AIB. Sezione Veneto. Congressi
"15. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
dal costo al valore
Gloria Vidali, Sistema Bibliotecario Museale della Provincia di Venezia
Come vi sarete senz'altro resi conto il collega dottor Alessandro Agustoni
ha dato dei compiti a cui molto diligentemente tutti si sono attenuti.
In premessa ritengo importante affermare che considero la cooperazione un processo
all'interno del quale inizialmente è più facile fornire servizi,
accordarsi per fornire in maniera unitaria ed omogenea taluni servizi per poi
avviare l'elaborazione progettuale necessaria allo sviluppo dei servizi stessi.
Nell'esperienza del nostro sistema è avvenuto così, quando alcuni
servizi giudicati fondamentali per l'avvio del sistema sono entrati a regime
è stato possibile approfondire il confronto, lo scambio di informazioni
e la collaborazione tra gli operatori. Come Sistema Bibliotecario Museale Provinciale
ci siamo interrogati sui perché della cooperazione, sulle finalità
e abbiamo colto questa occasione per fare un po' d'ordine nelle nostre idee
e tentare di svilupparle. Abbiamo, quindi, voluto rispondere ad alcune domande.
Le risposte sono quelle di un sistema che opera, perciò legate ad esperienze
concrete che si sono sviluppate nel tempo in un territorio particolare come
quello della provincia di Venezia. Riscontriamo anche noi che si coopera per
migliorare, oltre che per accrescere, qualitativamente i servizi all'utenza.
Abbiamo ritenuto che tra i motivi della cooperazione ci sia, altresì,
il consolidamento e lo sviluppo di alcuni standard minimi di servizio, perché,
ad esempio, il meccanismo di accesso e di adesione al sistema per quanto riguarda
la Provincia di Venezia prevede che gli aderenti si impegnino ad onorare e a
rispettare specifici impegni di qualità dei loro servizi. Altri motivi
della cooperazione sono stati per noi il raggiungimento di un livello di omogeneità
dei servizi nel territorio, cercando di estendere al territorio provinciale
e di rendere omogenee le modalità di fruizione dei servizi in tutto il
territorio, nonché un'adeguata distribuzione dei servizi a livello delle
aree subprovinciali. Le Province, che rappresentano oggi il livello rappresentativo
ed organizzativo ormai consolidato e qualificato per lo sviluppo di politiche
di area vasta, hanno delle aree subprovinciali che in alcuni casi assumono caratteristiche
di omogeneità socio-economiche particolari e quindi si rappresentano
e si identificano a livello di aree in qualche modo autonome. Esistono, inoltre,
alcuni Comuni che sono più attivi di altri anche in virtù della
dimensione territoriale e degli investimenti che riescono ad attivare, questi
sono a ragione dei poli all'interno del sistema. La cooperazione può
poi indubbiamente contribuire a valorizzare le risorse professionali: abbiamo
visto che uno dei processi più rapidi che mette in atto un sistema di
cooperazione è proprio questo. La partecipazione attiva alle scelte di
indirizzo di politica bibliotecaria, intesa come politica bibliotecaria a livello
più ampio rispetto a quella del contesto del singolo comune o della singola
realtà in cui si inserisce la biblioteca, il confronto, lo scambio informativo
e la collaborazione tra gli operatori: sono questi altri fattori importanti
per la riuscita della cooperazione. Nel nostro caso è stato possibile
considerare molto positivamente la coesistenza nel Sistema Bibliotecario Museale
Provinciale di più profili professionali, di più esperienze che
vanno da quella di tipo bibliotecario e biblioteconomico, a quella di tipo culturale
più ampio, a quella informatica, a quella della progettazione in ambito
di formazione, tutte competenze che poi rendono più vivace il confronto
ed elevato il livello della proposta finale da parte del sistema rispetto a
quella che può essere l'offerta della singola biblioteca. Altro obiettivo
del sistema è quello di perseguire un'ottimizzazione delle risorse economiche
che vengono destinate a questo fine, non necessariamente nell'ottica di un risparmio.
A dire la verità, la Provincia di Venezia con l'istituzione del Sistema
Bibliotecario Museale Provinciale non si è posta l'obiettivo di risparmiare.
Il fatto certo è che oggi tutti gli Enti Locali si trovano costretti
a causa delle manovre di contenimento della spesa pubblica a fare un ragionamento
anche di riduzione delle risorse. L'obiettivo della cooperazione non deve però
essere questo, deve continuare ad essere quello della razionalizzazione e della
migliore destinazione delle risorse. Il Sistema Bibliotecario Museale Provinciale,
attraverso il proprio Comitato Tecnico Scientifico, il Tavolo di Lavoro dei
bibliotecari e il supporto degli uffici provinciali condivide progettualità,
obiettivi e finalità nonché risorse, un fatto importante per far
crescere la disponibilità di tutto il sistema; dà risposte alle
esigenze informative di servizio che la singola biblioteca, parliamo delle più
piccole ma non solo, magari in aree comunque non centrali del territorio provinciale,
non riesce a soddisfare da sola; promuove l'interdipendenza tra i soggetti diversi
che sono la vera ricchezza della cooperazione; gestisce nuove competenze sopraggiunte,
soprattutto grazie alla disponibilità degli operatori di biblioteca che
si riscoprono professionisti anche aperti a nuovi contesti di comunicazione
e di confronto.
La valutazione, almeno come l'abbiamo affrontata noi in termini generali deve
essere ovviamente conformata alle specificità del territorio, abbiamo
visto quanto diverse possano essere le problematiche di un territorio come quello
della provincia di Belluno. Ovviamente la valutazione deve tener conto dell'articolazione
dell'organizzazione amministrativa a livello comunale, la valutazione deve anche
andare ad indagare gli ambiti locali. Noi teniamo in grande considerazione la
realtà delle aree subprovinciali perché i vari ambiti territoriali
della provincia hanno caratteristiche socio-economiche molto differenti tra
di loro.
La cooperazione pone però anche dei vincoli, nel nostro caso ad esempio
chi intende aderire si deve adeguare a degli standard minimi. Sono questi impegni
che devono essere valutati dalle amministrazioni che decidono di aderire al
sistema. Sappiamo che cooperare significa confrontarsi, significa anche organizzare
il proprio lavoro in maniera tale da essere funzionali a un prodotto unitario
e quindi questo richiede tempo, investimenti e risorse, ma soprattutto tempo-lavoro.
Nel nostro caso è importantissima la collaborazione che viene dai bibliotecari,
la loro professionalità nell'affrontare questa sfida. Può esistere
il timore di perdere l'autonomia, questo è chiaro, l'abbiamo visto anche
in realtà consolidate come quella della provincia di Treviso, ciò
fa nascere dei momenti di tensione e difficoltà di primo avvio; esistono
diversi livelli di partecipazione e diversi livelli di aspettativa e di questi
bisogna ovviamente tener conto quando si è in tanti, quando ci si confronta.
La cooperazione pone delle sfide e le pone soprattutto quando si devono sviluppare
i servizi, ad esempio: il superamento dell'ottica provinciale (noi, anche grazie
all'intervento della Regione, abbiamo instaurato proficui rapporti di confronto
tra i sistemi provinciali); l'integrazione con il sistema SBN e il reperimento
di risorse esterne, anche questo importantissimo alla luce delle difficoltà
di ordine finanziario che attanagliano questi nostri servizi, un po' tutti quelli
di carattere culturale, ma questi in particolare.
Seguiranno ora delle brevi note informative circa l'organizzazione del Sistema Bibliotecario Museale Provinciale della Provincia di Venezia. Esso è nato da una forte volontà politica della Provincia, ma è nato già su delle basi forti di collaborazione con il Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Venezia, con l'Università IUAV di Venezia – Servizi Bibliografici e Documentali e con la Fondazione Querini Stampalia. La Provincia non ha fatto tutto da sola, ha costituito un team di esperti, ciascuno per il suo ambito di competenza, esperti che hanno studiato un protocollo di adesione che viene sottoscritto da chi ha i requisiti minimi di accesso e sono stati costituiti un Comitato Tecnico Scientifico e un Tavolo di Lavoro dei bibliotecari, ed è all'interno di questi organismi che noi programmiamo gli interventi, scegliamo i servizi, definiamo il livello di questi servizi e sviluppiamo anche le politiche di intervento unitarie. Il Sistema Bibliotecario Museale Provinciale è riconosciuto dalla Regione Veneto come Centro Servizi per le Biblioteche della provincia di Venezia. Anche noi beneficiamo, come centro servizi bibliotecari dei finanziamenti regionali programmiamo e sviluppiamo le politiche di intervento e in questi momenti ci sono poi anche le altre Province del Veneto. Il Sistema Bibliotecario ha come obiettivo la valorizzazione e il miglioramento delle condizioni di fruibilità del patrimonio culturale del territorio. I numeri sono i seguenti: 78 biblioteche di cui 60 civiche 15 scolastiche 3 fondazioni e centro studi, 16 musei.
Ci sono biblioteche di varia natura, ci sono Fondazioni, ci sono anche biblioteche
di musei; stiamo sperimentando dei sistemi di gestione di reti interconnesse
tra varie istituzioni e agenzie cosiddette culturali, il discorso delle agenzie
culturali è una sfida che va aperta nel confronto con le reti delle istituzioni
scolastiche su tematiche in cui le biblioteche in particolare possono giocare
un ruolo fondamentale, come può essere la tematica ad esempio interculturale,
abbiamo già promosso la formazione degli operatori su queste tematiche.
I Comuni che aderiscono alla rete sono 43, sui 44 della provincia.
Anche noi come gli altri Centri Servizi garantiamo la catalogazione centralizzata
e partecipata. Le biblioteche che usufruiscono di questo servizio sono 20, le
unità documentarie lavorate nell'anno 2003 sono state 17.770. Stiamo
adesso trattando e gestendo i dati riferiti al 2004, questi sono i dati di un
anno giusto per avere un termine di riferimento.
Relativamente poi al catalogo collettivo e opac riportiamo alcuni dati
di sintesi: raccolta, analisi e accumulo dati (58 biblioteche), 81.710
unità documentarie lavorate nell'anno 2003, 650.718 titoli a catalogo,
1.003.091 unità documentarie a catalogo.
C'è poi il prestito interbibliotecario in rete: le biblioteche
coinvolte sono 61, 1.500-1.600 sono le unità documentarie movimentate
in poco meno di metà anno; il vettore è Poste Italiane Spa. C'è
un sito web di rete gestito anche autonomamente attraverso login e password
direttamente dagli operatori delle biblioteche aderenti.
Il grosso del lavoro che fa il sistema e che condivide il Comitato Tecnico Scientifico
è proprio quello di programmare e di progettare grazie alla collaborazione
e alla competenza della Fondazione Querini i corsi di formazione, queste
sono le ultime materie in cui ci siamo cimentati: il marketing, la comunicazione,
la misurazione, la valutazione dei risultati.
Lo sviluppo di altre attività viene deciso in seno al Comitato Tecnico
Scientifico, in genere facciamo una riunione consuntiva per l'anno precedente
che è anche la riunione propulsiva delle attività e della programmazione
per l'anno a venire e prevediamo anche attività promozionali, quindi
materiali informativi, articoli, eccetera; presenziamo a saloni, mostre, rassegne,
fiere e lo scorso anno è partito questo progetto di promozione della
lettura per la prima infanzia “Lib(e)ri per crescere” che ha coinvolto
un notevole numero di biblioteche del territorio provinciale.
La misurazione dei servizi che noi attuiamo è relativamente al
servizio di prestito interbibliotecario, alla distribuzione dei posti di lettura,
alla distribuzione del patrimonio librario (sono dati che rileviamo dalle biblioteche),
questi sono alcuni flash per capire come si distribuisce la consistenza
del patrimonio all'interno del nostro territorio, da cui si vede come noi utilizziamo
in maniera standard la divisione per aree subprovinciali. Questa ripartizione
coincide anche con la ripartizione delle USL e dei distretti scolastici, si
tratta perciò di aree socio-economiche omogenee.
Abbiamo poi inserito all'interno dei servizi che fornisce il sistema con questa
articolazione, cioè decidendoli assieme a tutti gli aderenti, la raccolta
e l'archiviazione dei materiali didattici realizzati da biblioteche, musei e
altre istituzioni culturali nell'Osservatorio della Didattica Bibliotecaria
e Museale, una raccolta e archiviazione di materiali didattici realizzati da
biblioteche, musei e istituzioni culturali nel territorio provinciale e nell'intera
area nazionale. Tutto l'archivio cartaceo è depositato qui in Querini,
invece la parte informatica è tutta sul sito web che viene gestito dagli
uffici della Provincia all'indirizzo del Sistema Bibliotecario Museale.
Il progetto di rilevazione dei quotidiani è un'altra iniziativa che facciamo
sempre grazie alla competenza della Fondazione Querini. Si tratta di un'indagine
per conoscere la consistenza, la distribuzione e le modalità di conservazione
e consultazione della stampa quotidiana nelle biblioteche del territorio provinciale.
Con riferimento alla nostra esperienza posso senz'altro affermare che simili
momenti di coordinamento sono fondamentali. Al di là delle convenzioni,
dei protocolli ci deve comunque essere un sistema che tiene legati i soggetti
che cooperano, è necessario che siano individuati dei momenti di progettazione
comune ed è là che si differenzia il ruolo che il sistema può
assumere autonomamente nel momento in cui è più maturo e quindi
può proporre iniziative come quelle a cui facevo riferimento soprattutto
nell'ultima parte del mio intervento.
Ringrazio la Fondazione Querini a nome della Provincia di Venezia per l'occasione
di riflessione e di approfondimento dataci con l'organizzazione di questo seminario.
Copyright AIB 2005-08-09, ultimo
aggiornamento 2005-09-11 a cura di Marcello Busato e Giovanna
Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay15/vidali04.htm