere sul pensiero di Sant’Agostino e sull’attività dell’Ordine agostiniano, la storia della Riforma e Controriforma, raccolte su Dante, Petrarca e Boccaccio, testi di letteratura italiana e sul teatro dal XV al XVIII secolo, edizioni rare (bodoniane, elzeviriane), opere su Roma, periodici italiani e stranieri dei secoli XVII-XVIII (circa 600 pubblicazioni periodiche). Strumenti bibliografici e manuali di filologia e linguistica vengono acquistati per la valorizzazione e lo studio delle raccolte.
Il Fondo antico della Biblioteca, stimato in circa 120.000 volumi, con i suoi preziosi manoscritti e le sue edizioni pregiate è il risultato di secoli di importanti lasciati e doni fatti da nobili romani al convento agostiniano. Alla fine del XVI secolo entrò a far parte del patrimonio librario della Biblioteca anche la raccolta libraria (circa 20.000 volumi) dello stesso vescovo Angelo Rocca; alla fine del XVII secolo Luka Holste (1596-1661), custode della Biblioteca Vaticana, lasciò ai frati agostiniani la sua preziosa collezione di circa 3.000 volumi a stampa. Nella prima metà del Settecento, il convento romano e la sua biblioteca fecero da sfondo alle controversie religiose dell’epoca: in Angelica sono presenti edizioni di testi proibiti ancora oggi fondamentali per gli studi e le ricerche sul periodo della Riforma e della Controriforma. La Biblioteca aveva ottenuto una speciale autorizzazione a possedere libri proibiti e proprio questa deroga alla censura le permise di conservare i circa 600 volumi della biblioteca del vescovo agostiniano Enrico Noris (1631-1704). Nel 1762, fu acquistata la ricchissima biblioteca del cardinale Domenico Passionei (1682-1761), che raddoppiò il patrimonio dell’Angelica e soprattutto lo arricchì dei testi che quel cardinale, legato agli ambienti giansenisti romani, aveva ricercato e acquistato nei viaggi svolti come inviato pontificio nei paesi dell’Europa protestante.
Nel secolo XIX la storia dell’Angelica fu scandita dalle vicende storiche che interessarono la città di Roma: dall’invasione dei francesi alla proclamazione della repubblica mazziniana nel 1849, fino al passaggio nel 1873 della biblioteca allo Stato italiano. I primi decenni della gestione laica dell’Angelica furono segnati da importanti acquisti che ne accrebbero notevolmente il patrimonio librario: tra questi ricordiamo l’acquisizione di una parte della biblioteca appartenuta ai principi Massimo (1884), 200 manoscritti e 450 volumi a stampa e un’importante collezione di opere edite da Giambattista Bodoni (1919), che si aggiunse alle edizioni bodoniane già possedute dalla biblioteca. Alla fine dell’800 la biblioteca si arricchì di una curiosa raccolta di 1930 libretti d’opera del XVIII e XIX secolo, di provenienza del ministro Santangelo. Dal 1940 conserva in deposito circa 10.000 volumi di proprietà dell’Accademia letteraria dell’Arcadia (volumi a stampa, 41 manoscritti, lettere autografe degli Arcadi e componimenti arcadici, relativi soprattutto alla letteratura italiana del ‘700). Dal 1975 dipende dal Ministero per i beni e le attività culturali e nello stesso anno fu acquistata la biblioteca del critico letterario Arnaldo Bocelli, che comprende testi di letteratura italiana del Novecento.
Nel 2005 è pervenuto in dono il Fondo Cardone: 500 volumi di letteratura francese e italiana degli ultimi anni dell’Ottocento e nel 2009 è stata acquisita, in dono, la raccolta libraria del professor Achille Tartaro: si tratta di 1200 opere in gran parte di critica letteraria.