Il 9 marzo si è tenuta a Genova una giornata di studi promossa da ANCI e da AIB sul futuro delle biblioteche di ente locale, per discutere dei problemi, del ruolo e delle prospettive del servizio bibliotecario pubblico.
Sono state affrontate molte questioni e analizzati alcuni temi cruciali per il futuro delle biblioteche gestite dagli enti territoriali.
In sintesi, sono emersi i seguenti nodi problematici:
- manca un modello per il servizio bibliotecario pubblico, che lo renda riconoscibile in tutto il territorio nazionale e ne faccia apprezzare il valore prodotto per i cittadini. Il modello dovrebbe fondarsi su funzioni definite in relazione alle priorità (sociali, culturali, economiche) del Paese ed essere riferito a standard di servizio accettati a livello nazionale;
- n Italia non esistono statistiche nazionali in grado di dare una dimensione e un valore all’attività delle biblioteche di ente locale. Se si eccettua l’Anagrafe delle Biblioteche Italiane gestita dall’ICCU, che fornisce dati censuari, tutti i tentativi finora effettuati non hanno prodotto esiti positivi e le Regioni si sono arrangiate procedendo in ordine sparso;
- la progressiva trasformazione delle Province, con la conseguente limitazione delle loro funzioni, genera incertezza sul futuro dei servizi, delle reti e delle biblioteche provinciali, ponendo un problema generale: quali forme adottare per garantire a queste strutture un futuro;
- a crisi pone le biblioteche di fronte alla necessità di rivedere assetti giuridici, organizzativi, modalità di lavoro e di produzione dei servizi, dinamiche di collaborazione con altre biblioteche e con il territorio. E’ necessario puntare sulla cooperazione come metodo di lavoro, per raggiungere standard di servizio più elevati e contenere i costi. La cooperazione è inesistente soprattutto fra livelli istituzionali differenti (fra Stato, Regioni e enti locali);
- i vincoli alle assunzioni penalizzano le biblioteche e gli altri istituti culturali, perché all’impossibilità di assumere si sopperisce con la presenza di personale non professionale: è necessario puntare sui giovani, garantendo condizioni di inserimento compatibili con la dignità del ruolo professionale del bibliotecario, anche se nell’ambito di gestioni esternalizzate;
- le biblioteche devono incentivare la partecipazione attiva dei cittadini e diventare centri di vita associata dove le persone possano incontrarsi, condividere interessi e contribuire alla sua vita attraverso forme di volontariato.
PROPOSTE:
- definire una politica nazionale per le biblioteche, il libro, la lettura
- sviluppare un’azione congiunta per chiedere al Governo di inserire i servizi culturali fra le funzioni essenziali dei Comuni nel quadro del federalismo municipale:
- prevedere che i servizi bibliotecari siano assoggettati alla disciplina delle prestazioni essenziali e dei costi standard
- definire le funzioni di base delle biblioteche di ente locale (promozione della lettura e delle competenze ad essa legate, sostegno all’istruzione formale, alfabetizzazione degli adulti, sostegno ai processi di integrazione e partecipazione dei cittadini, alfabetizzazione alla cittadinanza digitale e all’uso degli open data) e fare in modo che esse siano recepite nella normativa regionale. A questo proposito si sono registrate tre importanti proposte:
- ANCI è disponibile a chiedere al Governo di convocare l’AIB nella cabina di regia per affrontare i temi legati al futuro dei sistemi bibliotecari
- l’Assessore Caligiuri, coordinatore degli assessori regionali alla cultura, ha annunciato una convocazione dell’AIB nella Commissione cultura del Coordinamento delle Regioni e Province Autonome italiane per approfondire le tematiche individuate
- ANCI chiederà al Governo di esplicitare il ruolo delle biblioteche all’interno della prossima normativa sulla formazione permanente
- promuovere un tavolo tecnico per definire modalità di raccolta e di pubblicazione vincolanti dei dati a livello comunale, provinciale e regionale
- l’AIB ha chiesto ad ANCI, Cepell e Regioni di promuovere l’iniziativa, sensibilizzando l’ICCU al potenziamento dell’Anagrafe nazionale e coinvolgendo anche l’ISTAT nella realizzazione di indagini periodiche sui luoghi della cultura (biblioteche, archivi, musei)
- attivare all’interno dell’ANCI una “Lega delle biblioteche comunali” che riesca a dar loro forza e voce sul piano istituzionale attraverso:
- il rilancio del documento “Linee di politica bibliotecaria per le Autonomie”, che si è arenato anche a causa della mancanza di attenzione da parte delle regioni, attraverso lo snellimento degli strumenti ivi previsti e l’istituzione di una collaborazione stabile con l’AIB
- una coerente attvità di lobbiyng istituzionale.
- promuovere la riconoscibilità delle biblioteche di ente locale e il rinnovamento della percezione sociale:
- cambiare nome alle biblioteche di ente locale
- promuovere un concorso pubblico per la creazione di un logo che renda riconoscibili le biblioteche a livello urbano come avviene per le farmacie e altri servizi di pubblica utilità
- incentivare la cooperazione fra biblioteche e fra istituzioni:
- promuovere la creazione di un quadro strutturato di relazioni funzionali fra livelli istituzionali differenti, per favorire l’individuazione di ruoli e di compiti specifici fra istituzioni, finalizzate a dare vita a un sistema bibliotecario nazionale che non sia, come oggi, condizionato dal peso eccessivo assegnato alle componenti legacy
- incentivare la cooperazione fra reti di biblioteche di diversa titolarità (enti locali, università, stato, scuole…)
- verificare la ricaduta dell’approvazione dell’emendamento contenuto nel decreto liberalizzazioni (che esenta le aziende culturali dal patto di stabilità e dai vincoli sulle assunzioni) sulle forme e gli assetti organizzativi dei sistemi bibliotecari, anche in relazione all’abolizione delle province
- riconoscere la figura professionale del bibliotecario come profilo tecnico specialistico e promuovere la certificazione delle competenze del personale bibliotecario:
- introdurre le qualifiche specialistiche di “bibliotecario”, dirigente bibliotecario”, “coordinatore di sistema bibliotecario”, “assistente di biblioteca”
- incidere sui percorsi formativi impartiti dalle università, per renderli compatibili con le esigenze della professione nelle biblioteche di ente locale
- chiedere al Governo di approvare la normativa – a breve ammessa alla discussione parlamentare – sulle professioni non ordinistiche, che prevede di affidare la certificazione delle competenze alle associazioni professionali rappresentative della professione
- l’AIB chiede all’ANCI e all’UPI di promuovere l’inserimento in tutti i bandi per l’assunzione di bibliotecari e nei bandi per l’esternalizzazione dei servizi meccanismi di certificazione della professionalità posseduta
- promuovere presso i Comuni l’adozione di un codice etico sulle esternalizzazioni dei servizi bibliotecari, per consentire al personale precario condizioni di lavoro compatibili con il ruolo ricoperto.
- sostenere economicamente i servizi bibliotecari:
- promuovere la destinazione dei finanziamenti comunitari destinati alle regioni del sud (asse 4 POR) e non utilizzati al sostegno di scuola, ricerca e biblioteche
- promuovere l’utilizzo di volontari nelle biblioteche, con modalità non concorrenziali rispetto al lavoro retribuito e rispetto al terzo settore
- nel riordino delle competenze delle Province, le competenze in tema di cultura devono essere sfrondate da azioni e interventi che più propriamente possonono essere svolte dai comuni. Le Province devono mantenere le competenze in tema di infrastrutture di area vasta (rete bibliotecarie, museali archivistiche) e devono essere chiamate a investire adeguate risorse proprie.
Roma, 26 marzo 2012