"13. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
fund raising e servizi bibliotecari
Fund raising: il caso della Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia
Barbara Rossi
Borsista dell'Università di Trento
Come si fa fund raising alla Fondazione Querini Stampalia?
Innanzitutto c'è l'individuazione dei possibili soggetti finanziatori.
Fare fund raising vuol dire trovare i finanziamenti per il sostentamento economico
e finanziario di quella che è mission dell'Istituto. La ricerca
di fondi quindi non è solo ricerca di fondi privati (molto spesso infatti
si confonde il fund raising con la ricerca di fondi privati) ma è anche
ricerca di fondi pubblici. Tra i possibili soggetti finanziatori troviamo: enti;
aziende (Circolo Queriniano), privati (Amici della Querini Stampalia).
Per enti si intende Pubblica Amministrazione, e la Fondazione sta tentando di
creare un archivio che permetta di conoscere le leggi che finanziano l'ambito
culturale, andando poi a separarle secondo i settori d'interesse, come
per esempio le leggi che riguardano la Biblioteca. Per riuscire a creare questo
archivio ci si affida alla lettura giornaliera della "Gazzetta Ufficiale",
di testate specializzate come "Terzo Settore" o "Il Sole 24 Ore" e di altri quotidiani o periodici, perché anche da fonti diverse è
comunque possibile raccogliere informazioni.
Si usa naturalmente Internet visitando sia i siti specifici della Pubblica Amministrazione,
e quindi in primo luogo quello del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali che ha al suo interno una sezione specifica per le norme, sia i siti
di altre istituzioni pubbliche che raccolgono informazioni. Si possono esaminare
anche i siti di aziende che si occupano di aiutare le istituzioni nella ricerca
di fondi, e questo deve essere fatto specialmente quando si vuole accedere ai
fondi europei, i quali prevedono procedure tanto complesse che le singole istituzioni
non riuscirebbero da sole a preparare i progetti, presentarli ed essere vincenti
in sede di bando di concorso.
Seguono le aziende. In questo caso la Fondazione Querini Stampalia ha creato
già nel 1991 un Circolo di aziende che sta tentando, specialmente nell'ultimo
anno, di allargare. L'idea è soprattutto quella di estenderlo alle
aziende che operano in ambito veneziano, creando una Club House delle aziende
attive per la maggior parte a Venezia o nel Veneto. Questo perché è
più facile attirare l'attenzione delle aziende su progetti culturali
sviluppati da istituzioni nate e cresciute nel loro stesso territorio, in quanto
l'impresa può sfruttare al meglio il ritorno d'immagine dell'investimento
economico.
Ultimi i privati. Sempre nel 1991 sono nati gli Amici della Querini Stampalia,
che raggruppano persone singole che hanno deciso di sostenere economicamente
la Fondazione. In questo caso assume forte rilevanza la Biblioteca, perché
spesso sono persone che vi hanno studiato e per questo motivo si sentono molto
legate alla Fondazione e ne vogliono finanziare le attività anno dopo
anno. Sia per il Circolo Queriniano che per gli Amici della Querini Stampalia
gli iscritti versano una quota: per il Circolo la quota è triennale ed
è dal minimo di dieci milioni l'anno (ci sono comunque aziende che
versano fino a trenta milioni); per i privati si parte dalla quota base di 100.000
lire annue per arrivare alle quote di 3 milioni. Chiaramente gli iscritti hanno
in cambio dei benefici di vario tipo: per le aziende c'è la pubblicazione
del loro nome su tutte le pubblicazioni della Fondazione (anche sugli Atti del
Seminario Vinay troverete l'elenco del Circolo) e la possibilità
di avere gratuitamente una volta l'anno una delle sale del palazzo per
incontri, cene etc.; durante tutto l'anno comunque hanno diritto a forti
sconti sugli affitti degli spazi, e in questo caso il palazzo può essere
usato come sede di rappresentanza. Gli spazi affittati comprendono anche le
sale della Biblioteca, e creano quindi una piccola fonte di reddito per la stessa.
Anche per gli Amici della Querini Stampalia esiste un elenco di vantaggi esclusivi
e la possibilità di partecipare a attività organizzate appositamente
per loro: visite a luoghi d'arte, viaggi etc.
Dopo avere individuato l'universo dei soggetti finanziatori, dobbiamo
focalizzare quelli che sono gli oggetti da finanziare: può essere la
Fondazione in generale, le singole attività - e in questo caso parliamo
dei diversi settori (Museo, Biblioteca e attività culturali) - o singoli
progetti. In questo periodo per esempio si stanno preparando dei piccoli progetti
per i restauro dei quadri: ogni quadro che deve essere restaurato ha una sua
scheda tecnica, una presentazione, una foto. Lo scopo è quello di avere
in Fondazione sempre dei progetti pronti (creando un vero e proprio archivio)
e delle idee che siano organizzate in modo tale da poter essere presentate subito
al privato che viene contattato o che rendano più facile la possibilità
di accedere ai bandi pubblici. Molto spesso infatti escono bandi per progetti
che scadono a 30 o 60 giorni, e non è facile costruire un progetto ad
hoc in così poco tempo.
I progetti di restauro non riguardano solo i quadri ma tutte le diverse collezioni
della Fondazione, dai manoscritti antichi della Biblioteca agli arredi del Museo.
Questo è quindi il contesto delle attività per la raccolta di
fondi che vengono organizzate nella Fondazione Querini Stampalia.
Entrando nello specifico della Biblioteca, ho preparato una serie di dati riferiti
al 2001; ho scelto l'anno scorso in modo da disporre dei dati del bilancio
consuntivo e avere così un'immagine reale dell'ammontare dei
fondi.
Ho creato una matrice e ho diviso i finanziamenti in ordinari e straordinari.
MATRICE DELLE ENTRATE DELLA BIBLIOTECA
ANNO 2001
[Ordinario] | [Straordinario] | |||
[Core Business] | Biblioteca | Fondazione (bib., museo, att. cul.) |
Biblioteca | Fondazione (bib., museo, att. cul.) |
Comune = 900 | Regione = 265 LR 50/84 |
MBBAACC = 560 | ||
Regione = 20 | MBBCCAA = 100 L 534 |
Circolo+Amici = 81 | ||
Entrate dirette | Mostra | Convegni | ||
[Attività collaterali] | prestiti - riproduzioni = 8 affitto spazi = 19 |
Carive = 15 | LR 49/48 = 10 Circ. 127/99 |
|
Provincia SBMP | MBBCCAA = 10 | |||
Corsi di formazione e consulenze per progetti speciali |
|
Comune - Provincia - Università = 1 |
||
Ord. Avv. = 10 |
Per finanziamenti ordinari si intendono i finanziamenti richiesti una volta
ogni tre anni oppure in un arco maggiore di tempo; finanziamenti straordinari
sono quelli che vengono richiesti ogni anno o che arrivano da privati, come
Circolo o Amici, e non si possono stabilire a priori. Questi due ambiti sono
ulteriormente suddivisi in finanziamenti per la Biblioteca e per la Fondazione
Querini Stampalia in generale.
Ho poi diviso le attività della Biblioteca in: core business, cioè
le attività principali, (servizi al pubblico, catalogazione, distribuzione
libri), e attività collaterali che racchiudono tutte quelle voci che
comportano entrate dirette: prestiti, riproduzioni, affitto spazi. Ho incluso
in quest'ultima voce anche il progetto SBMP (Sistema Bibliotecario Museale Provinciale)
che la Fondazione realizza per la Provincia di Venezia e che riguarda corsi
di formazione e consulenze per progetti speciali, aspetti che esulano dalla
semplice apertura tout court della Biblioteca. Inoltre troviamo la voce Ordine
degli Avvocati, e questo è un aspetto molto interessante perché
potrebbe diventare una nuova possibilità per le biblioteche. In sintesi
la Biblioteca eroga uno speciale servizio per una categoria determinata di soggetti,
e a fronte di questo servizio (acquisto e catalogazione di determinati periodici
interessanti per la categoria, e ricerche bibliografiche: gli avvocati infatti,
hanno la possibilità di chiamare la Biblioteca a farsi cercare e inoltrare
direttamente un articolo) riceve la quota annuale di iscrizione al Circolo Queriniano.
Questo è un vero e proprio servizio aggiuntivo fornito a particolari
"clienti" e che potrebbe diventare una nuova formula di finanziamento
per le biblioteche.
Tra le entrate ordinarie specifiche nella voce "Biblioteca core business"
vediamo che fa la parte del leone il Comune di Venezia con 900 milioni, seguito
dalla Regione Veneto con 20 milioni; per quanto riguarda la voce "Biblioteca
finanziamento ordinario attività collaterale" le entrate dirette
raggiungono gli 8 milioni con le riproduzioni, 19 milioni con l'affitto degli
spazi; da SBMP vengono 60 milioni e dall'Ordine degli Avvocati 10 milioni. Passando
invece ad analizzare la matrice dal punto di vista delle entrate straordinarie,
vediamo che il core business della Biblioteca non ha entrate (per la Fondazione
troviamo invece un finanziamento del Ministero per il Beni e le Attività
Culturali di 560 milioni per un progetto speciale, e la presenza dei privati
- Circolo e Amici - con 81 milioni); la Biblioteca riceve entrate straordinarie
solo per le attività collaterali, e infatti vediamo che i finanziamenti
della Regione (ex LR 49/78) e del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali (Circolare 127/99) servono per finanziare i convegni, come per esempio
quello a cui stiamo adesso partecipando.
La Fondazione è legata agli enti che erogano i finanziamenti con delle
convenzioni, il che significa che il denaro non viene dato a fondo perduto ma
corrisponde ad una prestazione di servizi da parte della Fondazione. Per esempio
il Comune di Venezia finanzia con 900 milioni annui la Biblioteca perché
svolga le funzioni di Biblioteca Civica del centro storico di Venezia, con vincoli
precisi sul numero minimo delle ore di apertura, di posti disponibili per gli
utenti e di libri che si devono trovare a scaffale aperto.
Se analizziamo da vicino i "Finanziamenti ordinari per la Fondazione in generale"
troviamo che la Regione eroga, attraverso la LR 50/84, 265 milioni all'anno
perché riconosce la Fondazione come ente ad alto valore culturale; lo
stesso dicasi per il Ministero con la Legge 534 (tabella triennale) che invece
eroga 100 milioni l'anno. Tra i finanziamenti straordinari alla Fondazione abbiamo
560 milioni del Ministero ricevuti per i progetto denominato ASTIPALEA (catalogazione
straordinaria dei fondi del Museo e della Biblioteca). Questa ampia fetta di
fondi è stata ottenuta dalla Fondazione presentando una progetto ad hoc.
In sintesi nel 2001 si vede che per la Biblioteca il finanziatore maggiore è
il Comune, mentre per la Fondazione è il Ministero. Se consideriamo assieme
i finanziamenti per la Biblioteca e per la Fondazione ritroviamo lo stesso risultato:
Comune 900 milioni, Ministero oltre 600 milioni, Regione oltre 200, Circolo
e Amici 81 milioni, Provincia 20; entrate dirette 27 milioni; Carive (Cassa
di Risparmio di Venezia SpA) 15; Consiglio dell'Ordine degli Avvocati 10 etc.
Un piccola precisazione: il finanziamento Carive è stato ottenuto grazie
ad una mostra che è stata realizzata nel 2001 con fondi librari della
Biblioteca, stampe e manoscritti del '600 che raccontavano la Guerra di Morea.
Anche questo è un esempio di come le attività della Biblioteca
possano esulare dal proprio core business ed allargarsi e compenetrarsi con
altri ambiti della Fondazione.
Se però andiamo ad analizzare in percentuale l'incidenza sui finanziamenti
della Biblioteca delle attività collaterali rispetto a quelle del core
business, vediamo che le prime si attestano sull'11% e le seconde sull'89%.
Bisogna quindi lavorare ancora molto per riuscire ad ampliare le attività
collaterali, perché questo strumento permetterebbe alla Biblioteca di
aumentare la propria visibilità nei confronti del pubblico e attirare
di conseguenza i probabili sponsor.
Quali sono le strategie che adesso la Fondazione vuole sviluppare?
Si vorrebbe diminuire la percentuale di incidenza dei finanziamenti pubblici
sul totale dei finanziamenti, aumentando quelli privati. Se noi consideriamo
i ricavi della Fondazione uguali a 100, l'importante è che le entrate
da finanziamenti pubblici e privati rimangano sotto la soglia del 70%: questo
per evitare da una parte la burocratizzazione, aumentando il legame con le amministrazioni
pubbliche (rischio in cui molto spesso incorrono le istituzioni non-profit legate
da convenzioni alla pubblica amministrazione e che rischiano di diventare enti
parastatali) e dall'altra per non essere troppo legati ai privati e incorrere
nella commercializzazione. Bisogna quindi trovare una mediazione tra questi
due aspetti e rimanere sotto questa soglia: la Fondazione Querini Stampalia
riesce ancora a rimanerne al di sotto grazie ai proventi del suo patrimonio
fruttifero.
Ma quali sono gli investimenti in cultura? Cosa vuol dire investimenti privati
in cultura?
Bisogna dire che negli ultimi tempi c'è un interesse consolidato
da parte delle aziende private nei confronti della cultura. Sia perché
è diventato un modo per comunicare la propria immagine, sia grazie ad
una legislazione più attenta a questa tematiche (ricordiamo l'art.
38 della Legge 342 del 2000, che permette alle aziende di dedurre le erogazioni
liberali dal reddito d'impresa). Inoltre si è sviluppato un nuovo
concetto di cliente: diciamo che una volta esisteva il cliente/utente, poi è
nato il cliente/consumatore mentre oggi abbiamo la figura del cliente/cittadino.
Cosa significa cliente/cittadino? Vuol dire che il cliente non è interessato
solo al prodotto finale ma anche alle varie fasi che portano alla sua produzione,
ed è quindi tendenzialmente più facile che comperi un prodotto
da un'azienda che fa filantropia che non da una che non la fa.
Questo nuovo aspetto si è molto sviluppato negli ultimi anni, con la
nascita di una nuova forma di bilancio, il cosiddetto bilancio sociale in cui
le aziende inseriscono i dati economici delle attività svolte a favore
della collettività, i finanziamenti per campagne culturali, ambientali
etc., mettendo sempre più in rilievo i legami tra gli stakeholders e
l'azienda stessa.
Ma perché ancora oggi è difficile trovare i finanziamenti per
le biblioteche?
Innanzitutto i finanziamenti in cultura sono sì aumentati, ma non raggiungono
ancora livelli elevati; inoltre, e questa è una mia impressione, le biblioteche
vengono considerate come soggetti erogatori di servizi primariamente gratuiti
e da sempre finanziati esclusivamente dallo Stato o da altri enti pubblici (Regioni,
Provincia, Comune), e quindi non appetibili per il privato dato che non si pensa
debbano essere finanziati da altri soggetti. Da un altro punto di vista alle
biblioteche manca l'esperienza estetica, che è più facilmente
raggiungibile se vado a visitare una mostra; la biblioteca poi ha un pubblico
limitato, nel senso che gli utenti sono fidelizzati: le sale delle biblioteche
infatti sono sempre piene (basta guardare l'esempio della Biblioteca Querini),
ma sono sempre le stesse le persone che le frequentano, con uno scarsissimo
ricambio. Un altro aspetto è la scarsa eco sulla stampa per quello che
riguarda le ordinarie attività bibliotecarie: si sente parlare di biblioteche
solo se si tratta di grandi progetti, come quello della BEIC di Milano o della
nuova Biblioteca di Alessandria. Va sottolineato che anche in questi casi molto
spesso si presta più attenzione agli aspetti architettonici che ai servizi
erogati.
Quali possono essere dunque gli scenari futuri?
Innanzitutto bisogna attrarre il privato proprio sensibilizzando l'opinione
pubblica sul servizio erogato, il che significa che le biblioteche devono puntare
sempre più su quella che viene definita la qualità totale. E'
infatti evidente come un servizio erogato gratuitamente possa essere molto spesso
oggetto di facili critiche; ma se invece il servizio fornito è ottimo,
l'opinione pubblica viene sensibilizzata. Altre possibilità possono
essere i progetti di restauro dei fondi antichi (in questo caso ci avviciniamo
alla parte "museale" della Biblioteca, la conservazione) oppure il
potenziamento delle attività collaterali. Il potenziamento di queste
attività può aiutare anche ad aumentare la visibilità,
perché se la Biblioteca si apre all'esterno con conferenze, corsi
o servizi ad hoc diviene più facilmente visibile e riconoscibile, creando
interesse nel pubblico e nei privati possibili finanziatori.
Questi secondo me sono alcuni spunti che potrebbero essere seguiti; comunque
la strada è ancora lunga, non solo per quanto riguarda la ricerca di
fondi per le biblioteche, ma per l'ambito culturale in generale.