"13. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
fund raising e servizi bibliotecari
Francesco Sicilia
Direttore generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali
Sono particolarmente lieto di porgere il mio saluto in occasione del 13°
Seminario promosso dalla Fondazione Querini Stampalia e di testimoniare l'interesse
dell'Amministrazione per un tema, quale quello del reperimento di risorse finanziarie,
che è oggi di particolare importanza per l'intero settore bibliotecario
italiano.
La ricerca di nuove fonti di finanziamento e l'accesso a risorse economiche
aggiuntive a quelle ordinarie costituiscono infatti obiettivi prioritari dell'odierna
gestione bibliotecaria e sono ormai attività imprescindibili anche nel
settore pubblico alla luce dell'attuale situazione di bilancio del settore.
A fronte dello sviluppo in termini progettuali e di servizi da parte degli
istituti, il bilancio statale registra infatti, per l'anno in corso, una forte
contrazione, con un taglio del 16,6%, tale da determinare le condizioni per
una riduzione dell'attività del settore.
Pur consapevoli della particolarità del momento che richiede economie,
ciò che appare di difficile comprensione è la ragione di tagli
cosi consistenti in un settore in piena espansione e per di più in modo
predeterminato.
In altri termini, sarebbe più utile se l'importo delle somme da recuperare
fosse comunicato nel suo complesso, lasciando alle Direzioni Generali la scelta
degli ambiti in cui attuare le riduzioni.
Ferma restando l'attuale situazione, si rende pertanto necessario dare impulso
ad una gestione bibliotecaria impostata su criteri di managerialità,
al fine di conseguire non solo qualità e quantità nei servizi
ma anche una maggiore redditività economica sia dal punto di vista del
recupero effettivo di risorse finanziarie sia da quello, indiretto, relativo
all'economicità di gestione anche attraverso accordi con soggetti privati.
A conferma di tale orientamento, gli attuali indirizzi programmatici del Ministero
per il 2002 indicano chiaramente come obiettivi prioritari e come fattori di
verifica dei risultati dell'azione istituzionale la concessione a soggetti diversi
da quelli statali della gestione di servizi finalizzati al miglioramento della
fruizione pubblica dei beni culturali.
Negli ultimi anni peraltro il recupero di importanti fonti produttive di risorse
è stato determinato dall'applicazione della legge n. 4 del 1993, la cosiddetta
legge Ronchey, che ha reso attive specifiche voci delle biblioteche grazie all'
affidamento a soggetti privati di servizi aggiuntivi offerti al pubblico a pagamento
L'evoluzione bibliotecaria ha aperto ulteriori prospettive per reperire fonti
di finanziamento a sostegno di quelli ordinari: mi riferisco, in particolare,
all'accesso alle fonti comunitarie che ricoprono ormai una crescente rilevanza
sia in termini quantitativi che qualitativi e si pongono come risorse indispensabili
per realizzare progetti caratterizzati da un alto grado di innovazione tecnologica
a livello internazionale, cosi come richiesto dall'attuale Società dell'Informazione.
In questo settore l'Italia ha compiuto passi importanti, qualificandosi sempre
più come partner privilegiato e propositivo di iniziative di valorizzazione
e di promozione; fin dagli anni '90, la Direzione Generale ha partecipato con
successo alle iniziative comunitarie: penso, ad esempio, al programma sulle
Tecnologie per la Società dell'Informazione e, più recentemente,
a Cultura 2000, che da un lato hanno contribuito al reperimento di risorse aggiuntive
e, dall'altro, hanno consentito di maturare una cultura manageriale nel settore.
I riconoscimenti dell'azione italiana in campo europeo sono testimoniati dalla
recente approvazione di progetti di rilievo in cui il nostro Paese svolge un
ruolo di coordinamento e di indirizzo tecnologico, quali Rinascimento virtuale,
per la creazione di una rete europea finalizzata allo studio e alla conoscenza
dei manoscritti palinsesti, e Minerva (Ministerial NEtwoRk for Valorising Activities
in digitisation), sui programmi di digitalizzazione di contenuti culturali e
scientifici nei Paesi dell'Unione Europea.
In tale contesto, anche la collaborazione e il dialogo con le Regioni e gli
enti locali hanno determinato accordi e convenzioni che hanno prodotto indubbi
vantaggi per gli istituti interessati: penso in particolare alla Marciana di
Venezia inserita nel circuito di Palazzo Ducale, o alla Reale di Torino.
Un ulteriore passo in avanti verso il posizionamento delle biblioteche sul mercato
finalizzato a nuove forme di integrazione pubblico-privato è rappresentato
dalle prospettive aperte dalla promozione di servizi di rete con valore aggiunto
offerti a pagamento, quali, ad esempio, la ricerca e l'erogazione di servizi
informativi in rete destinati a specifiche aree della società civile
ed economica, nonché lo sfruttamento delle banche dati digitali, le cui
modalità applicative saranno oggetto di approfondimento da parte del
comitato guida della Biblioteca Digitale Italiana nell'immediato futuro.
Al di là dei singoli ambiti, è tuttavia necessario prevedere
un'attività integrativa alle tradizionali competenze delle biblioteche
a supporto della gestione della comunicazione dei servizi e degli interessi
di cui esse sono portatrici, per proporre ai diversi ambiti del mercato un ampio
spettro di opportunità in grado di stimolare l'allargamento della domanda
di partecipazione al settore.
La comunicazione delle biblioteche comporta quindi non solo una corretta opera
di marketing che sappia indirizzare e valorizzare la capacità produttiva,
la competenza del personale, l'efficienza organizzativa e tecnologica, ma anche
un management in grado di coordinare l'insieme delle attività e dei servizi
di una struttura operante per la cultura e per l'informazione e proiettata a
promuovere anche sul mercato le proprie attività.
Tale impegno dovrebbe avere un duplice indirizzo:
- in primo luogo, rivolgere la comunicazione delle iniziative e dei servizi
bibliotecari non solo ad enti ed istituzioni senza fini di lucro che operano
per la diffusione della cultura, ma soprattutto a quei soggetti che per motivi
d'immagine possono essere interessati a legare la propria attività al
mondo delle biblioteche;
- in secondo luogo, modulare la programmazione di iniziative di tutela, di conservazione,
di promozione e di valorizzazione secondo le aspettative di eventuali partner
privati secondo strategie di marketing per favorire l'integrazione pubblico-privato.
Non va dimenticato infatti che l'apertura di un nuovo servizio al pubblico,
il restauro di un bene raro e di pregio, la realizzazione di una mostra tematica,
la pubblicazione di prodotti editoriali anche elettronici, rappresentano altrettante
opportunità per proficue forme di collaborazione con ritorni economici
da parte degli istituti.
Rispetto al passato, l'interesse dei privati non è più fondato
su generiche forme di visibilità ma è ormai mirato a favorire
iniziative di qualità, anche finalizzate al conseguimento di servizi
di utilità sociale, con i quali sponsor o imprese cercano un diretto
riconoscimento presso la collettività.
Un positivo incoraggiamento per favorire erogazioni per progetti culturali
da parte delle imprese è oggi rappresentato dalle opportunità
offerte dall'articolo 38 della legge 342 del 2000 e dal D.M. 11 aprile 2001
che regolano le modalità e i criteri per la defiscalizzazione delle risorse
messe a disposizione della cultura e dello spettacolo.
Tali provvedimenti rendono operativa la norma in materia di erogazioni liberali
agevolate e permettono al nostro Paese di far tesoro di esperienze avviate all'estero,
in particolare nel mondo anglosassone e americano, creando i presupposti per
un significativo allargamento degli interessi delle imprese nel settore.
Le erogazioni sono infatti deducibili dal reddito d'impresa ai fini delle imposte
dirette senza limiti d'importo, non comportano particolari procedure se non
un dovere di comunicazione all'Amministrazione secondo tempi stabiliti e con
l'unica eventualità che, eccedendo le liberalità rispetto a un
limite legale , esse dovranno essere in parte (37%) restituite allo Stato dai
percettori.
A mio avviso, tali misure rappresentano fattori di incoraggiamento per interventi
nel settore, tuttavia devono trovare adeguato riscontro in un agire manageriale
da parte delle biblioteche attraverso l'indicazione di condizioni, programmi
ed iniziative m grado di definire un'offerta culturale di alto livello e meritevole
di essere oggetto di specifici progetti di finanziamento.
Sono convinto che l'attuale situazione bibliotecaria sia giunta ad un livello
evolutivo tale da determinare profondi mutamenti gestionali, organizzativi e
professionali, ma sono altrettanto convinto che il compito dello Stato sia di
assicurare alle biblioteche la possibilità di affrontare e gestire il
cambiamento sostenendone l'operatività anche in termini finanziari.
Solo una politica equilibrata di armonizzazione tra risorse pubbliche e private
consentirà alle biblioteche di consolidare la loro riconosciuta centralità
nella società dell'informazione e della conoscenza.
Con tali auspici, rinnovo il mio ringraziamento alla Fondazione Querini Stampalia
nella consapevolezza che solo da momenti di incontro e di dialogo come l'odierno
possano emergere quei contributi di esperienze, di professionalità e
di creatività sui quali progettare e sviluppare il nostro futuro.