AIB. Sezione Veneto. Congressi
"17. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
conservare il futuro
Nicola Funari, Assessore alle Attività Culturali, Spettacolo, Sistema Bibliotecario Provinciale, Patrimonio culturale museale della Provincia di Venezia
Cercherò di essere breve perché in queste riunioni, molte volte,
parliamo troppo e facciamo poco. Porto intanto il saluto del Presidente della
Provincia di Venezia, Davide Zoggia, al Presidente della Fondazione, Marino
Cortese, alla Dott.ssa Chiara Rabitti, a tutto il personale della Fondazione
e a tutti i partecipanti a questo seminario.
"Conservare il Futuro" è il problema posto oggi alla nostra
attenzione, problema a nostro giudizio molto importante, perché dobbiamo
cercare come soggetti pubblici e privati di conservare il patrimonio culturale
del nostro passato e del nostro presente, per garantire un futuro in cui la
cultura sia attore fondamentale, sia strumento di dialogo, sia motore di sviluppo
e anche, soprattutto, dal punto di vista della politica, sia equità sociale.
Siamo chiamati quindi a conservare la possibilità di attingere dalla
produzione culturale del passato, antica e recente, valori e strumenti per l'oggi
e il domani: ovvero a maturare capacità di gestione adeguate a garantire
e stimolare la fruizione dei beni culturali da parte della più ampia
quantità di soggetti. A conservare, soprattutto, la capacità di
produrre nuovi valori e strumenti culturali per progettare il futuro, quindi
a supportare e sviluppare una ricerca orientata ad indagare il patrimonio culturale
in un'ottica di accrescimento della conoscenza, delle capacità interpretative
e delle facoltà produttive e creative di innovazione. Taglio tutto l'intervento
che avevo preparato, per dire solo le cose più essenziali; secondo noi,
la creatività e l'impegno, sono sia il nuovo motore dell'economia e della
cultura; sia la nuova ricchezza delle Nazioni: cioè il futuro, la fonte
di finanziamento.
L'innovazione richiede sempre meno intuizioni individuali e sempre più
gioco di squadra; per questo lo Stato, gli Enti Locali, i Privati non possono
più permettersi, come stanno facendo ancora oggi, di fare tutto in casa
loro, devono guardare cosa succede nel mondo esterno e anche tenere gli occhi
bene aperti. È necessario un forte coordinamento, un continuo scambio
di informazioni, affinché tutto quanto viene messo in campo da Ministero,
Regioni, Enti Locali, Privati, come ad esempio le iniziative di cui ci ha parlato
la Dott.ssa Recchia, diventino patrimonio conoscitivo di tutti.
Se oggi le Università sono sotto gli occhi degli investitori, che vi
vedono il luogo principe della ricerca e dell'innovazione, nell'immediato
futuro, come dice il ricercatore Wolker, queste fabbriche del sapere, come anche
le biblioteche, non avranno più senso; con Internet si potrà prendere
sempre e ovunque; assisteremo ad un'altra evoluzione nella scienza e nella cultura
e credo che già da oggi dovremo prepararci a questa trasformazione epocale;
il che non presuppone un isolamento dell'individuo, ma l'esatto contrario, il
maggior numero di commistioni possibili; il futuro non è più dei
geni solitari, come Leonardo, il futuro è dei geni collaborativi, il
futuro è nell'innovare e anche la cultura deve innovarsi, non solo come
strumenti, ma come mentalità, mentalità che è essa stessa
cultura, perché dove cambia la mentalità cambia la cultura. Il
futuro può essere conservato solo se c'è lavoro collegiale, al
servizio del cittadino, con fondi preventivati e sicuri, pubblici e privati,
incoraggiando la ricerca e l'innovazione, che diventa valore in sé, una
cultura un modo di vivere.
Nei momenti di crisi economica, e in Italia sono quaranta anni che siamo in
crisi economica, i settori più colpiti sono la cultura e la sanità.
Per la cultura in campo nazionale, regionale e locale, i fondi stanziati, comprese
anche le spese del personale, oggi disponibili non superano lo 0,45% del totale
delle spese di bilancio, e anche l'Assessorato alla Cultura della Provincia
di Venezia è su questo rapporto. Dobbiamo tutti insieme chiedere con
grande forza che i fondi per la cultura dello Stato e degli Enti Locali siano
almeno dell'1% del totale delle spese e che le spese per la cultura non
siano più considerate "voluttuarie", ma d'investimento.
Nei settori della cultura e della sanità si va avanti solo grazie all'aiuto
determinante delle Fondazioni e di vari soggetti privati, e delle associazioni
di volontariato e noi come politici dobbiamo ringraziarli, perché altrimenti
chiuderemmo la bottega.
Credo che si possa conservare il futuro solo se si crede fermamente nella cultura;
solo se la cultura viene gestita come lo faceva il fondatore della Querini Stampalia,
come accennava prima Marino Cortese: in modo trasparente, con fondi predeterminati,
senza sprechi, con correttezza, a favore di tutti i cittadini, asini e dottori.
Grazie
Copyright AIB 2007-08, ultimo
aggiornamento 2007-09-16 a cura di Marcello Busato e Giovanna
Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay17/funari06.htm