AIB. Sezione Veneto. Congressi
"14. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
la frontiera
digitale
Alessandro Bertoni, Direttore del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università Ca' Foscari
È il secondo anno che il Sistema Bibliotecario di Ca' Foscari sostiene
anche formalmente ed economicamente questa iniziativa; speriamo di poter contribuire
ai lavori con una presenza più incisiva dell'anno scorso, quando imprevisti
problemi di salute ci hanno purtroppo costretto a rinunciare al nostro intervento.
I Seminari Vinay rappresentano d'altra parte da molto tempo, per le biblioteche
di Venezia e del Veneto, un appuntamento irrinunciabile, che ci ha permeso di
presentare una serie di progetti di rinnovo delle biblioteche dell'Università
Ca' Foscari.
Il tema specifico di questo seminario, la biblioteca digitale, è centrale
e strategico: affermarlo è ormai quasi banale, essendo correlato a tutti
gli sviluppi possibili e in atto, soprattutto per quanto riguarda l'integrazione
tra i vari servizi bibliotecari; all'interno dell'Università forse lo è
in maniera più sentita e più sostanziale, nonostante tutti i problemi
che il professor Infelise peraltro ha già ha messo in evidenza. La coperta
è stretta infatti anche per l'Università, dove pesa, in particolare
con il recente taglio dei fondi, il fatto di dover riaffrontare una serie di regole
e normative amministrative e gestionali, rientrate improvvisamente in scena anche
per quanto riguarda le procedure di spesa. Si fa dunque molta fatica ad attivare
gli abbonamenti ai periodici tradizionali, e ancora di più ad acquisire
periodici o altre risorse in formato elettronico. Tuttavia le risorse elettroniche
per noi costituiscono non la frontiera digitale, ma un vero e proprio fronte caldo,
non di guerra ma di servizi, che Ca' Foscari ha attivato ormai da tempo e sta
sviluppando con impegno per quanto riguarda l'acquisizione in via cooperativa
insieme ad altre università, all'interno di un' aggregazione consortile
di acquisti che vede presente nel Veneto anche l'Università di Padova.
Per noi dunque l'offerta di servizi legati al digitale sta diventando un impegnpo
corrente e non più occasionale, con oltre tremila titoli in versione elettronica
a testo pieno, già disponibili attraverso il sito web di ateneo alla nostra
utenza istituzionale, che ha naturalmente la possibilità di utilizzo anche
in remoto; la consistenza di questa offerta comincia peraltro ad essere estremamente
interessante, nella logica della cooperazione e nella prospettiva, ad esempio,
di un mutuo riconoscimento dell'utenza. Con la definizione di walking user,
cioè di utente occasionale, i contratti che sigliamo permettono infatti
agli utenti che ammetteremo nelle nostre strutture di accedere anche a questo
servizio, al pari di altri servizi ormai consolidati, come quello di prestito
interbibliotecario o di document delivery.
Nonostante le limitazioni finanziarie, un segnale positivo viene dal tentativo
di rinforzare le politiche di spesa sul fronte del digitale, ampliando la capacità
di acquisto di risorse elettroniche come le banche dati fattuali, ormai sempre
più essenziali, accanto alle tradizionali risorse di natura bibliografica,
per le attività di studio e di ricerca. Due esempi per tutti: Eurostat
e OCSE sono due risorse che sono già disponibili in rete e consentono l'accesso
a dati importanti.
Un breve accenno merita anche l'acquisizione di una parte consistente di JSTOR
(Journal STOrage). Infatti abbiamo ormai la possibilità di fornire
l'accesso non solo a risorse elettroniche correnti, ma anche a risorse altrettanto
fondamentali per una biblioteca, i cosiddetti backfiles, gli archivi cioè
delle annate precedenti dei periodici che si stanno costituendo a livello internazionale.
Cito JSTOR, di cui fra l'altro abbiamo avuto la fortuna di organizzare a Venezia
lo scorso gennaio la prima presentazione pubblica in Italia, perché rappresenta
proprio quelle realtà di cooperazione che solo gli americani e pochi altri
paesi riescono a realizzare, avviate da cospicui finanziamenti iniziali, sulla
base di una proficua sinergia tra il mondo delle biblioteche e quello delle fondazioni,
in supporto allo sviluppo dei servizi alla cultura e all'università. JSTOR
è appunto il prodotto di una cooperazione di questo tipo, e raccoglie gli
archivi completi di centinaia di titoli, tra cui molte riviste di grande rilievo:
sarebbe opportuno forse cominciare a pensare in termini di una possibile complementarietà
nazionale a questi progetti, alcuni dei quali hanno forti interessi ad aperture
nei confronti dell'Europa e dell'Italia in particolare. Sulla digitalizzazione
credo che molto spesso stiamo perdendo terreno non tanto dal punto di vista tecnologico,
quanto da quello dei contatti, delle relazioni politiche, delle iniziative editoriali.
Questo, succintamente, è il nostro fronte digitale. D'altra parte i nostri
progetti di nuove biblioteche, che in questa sede ho avuto occasione di presentare,
cominceranno ad offrire strutture già tendenzialmente impostate verso la
frontiera digitale. Nel 2004 apriremo una biblioteca alle Zattere e una biblioteca
d'area economica nel polo di San Giobbe; queste avranno ovviamente tutte le caratteristiche
per permettere la fruizione dei servizi di natura digitale e daranno maggiore
forza alle possibilità di integrazione tra l'offerta di servizio bibliotecario
e quella di formazione universitaria. Come infatti alcuni di voi già ben
sanno, il Sistema Bibliotecario di Ateneo funge da supporto organizzativo per
i tirocini previsti da Ca'Foscari nelle materie biblioteconomiche: le nuove strutture,
che nascono in qualche modo orientate al servizio digitale, permetteranno di inserire
meglio in questi momenti formativi anche gli aspetti di innovazione portati dall'applicazione
delle tecnologie.
Prima di concludere, qualche breve considerazione: innanzitutto è ovvio
che come Università e come Sistema Bibliotecario siamo interessati a tematiche
in cui in Italia siamo ancora agli inizi, mentre sono già consolidate in
altre nazioni. Mi riferisco allo sviluppo, inevitabilmente legato al digitale,
delle attività editoriali delle università: sia quelle tradizionali
di livello elevato, che possiamo definire propriamente editoriali come le University
Press; sia quelle proprie delle nuove forme della didattica a distanza e dell'educazione
permanente, forse minori dal punto di vista della qualità, del peso e della
rilevanza culturale, ma non certo inferiori come validità di supporto,
e che trovano nel digitale un mezzo essenziale, se non l'unico, di espressione.
Pensiamo poi alle attività e alle realizzazioni di scholarly documentation
e scholarly communication, che né come Università né
come comunità bibliotecaria possiamo permetterci di tralasciare.
Riprendendo quanto già accennato dal professor Infelise, direi infine che
se è vero che l'Università è soprattutto una sede di formazione,
dal mio punto di vista professionale è anche un'istituzione che offre posti
di lavoro a bibliotecari. Pur sotto la coperta stretta degli scarsi finanziamenti
e nonostante l'abbondanza di "lacci e lacciuoli", l'anno scorso abbiamo assunto
cinque persone, e parte di queste erano 'prodotti' della formazione istituzionale
del nostro stesso Ateneo. Per quanto riguarda dunque la frontiera digitale deve
essere fatto davvero uno sforzo per consegnare al mondo del lavoro, in questo
caso alle biblioteche, soggetti seriamente formati a livello di specializzazioni:
questo non significa disperdersi in esasperati tecnicismi, ma tener conto di competenze
che inevitabilmente devono misurarsi non tanto con la singola realtà territoriale
quanto, data la qualità culturale di questa città, sul piano internazionale
e globale. In questo senso quella della creazione di un master potrebbe essere
la strada giusta.
Certo è che il problema dei finanziamenti sta presentandosi sempre più
in maiera preoccupante; confidiamo quindi anche in alcuni segnali di attenzione
che vengono dal territorio, come quelli che mi pare abbia lanciato l'Assessore
Peres, sperando che giungano a produrre concrete forme di sinergia e cooperazione,
forti ed efficaci e non limitate a proclami e buone intenzioni, nelle quali il
ruolo delle biblioteche dell'Università potrà essere quello di veri
e propri laboratori, a servizio e a supporto del fondamentale processo di una
formazione, attiva e ormai necessariamente aperta sul fronte digitale.
Copyright AIB 2004-08-25, ultimo
aggiornamento 2004-09-28 a cura di Marcello Busato e Giovanna
Frigimelica
URL:
http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay14/bertoni03.htm