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"13. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
fund raising e servizi bibliotecari

METODI, ESPERIENZE, PROGETTI

Fund raising: il caso della Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia

Barbara Rossi

Borsista dell'Università di Trento



Nel mio intervento parlerò delle attività di fund raising che vengono svolte presso la Fondazione Querini Stampalia, con particolare riferimento alla Biblioteca.
Premetto che la Fondazione Querini Stampalia è un centro culturale che raccoglie al suo interno una biblioteca, un museo d'ambiente, antica casa veneziana del '700, e varie attività che spaziano dalla creazione di mostre alla presentazioni di libri o all'organizzazione di conferenze come in questo caso. Questi tre aspetti sono compenetrati e molte volte è difficile scindere in maniera netta le attività che si svolgono all'interno dei diversi comparti. Per esempio il Seminario Vinay a cui stiamo partecipando è sì un'attività gestita e organizzata dalla Biblioteca, ma questo non vuol dire che il resto della Fondazione non sia stato coinvolto nella sua preparazione.
Resta comunque molto difficile riuscire distinguere nettamente le attività svolte all'interno della Biblioteca dal resto delle attività della Fondazione.
In sintesi quando parlerò di ricerca di fondi non sempre mi sarà possibile fare una divisione netta tra fondi per la Biblioteca, il Museo o la Fondazione in generale.

Come si fa fund raising alla Fondazione Querini Stampalia?
Innanzitutto c'è l'individuazione dei possibili soggetti finanziatori. Fare fund raising vuol dire trovare i finanziamenti per il sostentamento economico e finanziario di quella che è mission dell'Istituto. La ricerca di fondi quindi non è solo ricerca di fondi privati (molto spesso infatti si confonde il fund raising con la ricerca di fondi privati) ma è anche ricerca di fondi pubblici. Tra i possibili soggetti finanziatori troviamo: enti; aziende (Circolo Queriniano), privati (Amici della Querini Stampalia).
Per enti si intende Pubblica Amministrazione, e la Fondazione sta tentando di creare un archivio che permetta di conoscere le leggi che finanziano l'ambito culturale, andando poi a separarle secondo i settori d'interesse, come per esempio le leggi che riguardano la Biblioteca. Per riuscire a creare questo archivio ci si affida alla lettura giornaliera della "Gazzetta Ufficiale", di testate specializzate come "Terzo Settore" o "Il Sole 24 Ore" e di altri quotidiani o periodici, perché anche da fonti diverse è comunque possibile raccogliere informazioni.
Si usa naturalmente Internet visitando sia i siti specifici della Pubblica Amministrazione, e quindi in primo luogo quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha al suo interno una sezione specifica per le norme, sia i siti di altre istituzioni pubbliche che raccolgono informazioni. Si possono esaminare anche i siti di aziende che si occupano di aiutare le istituzioni nella ricerca di fondi, e questo deve essere fatto specialmente quando si vuole accedere ai fondi europei, i quali prevedono procedure tanto complesse che le singole istituzioni non riuscirebbero da sole a preparare i progetti, presentarli ed essere vincenti in sede di bando di concorso.
Seguono le aziende. In questo caso la Fondazione Querini Stampalia ha creato già nel 1991 un Circolo di aziende che sta tentando, specialmente nell'ultimo anno, di allargare. L'idea è soprattutto quella di estenderlo alle aziende che operano in ambito veneziano, creando una Club House delle aziende attive per la maggior parte a Venezia o nel Veneto. Questo perché è più facile attirare l'attenzione delle aziende su progetti culturali sviluppati da istituzioni nate e cresciute nel loro stesso territorio, in quanto l'impresa può sfruttare al meglio il ritorno d'immagine dell'investimento economico.
Ultimi i privati. Sempre nel 1991 sono nati gli Amici della Querini Stampalia, che raggruppano persone singole che hanno deciso di sostenere economicamente la Fondazione. In questo caso assume forte rilevanza la Biblioteca, perché spesso sono persone che vi hanno studiato e per questo motivo si sentono molto legate alla Fondazione e ne vogliono finanziare le attività anno dopo anno. Sia per il Circolo Queriniano che per gli Amici della Querini Stampalia gli iscritti versano una quota: per il Circolo la quota è triennale ed è dal minimo di dieci milioni l'anno (ci sono comunque aziende che versano fino a trenta milioni); per i privati si parte dalla quota base di 100.000 lire annue per arrivare alle quote di 3 milioni. Chiaramente gli iscritti hanno in cambio dei benefici di vario tipo: per le aziende c'è la pubblicazione del loro nome su tutte le pubblicazioni della Fondazione (anche sugli Atti del Seminario Vinay troverete l'elenco del Circolo) e la possibilità di avere gratuitamente una volta l'anno una delle sale del palazzo per incontri, cene etc.; durante tutto l'anno comunque hanno diritto a forti sconti sugli affitti degli spazi, e in questo caso il palazzo può essere usato come sede di rappresentanza. Gli spazi affittati comprendono anche le sale della Biblioteca, e creano quindi una piccola fonte di reddito per la stessa. Anche per gli Amici della Querini Stampalia esiste un elenco di vantaggi esclusivi e la possibilità di partecipare a attività organizzate appositamente per loro: visite a luoghi d'arte, viaggi etc.

Dopo avere individuato l'universo dei soggetti finanziatori, dobbiamo focalizzare quelli che sono gli oggetti da finanziare: può essere la Fondazione in generale, le singole attività - e in questo caso parliamo dei diversi settori (Museo, Biblioteca e attività culturali) - o singoli progetti. In questo periodo per esempio si stanno preparando dei piccoli progetti per i restauro dei quadri: ogni quadro che deve essere restaurato ha una sua scheda tecnica, una presentazione, una foto. Lo scopo è quello di avere in Fondazione sempre dei progetti pronti (creando un vero e proprio archivio) e delle idee che siano organizzate in modo tale da poter essere presentate subito al privato che viene contattato o che rendano più facile la possibilità di accedere ai bandi pubblici. Molto spesso infatti escono bandi per progetti che scadono a 30 o 60 giorni, e non è facile costruire un progetto ad hoc in così poco tempo.
I progetti di restauro non riguardano solo i quadri ma tutte le diverse collezioni della Fondazione, dai manoscritti antichi della Biblioteca agli arredi del Museo.
Questo è quindi il contesto delle attività per la raccolta di fondi che vengono organizzate nella Fondazione Querini Stampalia.

Entrando nello specifico della Biblioteca, ho preparato una serie di dati riferiti al 2001; ho scelto l'anno scorso in modo da disporre dei dati del bilancio consuntivo e avere così un'immagine reale dell'ammontare dei fondi.
Ho creato una matrice e ho diviso i finanziamenti in ordinari e straordinari.

MATRICE DELLE ENTRATE DELLA BIBLIOTECA
ANNO 2001

  [Ordinario] [Straordinario]
[Core Business] Biblioteca Fondazione
(bib., museo, att. cul.)
Biblioteca Fondazione
(bib., museo, att. cul.)
Comune = 900 Regione = 265
LR 50/84
  MBBAACC = 560
Regione = 20 MBBCCAA = 100
L 534
  Circolo+Amici = 81
  Entrate dirette Mostra Convegni  
[Attività collaterali] prestiti -
riproduzioni = 8
affitto spazi = 19
Carive = 15 LR 49/48 = 10
Circ. 127/99
 
Provincia SBMP   MBBCCAA = 10  
Corsi di formazione e consulenze per progetti speciali

 

Comune -
Provincia -
Università = 1
 
Ord. Avv. = 10      


Per finanziamenti ordinari si intendono i finanziamenti richiesti una volta ogni tre anni oppure in un arco maggiore di tempo; finanziamenti straordinari sono quelli che vengono richiesti ogni anno o che arrivano da privati, come Circolo o Amici, e non si possono stabilire a priori. Questi due ambiti sono ulteriormente suddivisi in finanziamenti per la Biblioteca e per la Fondazione Querini Stampalia in generale.
Ho poi diviso le attività della Biblioteca in: core business, cioè le attività principali, (servizi al pubblico, catalogazione, distribuzione libri), e attività collaterali che racchiudono tutte quelle voci che comportano entrate dirette: prestiti, riproduzioni, affitto spazi. Ho incluso in quest'ultima voce anche il progetto SBMP (Sistema Bibliotecario Museale Provinciale) che la Fondazione realizza per la Provincia di Venezia e che riguarda corsi di formazione e consulenze per progetti speciali, aspetti che esulano dalla semplice apertura tout court della Biblioteca. Inoltre troviamo la voce Ordine degli Avvocati, e questo è un aspetto molto interessante perché potrebbe diventare una nuova possibilità per le biblioteche. In sintesi la Biblioteca eroga uno speciale servizio per una categoria determinata di soggetti, e a fronte di questo servizio (acquisto e catalogazione di determinati periodici interessanti per la categoria, e ricerche bibliografiche: gli avvocati infatti, hanno la possibilità di chiamare la Biblioteca a farsi cercare e inoltrare direttamente un articolo) riceve la quota annuale di iscrizione al Circolo Queriniano. Questo è un vero e proprio servizio aggiuntivo fornito a particolari "clienti" e che potrebbe diventare una nuova formula di finanziamento per le biblioteche.
Tra le entrate ordinarie specifiche nella voce "Biblioteca core business" vediamo che fa la parte del leone il Comune di Venezia con 900 milioni, seguito dalla Regione Veneto con 20 milioni; per quanto riguarda la voce "Biblioteca finanziamento ordinario attività collaterale" le entrate dirette raggiungono gli 8 milioni con le riproduzioni, 19 milioni con l'affitto degli spazi; da SBMP vengono 60 milioni e dall'Ordine degli Avvocati 10 milioni. Passando invece ad analizzare la matrice dal punto di vista delle entrate straordinarie, vediamo che il core business della Biblioteca non ha entrate (per la Fondazione troviamo invece un finanziamento del Ministero per il Beni e le Attività Culturali di 560 milioni per un progetto speciale, e la presenza dei privati - Circolo e Amici - con 81 milioni); la Biblioteca riceve entrate straordinarie solo per le attività collaterali, e infatti vediamo che i finanziamenti della Regione (ex LR 49/78) e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Circolare 127/99) servono per finanziare i convegni, come per esempio quello a cui stiamo adesso partecipando.
La Fondazione è legata agli enti che erogano i finanziamenti con delle convenzioni, il che significa che il denaro non viene dato a fondo perduto ma corrisponde ad una prestazione di servizi da parte della Fondazione. Per esempio il Comune di Venezia finanzia con 900 milioni annui la Biblioteca perché svolga le funzioni di Biblioteca Civica del centro storico di Venezia, con vincoli precisi sul numero minimo delle ore di apertura, di posti disponibili per gli utenti e di libri che si devono trovare a scaffale aperto.
Se analizziamo da vicino i "Finanziamenti ordinari per la Fondazione in generale" troviamo che la Regione eroga, attraverso la LR 50/84, 265 milioni all'anno perché riconosce la Fondazione come ente ad alto valore culturale; lo stesso dicasi per il Ministero con la Legge 534 (tabella triennale) che invece eroga 100 milioni l'anno. Tra i finanziamenti straordinari alla Fondazione abbiamo 560 milioni del Ministero ricevuti per i progetto denominato ASTIPALEA (catalogazione straordinaria dei fondi del Museo e della Biblioteca). Questa ampia fetta di fondi è stata ottenuta dalla Fondazione presentando una progetto ad hoc.
In sintesi nel 2001 si vede che per la Biblioteca il finanziatore maggiore è il Comune, mentre per la Fondazione è il Ministero. Se consideriamo assieme i finanziamenti per la Biblioteca e per la Fondazione ritroviamo lo stesso risultato: Comune 900 milioni, Ministero oltre 600 milioni, Regione oltre 200, Circolo e Amici 81 milioni, Provincia 20; entrate dirette 27 milioni; Carive (Cassa di Risparmio di Venezia SpA) 15; Consiglio dell'Ordine degli Avvocati 10 etc.
Un piccola precisazione: il finanziamento Carive è stato ottenuto grazie ad una mostra che è stata realizzata nel 2001 con fondi librari della Biblioteca, stampe e manoscritti del '600 che raccontavano la Guerra di Morea. Anche questo è un esempio di come le attività della Biblioteca possano esulare dal proprio core business ed allargarsi e compenetrarsi con altri ambiti della Fondazione.
Se però andiamo ad analizzare in percentuale l'incidenza sui finanziamenti della Biblioteca delle attività collaterali rispetto a quelle del core business, vediamo che le prime si attestano sull'11% e le seconde sull'89%. Bisogna quindi lavorare ancora molto per riuscire ad ampliare le attività collaterali, perché questo strumento permetterebbe alla Biblioteca di aumentare la propria visibilità nei confronti del pubblico e attirare di conseguenza i probabili sponsor.

Quali sono le strategie che adesso la Fondazione vuole sviluppare?
Si vorrebbe diminuire la percentuale di incidenza dei finanziamenti pubblici sul totale dei finanziamenti, aumentando quelli privati. Se noi consideriamo i ricavi della Fondazione uguali a 100, l'importante è che le entrate da finanziamenti pubblici e privati rimangano sotto la soglia del 70%: questo per evitare da una parte la burocratizzazione, aumentando il legame con le amministrazioni pubbliche (rischio in cui molto spesso incorrono le istituzioni non-profit legate da convenzioni alla pubblica amministrazione e che rischiano di diventare enti parastatali) e dall'altra per non essere troppo legati ai privati e incorrere nella commercializzazione. Bisogna quindi trovare una mediazione tra questi due aspetti e rimanere sotto questa soglia: la Fondazione Querini Stampalia riesce ancora a rimanerne al di sotto grazie ai proventi del suo patrimonio fruttifero.

Ma quali sono gli investimenti in cultura? Cosa vuol dire investimenti privati in cultura?
Bisogna dire che negli ultimi tempi c'è un interesse consolidato da parte delle aziende private nei confronti della cultura. Sia perché è diventato un modo per comunicare la propria immagine, sia grazie ad una legislazione più attenta a questa tematiche (ricordiamo l'art. 38 della Legge 342 del 2000, che permette alle aziende di dedurre le erogazioni liberali dal reddito d'impresa). Inoltre si è sviluppato un nuovo concetto di cliente: diciamo che una volta esisteva il cliente/utente, poi è nato il cliente/consumatore mentre oggi abbiamo la figura del cliente/cittadino. Cosa significa cliente/cittadino? Vuol dire che il cliente non è interessato solo al prodotto finale ma anche alle varie fasi che portano alla sua produzione, ed è quindi tendenzialmente più facile che comperi un prodotto da un'azienda che fa filantropia che non da una che non la fa.
Questo nuovo aspetto si è molto sviluppato negli ultimi anni, con la nascita di una nuova forma di bilancio, il cosiddetto bilancio sociale in cui le aziende inseriscono i dati economici delle attività svolte a favore della collettività, i finanziamenti per campagne culturali, ambientali etc., mettendo sempre più in rilievo i legami tra gli stakeholders e l'azienda stessa.

Ma perché ancora oggi è difficile trovare i finanziamenti per le biblioteche?
Innanzitutto i finanziamenti in cultura sono sì aumentati, ma non raggiungono ancora livelli elevati; inoltre, e questa è una mia impressione, le biblioteche vengono considerate come soggetti erogatori di servizi primariamente gratuiti e da sempre finanziati esclusivamente dallo Stato o da altri enti pubblici (Regioni, Provincia, Comune), e quindi non appetibili per il privato dato che non si pensa debbano essere finanziati da altri soggetti. Da un altro punto di vista alle biblioteche manca l'esperienza estetica, che è più facilmente raggiungibile se vado a visitare una mostra; la biblioteca poi ha un pubblico limitato, nel senso che gli utenti sono fidelizzati: le sale delle biblioteche infatti sono sempre piene (basta guardare l'esempio della Biblioteca Querini), ma sono sempre le stesse le persone che le frequentano, con uno scarsissimo ricambio. Un altro aspetto è la scarsa eco sulla stampa per quello che riguarda le ordinarie attività bibliotecarie: si sente parlare di biblioteche solo se si tratta di grandi progetti, come quello della BEIC di Milano o della nuova Biblioteca di Alessandria. Va sottolineato che anche in questi casi molto spesso si presta più attenzione agli aspetti architettonici che ai servizi erogati.

Quali possono essere dunque gli scenari futuri?
Innanzitutto bisogna attrarre il privato proprio sensibilizzando l'opinione pubblica sul servizio erogato, il che significa che le biblioteche devono puntare sempre più su quella che viene definita la qualità totale. E' infatti evidente come un servizio erogato gratuitamente possa essere molto spesso oggetto di facili critiche; ma se invece il servizio fornito è ottimo, l'opinione pubblica viene sensibilizzata. Altre possibilità possono essere i progetti di restauro dei fondi antichi (in questo caso ci avviciniamo alla parte "museale" della Biblioteca, la conservazione) oppure il potenziamento delle attività collaterali. Il potenziamento di queste attività può aiutare anche ad aumentare la visibilità, perché se la Biblioteca si apre all'esterno con conferenze, corsi o servizi ad hoc diviene più facilmente visibile e riconoscibile, creando interesse nel pubblico e nei privati possibili finanziatori.
Questi secondo me sono alcuni spunti che potrebbero essere seguiti; comunque la strada è ancora lunga, non solo per quanto riguarda la ricerca di fondi per le biblioteche, ma per l'ambito culturale in generale.


Copyright AIB, 2002-02-21, ultimo aggiornamento 2002-04-11 a cura di Marcello Busato
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay13/rossi02.htm


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