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"15. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
dal costo al valore

INTERVENTI DI APERTURA

Adriano Rizzi, Presidente di Codess Cultura


Ringrazio innanzitutto la Fondazione per l'invito a partecipare a questa nuova edizione del Seminario Angela Vinay e per la possibilità di intervenire su un tema di particolare interesse per le imprese che operano in questo settore.
Nel presentare brevemente Codess Cultura, premetto che il mio intervento sarà un po' diverso da quelli precedenti, meno tecnico e meno strettamente legato alle specifiche problematiche bibliotecarie fin qui messe in evidenza. La cooperativa Codess Cultura è un'impresa nata per offrire servizi a chi si occupa di valorizzazione, tutela e conservazione dei beni culturali. Tra le altre attività svolge vari servizi (reference, catalogazione, ecc.) in diverse realtà bibliotecarie italiane ed opera da molti anni all'interno della Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia.
Il tema del seminario mi consente di evidenziare un percorso che la nostra azienda ha intrapreso nel corso di questi ultimi anni: le tappe principali di questo percorso sono state la certificazione del Sistema Qualità aziendale, la redazione delle prime due edizioni del Bilancio Sociale e, infine, la Certificazione Etica.

Naturalmente siamo partiti da esperienze che erano già state fatte da altre aziende: infatti sul rapporto tra costo e valore "non economico" si sono per prime interrogate con particolare sforzo di analisi alcune imprese che fanno del profitto l'obiettivo primario della loro attività. Questo anche attraverso uno strumento, il Bilancio Sociale, che ha proprio lo scopo di "misurare" l'azione sociale di un'azienda: indicatori possono essere il finanziamento di attività sociali e di pubblica utilità, una produzione non inquinante, l'utilizzo di materiali ecologici, ecc.. Questo va visto anche in un'ottica di strategia commerciale, poiché il mettere in evidenza che ciò che si produce ha un valore non solo economico, crea un'immagine positiva dell'impresa ed una percezione più favorevole da parte del consumatore del bene o del fruitore di un servizio.
Oltre agli scopi promozionali, la redazione di un bilancio sociale "obbliga" comunque l'azienda a dimostrare come parte delle sue risorse, dei suoi costi siano di fatto investiti nel contesto sociale in cui opera attraverso modalità indirette (creazione di posti di lavoro, contribuzione fiscale, ecc.) oppure dirette (finanziamento di attività sociali, culturali, sportive o di servizi in genere, ecc.).
In questo modo le imprese raggiungono un duplice obiettivo: valorizzare, anche sul piano dell'immagine, l'azienda e i suoi prodotti, dare maggiori risposte di carattere sociale al contesto in cui opera, trasformando, potremmo dire, i costi in valori sociali aggiunti.
L'osservazione nasce allora spontanea, anche dopo aver ascoltato alcuni interventi di stamattina: se sono riuscite le imprese, che hanno il profitto come obiettivo, a far questa operazione di comunicazione e conoscenza del valore di ciò che fanno, a maggior ragione lo possono fare le biblioteche e comunque i servizi culturali di pubblica utilità, per loro natura non profit. Poiché, a differenza delle prime, il valore non devono crearlo: ciò che le biblioteche fanno è già un valore di per sé. Certo per una biblioteca – come per altri servizi culturali - il problema è un po' diverso: c'è infatti bisogno di far comprendere che tutti i costi coincidono con il valore del servizio offerto o, forse, che il valore prodotto deve essere comunque considerato superiore al costo sostenuto.

Nell'attuale situazione economica della Pubblica Amministrazione, dove comunque il problema di “giustificare” i costi è sempre più rilevante, si deve cercare di evidenziare la correlazione tra la spesa e la resa sociale del servizio.
Vediamo come l'esperienza della nostra azienda può dare un contributo al tema del seminario, in considerazione dell'analogia con alcune criticità che le biblioteche si trovano ad affrontare.
Codess Cultura è un'impresa con alcune specificità: siamo una società cooperativa, la cui mission è offrire un impiego ai propri soci, possibilmente migliorandolo nel tempo. Il costo del lavoro, tendenzialmente sempre crescente, è la voce di spesa prevalente del nostro bilancio, mentre i ricavi provengono da Enti Pubblici che hanno a loro volta difficoltà finanziarie. Inoltre il settore della cultura è sempre oggetto delle prime riduzioni e dei primi tagli di spesa. In definitiva possiamo dire di operare in un contesto di mercato non certo favorevole, congiunturalmente negativo. Ciò nonostante, almeno per il momento, riusciamo a tener in equilibrio la nostra gestione economica, ma lo facciamo grazie ad un'operazione di valorizzazione interna ed esterna, cercando anche di mettere in evidenza ai nostri interlocutori che molto spesso i costi si traducono in valore.
Come per le biblioteche, quindi, anche per noi vi è una continua ricerca dell'equilibrio tra economicità di gestione e qualità del servizio erogato, ciò che dà poi la misura del suo effettivo valore sociale.

Volevo porre all'attenzione dei partecipanti tre quesiti e tentare delle possibili risposte dal punto di vista di un'impresa che, operando in partnership con enti e istituzioni culturali, ne condivide di fatto molte problematiche, tra cui sicuramente anche quelle gestionali.
La prima domanda, forse apparentemente scontata, è quindi proprio di carattere gestionale ed economico: è possibile spendere meno? Nel caso di aziende come la nostra la difficoltà è peraltro maggiore poiché nostro compito è anche quello di individuare delle possibilità di far spender meno i nostri committenti, ad esempio le biblioteche.
Il secondo interrogativo è invece il seguente: come conciliare le difficoltà economiche, che vanno via via acuendosi, e per le quali non si prevedono a breve inversioni di tendenza, con la necessità di svolgere comunque dei servizi efficienti e di qualità, che rispondano alle esigenze del cliente. Un cliente duplice, nel nostro caso: da una parte chi ci chiede il servizio, dall'altro l'utente finale, poiché si tratta quasi sempre di servizi rivolti al pubblico.
La terza domanda infine: come far percepire appieno che il lavoro svolto diventa un valore sociale e come tentare di misurarlo, per meglio comprenderlo e farlo comprendere.

Il bilancio sociale, cui sarà dedicata una sessione del seminario, con il contributo di esperienze diverse di enti e istituzioni culturali, è uno strumento nato con questo scopo.
Tentiamo delle possibili risposte e delle brevi riflessioni su questi quesiti.
Per quanto riguarda la parte economica, vista la congiuntura non favorevole, è banale osservare che per un'impresa operante nel settore della cultura è indispensabile una attenta e direi quotidiana razionalizzazione dei costi, anche per cercare di restare competitivi nel mercato. E' tuttavia indubbio che se le risorse pubbliche continueranno a diminuire, un equilibrio della gestione sarà sempre più precario. C'è sicuramente bisogno anche di un po' di iniziativa da parte delle imprese, c'è bisogno di inventiva nel proporre servizi efficienti ed innovativi, ma il problema dei costi rimane. Ed oggi, ancor più di un tempo, è un problema di attualità non solo per le imprese ma anche per le pubbliche amministrazioni e per molti servizi ai cittadini. Non che in passato le cose fossero totalmente diverse, ma senz'altro oggi un'attenzione al proprio bilancio è una conditio sine qua non per andare avanti e, nello stesso tempo, per capire se si possa mantenere uno standard di qualità.
La seconda risposta infatti riguarda un altro tema già evidenziato stamattina dai relatori, cioè come garantire servizi di qualità e farne percepire il valore e l'importanza. Come ho accennato in precedenza, Codess Cultura ha utilizzato alcuni strumenti soprattutto perché facilitano l'analisi dell'organizzazione interna e permettono di riflettere con maggior attenzione su alcuni fattori, ad esempio sulle risorse umane e professionali, che sono fondamentali sia nelle strutture produttive sia in quelle di servizio. E' partendo dal valore delle risorse umane che cambia la qualità di ciò che si fa, dei servizi che si rendono ai cittadini. Per cercar di curare con maggior attenzione questi aspetti abbiamo adottato un Sistema Qualità, poi certificato in base alle norme Iso 9001: si tratta di un attento processo di analisi e monitoraggio delle modalità con cui svolgiamo le nostre attività dando un'attenzione particolare all'impiego delle risorse umane.

Collegato a questo aspetto vi è un secondo percorso che Codess Cultura ha intrapreso con l'obiettivo, poi raggiunto, di ottenere la certificazione etica (norme SA 8000) che pone un'attenzione particolare proprio sul rapporto tra l'azienda e i suoi lavoratori. Per una cooperativa forse è più facile perché molti dei soci sono gli stessi lavoratori e il tutto rientra negli scopi statutari. Il percorso che porta alla certificazione etica aiuta comunque ad approfondire una riflessione sulle condizioni di lavoro e su quelle ambientali, aiuta a monitorare i profili professionali, le condizioni economiche, i percorsi formativi e di aggiornamento. Diventa cioè uno strumento fondamentale per avere una corretta percezione del know how aziendale che, nel nostro caso, possiamo dire coincida con le risorse umane che impieghiamo.
Terza ed ultima riflessione. Per misurare il valore sociale annualmente Codess Cultura redige il bilancio sociale, un documento che ben sintetizza alcuni argomenti che il seminario ha fin qui messo in evidenza. Come ho avuto modo di dire la rappresentazione con dati chiari, numerici di un'azienda che utilizza parte delle sue risorse in modo che vi sia un "ritorno" per i suoi stakeholder, per il contesto socio-culturale in cui opera, è già un valore aggiunto in termini di immagine. Ma la redazione del bilancio sociale comporta anche una riflessione critica e veritiera sui propri processi organizzativi, visti in un'ottica non solo commerciale, e consente di capire quali sono le risorse che l'azienda destina effettivamente a questi scopi.

In ultima analisi il bilancio sociale cerca proprio di conciliare l'aspetto economico, più facilmente misurabile, con un aspetto tendenzialmente più immateriale: il valore di ciò che fai e del servizio che offri.
Credo che tutto questo possa essere tranquillamente riproposto in ambiti diversi da quelli puramente imprenditoriali e concludo nel dire che determinati servizi al pubblico, biblioteche in primis, hanno in sé un vantaggio, perché fanno valore da sempre. Penso che oggi sia indispensabile ribadirlo e farlo percepire meglio. Qualche volta manca questa convinzione o si ritiene sia poco utile farlo.
Invece i servizi offerti dalle biblioteche hanno un valore assolutamente rilevante nell'ambito della nostra società e questo valore deve, anche con l'aiuto di alcuni strumenti e alcuni processi, essere fatto comprendere con chiarezza e determinazione.


Copyright AIB 2005-08-09, ultimo aggiornamento 2005-09-11 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay15/rizzi04.htm


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