Spiace tornare, a nove mesi di distanza, sulla situazione che si è creata nella splendida biblioteca Loria a Carpi. Ed è una magra consolazione poter dire “avevamo previsto tutto”. Conversando con un giornalista la scorsa primavera, infatti, avevo detto: «ciò che preoccupa, in prospettiva, è la possibilità che il Comune, permanendo l’attuale difficoltà economica, possa decidere di incrementare la presenza di personale comunale spostato da altri uffici in sostituzione dei giovani bibliotecari della Loria» (L’Avanti, 3 giugno 2011, p. 7). I fatti, inesorabilmente, ci hanno dato ragione, anzi hanno superato le previsioni: il benservito, a quanto pare, sta per arrivare a tutti i 17 esterni senza eccezioni perchè l’appalto in scadenza non sarà rinnovato.
Vorrei esprimere in primo luogo la mia solidarietà personale e quella dell’Associazione Italiana Biblioteche ai giovani colleghi della cooperativa Europromos, che avevano già dovuto subire la decurtazione di stipendi già magri e la cassa integrazione. E’ anche grazie al loro lavoro e al loro impegno se la biblioteca nel 2010 ha conosciuto un sensibile aumento dei prestiti e delle presenze.
Ignoro le ragioni specifiche che hanno indotto l’amministrazione comunale ad assumere una soluzione così drastica, anche se non è difficile immaginare le difficoltà di un bilancio massacrato dalla riduzione dei trasferimenti statali e le remore ad aumentare le aliquote del prelievo locale in una situazione in cui le famiglie fanno fatica a sbarcare il lunario. Non mi interessa nemmeno muovere rilievi alle scelte dell’amministrazione, perché formalmente saranno ineccepibili.
Resta il fatto che a rimetterci le penne, al primo soffiar del vento, sono gli anelli deboli della catena: diciassette giovani professionisti costretti ad abbandonare la partita, vittime incolpevoli di un sistema inceppato. Per questi colleghi il rischio di annoiarsi paventato dal nostro Primo Ministro è un lusso inesistente. Sono ragazze e ragazzi che vivono, come la maggior parte dei loro coetanei, in una condizione di eterno precariato, dove a ogni giro di giostra si rischia di essere sostituiti da lavoratori non qualificati, ai quali si chiederà di sopperire con la buona volontà finché non avranno acquisito un minimo di bagaglio professionale.
Nell’attesa, a rimetterci saranno gli utenti, che in una biblioteca bella ed efficiente come la Loria sono “clienti” esigentissimi, con aspettative molto alte: in casi come questi basta poco per compromettere la buona fama del servizio.
Chiedo al Sindaco e all’Assessore alla Cultura di riconsiderare la decisione e di fare ogni sforzo per trovare una soluzione che salvaguardi il lavoro svolto in questi anni e dia continuità all’impegno e alla professionalità profuse dai giovani bibliotecari precari.
Mi rivolgo inoltre a tutti i cittadini di Carpi per chiedere di vigilare e difendere la loro biblioteca, perchè la Loria è nata con l’ambizione di essere un’eccellenza italiana. Pretendere che sia gestita professionalmente in ogni aspetto non è un capriccio, significa solo rivendicare un basilare diritto di cittadinanza: la biblioteca non è un lusso ma il luogo in cui si diventa cittadini consapevoli e capaci di orientarsi negli spazi sempre più dilatati delle idee, delle culture, delle professioni.
Il bibliotecario non è un semplice addetto alla distribuzione di libri ma un lavoratore che esercita una professione intellettuale e insieme tecnica, fondata su un sapere condiviso a livello internazionale, fatto di regole di catalogazione e di sistemi di classificazione della conoscenza, di standard, linee guida e raccomandazioni, di pratiche di trattamento e ordinamento delle raccolte, di tecniche per la tutela e la conservazione, di competenze legate alle discipline gestionali, alla pedagogia della lettura, alle tecniche della ricerca sociale, alla statistica, all’informatica, al diritto d’autore.
Queste qualità devono caratterizzare tutto il personale, che sia dipendente comunale (e alla Loria ci sono ottimi bibliotecari) o meno. Ecco perchè l’AIB si schiera dalla parte dei giovani bibliotecari della Europromos. La nostra non è una rivendicazione sindacale ma una battaglia di civiltà.
Stefano Parise
Presidente AIB – Associazione Italiana Biblioteche
Roma, 7 febbraio 2012
Prot. n. 7/2012