"13. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
fund raising e servizi bibliotecari
DIBATTITO 3
Federico Acerboni
Mi chiamo Federico Acerboni e lavoro presso la Fondazione Querini Stampalia,
dove mi occupo dell'amministrazione, e quindi anche della raccolta dei fondi.
Vorrei fare una breve riflessione che si ricollega agli ultimi due interventi.
Il convegno è iniziato con la domanda provocatoria di Chiara Rabitti
sulla possibilità che esista un'attività di fund raising per le
biblioteche e conseguentemente anche una professionalità in questo senso.
Per una giornata e mezzo diverse persone hanno giustificato l'esistenza di questa
professione come un vero e proprio lavoro, e oggi Paola Dubini ha liberato completamente
il campo dicendo che chiedere denaro è più che legittimo, e che
il problema non va neppure posto.
Quindi bisognerebbe iniziare adesso un altro convegno sul punto: una volta che
ho il denaro, cosa ne faccio e come lo gestisco? Perché non è
sufficiente trovare i soldi, è quanto mai necessario e opportuno saperli
poi gestire, e questo significa saper gestire il rapporto con lo sponsor, che
in realtà sarà sempre meno sponsor e sempre più partner
di un progetto. Questo è un dato ormai che si sta consolidando, in quanto
legare l'immagine dell'azienda a una causa sociale produce molti risultati positivi.
In termini tecnici si chiama cause related marketing: è il caso per esempio
della Golia bianca con gli orsi polari, dell'acqua minerale con Medici senza
frontiere. Questa è la logica delle aziende che si presentano al premio
Guggenheim per l'arte, aziende che non si limitano ad un investimento mirato,
momentaneo, per finanziare una singola mostra; e mi viene in mente anche il
caso della Fondazione Cassamarca, che ha creato un piccolo Bilbao a Treviso.
Questo significa che il lavoro di cercare fondi per la cultura molto probabilmente
non potrà essere esternalizzato, nel senso che se pensiamo a una relazione
a lungo termine tra sponsor (o partner) e azienda culturale diventerà
sempre più intenso e più serrato lo scambio tra questi due soggetti,
e quindi sarà sempre più necessario che le figure che li rappresentano
siano interne, e non esterne alle organizzazioni.
Il punto comunque è: se noi cerchiamo soldi, e se li troviamo, poi dobbiamo
anche essere capaci di gestire la risorsa che ci viene data. Perché se
trovo lo sponsor o il partner per una attività tendenzialmente non lo
lascio, e quindi in qualche modo mi sposo l'azienda, pensando a una relazione
a lungo termine. Ed è forse questo quello che spaventa, o può
spaventare, e che ha spaventato nel passato l'ambiente culturale in generale
e oggi quello delle biblioteche: non tanto il fatto di chieder i soldi in sé,
è quello che viene dopo.
Igino Poggiali
Mi sembra che il clima di attenzione che c'è stato deponga a favore di
questo primo tentativo di affrontare la questione; siamo, in particolare, in
casa di una Fondazione che è, e credo che voglia continuare ad esserlo,
un punto di riferimento per chi invece non ha mai fatto nulla di tutto questo.
Anche noi, come Associazione, dovremmo sviluppare maggiormente la funzione di
assistenza rispetto alla circolazione delle conoscenze e delle esperienze: e
non solo delle esperienze di successo, ma anche degli errori, perché
è molto più facile fare errori di quanto non lo sia avere successo.
Il punto critico è proprio quello che è stato sollevato dall'intervento
di Federico Acerboni: quello di essere credibili nel lungo periodo. Una volta
ricevuto un finanziamento, bisogna essere capaci di farne vedere e percepire
l'effettiva trasparenza nella gestione e di farlo diventare un vero scambio
di valore tra due partner (tema che è stato ampiamente sviluppato durante
questa mattinata): si tratta di un orizzonte vasto, di una sfida piuttosto significativa.
Io credo che anche se oggi molti direttori delle biblioteche non sono presenti, prima o poi saranno comunque costretti a misurarsi con questi problemi, soprattutto perché i sindaci stessi cominciano a spingere in questo senso. Ormai la discussione in materia di articolazione delle fonti di entrata nella gestione dei servizi pubblici è materia alla quale non possiamo più sottrarci: quindi se i direttori non sono presenti oggi, sicuramente cercheranno di procurarsi gli atti che verranno pubblicati sui temi trattati in queste giornate, per le quali ringrazio tutti voi.