15/01/2014

In seguito all’incontro avvenuto a Roma, presso l’Auditorium del Goethe Institut, lo scorso 20 giugno, il CEN ha approvato il documento elaborato da un gruppo di esperti sulla proposta del #nuovoSBN.

Leggi anche la risposta dell’ICCU al documento AIB.

AIB per il #nuovoSBN

documento approvato dal CEN il 17 dicembre 2013
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Indice

Premessa

Finalità e governance del servizio

Catalogazione e manutenzione del catalogo

Licenze open source per dataset e software

Sviluppi tecnologici

Premessa

Le recenti discussioni pubbliche e gli appelli lanciati a favore della sopravvivenza del Servizio Bibliotecario Nazionale hanno messo in luce il fatto che SBN rappresenta l’unica infrastruttura di respiro nazionale che l’Italia sia riuscita a realizzare in ambito bibliotecario, grazie al concorso di tutti i livelli istituzionali e in particolare alla collaborazione avviata fra MiBAC, MIUR e Regioni.

Partendo da questo presupposto, l’Associazione Italiana Biblioteche ritiene che SBN costituisca un valido strumento per cambiare l’organizzazione bibliotecaria del nostro Paese e per allinearla a quella dei Paesi più avanzati, ma anche per garantire a tutti i cittadini una infrastruttura di servizi che garantiscano un facile accesso all’informazione e alla conoscenza, ed infine per dare la giusta visibilità al patrimonio bibliografico e documentario italiano nel mondo.

Per raggiungere questi obiettivi occorre invertire la tendenza rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni, durante i quali è venuto meno la slancio iniziale, sopraffatto dall’urgenza delle problematiche di carattere tecnologico e dalla focalizzazione esclusiva sulle pratiche catalografiche. Oltre a ciò, anche il valore aggiunto rappresentato dalla cooperazione è risultato via via sminuito a causa del prevalere degli aspetti burocratici e da dinamiche istituzionali di natura autoreferenziale.

L’AIB considera non più eludibile o rinviabile una profonda riorganizzazione di SBN che riqualifichi le strategie e ne ridisegni architettura, servizi e modalità gestionali, all’interno di un piano rinnovato di finanziamenti stabili e tenendo conto degli scenari che si apriranno con l’annunciata modifica delle funzioni delegate alle Province, che gestiscono direttamente i poli SBN in molte aree del territorio nazionale.

In particolare, il rilancio del Servizio Bibliotecario Nazionale nella visione dell’AIB deve coinvolgere questi aspetti:

Finalità e governance del servizio

SBN si deve configurare sempre più come un progetto nazionale a diversi livelli di cooperazione, il cui obiettivo sono i servizi offerti agli utenti  (prestito/ILL, opendata etc.) attraverso il catalogo.

A questo scopo occorre:

  • un maggiore coinvolgimento delle biblioteche nei processi decisionali sulle strategie, dando finalmente vita all’Assemblea dei Poli, già prevista nel Protocollo d’intesa tra il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il Presidente dell’Unione Province d’Italia e il Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (31-7-2009), ma mai convocata. Per ovviare ai costi legati alla logistica di tali riunioni e favorire al massimo la partecipazione; l’Assemblea dei Poli dovrebbe trovare negli  strumenti di web collaboration ed e-democracy una modalità di elaborazione delle proposte efficiente ed efficace;
  • un maggiore coinvolgimento alla cooperazione da parte dei diversi settori istituzionali, rafforzando anche nella pratica l’idea che SBN sia un servizio pienamente “nazionale” e non solo “statale”, attraverso lo stimolo alla creazione dei comitati regionali di coordinamento previsti dal protocollo del 2009, laddove ancora non fossero stati istituiti, e un loro più attivo coinvolgimento nei processi decisionali della rete;
  • una maggiore trasparenza nei processi decisionali, nella comunicazione e nella pubblicazione della documentazione istituzionale (verbali, documenti preparatori ecc.), che dovrebbe essere puntualmente resa disponibile sul sito dell’ICCU;
  • un monitoraggio periodico dei costi complessivi dell’infrastruttura SBN, che non si limitano a quelli sostenuti dall’ICCU ma riguardano tutte le realtà coinvolte, e una valutazione sul loro impiego;
  • l’istituzione di un gruppo che raccolga gli sviluppatori degli applicativi certificati conformi al protocollo SBNMARC, che abbia la possibilità di valutare eventuali evoluzioni del protocollo prima che divengano operative ed in modo da poter determinare il peso delle modifiche sull’evoluzione degli applicativi certificati;
  • l’istituzione di un “Forum di utenti e interessati al SBN”, a partecipazione aperta e libera e senza alcuna struttura gerarchica formalizzata, che si candidi a diventare un luogo dove la comunità ampia degli utenti (cittadini, bibliotecari, utilizzatori e fornitori di servizi informativi, bibliotecari o non, altre comunità del web…) possa avanzare proposte di evoluzione e cambiamenti che vengano prese in considerazione nelle opportune sedi.
  • cominciare ad aprire sempre di più SBN alla collaborazione ed all’interscambio dei dati con il mondo dell’editoria, degli archivi, dei musei e, non ultima, di Wikipedia

 

Catalogazione e manutenzione del catalogo

Uguale attenzione deve essere prestata all’aspetto di SBN come catalogo unico.

Negli anni si sono susseguiti diversi progetti di deduplicazione di dati bibliografici e di authority, caratterizzati spesso da episodicità e terminati con la conclusione dei finanziamenti speciali che li sostenevano. Per la natura cooperativa di SBN, tuttavia, ciò non è sufficiente; le pratiche di manutenzione del catalogo devono essere un altro ramo dell’attività cooperativa di catalogazione. Per questo è necessario un ripensamento e un potenziamento della “Struttura di gestione dell’archivio di autorità e di manutenzione del catalogo in linea SBN”, che tenga conto della specificità delle singole biblioteche cooperanti e che le coinvolga in un processo continuativo di manutenzione del catalogo, con obiettivi e linee guida operative chiari e condivisi; e che inoltre possa promuovere frequenti incontri formativi e di aggiornamento per tutti coloro che operano sul catalogo, sia in presenza, sia attraverso piattaforme per la formazione a distanza.

Tali procedure dovrebbero giovarsi anche di periodiche operazioni di deduplicazione, basate su algoritmi e procedure in parte già esistenti, gestite a livello centrale.

Si ritiene fondamentale inoltre il proseguimento e l’intensificazione della partecipazione dell’Italia a grandi progetti internazionali di cooperazione catalografica. Innanzitutto il VIAF, cui potremmo contribuire con un numero molto più elevato di dati di autorità di provenienza italiana. Oltre a ciò è auspicabile che l’Indice possa diventare più aperto ed integrato, in modo da accogliere anche dati provenienti da altri cataloghi o database.

In quanto ambiente di lavoro basato principalmente sulla citata attività cooperativa di catalogazione, SBN ha bisogno di un corpus di regole catalografiche solido ed “affidabile”, sia per la catalogazione descrittiva sia per l’analisi semantica. Un testo normativo, per essere tale, deve avere tre ingredienti: un impianto teorico fondato su principi riconosciuti a livello internazionale; una struttura abbastanza flessibile da potersi adattare alle diverse tipologie di biblioteche che aderiscono al Sistema (molto diversificate per provenienza e grandezza); un ricco apparato esemplificativo che possa essere un valido punto di riferimento per le più complesse casistiche bibliografiche e per la catalogazione dei materiali meno comuni.

La rapida evoluzione del contesto internazionale rende però questi tre ingredienti ancora insufficienti. In particolare, non è possibile ignorare gli attuali sviluppi del codice americano, le RDA, strettamente connesso alla “filosofia” degli open e linked data e nella cui direzione sembrano ormai andare le più importanti realtà bibliotecarie estere. La particolare e nuova attenzione che le RDA pongono per i concetti di apertura, usabilità e riutilizzo dei dati ne stanno inoltre facendo un punto di riferimento per partner e contesti del mondo dell’informazione non propriamente bibliografici. Sarebbe, dunque, auspicabile un’analisi approfondita del codice americano e delle sue possibili interazioni con le nostre norme nazionali, in modo da evitare l’ennesimo caso di isolamento rispetto al contesto internazionale ed il successivo inevitabile “schiacciamento” su norme prodotte da altri e subite senza alcuna possibilità di intervento.

Licenze open source per dataset e software

I dataset di SBN devono essere liberamente scaricabili secondo la licenza CC0, sul modello della Licenza Cultura Italia allineata alla DEA di Europeana (European Data Exchange Agreement)[1]

Visto il consolidato investimento effettuato nel passato sul software SBN Unix e poi SBN Web, occorrerebbe finalmente licenziare l’applicativo come open source secondo i ben noti modelli e promuoverne il riuso, stimolando lo sviluppo di funzionalità aggiuntive e favorendo la creazione e la crescita di una comunità di sviluppatori.

Nella pratica, è necessario attribuire al software una licenza copyleft appropriata, come la GNU GPL, e renderlo disponibile su un repository pubblico del codice sorgente (source code repository), da dove possa essere scaricato, utilizzato e modificato.[2] La nascita di una comunità di sviluppatori arricchirebbe il ciclo di sviluppo del software e ne faciliterebbe la manutenzione, ampliando il numero di developer e di tester e definendo al contempo procedure per la valutazione delle nuove features.

Sviluppi tecnologici

È indispensabile proseguire nello sviluppo dei protocolli/interfacce applicative aderenti agli standard (bibliotecari e tecnici) e alle migliori pratiche internazionali.

Così come occorre garantire nel prossimo futuro che l’evoluzione funzionale del Protocollo SBNMARC (resa finalmente possibile dal definitivo, ma purtroppo molto tardivo, abbandono del vecchio protocollo SBN) avvenga seguendo un processo di versioning al fine di mantenere la piena compatibilità dei sw commerciali già certificati e limitando il più possibile gli oneri di (ri)certificazione delle nuove funzionalità al fine di non penalizzare, ma anzi di continuare a favorire, l’apertura dell’interoperabilità con i gestionali bibliotecari commerciali (a questo proposito v. la proposta per la creazione di un gruppo di sviluppatori, dettagliata sopra).

Si dovrebbe infine separare il dialogo con l’indice (“protetto” dalla certificazione degli applicativi) dalla semplice derivazione dei dati attraverso protocolli standard e il loro riuso, e valutare come garantire il sostegno anche a quest’ultima pratica, anche attraverso la predisposizione e il mantenimento di interfacce specifiche (Z39.50/SRU, OAI-PMH…) efficienti e affidabili.

 


[1] Oltre alla normativa italiana sugli open data per le Pubbliche Amministrazioni, vedi la Direttiva 2013/37/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 che modifica la direttiva 2003/98/CE relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico. La Licenza Cultura Italia è reperibile all’URL: http://www.culturaitalia.it/opencms/export/sites/culturaitalia/attachments/linked_open_data/Licenza_CulturaItalia_CC0.pdf

[2] La licenza con cui è stato recentemente rilasciato il software SBN Web limita di fatto non solo le modifiche, ma addirittura la conoscenza del programma: http://www.iccu.sbn.it/opencms/export/sites/iccu/documenti/2013/sbnweb_licenza_v1.pdf

Creata da Giovanna Frigimelica il 20/12/2013. Ultima modifica 22/10/2023 di Sistema AIB
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