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"15. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
dal costo al valore

Il valore della conoscenza: verso la Biblioteca Digitale Italiana
Progetti di e-learning del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Massimo Canella, Direzione Cultura della Regione Veneto


Confesso che quando, qualche mese fa, ho suggerito a Chiara Rabitti di inserire nel programma del XV Seminario Angela Vinay il tema dell'e-learning, pensavo anche che avrei potuto riferire non di realizzazioni eccezionali, ma di un inserimento attivo nelle attività promosse dal ministero in merito, e delle prospettive che tale inserimento avrebbe stimolato e suggerito. Nel quadro dell'operazione, comunque molto positiva, che ha portato, con l'utilizzo congiunto dei programmi Abside e Mediateca 2000, alla costituzione o al potenziamento di numerose sale multimediali nelle biblioteche venete statali e di enti locali, avevamo costituito un gruppo di bibliotecari motivati a farsi formare come tutors delle persone svantaggiate cui è destinato il programma comunitario Equal, nel cui ambito Abside si è sviluppato. Ad un altro livello, la richiesta informale di collaborazione nell'organizzazione dei corsi per la formazione del management della Biblioteca Digitale mi aveva fatto pensare alla possibilità di una collaborazione dal punto di vista promozionale e logistico.

Le cose poi, come accade, non sono andate precisamente così. Il gruppo di bibliotecari di base, dopo una partenza abbastanza entusiastica, si è arenato davanti a una tipologia di contenuti effettivamente offerti relativa per lo più alla sfera biblioteconomica, che ha portato all'enunciazione solo in parte scherzosa di forme di crisi di identità: e in effetti ci siamo tutti abituati a metabolizzare molto rapidamente le innovazioni tecnologiche e organizzative con cui entriamo in contatto, a volte nemmeno immaginate pochi anni prima, e a non gradire che si cerchi di rispiegarcele. L'impasse è stata superata correttamente in termini di crescita, con l'assunzione, da parte del gruppo, di un ruolo propositivo e attivo, di costruzione di contenuti che potranno essere messi a disposizione degli altri partecipanti al programma: ma il processo così si è allungato e non ne posso riferire in questa sede gli esiti.

Per quanto riguarda il corso, un rapido giro di orizzonte ha chiarito che la Regione non disponeva, se non a titolo oneroso, di locali adeguatamente ampi e attrezzati, e che i nostri farraginosi processi di programmazione erano a uno stadio troppo avanzato per permettere di recuperare sul nostro budget le risorse occorrenti. Ciò non di meno ci siamo adoperati per selezionare, sulla base delle nostre pur parziali conoscenze della situazione, un gruppo di istituzioni candidate a inviare un proprio bibliotecario, enti locali, istituzioni culturali e centri provinciali di servizio. Ho visto con soddisfazione che nel corso avviato in questi giorni all'Archivio di Stato di Venezia, di cui già arrivano riscontri positivi, partecipano, con molti ministeriali ed universitari, una dozzina di questi candidati. Nel ringraziare per l'attenzione, mi auguro che a chi non è stato ammesso o non ha potuto aderire al corso per motivi contingenti possa essere offerta un'altra occasione.

Me lo auguro per più motivi, che cercherò di sintetizzare.
Il primo è strettamente legato alle nostre competenze in materia di tutela dei beni. Credo che come regioni, e come Veneto in special modo, dobbiamo fare molto per adeguare le nostre strutture e il nostro know how alla poderosità del compito. Ma anche se riuscissimo a reperire, malgrado le circostanze date, le risorse finanziarie ed umane occorrenti, certo non potremmo sviluppare autarchicamente le attività di alta formazione occorrenti. Si tratta di una dimensione che richiede non solo, ma anche un'attività di collaborazione a livello nazionale, in cui il personale dell'ente locale non deve essere svantaggiato rispetto a quello degli istituti statali, perché non sono meno meritevoli di tutela e valorizzazione i beni culturali che esso ha in custodia e della cui tutela le Regioni sono investite.

Il secondo è legato alle tematiche della valorizzazione. Martedì ero impegnato nella Conferenza regionale dei Musei, dedicata al tema dell'Europa: e una delle indicazioni più importanti che vi ho colto si riferiva alla necessità di uscire dal recinto della cultura e della didattica per entrare in relazione con le istituzioni e le logiche che presiedono alle attività turistiche: tant'è che Allo stato abbiamo l'intenzione, salvo sviluppi o input differenti, di dedicare la prossima Conferenza a questo tema. Ho pertanto sentito con piacere, ieri, che Chiara Rabitti ha avuto un'intuizione analoga per il XVI Seminario Vinay, pur essendo chiaro che il libro non si presta a livelli di fruizione massicci e/o superficiali come un oggetto esposto in un museo. E rispetto a questa tematica - basti pensare alla gestione dei siti web - il corso avviato a Venezia mi sembra in grado di fornire indicazioni importanti.

Il terzo motivo è legato agli aspetti formativi. L'e-learning si presta ed è avviato fra l'altro ad un larghissimo impiego sia - forse soprattutto - nel campo della formazione interna aziendale, sia in quello dell'aggiornamento professionale di rete. Rispetto alla prima nessuno di noi ha funzioni di programmazione e gestione, ma negli enti più evoluti - e da questo punto di vista la Regione Veneto, per esempio, è un ente molto evoluto - accadrà che qualcuno venga chiamato a concorrervi relativamente alle proprie competenze specifiche. Rispetto alla seconda noi come Regione, le Province, gli altri enti attuatori dei corsi per bibliotecari abbiamo funzioni di programmazione e gestione. Certo la motivazione a partecipare alle attività di aggiornamento è in realtà più complessa del puro interesse all'accrescimento professionale, o anche al gioco delle interazioni intellettuali, e bisogna stare attenti a non perderla di vista nella sua concretezza. Ma si tratta di un tema che dobbiamo affrontare, e credo che anche i più aggiornati di noi, allo stato, e in questo campo sono pochi,non vi siano ancora attrezzati quanto le circostanze già richiedono. Naturalmente nessuno vuole caricare di queste responsabilità una sola occasione formativa, per quanto importante, che diventa spunto per una riflessione più generale.

In ogni caso, il programma iniziale è stato arricchito dalla presenza e dalla disponibilità al contributo di informazioni e di idee di Luciano Scala, cui cedo la parola. Il presidente Ciampi ha detto di recente che l'Italia deve impegnarsi di più in tre settori: la ricerca, la formazione continua e la rete di infrastrutture anche immateriali. Non mancano le risorse per farlo. Credo siate d'accordo sul fatto che il dr. Scala ne è parte.


Copyright AIB 2005-08-09, ultimo aggiornamento 2005-09-11 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay15/canella04.htm


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