Al Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani
Graziano Del Rio
p.c.
Al Responsabile del settore Cultura e Turismo
dell’Unione delle Province d’Italia
on. Nicola Bono
Al coordinatore della commissione Beni e Attività culturali del
Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome
prof. Mario Caligiuri
OGGETTO: Affidamento della gestione in forma gratuita a un’associazione di volontariato della biblioteca comunale
Gentile Presidente,
ho appreso con sconcerto che in data 19.10 ANCITEL ha fornito parere positivo a un Ente locale circa la possibilità di affidare in forma gratuita la gestione della biblioteca comunale a un’associazione di volontariato. Il parere fornito fa riferimento all’art. 4 del D.L. 6 luglio 2012, n. 95 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” (Decreto spending review) che ai commi 7 e 8 deroga dalle procedure ordinarie previste dal Codice dei contratti pubblici consentendo “l’acquisizione in via diretta di beni e servizi tramite convenzioni realizzate ai sensi dell’art. 30 della legge 7 dicembre 2000, n. 383” e prevedendo che “sono altresì fatte salve le acquisizioni di beni e servizi il cui valore sia pari o inferiore ai 200.000 euro in favore delle associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 novembre 2000, n. 383”.
Desidero ribadire con fermezza che tale previsione di legge è inaccettabile perché contrasta con l’esigenza di dotare il nostro paese di un sistema bibliotecario nazionale moderno ed efficiente, obiettivo che può essere raggiunto soltanto attraverso una gestione professionale.
Le biblioteche in tutti i paesi socialmente ed economicamente avanzati rappresentano un’infrastruttura fondamentale della conoscenza che offre ai cittadini occasioni di lettura, di studio, di aggiornamento, di alfabetizzazione all’uso delle tecnologie informative e di socializzazione; per massimizzare l’investimento pubblico essa richiede la presenza di professionisti della mediazione informativa, reclutati attraverso procedure concorsuali pubbliche o per mezzo di affidamenti che riconoscano il valore del loro lavoro.
L’idea che le biblioteche comunali (ma in prospettiva anche altri servizi culturali) possano essere gestite come semplici circoli ricreativi affidandole ad “associazioni riconosciute e non riconosciute, movimenti, gruppi e loro coordinamenti o federazioni costituiti al fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi […]” è l’aberrante conseguenza della disposizione contenuta nel medesimo D.L. 95/2012 che esclude i servizi culturali dal novero delle funzioni fondamentali dei Comuni (art. 19).
A nome dell’Associazione Italiana Biblioteche le chiedo un intervento a tutela della dignità degli oltre 15.000 bibliotecari italiani, la maggior parte dei quali impegnati nel funzionamento delle oltre 6.700 biblioteche dei comuni assumendo un’iniziativa nei confronti del governo volta a ribadire che i servizi culturali sono a pieno titolo “funzioni fondamentali” dei comuni italiani e che richiedono una gestione professionale eventualmente affiancata e coadiuvata – mai sostituita – dall’apporto del volontariato.
Il principio di sussidiarietà orizzontale sancito dalla nostra costituzione all’art. 118 non può prevalere sul principio fondamentale della carta, ovvero che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Di questo passo del sistema delle istituzioni culturali locali resteranno ben presto macerie, con buona pace dell’art. 9 della costituzione, in base al quale la Repubblica dovrebbe promuovere lo sviluppo della cultura.
Confidando nel suo autorevole intervento, voglia gradire distinti saluti.
Stefano Parise
Presidente AIB – Associazione Italiana Biblioteche
Roma, 5 novembre 2012
Prot. n. 98/2012