Dott. Luigi Brugnaro
Sindaco di Venezia
sindaco@comune.venezia.it
ll.mo Sig. Sindaco,
Le scrivo in merito alla Sua decisione, di buon padre di famiglia, di ritirare dalla disponibilità delle biblioteche di nido e delle scuole comunali veneziane una serie di libri che, se abbandonati nelle mani di bambini innocenti, avrebbero potuto causare danni irreversibili nella loro crescita. In qualità di bibliotecario da oltre trent’anni vedo ogni tipo di persone leggere libri indicibili e privi di ogni intendimento civile, che ambigui scrittori e pessimi editori continuano a pubblicare, e desidero sostenere il Suo impegno nel salvaguardare i tenui virgulti della nostra infanzia dalla esposizione a opere del tutto inopportune e assolutamente pericolose , per i temi che affrontano e per la loro normale crescita in termini di differenza, generi e ruoli sessuali ( ho i brividi solo a scrivere questa parola), funzioni genitoriali, diversità culturale, ecc…
Cosa dire, infatti, di un libro come “Piccolo giallo,piccolo blu” dell’ebreo sefertita Lionni ? Dove due macchie di colori diversi mischiano i loro spudorati umori cromatici suggerendo ai bambini e alle famiglie che la propria identità dipende anche dall’incontro con altre diversità? Tra l’altro opera di un autore che, nel 1939, fuggì vigliaccamente in America invece di restare nel suolo Patrio italico ad affrontare la missione comune del nostro Popolo!
E che dire ancora di “Forte come un orso” di Katrin Stangl, dove addirittura si suggeriscono ai bambini parole per i propri sentimenti e le proprie emozioni paragonati a quelli degli animali? O di Mario Ramos, che insiste a parlare di lupi e a raccontare di lupi bambini, lupi mamme, lupi papà, addirittura lupi-compagni-di-scuola?
Non mi dilungo oltre, Sig. Sindaco, convinto che meglio di me conosce i risvolti culturalmente pericolosi di queste produzioni, molte delle quali sono state insignite di premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali artatamente promossi al fine di corrompere le nostre famiglie ( dal Premio “Andersen”, al Troisdorfer Bilderbuch Stipendium , a Nati Per Leggere, ecc…).
Mi consenta, però, una rispettosa nota rispetto a questa sua azione. Comprendendone a fondo l’intendimento, mi permetto di sottolineare come proprio il percorso da Lei intrapreso manchi ancora della strada, forse, più importante. Infatti questa Sua decisione, ispirata dai nobili principi civili universali, va assolutamente proseguita verso la via del completamento, a rischio di vanificare quanto già da lei realizzato finora.
Mi spiego meglio. Posso testimoniare, proprio in virtù della mia professione di bibliotecario, che germi patogeni ben più virulenti e pericolosi di quelli che Lei ha tentato di neutralizzare finora – sempre annidati tra le pagine dei libri – vivono e si moltiplicano tra gli scaffali delle biblioteche contagiando le menti di giovani, pensionati, insegnanti, scrittori, insomma persone già in età adulta. Si tratta di libri che, se non fossero stati letti da coloro che scrivono per i nostri bambini, non avrebbero generato storie così degenerate. Occorre, Signor Sindaco, che si prevengano anche queste letture rivolte a fasce ben più ampie di generazioni e adulti di quelle da 0 a 6 anni al fine di prevenire i bassi istinti di voler poi scrivere libri come “Grande grosso libro delle famiglie”, “Il bell’anatroccolo”, “Tutti diversi e tutti uguali”, e l’intera lista sulla quale Lei è intervenuto.
Ogni giorno in biblioteca, infatti, vedo innocenti massaie, gai e sprovveduti genitori, allegri e discotecari giovanotti e giovanotte, distratti e superficiali insegnanti ed educatori, leggeri e irriflessivi nonni e via dicendo, prendere in prestito e leggere ben altri libri di ben altra contagiosa virulenza. Essi dovrebbero essere esclusi dalla pubblica lettura e potrebbero essere oggetto di una Sua ulteriore circolare destinata a tutte le biblioteche pubbliche della Serenissima, affinchè qualche autore con l’intenzione futura di scrivere storie per bambini, o insegnanti e genitori che le raccontano, non restino contaminati da simili letture o inconsapevolmente influenzati dai loro malsani contenuti.
Si tratta di un’opera di prevenzione sanitaria che, concorderà con me, risulterebbe ancora più efficace di un intervento di emergenza a frittata fatta e libro pubblicato, evitandoLe anche il solito e pregiudizievole strascico di polemiche sulla stampa nazionale ed internazionale.
Mi permetto quindi, ben sapendo di colloquiare con una Persona di indubbia vastità culturale, di suggerire alcuni titoli da escludere assolutamente dalla pubblica lettura e, naturalmente, tutti gli altri che trattino analoghi argomenti o temi e siano ad essi richiamabili.
Iniziamo senz’altro con l’Iliade . Converrà con me che il cambio di famiglia di quella pessima donna di Elena genera l’idea che l’amore vada seguito sempre anche contro la sanità morale, e che la disperazione di Achille alla morte di Patroclo faccia pensare ad un rapporto affettivo contro natura tra i due che assolutamente può influenzare negativamente storie per bambini.
Per attinenze varie consiglierei di controllare bene le riduzioni in stampa della mitologia greca: la poligamia di Zeus, e le conseguenti famiglie sparse nel mondo con figli semidei spesso altrettanto allegrotti, non mi pare siano letture adatte a chi debba oggi educare i bambini. Su questo tema pericolossissimi sono i romanzi moderni sull’argomento, come il ciclo di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo di quell’americanaccio di Rick Riordan, che ci prende pure in giro le nostre sacre culture costitutive europee.
Anche Anna Karenina andrebbe esclusa per l’innaturalità del rapporto a tre della protagonista con il legittimo marito Karenin ed il suo innamorato Vronskij . Che Tolstoj renda complessi questi sentimenti e situazioni emotive in gioco non fa che peggiorare i possibili effetti di questo romanzo, potrebbe addirittura renderlo affascinante.
Antonio e Cleopatra di W. Shakespeare, insieme ad alcune altre dello stesso autore da maneggiare con cura. Non è ammissibile, Sig. Sindaco, che un patrizio del mondo occidentale si faccia coinvolgere dal fascino voluttuoso di quello orientale, oltretutto africano. E muoiano pure insieme!
Il Barone rampante di Italo Calvino, con la medesima raccomandazione precedente del maneggiare con cura l’intera produzione di questo autore a caccia di divergenze. Introdurre l’idea di vivere sugli alberi, di non mettere mai piede per terra è assolutamente innaturale, come l’esito triste dell’amore tra Cosimo e Viola che non fanno, alla fine, nessuna famiglia.
Per non parlare dell’intera produzione di Gianni Rodari. Sono sicuro di non doverLe dare ulteriori spiegazioni per questa proposta di esclusione: un comunista che scrive marxisti proclami ai bambini sulla giustizia sociale e contro la guerra, pure quella giusta e sacra !
Avrà già pensato , mi auguro, a promulgare una apposita circolare per i licei per impedire, nei programmi di studio delle lettere classiche, il permanere della cosiddetta poetessa Saffo. Magari avranno già provveduto nel recente passato le varie riforme Moratti e Gelmini, ma ad ogni buon conto melius abundare quam deficere.
Ovviamente, richiamandomi alle azioni dei due Ministri citati qui sopra e visto che ci si trova, che ne pensa di aggiungere alla nuova prossima circolare anche una particolare attenzione alle opere di Charles Darwin? In particolare suggerirei L’origine dell’uomo e la selezione sessuale nel quale l’ attività riproduttiva viene ridotta a mera osservazione scientifica priva di un senso istituzionale ben più alto.
Infine, Sig. Sindaco, vorrei anche suggerirLe alcune storie che, per quanto destinate per una lunga fase all’infanzia, oggi vengono prevalentemente a costituire patrimonio culturale di chi scrive per lei. Storie molto pericolose, almeno altrettanto di quelle che Lei ha già tirato fuori dalla fruizione pubblica.
Ad iniziare da Pinocchio, racconto di un padre single che addirittura si fa il figlio da solo, passando per Il brutto anatroccolo, storia di un piccolo cigno inconsapevole adottato promiscuamente da una famiglia di paperottoli, Hansel e Gretel che vengono abbandonati nel bosco dalla propria famiglia con matrigna ( ma si può mai?) .
Potrei continuare ancora, Sig. Sindaco, ma non voglio annoiarLa con i miei suggerimenti di bibliotecario. L’importante è augurarmi di essere stato chiaro nel suggerirle, accennandoli appena, modi e contenuti della prosecuzione del Suo intervento così splendidamente avviato, in quanto prevenire è meglio che curare quando il germe delle pessime letture si è diffuso.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, la saluto con una sganasciata risata e con i più sentiti sensi di infinite stimmate.
Tito Vezio Viola
Bibliotecario – Ortona (CH) e Presidente regionale AIB – Sezione Abruzzo
Ortona, 2 luglio 2015