AIB. Sezione Veneto. Congressi
"14. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
la frontiera
digitale
Andrea Ferrazzi, Assessore alla Cultura della Provincia di Venezia
La digitalizzazione è un processo tecnologico che consente di trasporre
su supporto digitale un oggetto con contenuto informativo (sia esso un testo,
un'immagine, un'associazione di entrambi...) creato e registrato in supporti diversi.
Contemporaneamente esistono informazioni, testi, opere che nascono come digitali.
Le "manipolazioni" che il digitale può consentire sui contenuti registrati sono decisamente numerose e sicuramente più semplici di analoghe operazioni sui supporti fisici, come la pellicola o un testo stampato.
Il vantaggio della disponibilità di una informazione, creata o trasposta su supporto digitale è il potenziale accesso "universale" al contenuto, che può essere reso fruibile attraverso le reti informatiche, scaricato, modificato, elaborato secondo specifiche finalità ed usi, anche personali.
Perché questo avvenga è necessario, però che gli oggetti digitali o digitalizzati siano organizzati, ovvero che si compia un trattamento delle informazioni che ne organizzi la ricerca che è, ancora una volta, un processo di informatizzazione. In caso contrario si rischia che il sogno di una nuova Biblioteca di Alessandria, universalmente accessibile, crolli miseramente come una Torre di Babele.
In molti casi la digitalizzazione è considerata come "la soluzione" dei problemi di conservazione e accesso a materiali di rarità e pregio il cui supporto fisico presenta un valore in se' ed è pertanto oggetto di tutela; la tecnologia digitale è venuta così a sostituirsi alle procedure di riproduzione in microfilm. Se è indubbiamente necessario utilizzare tutto quanto le tecnologie ci offrono per garantire al meglio la conservazione del patrimonio consegnatoci dalla storia, non bisogna però credere che la digitalizzazione rappresenti la soluzione di tutti i mali e la risposta definitiva. Possiamo supporre che altre più raffinate tecnologie la sostituiranno in futuro e pur tuttavia niente ci esime dal conservare non solo il supporto fisico originario, ma anche le sue varie forme di riproduzione e trasmissione del contenuto.
Questo impone di elaborare tecniche e metodologie di riproduzione in digitale
assolutamente rispettose dell'integrità fisica del documento originario,
prescrivendo metodi di cattura digitale che non comportino alcun danno e lascino
l'originale integro per future tecnologie, applicando anche in questo campo
quel concetto di reversibilità che è alla base del restauro.
Non si può poi omettere di considerare la complessità della conservazione
dei documenti digitali, sia nativi che frutto di conversione, e di sottolineare
la diversità della conservazione del digitale rispetto ai materiali tradizionali.
In campo europeo sono numerosi i progetti di digitalizzazione che interessano archivi, codici, manoscritti, etc.., come pure progetti indirizzati all'archiviazione di siti web e alla digitalizzazione di archivi televisivi e radiofonici o della stampa periodica. Interessante è, in questo senso, la potenzialità espressa dalla tecnologia digitale per la conservazione e la fruibilità di un patrimonio informativo, di più recente creazione, sul quale si è posta sino ad oggi una scarsa attenzione.
Non dimentichiamo poi un altro aspetto di rilevante interesse: la tecnologia digitale non riguarda esclusivamente contenuti testuali, non riguarda solo le biblioteche, ma può mettere in relazione contenuti attinti a diverse banche dati e collegare ad un oggetto di ricerca tutte le informazioni correlate e disponibili (un esempio forse banale: una scheda di catalogo di un'opera d'arte contiene le relative indicazioni bibliografiche ove l'opera è citata, la digitalizzazione dei testi citati consentirebbe, tramite opportuni collegamenti, di attingere direttamente ai contenuti testuali).
La localizzazione fisica, come pure la localizzazione del documento digitale, diventano così ininfluenti rispetto alle possibilità di reperimento dell'informazione.
Detto questo potremmo credere di avere davanti uno scenario idilliaco, credere che tutto ci sia possibile. La realtà è invece ben diversa. Sarebbe folle pensare di poter riuscire a digitalizzare tutto il patrimonio informativo oggi disponibile, e non solo per motivi economici, dato che la digitalizzazione è costosa e complessa, ma perché l'impresa non avrebbe mai fine e l'organizzazione e l'informatizzazione dei materiali digitali sarebbe ingestibile.
Ne consegue di doversi porre una domanda sostanziale, ovvero quali obiettivi
vogliamo raggiungere con la digitalizzazione? Che cosa dobbiamo digitalizzare
per ottenere questi obiettivi, con quali criteri, con quali priorità?
Dobbiamo indirizzarci alla conservazione e quindi prediligere le risorse informative
che sono altrimenti a rischio di dispersione e perdita?
Vogliamo supplire ai ritardi che hanno patito particolari tipologie di materiali,
tralasciate dai processi di informatizzazione catalografica, e quindi più
difficilmente fruibili?
Preferiamo puntare all'accessibilità universale del digitale, utilizzandolo
come strumento di accesso all'informazione di base o piuttosto alle conoscenze
specialistiche e professionali?
Non sono, queste, domande di poca importanza. La III Conferenza Nazionale delle Biblioteche "La Biblioteca Digitale. Produzione, gestione e conservazione della memoria nell'era digitale", tenutasi a Padova nel 2001, nel suo "Documento finale", delinea una Biblioteca Digitale Italiana come creazione di strumenti d'accesso all'informazione e alla conoscenza per la quale la cooperazione e la convergenza tra biblioteche, archivi e musei è un fattore imprescindibile e che si deve costruire attraverso un progetto che contempli sia la digitalizzazione delle raccolte che la fruizione e l'accesso a lungo termine agli oggetti digitali e ai prodotti dell'editoria elettronica.
La biblioteca digitale, sulla cui definizione in molti si sono esercitati,
è non soltanto strumento per la digitalizzazione dei contenuti, ma anche
luogo deputato alla fruizione di "oggetti digitali"; il suo scopo
è l'accesso universale alle sue raccolte ad i suoi servizi, essa non
è una singola entità.
La Biblioteca digitale si definisce in primo luogo attraverso i suoi contenuti
e i destinatari del servizio, attraverso il progetto culturale che supporta
una politica bibliotecaria: la valorizzazione del patrimonio, il libero accesso,
un'offerta culturale autonoma rispetto le imposizioni del mercato.
Per questo dobbiamo prima di tutto chiederci quali risorse digitali interessano
veramente gli utenti, valutare l'impatto delle tecnologie digitali sui vecchi
sistemi di organizzazione interna ed esterna alla biblioteca tradizionale per
ripensarli e consentire al sistema biblioteca di agire in un nuovo spazio informativo
digitale dove si rende necessario gestire relazioni con altri attori (musei,
archivi, ...).
Consci della necessità di portare a compimento processi "tradizionali", come la catalogazione informatizzata, e adeguati interventi di promozione della lettura e di fidelizzazione dell'utenza, di ampliamento e innalzamento della qualità dei servizi, di professionalizzazione degli operatori e di allargamento delle forme di cooperazione tra le biblioteche e tra questi e gli altri istituti che forniscono servizi culturali ai cittadini, ci poniamo positivamente nei confronti delle opportunità che la nuova frontiera del digitale ci offre.
Come amministratore di ente locale, mi chiedo quale è il ruolo che le
biblioteche di pubblica lettura possono svolgere per contribuire a costruire
un nuovo tessuto bibliotecario che tenga conto del mondo della comunicazione
e informazione digitale.
E' importante sottolineare che le biblioteche di ente locale sono il primo punto
di accesso della collettività al patrimonio informativo, che sono state
i primi luoghi pubblici in cui il cittadino si è misurato con le nuove
tecnologie informatiche, che hanno svolto e svolgono attività di alfabetizzazione
alla ricerca documentaria e che hanno attivato intensi rapporti con le istituzioni
scolastiche e culturali del loro territorio.
Credo per questo che possano oggi essere le prime chiavi di accesso alla Biblioteca
Digitale e continuare a svolgere il loro ruolo di prime mediatrici tra il cittadino
e le sue esigenze informative, orientandolo e guidandolo fino a consentirgli
di raggiungere la propria autonomia di ricerca.
In questo quadro si rende necessario porre grande attenzione all'evoluzione
qualitativa dei servizi di reference, elemento strategico nello sviluppo della
biblioteca digitale, e quindi predisporre adeguati percorsi formativi per gli
operatori delle biblioteche, percorsi formativi di cui Provincia e Regione possono
farsi carico.
Nella provincia di Venezia ritengo si siano posti buoni presupposti per accogliere uno sviluppo "digitale" del mondo delle biblioteche: il Sistema Bibliotecario Museale provinciale ha favorito l'informatizzazione delle biblioteche e dei musei, ha realizzato il catalogo bibliografico provinciale ha organizzato e standardizzato le modalità di comunicazione delle informazioni sia quelle catalografiche che quelle di servizio e ne ha fatto sistema.
La Biblioteca digitale potrà essere uno strumento adeguato alle necessità informative della società attuale nella misura in cui, nel nostro Paese, le biblioteche e le altre istituzioni culturali saranno protagoniste nella formazione permanente dell'individuo.
Copyright AIB 2004-07-26, ultimo
aggiornamento 2004-09-28 a cura di Marcello Busato e Giovanna
Frigimelica
URL:
http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay14/ferrazzi03.htm