La Regione e l’AIB incontrano i bibliotecari
17 gennaio 2013 – Aula Magna del Liceo Classico Statale “Orazio Flacco”, Bari
Waldemaro Morgese, presidente AIB Puglia:
relazione utilizzata nelle varie iniziative del Biblioday (incontro mattutino e assemblea dei soci)
Il 2013 non si apre nel migliore dei modi, pur se qualche novità è in corso.
L’interessante pubblicazione diffusa proprio oggi “Il mondo del libro in Puglia-Rapporto 2012“, opera dell’Osservatorio “PanOpticonPuglia”, da noi AIB Puglia seguita fin dal concepimento, ci dice che la situazione della filiera del libro in Puglia è critica (vorrei dire drammatica) sotto vari aspetti.
I titoli pubblicati in Puglia sono scesi dai 1.802 del 2009 ai 977 del 2011, le copie stampate e distribuite da 2.463.000 a 870.000.
I dati sui lettori sono anch’essi molto critici: nel 2011 il 15,3% delle famiglie pugliesi non possedevano libri in casa: quint’ultima regione (dietro di noi solo Sicilia, Basilicata, Calabria e Campania). Solo il 31,5% di pugliesi da 6 anni in su avevano letto almeno un libro (terz’ultima regione, dietro noi solo Sicilia e Campania).
Riguardo alle librerie, osserviamo questo dato: su 258 Comuni pugliesi, in 64 è presente almeno una libreria, in 22 non vi sono librerie ma almeno una cartolibreria, in 172 non vi è alcun esercizio che venda libri: in sostanza, le librerie mancano in 194 Comuni, il 76% del totale.
In questa situazione, come possiamo ben comprendere, la promozione di festival e kermesse similari funziona da “cataplasma sadico”: il povero cittadino che partecipa a un festival in cui vede tanti libri, tanti Autori (anche famosi) e partecipa a tanti dibattiti, poi torna nella sua cittadina e in molti casi non sa come e dove comprare libri, per cui li accantona dai suoi desideri e pensa ad altro.
Naturalmente non mi riferisco a quei pochissimi festival che in Puglia nascono per l’impulso di una biblioteca, penso ad esempio al “Buck“, il Festival della letteratura per ragazzi promosso dalla biblioteca dei ragazzi sezione della Biblioteca Provinciale di Foggia (dato che i foggiani potranno trovare quei libri presentati al “Buck” almeno nella loro biblioteca)!
Veniamo appunto alle biblioteche. L’Osservatorio “PanOpticonPuglia” riporta correttamente che la situazione attuale, fotografata dall’ICCU-Istituto Centrale per il Catalogo Unico, è in corso di ridefinizione statistica per via del censimento in svolgimento a cura dell’AIB. Attenendosi ai dati ICCU, i ricercatori di POP chiariscono che le biblioteche in Puglia sarebbero 704, di cui solo il 51,7% dotate di un OPAC (Online Public Access Catalogue). Sempre secondo l’Osservatorio, le biblioteche che aderiscono ai sei Poli sono il 30,2% del totale. L’Osservatorio individua molto bene anche il principale deficit istituzionale della Puglia: la mancanza di una legge regionale aggiornata e organica con conseguente mancanza di fondi finanziari certi e ricorrenti negli anni (il finanziamento delle biblioteche, come noto, è finora stato affidato a strumenti “rapsodici”: l’APQ-Accordo di Programma Quadro prima per mezzo delle decisioni CIPE , i fondi del Programma Operativo FESR poi).
Con l’APQ le biblioteche pugliesi hanno ricevuto complessivamente circa 30 milioni di €, con il PO FESR la somma di 9 milioni di €.
Poichè parliamo, cumulando i due strumenti programmatici, di un arco temporale di 9 anni (2005-2013), il mero calcolo aritmetico ci dice che – idealmente – le biblioteche pugliesi hanno ricevuto ciascuna fondi regionali per circa 6.350 € all’anno: non è una miseria, ma peggio.
Questo scenario consumatosi in Puglia è aggravato da due circostanze.
La prima è che contestualmente, e vivacemente a partire dalla metà della prima Giunta Regionale Vendola, ai settori culturali sono affluiti ingenti risorse, ma concentrate in comparti che non esito a definire “effimero”, essendo restati sostanzialmente con ben poco gli istituti duraturi del patrimonio culturale come biblioteche, archivi e musei. Inoltre, cospicue risorse con questa Giunta regionale sono andate a progetti di dubbia attuazione come i SAC (Sistemi Ambientali Culturali), tanto che molti di questi SAC restano al palo.
La seconda è che delle scarse risorse destinate alle biblioteche non vi è traccia alcuna di monitoraggi: gli impatti, le ricadute gestionali e strutturali di questi fondi non sono stati mai misurati, neppure in modo campionario. L’Osservatorio “PanOpticonPuglia” sottolinea giustamente e con stupore che l’ultima rilevazione sulla frequentazione delle biblioteche pugliesi da parte dei cittadini risale a una indagine ISTAT del 2006!
Talchè al momento l’unico monitoraggio sulla situazione reale delle biblioteche pugliesi verrà fuori dai risultati del censimento che l’AIB sta svolgendo su incarico meritorio della Regione: vedremo attentamente la situazione reale, con analisi non solo quantitative ma anche qualitative.
Intanto possiamo anticipare che la base censuaria ICCU presumibilmente si ridurrà di circa 200 biblioteche sul piano effettivo, con un decremento quindi del 30% di biblioteche: ciò, in una Regione che legge poco, anzi pochissimo, è già di per sè una iattura.
Su meno della metà di biblioteche finora inserite nel software acquisito dall’AIB per il censimento (quindi con un universo significativo solo in termini campionari), il 64% eroga il servizio di navigazione internet, il 48% svolge attività di promozione della lettura, il 51% è attrezzato per il servizio di prestito interbibliotecario, il 56% partecipa a cataloghi collettivi nazionali, il 55% a cataloghi collettivi locali, il 26% possiede una carta dei servizi, solo 3 biblioteche effettuano apertura serale: i risultati per quanto parziali non sono dunque esaltanti.
Certo, ho affermato all’inizio che vi è qualche novità positiva.
Sul piano nazionale, accanto a tante scoraggianti negatività, le novità positive a mio avviso sono essenzialmente due.
Prima novità, l’approvazione definitiva, finalmente, durante la fase del governo Monti, della legge sulle professioni “non organizzate in ordini e collegi”, tanto attesa per anni: questa legge consentirà all’AIB di svolgere con rinnovato vigore ed efficacia il proprio ruolo a favore della professione e delle sue basi deontologiche, entro una cornice europea di liberalizzazione, concorrenza e rispetto dei consumatori, con lo strumento delle attestazioni e della formazione e aggiornamento permanenti.
Seconda novità, la nascita il 12 giugno 2012 di “MAB-Musei Archivi Biblioteche-Professionisti del patrimonio culturale”: un coordinamento nazionale e altrettanti coordinamenti in ogni Regione (in Puglia il MAB lo abbiamo costituito il 14 novembre 2012), con lo scopo di sviluppare interventi congiunti fra tutte le figure fondamentali che si curano del patrimonio culturale, un sicuro grande salto di qualità della nostra presenza nel Paese.
Anche a livello regionale vi sono due potenziali novità positive: non la consistenza dei fondi finanziari, assolutamente esigui e inadeguati, ma piuttosto il processo (pur se faticoso) di consolidamento della aggregazione delle biblioteche per poli territoriali nel Servizio Bibliotecario Nazionale-SBN (ora ne contiamo sei) e l’avvio finalmente concreto della nuova legge regionale organica in materia dei beni culturali, entro cui trova posto il sistema bibliotecario pugliese.
L’aggregazione per Poli, che definisco “faticosa” per varie ragioni gestionali e non ultimo perchè manca all’appello la gran parte delle biblioteche universitarie e scolastiche, vede una attenzione molto puntuale da parte dell’AIB, che sta anche curando per incarico della Regione l’affiancamento formativo, che finora (ma l’azione è tuttora in corso) si è estrinsecato in 256 ore di attività, 38 giornate di incontri, 215 biblioteche coinvolte, 9 docenti impegnati, una media di una trentina di bibliotecari partecipanti per
ogni giornata.
La bozza del disegno di legge regionale, devo sottolineare per merito dell’Assessore regionale al ramo, sta avendo un iter partecipativo, pur se risulta alquanto debole la “strumentazione” operativa proposta che dovrebbe supportare sul piano tecnicoprofessionale tutto il nuovo processo ed anche alquanto complicata (farraginosa) la tipologia di programmazione scelta.
Questioni che l’AIB Puglia ha puntualmente segnalato in un articolato documento condiviso dal suo Comitato Esecutivo Regionale e inviato all’Assessore regionale ai beni culturali il 24 dicembre, ricevendo sì attenzione e conseguenti atti di modifica della bozza poi approvata dalla Giunta, ma solo per alcuni aspetti (fatto comunque positivo), non certo quelli da noi ritenuti i più importanti.
Su altri versanti la situazione e le prospettive delle nostre biblioteche sono alquanto difficili: l’AIB Puglia si è molto impegnata in modo particolare per la situazione del capoluogo regionale (Bari), proprio per la sua importanza e esemplarità. Abbiamo posto con decisione la questione della ricostituzione di una rete di biblioteche di quartiere, dissennatamente smantellata dall’Amministrazione Comunale in carica. Ma risultati concreti in verità non se ne vedono.
In relazione ai nuovi orientamenti europei 2014-2020 la Regione ha stipulato un patto per lo sviluppo sostenibile con la città di Bari e si accinge a stipularne di simili con altre importanti città, specie i capoluoghi: per Bari si parla, con una certa enfasi, di perseguire molteplici linee strategiche: ma è tutto molto confuso, stando ai documenti. E’ noto che la nuova programmazione UE riguarda non più la cultura come opzione a sè stante, ma le città, le aree interne e il Mezzogiorno: la cultura può essere volano trasversale, se le Regioni decidono conformemente. Noi vorremmo che a Bari si impegnassero alcuni milioni di euro per attrezzare un capannone dell’area dismessa “Parco Rossani” al fine di trasferirvi e potenziare sia la Biblioteca del Consiglio Regionale “Teca del Mediterraneo” sia la “Mediateca Regionale” coordinandole fra loro: ci servono proposte concrete, precise, fattibili!
In ogni caso l’AIB Puglia continuerà la propria azione che tende a considerare il sistema delle biblioteche un caposaldo di nuovo Welfare, indispensabile nel secolo in cui il sapere, la conoscenza è la principale forza produttiva. Proprio a Bari ad esempio stiamo per sottoscrivere con l’Assessore all’istruzione un protocollo per creare una rete cittadina di Scuole che intendano riqualificare le proprie biblioteche e aprirle alla città.
Abbiamo voluto sostenere l’azione di una benemerita organizzazione noprofit (“Virtute e Canoscenza”) che si è impegnata con successo nella promozione di micro biblioteche di villaggio nel Bangladesh (ne sono già nate 6): qui c’è anche in vendita un libro su questa esperienza, il cui acquisto contribuisce al consolidamento di questa azione concreta a favore di un popolo fra i più sfortunati del Pianeta. Ma abbiamo voluto esprimere il nostro spirito solidale anche con la realizzazione, coronata da successo, di due progetti di aiuto ai bibliotecari dell’Emilia-Romagna colpita dal terremoto.
Per il 23 aprile, giornata mondiale UNESCO sulla lettura e il diritto d’autore, l’AIB Puglia sta organizzando una importante giornata sulle biblioteche scolastiche, strutture da sottrarre all’attuale declino e da rivalorizzare nel quadro di un più complessivo discorso sull’acculturazione delle giovani generazioni, sul “Life Long Learning” (apprendimento per tutto l’arco della vita).
Nel mese di giugno ospiteremo una conferenza dell’Olavep-Osservatorio Lavoro e Professione dell’AIB, con carattere interregionale: sarà un altro importante momento di valorizzazione del “mestiere” di bibliotecario.
Continueranno per tutto l’anno le attività di aggiornamento professionale, secondo una consolidata nostra propensione per il miglioramento formativo dei bibliotecari: anche oggi con il seminario sulla “Information Literacy” tenuto da Laura Ballestra.
Abbiamo dato un contributo, con l’aiuto del Comitato Esecutivo Nazionale dell’AIB, per qualificare in senso meridionalista un documento MAB rivolto ai politici che si candidano per le nuove elezioni del prossimo febbraio: anche questo impegno è per noi molto importante, perchè il Mezzogiorno resta una questione nazionale di grande rilievo, anche per ciò che riguarda archivi-musei-biblioteche.
In ogni caso siamo impegnati a implementare in modo coerente il programma pluriennale di attività che l’assemblea dell’AIB Puglia ha approvato nel 2011, anche con l’apporto dei gruppi di lavoro permanenti da noi costituiti.
Vorrei concludere così.
Non sappiamo quale sarà il destino delle biblioteche in prospettiva di scenario. Certo sono destinate a cambiare pelle, adeguarsi, come ci ricorda David Lankes (USA, Syracuse University). Futurologi come Kevin Kelly o John Brockman ci segnalano che quasi sicuramente dopo il 2050 i nostri Paesi saranno popolati da pochi giovani, molti anziani e milioni di robot. Forse dovremo accogliere nelle nostre biblioteche anche i robot, circostanza indubitabile date le premesse. O forse le nostre biblioteche saranno tutte come quella che nascerà in autunno nel Texas, a Sant’Antonio, la prima biblioteca pubblica senza libri, ma con “ebook reader” in grande quantità da prestare agli utenti per un periodo determinato, dopo il quale il loro contenuto si evaporerà automaticamente.
A parte l’affluenza di robot nelle nostre biblioteche, con cui i bibliotecari in carne ed ossa sono certo che sapranno dialogare alla perfezione, la biblioteca senza libri di Sant’Antonio, totalmente “high-tech“, avrà pur sempre bisogno di bibliotecari e inoltre sapete perchè nasce? Perchè da 10 anni i cittadini di questa zona disagiata protestano vivamente per l’assenza di librerie e di biblioteche ed anche per la difficoltà di collegarsi ad internet: chiaro? La prima biblioteca senza libri del Mondo nasce, dunque, per una esigenza welfaristica, e comunque perchè vi sono cittadini avidi di sapere che chiedono di poter accedere al sapere.
Quindi per quanto il presente sia nero, nerissimo, il futuro forse no, offre qualche speranza, anche ai bibliotecari, dato che il Knowledge (la conoscenza) nel XXI secolo sarà sempre più la nuova, decisiva forza produttiva.
Grazie per l’attenzione.