Mercoledì 12 , ore 16.15-17.45 Panel 16B – Aula 2 italianistica – Biblioteche e comunità educanti: dialoghi di Public History al di fuori dal tempo e al di là dei confini
Coordina: Chiara De Vecchis (AIB – Associazione Italiana Biblioteche)
- Donatella Bellardini (Biblioteca Generalizia del Centro Studi Storici PP. Barnabiti), La Biblioteca Generalizia del Centro Studi Storici PP. Barnabiti e l’uso del portale BeWeb per valorizzare e promuovere progetti di Public History
- Anna Cascone (Casa Generalizia Fratelli Scuole Cristiane) e Norma Romanelli (Laboratory of History of Linguistic Theories – CNRS/Université Paris Cité), Dalle petites écoles di Port-Royal des Champs alle scuole di Roma. Una proposta di didattica della storia al di fuori del tempo
- Vincenza Iossa (Università di Roma Tre), “Fuori dall’ombra: cerimonia per una restituzione”. Un progetto di Public History per ridare coscienza della propria storia alla comunità
Le biblioteche sono protagoniste di un incessante dialogo con le comunità educanti: attraverso i progetti di Public History, il bibliotecario collabora con gli insegnanti per sperimentare nuove strategie di didattica e di apprendimento della storia che siano più coinvolgenti ed efficaci anche nel restituire, in modalità fruibile per tutti, vicende tanto importanti quanto dimenticate. Il caleidoscopio si presenta ricco di sfaccettature se solo nella città di Roma emergono pratiche e progetti in corso da anni. Si parte infatti dall’esperienza della Biblioteca Generalizia del Centro Studi Storici PP. Barnabiti, che organizza attività didattiche e laboratori in grado di avvicinare pubblici diversi alla storia del proprio Istituto e ai preziosi fondi documentari conservati in biblioteca e archivio. Anche la Biblioteca Lasalliana della Casa Generalizia dell’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane è impegnata in attività di Public History da proporre ai propri utenti e alle comunità locali e quest’anno, per le scuole lasalliane in particolare, ma anche per tutte quelle che desidereranno partecipare, si realizzeranno laboratori di storia dell’educazione mediante la valorizzare di alcuni preziosi fondi documentari (si pensi ad esempio al Fonds Gazier-Martinais: una incredibile collezione di libri giansenisti che provengono direttamente da Port-Royal des Champs). Oltre a riguardare gli istituti ecclesiastici romani, il fattivo dialogo fra biblioteche e comunità educante è protagonista anche di una esperienza incentrata sul salvataggio del patrimonio bibliografico italiano durante la Seconda guerra mondiale attraverso la lente focale della vicenda dei volumi di pregio della Biblioteca Universitaria di Napoli, ricoverati nel 1944 presso il Convento di San Francesco dei Frati Minori di Minturno. Al di là del significato simbolico di una cerimonia, la restituzione va ben oltre quella dei libri salvati e offre un’ulteriore occasione per ridare coscienza della propria storia alle comunità e far emergere, insieme a quelle tradizionali, nuove chiavi di lettura del proprio patrimonio culturale. Il tutto all’insegna della collaborazione con le istituzioni locali e le associazioni professionali, allargandosi a interessare contesti di ricerca internazionali e varcando i confini geografici grazie all’utilizzo di portali Web – fra cui BeWeb (Beni Ecclesiastici in Web) – per valorizzare e promuovere progetti di Public History, o comunque prevedendo nell’ambito dei percorsi didattici la creazione di contenuti digitali tali da favorire la partecipazione da parte di più pubblici.
Venerdì 14 giugno, ore 11.15-12.45 Panel 24B – Aula 2 italianistica – Storie di tre città. Biblioteche, archivi e musei come collettori di rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio culturale
Coordina: Silvia Seracini (AIB – Associazione Italiana Biblioteche)
- Eleonora Brandigi (Biblioteche comunali fiorentine), Pieni a rendere. Storie dai quartieri fiorentini
- Francesco Chiapparino (Università Politecnica delle Marche), Memoria e città. Il secondo dopoguerra nel museo dell’ex-Caserma Villarey (oggi Facoltà di Economia) ad Ancona
- Remo Rivelli (Università degli Studi di Salerno – Centro Bibliotecario di Ateneo), Viaggio alla ricerca delle radici: storia di una città attraverso un progetto di collaborazione tra scuola, archivi e comunità Wikimedia
Se la Public History consiste nella capacità di produrre contenuti storici insieme alle comunità, quale può essere il ruolo degli istituti culturali nel promuovere la storia di luoghi attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini? Grazie a strategie innovative condotte dalle biblioteche di quartiere di Firenze, a esperienze di progettazione partecipata presso un costituendo museo universitario ad Ancona e all’opera di recupero da parte di alcuni studenti del Liceo Medi di Battipaglia (SA) dei documenti messi a disposizione dall’Archivio di Stato di Salerno, risulta possibile restituire alla città dei luoghi arricchiti attraverso la promozione di una capacità condivisa di trasformare la narrazione in una pratica di rigenerazione urbana e sociale, rafforzamento dell’identità comunitaria e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. A partire da una riflessione sulla promozione della lettura diffusa nel contesto urbano, si sperimentano dunque percorsi partecipati di ricostruzione della memoria collettiva tramite narrazioni di comunità con l’obiettivo di raccogliere testimonianze orali, documenti di archivio ed anche scritture autobiografiche per realizzare forme documentarie conservabili e fruibili anche digitalmente negli istituti culturali. Dando grande spazio alle fonti d’archivio e alle storie orali e con l’ausilio di diverse tipologia di media – dai podcast audio alla costruzione di contenuti museali generati dal pubblico, passando anche attraverso la creazione di voci di Wikipedia – i tre progetti presentati e localizzati fra le città di Firenze, Ancona e Battipaglia (SA) sono accomunati dall’intento di tracciare percorsi di Public History che coinvolgano biblioteche di pubblica lettura, archivi, musei universitari e territorio ai fini di riallacciare memoria e identità del luogo abitato, per ri-narrare i paesaggi urbani dal punto di vista del vissuto della comunità e dei singoli. La dimensione “ascoltabile” della città acquisisce una particolare rilevanza nel 2023 anche e soprattutto in occasione dei 100 anni dalla nascita di Italo Calvino, cantore de Le città invisibili.
Venerdì 14 giugno, ore 11.15-12.45 Panel 24C – Aula Radiciotti – I fondi dell’arte: archivi e biblioteche in ottica Public History
Coordina: Marcello Andria (Università di Salerno)
- Concetta Damiani (Università della Campania Luigi Vanvitelli), Gli archivi dell’arte: far emergere e veicolare un patrimonio (ancora in parte) sommerso
- Tania Maio (Università di Salerno), Archivi dell’arte in mostra
- Alessandra Boccone (Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore – AIB), Narrare la storia attraverso le biblioteche degli artisti: la cultura collettiva filtrata dalla lente creativa
Archivi e biblioteche legati al mondo dell’arte rimandano ad un’ampia tipologia documentale che si amplia notevolmente considerando anche l’ambito del digitale, in cui le opere d’arte spesso diventano esse stesse oggetto archivistico per il quale occorrono precise tecniche di gestione e conservazione. In questo senso il tema degli archivi e delle biblioteche d’artista si presta a diverse declinazioni: è inquadrabile tra gli archivi di persona e d’autore tenendo presenti le coordinate documentarie in senso tradizionale e l’eventuale presenza di manufatti; coinvolge istituzioni e soggetti privati in veste di conservatori; è oggetto d’interesse da parte di curatori dell’opera di un determinato artista e/o agenzie di certificazione in una misura diversa da quella archivistica, che porta a identificare gli archivi d’artista in termini di cataloghi ragionati delle opere. Gli interventi in cui è articolato il panel rendono conto di archivi e biblioteche di artisti in un’ottica di public history, perché le forme di conoscenza e restituzione di tali patrimoni possano essere parte attiva e integrante delle memorie di comunità. Si affrontano pertanto i temi di fondi e collezioni librarie con particolare attenzione all’analisi di specifici progetti e quello degli archivi dell’arte, considerati nei termini della loro specificità e delle possibili attività di cura e valorizzazione attraverso i circuiti espositivi.
Venerdì 14 giugno, ore 11.15-12.45 Panel 24C – Aula Radiciotti – I fondi dell’arte: archivi e biblioteche in ottica Public History
Coordina: Marcello Andria (Università di Salerno)
- Concetta Damiani (Università della Campania Luigi Vanvitelli), Gli archivi dell’arte: far emergere e veicolare un patrimonio (ancora in parte) sommerso
- Tania Maio (Università di Salerno), Archivi dell’arte in mostra
- Alessandra Boccone (Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore – AIB), Narrare la storia attraverso le biblioteche degli artisti: la cultura collettiva filtrata dalla lente creativa
Archivi e biblioteche legati al mondo dell’arte rimandano ad un’ampia tipologia documentale che si amplia notevolmente considerando anche l’ambito del digitale, in cui le opere d’arte spesso diventano esse stesse oggetto archivistico per il quale occorrono precise tecniche di gestione e conservazione. In questo senso il tema degli archivi e delle biblioteche d’artista si presta a diverse declinazioni: è inquadrabile tra gli archivi di persona e d’autore tenendo presenti le coordinate documentarie in senso tradizionale e l’eventuale presenza di manufatti; coinvolge istituzioni e soggetti privati in veste di conservatori; è oggetto d’interesse da parte di curatori dell’opera di un determinato artista e/o agenzie di certificazione in una misura diversa da quella archivistica, che porta a identificare gli archivi d’artista in termini di cataloghi ragionati delle opere. Gli interventi in cui è articolato il panel rendono conto di archivi e biblioteche di artisti in un’ottica di public history, perché le forme di conoscenza e restituzione di tali patrimoni possano essere parte attiva e integrante delle memorie di comunità. Si affrontano pertanto i temi di fondi e collezioni librarie con particolare attenzione all’analisi di specifici progetti e quello degli archivi dell’arte, considerati nei termini della loro specificità e delle possibili attività di cura e valorizzazione attraverso i circuiti espositivi.