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"17. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
conservare il futuro

Interventi di apertura

Fausta Bressani, Dirigente della Direzione Beni Culturali della Regione del Veneto


Un cordiale saluto a tutti gli intervenuti e un particolare e sentito ringraziamento alla Fondazione Querini per l'invito, consueto in realtà ma sempre gradito, rivolto alla Regione del Veneto a partecipare al Seminario Angela Vinay che ha quest'anno come tema "Conservare il Futuro". Personalmente è la prima volta che vi partecipo, non avendo assunto l'attuale incarico da molto tempo, ed è un onore per me poterlo fare.
Comunque, "Conservare il Futuro" è, come diceva Chiara Rabitti poco fa, la bella denominazione di un progetto che la Fondazione Querini sta portando avanti da alcuni anni, anche con il convinto sostegno della Regione del Veneto; si tratta di un progetto che pone una particolare attenzione alla declinazione del rapporto antico-contemporaneo, introducendo una riflessione tra passato e presente, in particolare nei contesti museali del Veneto che è l'ambito dove si è sinora sperimentato con la piena condivisione della Regione.

L'idea di fondo è quindi quella di ripensare l'antico, non solo come memoria, cioè in modo statico, ma come azione, cioè in maniera viva, in rapporto col territorio. L'obiettivo è quello di riscoprire il proprio territorio, il proprio patrimonio culturale, attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea e questo è il conservare il futuro che, fino ad ora, io conoscevo. Mi fa particolarmente piacere sentire qui declinata una diversa sfaccettatura di questa espressione che è suggestiva, suggestiva nel senso vero del termine, ossia che suggerisce riflessione: per il settore di cui oggi in particolare ci occupiamo, che è quello delle biblioteche, ci suggerisce che la biblioteca è appunto un luogo dove si conserva il futuro, dove si trovano le testimonianze della cultura passata, si trovano le testimonianze anche della cultura presente e gli strumenti per interpretarla, per renderla vitale e per guardare avanti.
Il tema che poi, in particolare, questo seminario andrà ad affrontare, soprattutto nel pomeriggio, è quello dell'innovazione tecnologica applicata alla cultura; abbiamo sentito prima la dottoressa Recchia, oggi pomeriggio ci sarà la sessione coordinata da Rossella Caffo, coordinatrice del Progetto Minerva, si tratta di progetti che insistono tutti su questo tema e che hanno l'obiettivo della migliore applicazione tecnologica possibile al settore culturale e la Regione sicuramente non si può esimere da qualche considerazione sul tema, dato il ruolo che riveste nel settore del patrimonio librario, visto che esercita funzioni di Soprintendenza e quindi più di ogni altra dovrebbe garantire una corretta conservazione dei beni del passato per conservarli al futuro.
Consideriamo però che non tutti i beni culturali possono essere trasmessi al futuro e questo per diverse motivazioni; una è che non tutti i beni culturali sono riconosciuti come tali fin dal loro nascere, lo diventano a volte con il tempo e questo è proprio il caso del libro, che può diventare un bene culturale, magari perché altre testimonianze simili non si sono conservate. I libri sono beni che, almeno a partire dall'invenzione della stampa, sono opere riproducibili per loro stessa natura, diversamente dagli altri beni culturali, da ciò consegue che la conservazione del patrimonio librario è un'operazione critica particolarmente difficile, perché implica la conoscenza di tutto il complesso del patrimonio esistente.
Se infatti la qualità di un'opera d'arte è riconoscibile ed ha un suo valore intrinseco, l'importanza di un libro può variare anche molto secondo il numero di copie conservatesi e, paradossalmente, può essere più importante conservare un libro di qualità e, talvolta, di contenuti mediocri ma sopravvissuto in unica copia, rispetto ad un libro di pregio in plurimi esemplari.

Ma il problema della conservazione libraria è un problema anche di natura economica, e quello dell'aspetto economico della cultura è un tema che, spesso, in questi seminari viene affrontato. Conservare i libri antichi e, ancor più, moderni, ha costi notevolissimi in termini di depositi, manutenzioni, restauro, tanto da rendere assolutamente necessarie operazioni di scarto. Il Codice dei beni culturali, dà in questo senso un notevole rilievo al ruolo della Regione che deve autorizzare lo scarto dei beni librari, in vista di una conservazione coordinata e armonica delle raccolte in tutto il territorio. E ricordiamo anche il nuovo Regolamento sul Deposito Legale che impone un sempre maggior coordinamento della conservazione libraria su base territoriale regionale.
Il panorama viene poi ulteriormente complicato dalla considerazione che in biblioteca non si conservano solo libri, ma si conservano anche materiali di natura diversa, come audiovisivi, foto, pellicole per la conservazione delle quali la competenza è invece statale, ma può essere delegata sulla base di specifici accordi alle Regioni. Comunque l'esercizio di questa competenza, anche se da parte statale, non potrà prescindere da un coordinamento su base territoriale piuttosto esteso.

Delineati velocemente, come ho fatto, alcuni problemi posti dalla conservazione del patrimonio librario e non solo, passiamo a una riflessione che, se pur ovvia, penso che in questa sede sia pertinente. E cioè che la tecnologia è uno strumento particolarmente idoneo a fornire strumenti per conservare il passato, per renderlo attuale, per renderlo fruibile; la conservazione del libro antico, senza una adeguata garanzia di fruibilità, ha un senso relativo ed è un'operazione che mira a farlo morire anzitempo e questa è la tematica che può essere espressa con il concetto che difficilmente la valorizzazione è momento che si può disgiungere dalla tutela dei beni.
In questo contesto trovo quindi particolarmente felice l'opportunità che la Regione del Veneto ha avuto di collaborare con la Fondazione che ci ospita e con il Ministero dei Beni culturali al progetto PICO, che rappresenta un'eccezionale opportunità di convogliare e coordinare le moltissime iniziative di digitalizzazione che spontaneamente stanno nascendo sul territorio.

Infine voglio ricordare uno strumento, un sito che è stato realizzato dalla Regione e dalla Biblioteca Correr, sui manoscritti del territorio regionale. Si tratta di Nuova Biblioteca Manoscritta, un sito che è facilmente consultabile in rete, mi piace ricordarlo, e che raccoglie in questo momento le schede di 6.500 manoscritti attualmente conservati nelle biblioteche della Regione con il corredo anche di alcune digitalizzazioni, queste ultime di prossima attivazione. Si può considerarlo come un piccolo simbolo di come il passato librario forse più meritevole di conservazione, quello rappresentato dai manoscritti che di per sè sono pezzi unici e i più lontani dalla riproducibilità di tutti i materiali librari, diventino oggetto di un sito innovativo che prevede il lavoro in rete web dei catalogatori ed una fruizione senza limiti e confini. Questo è un esempio concreto di come la Regione ha inteso conservare il futuro, rendendo fruibile a tutti dei materiali di difficile accessibilità, e quindi offrendo a tutti strumenti di conoscenza attraverso i mezzi offerti dalla attuale tecnologia.
Non mi dilungo oltre, perché tanti e interessanti saranno gli interventi della giornata e vi ringrazio per l'attenzione.


Copyright AIB 2007-08, ultimo aggiornamento 2007-09-16 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay17/bressani06.htm


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