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"12. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
dalla cooperazione all'integrazione

Igino Poggiali

presentazione del volume
Angela Vinay e le biblioteche: scritti e testimonianze. Roma, ICCU e AIB, 2001


Saluto tutti i presenti e sono grato a tutti gli Enti che condividono con noi questa attività, diventata ormai quasi istituzionale per l'Associazione Italiana Biblioteche insieme con la Fondazione Querini Stampalia, vero organizzatore di questi Seminari.
Nella giornata di oggi abbiamo inserito, prima dell'inizio della sessione, la breve presentazione di un lavoro che ha una lunga storia, della quale poi parlerà Giovanna Merola, direttore dell'Istituto Centrale per il Catalogo Unico che ha collaborato con l'Associazione alla sua realizzazione; si tratta di un lavoro significativo dal un punto di vista dell'entità e della qualità dei contributi, ma soprattutto dell'impegno di quanti vi hanno partecipato e che tutti insieme voglio qui ringraziare. È oggi insieme a noi anche la figlia di Angela Vinay, Erica, alla quale sono particolarmente riconoscente per il regalo della sua presenza.
Chi conosce la storia di Angela Vinay sa che non potevano che essere il presidente dell'AIB e il direttore dell'ICCU a presentare un lavoro come questo, che contiene testimonianze e scritti di Angela accanto a una serie di ricordi, storie, racconti di come gli amici e i colleghi hanno vissuto il rapporto con lei. La sua vita professionale si è svolta infatti tra queste due valenze, ben presenti e determinanti per un bibliotecario moderno.
Fin dall'inizio della sua carriera (se non ricordo male, la sua prima iscrizione all'Associazione risale al 1956) Angela Vinay ha diretto in modo equilibrato il suo impegno nell'una e nell'altra direzione, riuscendo così a dare allo sviluppo della professione e allo stesso tempo delle biblioteche un contributo sicuramente non comune, superiore a quello di tantissimi altri che pure vi hanno in questi anni lavorato: Angela ha segnato infatti in molti sensi la storia, l'evoluzione e lo sviluppo dei servizi bibliotecari di questo Paese.
La parola servizio era una delle parole chiave che Angela usava da sempre, da quando ancora non la si ripeteva a proposito e a sproposito nei convegni, e la biblioteconomia tradizionale era ancora legata (soprattutto in Italia) alla formalità, alla norma, alla misura, spesso senza un preciso orientamento verso le ragioni per le quali le norme stesse devono essere praticate e condivise. Credo che tutti quanti ricordiamo le imprese delle quali Angela si è fatta protagonista: dalla sua partecipazione al salvataggio dei libri dall'alluvione di Firenze al trasferimento della Biblioteca Nazionale dal Collegio Romano al Castro Pretorio, fino alla grande vicenda di SBN - ultima ma non meno importante - di cui fu inventrice, animatrice, in certi momenti addirittura protagonista, con una capacità di cavalcare l'avventura che molti uomini in questo Paese non hanno e lei invece ebbe, da donna coraggiosa e sicura delle idee che aveva maturato in profondi studi, nelle relazioni con le biblioteche straniere e con il mondo professionale internazionale.
Prima di passare la parola a Giovanna Merola, vorrei ricordare proprio come Angela Vinay sapeva creare condivisione intorno al suo progetto. Il progetto di SBN venne presentato, non a caso, al convegno dell'AIB a Taormina nel 1982: questo per chi come me aveva allora cominciato da poco a fare questa professione fu un episodio veramente esaltante, perché ci diede la misura di quanto fosse enorme il valore di essere bibliotecario rispetto a quello che avevamo appreso fino a quel momento in modo un po'artigianale, dato il livello molto rarefatto delle scuole e delle sedi di formazione in Italia. Quindi l'AIB e l'ICCU sono stati per un verso e per l'altro le due vere grandi scuole per lo sviluppo della professione e dei servizi in questo Paese.
E la parola servizio attraeva noi giovani bibliotecari, che avevamo bisogno di trovare le forme per affermare, rispetto ai ceti politici delle città nelle quali lavoravamo, le ragioni della biblioteca: perché si deve investire in una biblioteca? Risposta di Angela: perché è un servizio fondamentale; e l'affermazione di per sé non basta, bisogna dimostrare che è vero. Questa è un po' anche la premessa di quello che diremo poi nella tavola rotonda, cioè le biblioteche hanno una sempre più grande rilevanza nella crescita economica e sociale del Paese, e Angela ce lo ha insegnato ripetutamente: le biblioteche sono indispensabili alla ricerca e alla diffusione della conoscenza, materia prima dello sviluppo di questo terzo millennio. Così abbiamo cominciato a sentirci protagonisti (e spero che ancora molti bibliotecari, almeno tra i presenti, mantengano questa consapevolezza), perché è difficile fare un mestiere come il nostro se non ci si sente protagonisti dello sviluppo delle comunità nelle quali lavoriamo. La parola servizio era la calamita che ci attirava e che fece in modo che molti di noi - io per primo - superassero una delle questioni sulle quali si era adagiato il dibattito politico e culturale di quegli anni, dopo che le biblioteche con la legge del 1972 erano state assegnate come competenza delegata alle Regioni appena istituite e ancora incerte sulla loro identità e il loro ruolo. C'era infatti una difficoltà reale, comprensibile, ad accettare come non contraddittoria l'idea di un servizio pensato a livello nazionale e sviluppato a livello regionale: ma questa era ed è la grande idea di SBN, quella che ne ha costituito la forza iniziale e ne rappresenta l'energia attuale, l'assunto fondamentale che lo rende e spero lo renderà esemplare anche in futuro, nelle forme che tecnologicamente e organizzativamente andrà assumendo. E' l'idea di condividere le risorse per migliorare i servizi con i mezzi disponibili, che Angela ci ha insegnato con la sua capacità critica di saper discriminare lo strumento dal fine; e mentre aderiva - perché era l'unico modo per avere la possibilità di sviluppare il Servizio Bibliotecario Nazionale - alle forme di finanziamento dei giacimenti culturali (sulle quali con altra mano e con altra testa facevamo una battaglia di contrasto), ci ricordava che l'importante è comunque fare dei passi avanti, utilizzando intanto quelle risorse che poi sarà la nostra intelligenza a fare in modo di dirigere verso l'obiettivo più corretto. E se qualcuno ricorda la vicenda dei giacimenti culturali, non potrà non apprezzare il fatto che questo è uno dei pochissimi risultati che hanno avuto poi seguito e storia, perché c'era dietro l'intelligenza di Angela e la forza che ci ha saputo infondere.
Io mi fermo qui e passo la parola a Giovanna.


Copyright AIB, 2002-02-21, ultimo aggiornamento 2002-03-04. A cura di Marcello Busato
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay12/poggiali201.htm

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