"12.
Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
dalla cooperazione all'integrazione
Tavola rotonda
PUBBLICO E PRIVATO: INTEGRAZIONE E/O INTERAZIONE? Ellis Sada
direttore della Biblioteca dell'Università Cattolica di Milano
Desidero prima di tutto indirizzare i ringraziamenti non di circostanza a coloro
che mi hanno invitata a questa tavola rotonda che sono gli organizzatori del
seminario Angela Vinay e che ogni anno trattano temi sempre molto interessanti
ed utili per valorizzare e migliorare i servizi bibliotecari.
Nell'invitarmi a questa tavola rotonda di cui sono onorata farne parte, mi è
stato chiesto di dare un apporto al tema in discussione sulla base della mia
esperienza lavorativa gestionale presso l'Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano, e come coordinatore didattico del Master in gestione e direzione
di biblioteca che con quest'anno è giunto all'ottava edizione.
Riprendendo la domanda di partenza "pubblico e privato: integrazione e/o
interazione?" sono d'accordo con quanto già è stato detto
da alcuni che mi hanno preceduto riguardo al pubblico e privato; credo che occorra
sgomberare il campo da questa distinzione che rischia d'essere fuorviante nell'individuare
i passi da fare perché le nostre strutture bibliotecarie, sia pubbliche
sia private, siano al passo con i tempi e rispondano al bisogno della collettività.
Io ripartirei dalla domanda che ci aiuta a centrare il problema e può
rispondere anche alla domanda posta in questa tavola rotonda. La biblioteca
per chi? a quale scopo?
Come valorizzare e rendere visibile e fruibile al meglio il ricco patrimonio
librario presente nelle varie tipologie di biblioteche presenti sul territorio
nazionale alla luce delle continue evoluzioni tecnologiche?
In questi otto anni di formazione, attraverso il Master in gestione e direzione
di biblioteca, rivolta principalmente ai direttori di biblioteche sia pubbliche
sia private ho assistito alla forte motivazione che i bibliotecari hanno maturato
e cioè di voler imparare a gestire il cambiamento in atto sotto tutti
i punti di vista, tecnologico, organizzativo ed economico, per offrire ai cittadini
un servizio migliore. Possiamo affermare che nel pubblico a livello formale/legislativo
sono stati fatti dei passi avanti verso il decentramento delle responsabilità
per esempio con l'istituzione dei Sovrintendenti regionali, o come accennava
prima il Presidente della commissione cultura, Castellani, l'art. 10 del Regolamento
del Ministero che prevede la possibilità da parte d'enti pubblici di
stipulare accordi con altre istituzioni pubbliche e private, le Regioni e Comuni
che favoriscono attività sulla base del principio di sussidiarietà,
ma quanto sono di fatto indipendenti e quanto sono preparate le istituzioni
con i loro responsabili nell'agire? Mi sembra che a livello del governo delle
istituzioni vi è una mancanza di volontà di definire una linea
politica complessiva dell'istituzione stessa e di manifestarla ai loro dirigenti
dando delle linee programmatiche da seguire nello svolgimento degli obiettivi
che ciascuno di loro intende perseguire in termini di efficacia ed efficienza.
I direttori di biblioteca si ritrovano da un lato una realtà in continua
evoluzione (pensiamo all'avvento dell'editoria elettronica) sono continuamente
sollecitati al cambiamento quindi fortemente motivati e dall'altro una realtà
amministrativa delle istituzioni di appartenenza, lenta che non comprende appieno
quanto sta succedendo e quindi non preparata culturalmente ad affrontare le
esigenze dell'utenza. Ho voluto enfatizzare questi due aspetti perché
in questi ultimi anni sono stati fatti dei passi avanti dalle amministrazioni,
però il rischio che si corre è di affrontare i problemi seduta
stante quando proprio non si può più procrastinare e non programmare
gli interventi in modo metodologico, prevedendo in tempo quello che succederà.
Vi è un altro aspetto da tenere presente, in quest'ultimo decennio i
responsabili di biblioteca non lavorano più solo nell'ottica di tutelare
il patrimonio documentario, hanno scoperto un ruolo attivo che spazia su più
versanti, coscienti che per offrire un servizio efficace ed efficiente ai loro
utenti è necessario saper gestire il cambiamento in atto in tutti i fattori
di cui è composto. Si parla quindi di: leadership, di pianificazione
delle risorse umane ed economiche, di formazione del personale e degli utenti
e così via. Per dare un'idea di come i tempi sono cambiati riporto qui
di seguito due grafici che illustrano il ruolo del responsabile di biblioteca
in passato e quello di oggi:
Fig.1
Fig. 2
da quanto illustrato sembra quasi che oggi il direttore della biblioteca possa
essere un dirigente che in passato non si sia mai occupato di biblioteche. Negli
Stati Uniti in alcune realtà hanno provato a far dirigere le strutture
bibliotecarie da dirigenti non bibliotecari ma so che sono tornati sui loro
passi.
Dopo questa premessa mi avvicino alla realtà universitaria dove ho sempre
lavorato, in passato nel mondo universitario pubblico torinese ed ora in quello
dell'Università Cattolica di Milano.
L'Università Cattolica da alcuni anni ha introdotto nella struttura organizzativa
la "cultura aziendale" con alcune scelte di fondo deliberate dal Consiglio
di Amministrazione quali per esempio la pianificazione strategica attraverso
la quale si definiscono le finalità dell'organizzazione nel suo insieme
e le principali linee strategiche quinquennali e l'inserimento del controllo
di gestione con la definizione dei centri di responsabilità. Per esempio
l'università è costituita da una serie di centri di responsabilità
chiamati facoltà, e ogni facoltà, a sua volta, comprende centri
di responsabilità distinti, come ad esempio il dipartimento di Lingue,
la segreteria studenti di una determinata facoltà è un centro
di responsabilità e la Biblioteca di Ateneo è un centro di responsabilità
che ha al suo interno, essendo una struttura organizzativa di grandi dimensioni,
dei centri di responsabilità distinti. Fondamentale è stato inoltre
l'inserimento del processo di programmazione delle attività che si sviluppano
lungo un periodo pluriennale e del processo di budgeting annuale.
Anche la Biblioteca di Ateneo essendo inserita nel contesto è entrata
in questa logica aziendale impostando le sue attività a partire dalla
pianificazione strategica e dalle linee programmatiche annuali dettate dagli
Organi di governo dell'Università. Questa "cultura" ha voluto
dire personalmente imparare a lavorare con metodo con una conduzione più
attiva attraverso la gestione di un budget che essendo un vero programma d'azione
non è statico ma dinamico e negoziato con l'Amministrazione. La costituzione
di centri di responsabilità all'interno della struttura con la formulazione
del budget permette di delegare le responsabilità e quindi di motivare
maggiormente il personale che si vede costretto a definire gli obiettivi da
raggiungere nell'arco dell'anno. Il processo è ancora in atto con lo
sviluppo delle tecniche di misurazione dei servizi in termini di efficienza
e di efficacia, con la presentazione durante l'arco dell'anno a cadenza quadrimestrale
dello stato avanzamento lavori (SAL) dei progetti dichiarati e in corso. Da
quest'anno è stato inoltre introdotto nell'Ateneo, il progetto di certificazione
di qualità dei servizi secondo le norme UNI EN ISO 9001:2000 e che vedrà
coinvolta anche la Biblioteca.
A titolo esemplificativo per rimanere sul punto centrale chiestomi dagli organizzatori
riporto qui di seguito l'esempio di pianificazione della Biblioteca di Ateneo
U.C. dal 1995 al 2000 che risponde alle linee programmatiche dichiarate dagli
Organi di governo dell'U.C. nel 1995 nelle quali vi era l'esplicita richiesta
di attivare progetti a medio lungo termine che implementassero le nuove tecnologie
per offrire ai docenti e studenti U.C. i servizi virtuali.
Abbiamo cercato di cogliere il cambiamento come un'opportunità e non
un pericolo per la struttura, un'opportunità per introdurre nell'Ateneo
una maggior conoscenza del nostro mondo bibliotecario. Per rispondere al cambiamento
secondo i criteri cardine di diffusione, disponibilità integrazione delle
informazioni e utilizzo amichevole delle nuove tecnologie sono stati pianificati
i seguenti progetti:
Allocazione delle risorse umane
Sempre ai fini dell'approvazione del progetto da parte del Consiglio di Amministrazione, sono stati presentati gli obiettivi e la previsione di impatto a livello di benefici qualitativi e quantitativi che il progetto avrebbe avuto sulla struttura una volta ultimati i lavori. Riporto alcuni esempi:
Benefici qualitativi
Benefici quantitativi
Nell'anno in corso, non appena ultimato il progetto, si procederà
a sottoporre alla valutazione degli utenti il lavoro svolto, attraverso la
distribuzione di un apposito questionario, così potremo verificare
effettivamente quali sono stati i benefici riportati e quali sono i punti
critici che dovremo tenere presenti per migliorare la qualità del servizio.
Per concludere posso dire che portare le metodologie gestionali tipiche delle
aziende che erogano dei servizi nelle nostre strutture universitarie, nonché
bibliotecarie, non può che aiutarci a gestire meglio le scarse risorse
economiche e di personale che le biblioteche hanno sempre dovuto affrontare
oltre a continuare a far conoscere agli amministratori il nostro lavoro così
ancora poco conosciuto.