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"14. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
la frontiera digitale

ESPERIENZE A CONFRONTO

Progetti di Biblioteca Digitale presso l'Università di Padova

Antonella Miolo [1], Centro di Ateneo per le Biblioteche dell'Università degli Studi di Padova


Questo contributo intende rappresentare sinteticamente la fase attuale del processo di costruzione della biblioteca digitale che il Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA) dell'Università di Padova sta promuovendo.
Tale processo può essere visto come un continuum che, prendendo avvio da azioni sviluppate anche negli anni passati, si evolve con graduali e continui sviluppi verso la biblioteca digitale.
Abbiamo avuto modo di riflettere sul significato di "Biblioteca Digitale" al convegno di Ravenna (Il linguaggio delle biblioteche digitali, Ravenna 28-29 marzo 2003) e ne ha ripreso un punto fondamentale anche Chiara Rabitti questa mattina: che cos'è una biblioteca digitale? Che cosa intendiamo quando ne parliamo sia a livello teorico che a livello operativo? E' un soggetto unico o è costituita da molteplici realtà che si integrano?
Uno degli approcci proposti, che trovo particolarmente interessante e corrispondente alla nostra realtà nazionale, è quello che parla di "biblioteche digitali" al plurale, come sviluppo di esperienze diversificate di biblioteca digitale, sia a livello nazionale, con riferimento alle numerose iniziative avviate singolarmente da sistemi bibliotecari o istituzioni o singole biblioteche, che a livello locale pensando ad una aggregazione che comprenda archivi di dati e di metadati, (e quindi letteratura scientifica a pieno testo, banche dati, collezioni digitalizzate, cataloghi) strutturati in un'unità logica e interconnessa.
In questa prospettiva i progetti dell'Università di Padova si delineano sempre più come la costruzione per gradi e su vari fronti di servizi automatizzati, che potremmo definire come un avvio locale di biblioteca digitale.
Presso il nostro SBA, infatti, già durante tutti gli anni '90, un'intensa attività sul fronte dell'automazione ha portato alla costituzione del catalogo unico delle pubblicazioni del Polo Universitario Veneto all'interno del Servizio Bibliotecario Nazionale; la visibilità per l'utenza finale è stata assicurata da uno dei primi OPAC nazionali il DUO (1991, interrogabile via telnet, applicazione a carattere di tipo 3270), in seguito affiancato dall'OPAC su Web. I cataloghi, in quanto indici che puntano alle risorse primarie e secondarie, costituiscono la base di partenza della ricerca: l'OPAC WEB è uno strumento di facile consultazione utilizzato da tutte le fasce di utenza e DUO fornisce, in aggiunta, funzionalità molto raffinate di ricerca, estrazione e visualizzazione di dati.
L'esigenza di completezza dell'informazione, anche a livello di fonti secondarie, richiedeva che anche le risorse elettroniche fossero descritte e rese accessibili a partire da un catalogo. La problematica investe soprattutto i periodici elettronici che sempre più frequentemente vengono acquisiti a livello di Ateneo e in consistenti blocchi di titoli a seguito di trattative consortili con gli editori. Poiché queste modalità rendono difficile un loro agile trattamento e una gestione integrata all'interno della base bibliografica SBN è stato costituito il catalogo dei periodici elettronici, denominato CaPeRe, che permette una ricerca alfabetica e tematica; la maschera di interrogazione è molto semplice, e consente la ricerca per titolo, liste alfabetiche, editore, ISSN, in sintonia con quella sinteticità della catalogazione di cui ha parlato Maurizio Messina nel suo intervento. La prospettazione dei titoli comprende i dati minimi utili per l'identificazione, con l'aggiunta di una serie di indicazioni di servizio, oltre alla URL che collega direttamente la descrizione bibliografica al full text del periodico.
Per facilitare l'accesso alle fonti di informazione primarie e secondarie e ai servizi collegati si è ritenuto opportuno dare particolare attenzione, nell'immediato, al sito web del SBA (http://www.cab.unipd.it/) con l'obiettivo di fornire all'utente uno strumento articolato ma basato su una struttura omogenea che faciliti la comprensione e l'utilizzo delle risorse e dei servizi.
Sul sito la rappresentazione del sistema bibliotecario (biblioteche, quadro normativo e organi) affianca il collegamento ai cataloghi, alle banche dati, alle informazioni sui servizi, progetti, attività in corso etc.
Dal sito, infatti, si può accedere direttamente alle banche dati in rete di Ateneo, accessibili su piattaforme diverse; attualmente ammontano a 130 e sono in costante progressione. Costituiscono la base della ricerca e ne viene richiesta una immediata e continua disponibilità: per questo riteniamo che le modalità di accesso simili a quelle dei periodici elettronici, dalla lista alfabetica o tramite la stessa griglia di classificazione disciplinare , facilitino l'orientamento dell'utenza.
Inoltre, dove possibile, il sistema ha istituito un collegamento diretto tra la citazione bibliografica presente nella banca dati e il record bibliografico presente nell'OPAC e/o direttamente al full text se il periodico è posseduto in formato elettronico.
Questo per quanto riguarda l'accesso alle basi dati primarie e secondarie, visto come prima fase della costruzione della biblioteca digitale dell'Ateneo, che sul versante dei progetti attivi e delle azioni programmate vede alcune attività già bene avviate e altre in corso che ora illustrerò sinteticamente, mostrandone anche qualche esempio.
In particolare è stato implementato a livello di Ateneo il progetto Bibliomedia, già sviluppato in prototipo, in risposta all'esigenza di rendere visibili collezioni digitalizzate e archiviate in un repository, tramite un collegamento dal record bibliografico che le descrive nell'OPAC. La prima sperimentazione era stata fatta su materiali speciali della Biblioteca di Psicologia; sin da allora era stata studiata anche una ulteriore forma di intermediazione tra la scheda catalografica pura e semplice e il documento digitale completo e cioè una scheda redatta da specialisti con dati di contenuto e indicazioni utili ad una valutazione preventiva dei documenti. In questa fase alcune collezioni o librerie di Bibliomedia sono più formalizzate e già completate, altre in via di lavorazione ma il reale valore aggiunto di questo progetto va visto nell'attenzione rivolta, sin dal suo avvio, all'integrazione delle risorse, realizzata in questo caso prendendo come base di partenza obbligatoria la registrazione bibliografica che risiede nell'OPAC di Ateneo. Il sistema estende quindi la funzionalità dell'OPAC e permette l'intero ciclo di creazione e gestione dei metadati utili al reperimento e all'utilizzo della risorsa.
Il Centro Linguistico di Ateneo utilizza questo strumento per mettere a disposizione dell'utenza il materiale didattico multimediale integrandolo nel catalogo con il restante materiale bibliografico. Si veda per esempio: English for science / project M. Canapero, Padova, Università degli studi di Padova, Centro Linguistico di Ateneo.
Bibliomedia viene inoltre utilizzato per mettere a disposizione del Servizio disabili copie digitali di testi e per intraprendere iniziative su fondi specifici dei Dipartimenti. Ad esempio la Biblioteca del Dipartimento di Filosofia ha digitalizzato frontespizi e pagine con dediche o note manoscritte del Fondo Bodrero (lascito testamentario della biblioteca privata di Emilio Bodrero (1874-1949) che fu professore universitario di Storia della filosofia a Padova e Roma ed ebbe importanti cariche pubbliche in epoca fascista) e le ha messe a disposizione dell'utenza tramite Bibliomedia.
Sul fronte della conversione in formato digitale è partito sperimentalmente anche un progetto di digitalizzazione di periodici nei settori economico e statistico: l'obiettivo primario è quello di testare procedure, tecnologie e organizzazione in un progetto di digitalizzazione delimitato ad un ambito disciplinare. Finanziamenti interni hanno consentito l'indagine di mercato per l'acquisizione delle attrezzature hardware e del software, nonché la sua personalizzazione in collaborazione con la ditta. L'avvio di un'analisi approfondita degli standard ha arricchito le competenze e la professionalità dei bibliotecari con ritorni positivi anche in ambito organizzativo. Importante poi è risultata l'attività di selezione, in questo caso all'interno di uno specifico settore disciplinare, che ha portato a scegliere innanzitutto le riviste meno presenti a livello nazionale.
Sulla stessa linea, è ora in fase di avvio un altro progetto relativo alla conversione di microfilm in formato digitale, derivante dalle esigenze di ricerca dei dipartimenti. Molto spesso infatti sono presenti considerevoli collezioni di microfilm assolutamente disorganizzate e ingestibili, perché fuori dal controllo delle biblioteche; ovviamente anche in questo caso l'evoluzione tecnologica, in questo caso la digitalizzazione, permette di attuare anche degli interventi di tipo organizzativo e gestionale, permettendo di ricondurre alle biblioteche materiali altrimenti dispersi nei dipartimenti. In questo caso i microfilm devono essere catalogati, digitalizzati con una attrezzatura acquisita ad hoc e poi messi in rete, naturalmente, nel rispetto delle leggi sulla riproduzione, con gli opportuni profili e protezioni che comportano l'autenticazione dell'utente, come avviene peraltro anche in alcune collezioni di Bibliomedia. Il progetto si propone di convertire in formato digitale, utilizzando gli standard riconosciuti, circa 1500 microformati di codici manoscritti (molti musicali) e opere a stampa antiche e rare; di rendere questo prodotto digitale consultabile in rete di ateneo, via OPAC, con supporto di indici e miniature cliccabili e navigazione all'interno del documento. Ad oggi sono state digitalizzate circa 20.000 pagine ed è stata impostata un'interfaccia di consultazione ancora in forma sperimentale.
Nell'ambito della Open Archives Iniziative (OAI), l'Università di Padova ha in corso una sperimentazione di server e-print. I server in test sono tre, uno per la didattica, uno per la ricerca e uno per le tesi di laurea. In realtà, come spesso e giustamente ricorda la collega Antonella De Robbio, che ha trattato approfonditamente l'argomento, i server di e-print sono nati esclusivamente per la ricerca, nel campo della fisica e della matematica in particolare, e quindi mantengono questa forte valenza di comunicazione immediata nell'ambito della comunità scientifica. Tuttavia non è da escludere che, in un contesto più articolato, questi server possano diventare un potentissimo strumento di archiviazione, autoarchiviazione e utilizzo anche per materiali non esclusivamente propri della ricerca, come tutti i materiali che servono alla didattica e in particolare le tesi di laurea. Infatti anche il progetto dell'Università di Bologna prevede questa doppia articolazione con un server per la ricerca e uno per la didattica.
Il SBA dell'Università di Padova partecipa inoltre attivamente al progetto di editoria elettronica DAFNE che intende valorizzare l'editoria scientifico-accademica nazionale attuando un "prototipo nazionale di infrastruttura tecnologica ed organizzativa per i prodotti dell'editoria elettronica originale e derivata"
(http://www.dafne-project.it).

A questo proposito è importante ricordare che alcune riviste pubblicate dai dipartimenti dell'Università di Padova iniziano a comparire sul web, dopo essere state digitalizzate.

Le prossime tappe previste, per dare consistenza alla Biblioteca digitale, vedono in primo piano la partecipazione a progetti europei che hanno come obiettivo la digitalizzazione di materiale storico, di pregio o di ambito disciplinare definito (Digital Math Library che si pone l'obiettivo di rendere disponibili 50 milioni di pagine di matematica, tra retro-digitalizzate e native digitali) e il potenziamento degli strumenti di ricerca e recupero dell'informazione (EASE European Academic Search Engine per il recupero dell' informazione scientifica da contenitori accademici)
Verrà inoltre avviato un progetto di digitalizzazione del materiale antico per cui sono ora allo studio le procedure e la programmazione delle attività (selezione del materiale, procedure, tecnologie, standard). Le collezioni antiche dell'Ateneo rivestono grande importanza storica e per questo un progetto per la loro catalogazione è già in corso da qualche anno .
Tra le azioni in programma voglio ricordare, infine, il progetto di fornitura di servizi a terzi, che, nel contesto dell'informazione digitale, potrebbe fare delle biblioteche accademiche un punto di riferimento cruciale per la fornitura di informazioni selezionate, considerata la quantità e la qualità dei contenuti che le biblioteche gestiscono e la conoscenza e competenza che possono mettere in campo nella ricerca e nella selezione.
Vorrei mettere in rilievo, a questo punto, come l'impegno del SBA dell'Università di Padova su progetti specifici sia sempre accompagnato da azioni complessive che hanno il compito di raccordare e dare respiro agli interventi particolari. In questo senso sono state avviate sperimentazioni su tecnologie e prodotti per l'integrazione delle risorse e il loro risultato dovrà portare alla scelta di uno strumento tecnologico che permetta la configurazione in un insieme strutturato e coerente, di quei dati, informazioni, servizi che ho fin qui illustrato come elementi che contribuiscono alla graduale costruzione di una Biblioteca digitale.
Il SBA investe risorse economiche ingenti e molte risorse umane per l'acquisizione e la gestione delle risorse elettroniche: nel 2003 la spesa per le risorse elettroniche è stata di 450.000 euro e attualmente almeno quattro gruppi di lavoro si dedicano ad argomenti connessi alle risorse digitali. Si dovrà peraltro investire ancora di più, non solo quantitativamente, ma anche dal punto di vista della formazione, delle competenze, dell'assetto organizzativo; sarà forse necessario cambiare anche l'organizzazione del lavoro, un passo per il quale, in momenti di transizione come questo, dovremo essere pronti.
Chiudo il mio intervento con uno sguardo alla realtà nazionale. A Ravenna, al sopra citato convegno, si è parlato con interesse della possibilità di avere un coordinamento nazionale delle iniziative in corso. Ci si chiede, comunque, quali modalità di coordinamento attivare per aggregare una base comune di interessi, facendo salve le specificità che identificano ogni realtà. Dovremo forse parlare di confederazione, di tavoli di lavoro comuni, ma soprattutto, come diceva Annamaria Tammaro, dobbiamo riportare in primo piano, anche nell'ambito della biblioteca digitale, la centralità dell'utente e porre, quindi, come base di partenza dei progetti elaborati una approfondita conoscenza dei requisiti e dei bisogni della nostra utenza di riferimento. Senza l'attenzione dovuta anche a questo aspetto, rischiamo di costruire edifici tecnologicamente perfetti ma disabitati perché non adeguati alle esigenze di chi li deve usare.

[1] La presente relazione si è avvalsa, per alcune parti, di dati forniti da Ornella Volpato per conto della Direzione del Centro di Ateneo per le Biblioteche dell'Università di Padova.

Copyright AIB 2004-08-26, ultimo aggiornamento 2004-10-05 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay14/miolo03.htm


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